Non mi amo più
Salve dottore,
nello scrivere questa email mi sento quasi un'adolescente alle prese con le prime cottarelle e la "sofferenza" da esse derivante. Ma il punto è che io non vivo più, io sopravvivo.Due mesi fa quello che pensavo il vero amore ( bizzarro definirlo così) della mia vita mi ha lasciato in preda ad un folle attacco di gelosia, una sera, ad una festa, ubriaco.. perchè parlavo con due miei amici.Io 24 anni, lui 30. Questo è solo uno dei tanti esempi plateali dell'uomo che ho scelto e di cui mi sono follemente innamorata, perdendo completamente il senno e la ragione. Un uomo con due figli avuti da due diverse donne,un uomo capace dopo tre anni di provare ancora insicurezze sulla paternità di uno di questi due figli,un uomo incapace di avere una relazione stabile, un uomo che diceva di essere innamorato di me dopo due settimane.. Ed il punto è che io lo ero realmente, talmente tanto da non riuscire più a capire la differenza tra giusto e sbagliato, arrivando a farmi odiare dalla mia famiglia, che giustamente non lo accettava, e modificando radicalmente la mia vita.In un anno di relazione sono stata capace di farmi umilare più e più volte, di perdere il significato della parola orgoglio e della parola amor proprio, pronta sempre a giustificarlo sotto il controllo delle parole " cambierà, me l'ha promesso!". Ma nessuno cambia. Parliamo di un uomo che ha abbandonato la sua ex incinta più di una volta, e che nei tre anni successivi ha continuato a farlo, prima di conoscere me.
E dopo mille gesti plateali fatti da lui, vengo mollata così, una sera. Dopo aver trascorso ogni mio giorno con lui, aver rinunciato alla mia vita, aver smesso di amare ME, per amare LUI. Sto parlando di un uomo che mi ha messo le mani addosso una sera, mentre litigavamo, in discoteca. Un uomo che ogni volta che litigavamo evitava di rispondermi per due o più giorni. Un uomo che mi prendeva a parole, che screditava sempre me, che dava sempre la colpa a me. Un uomo che ogni mese si prendeva due tre giorni per pensare al nostro rapporto perchè...era insicuro. E che dopo avermi lasciata in una sola settimana è riuscito a ricostruirsi una vita con la ex, che aveva lasciato poco prima di me, e abbandonarmi l'ennesima volta dando la colpa a me, e ai miei genitori che non l'avrebbero mai accettato. Ora, so che questa persona non merita neppure una parola da parte mia, un'essere ignobile, incapace di amare qualcuno se non se stesso dovrei voltare pagina, dimenticare il passato e far finta che tutto ciò non sia mai accaduto. Ma il punto è che non ci riesco, che non riesco ad odiarlo, a disprezzarlo, che sono attaccata al suo ricordo e vivo costantemente nella speranza di un qualcosa... ma cosa?
Perchè accanto alla persona sopra descritta c'era un'altra parte di lui, che era stupenda e nella quale credevo. Un uomo gentile, premuroso, disponibile, attento, dolce.Un uomo capace di farsi 300 km all'andata e al ritorno solo per pranzare con me. Sono arrivata a pensare che soffrisse di borderline, o di altro, ma il punto non è questo. Sono quì dottore a chiederle... come faccio a tornare ad amarmi? Io non amo più me stessa, io non ho più orgoglio, io la mattina mi alzo per inerzia, non riesco più a concentrarmi, non riesco più a studiare. Si può a 24 anni sopravvivere?
Io voglio tornare quella di una volta, io credo nella felicità e ogni mattina mi sveglio convinta di sorridere alla vita, ma poi ricomincia l'incubo. Posso dottore, ricominciare a VIVERE? Come può un cuore spezzato ricominciare a battere? Ho letto una frase che mi ha fatto passare un' intera notte insonne : " Ma l'unico pericolo che sento veramente è quello di non riuscire più a sentire niente". Ed io non voglio, io voglio dimenticare, ricominciare da me e innamorarmi di nuovo, in primis di me stessa! Ma come si fa, dottore?
nello scrivere questa email mi sento quasi un'adolescente alle prese con le prime cottarelle e la "sofferenza" da esse derivante. Ma il punto è che io non vivo più, io sopravvivo.Due mesi fa quello che pensavo il vero amore ( bizzarro definirlo così) della mia vita mi ha lasciato in preda ad un folle attacco di gelosia, una sera, ad una festa, ubriaco.. perchè parlavo con due miei amici.Io 24 anni, lui 30. Questo è solo uno dei tanti esempi plateali dell'uomo che ho scelto e di cui mi sono follemente innamorata, perdendo completamente il senno e la ragione. Un uomo con due figli avuti da due diverse donne,un uomo capace dopo tre anni di provare ancora insicurezze sulla paternità di uno di questi due figli,un uomo incapace di avere una relazione stabile, un uomo che diceva di essere innamorato di me dopo due settimane.. Ed il punto è che io lo ero realmente, talmente tanto da non riuscire più a capire la differenza tra giusto e sbagliato, arrivando a farmi odiare dalla mia famiglia, che giustamente non lo accettava, e modificando radicalmente la mia vita.In un anno di relazione sono stata capace di farmi umilare più e più volte, di perdere il significato della parola orgoglio e della parola amor proprio, pronta sempre a giustificarlo sotto il controllo delle parole " cambierà, me l'ha promesso!". Ma nessuno cambia. Parliamo di un uomo che ha abbandonato la sua ex incinta più di una volta, e che nei tre anni successivi ha continuato a farlo, prima di conoscere me.
E dopo mille gesti plateali fatti da lui, vengo mollata così, una sera. Dopo aver trascorso ogni mio giorno con lui, aver rinunciato alla mia vita, aver smesso di amare ME, per amare LUI. Sto parlando di un uomo che mi ha messo le mani addosso una sera, mentre litigavamo, in discoteca. Un uomo che ogni volta che litigavamo evitava di rispondermi per due o più giorni. Un uomo che mi prendeva a parole, che screditava sempre me, che dava sempre la colpa a me. Un uomo che ogni mese si prendeva due tre giorni per pensare al nostro rapporto perchè...era insicuro. E che dopo avermi lasciata in una sola settimana è riuscito a ricostruirsi una vita con la ex, che aveva lasciato poco prima di me, e abbandonarmi l'ennesima volta dando la colpa a me, e ai miei genitori che non l'avrebbero mai accettato. Ora, so che questa persona non merita neppure una parola da parte mia, un'essere ignobile, incapace di amare qualcuno se non se stesso dovrei voltare pagina, dimenticare il passato e far finta che tutto ciò non sia mai accaduto. Ma il punto è che non ci riesco, che non riesco ad odiarlo, a disprezzarlo, che sono attaccata al suo ricordo e vivo costantemente nella speranza di un qualcosa... ma cosa?
Perchè accanto alla persona sopra descritta c'era un'altra parte di lui, che era stupenda e nella quale credevo. Un uomo gentile, premuroso, disponibile, attento, dolce.Un uomo capace di farsi 300 km all'andata e al ritorno solo per pranzare con me. Sono arrivata a pensare che soffrisse di borderline, o di altro, ma il punto non è questo. Sono quì dottore a chiederle... come faccio a tornare ad amarmi? Io non amo più me stessa, io non ho più orgoglio, io la mattina mi alzo per inerzia, non riesco più a concentrarmi, non riesco più a studiare. Si può a 24 anni sopravvivere?
Io voglio tornare quella di una volta, io credo nella felicità e ogni mattina mi sveglio convinta di sorridere alla vita, ma poi ricomincia l'incubo. Posso dottore, ricominciare a VIVERE? Come può un cuore spezzato ricominciare a battere? Ho letto una frase che mi ha fatto passare un' intera notte insonne : " Ma l'unico pericolo che sento veramente è quello di non riuscire più a sentire niente". Ed io non voglio, io voglio dimenticare, ricominciare da me e innamorarmi di nuovo, in primis di me stessa! Ma come si fa, dottore?
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile ragazza,
il suo racconto, meritevole di attenzione, tocca molte "corde" ...
<.... In un anno di relazione sono stata capace di farmi umilare più e più volte, di perdere il significato della parola orgoglio e della parola amor proprio, pronta sempre a giustificarlo sotto il controllo delle parole " cambierà, me l'ha promesso!"
Ma nessuno cambia. Parliamo di un uomo che ha abbandonato la sua ex incinta più di una volta, e che nei tre anni successivi ha continuato a farlo, prima di conoscere me....>
Queste è una delle parti più significative del racconto, ma davvero ogni sua " riga " ci impressiona per la " l'abilità " di questo uomo.
Un uomo, a dir poco sofferente, nella sua patologia...?
Mi chiedo, inoltre, se questo suo " essere e non essere " non sia mai stato preso in carico da alcun specialista, come lo Psichiatra, per una valutazione farmacologia di questo suo umore altalenante che, evidentemente, non gli permette di fare delle scelte coscienti.
Questo è un primo punto importante e poi LEI...
Lei, così come le altre donne, in balia della sua amara follia!
Come si sente a "sentirsi- non sentirsi " in legame con questo uomo?
Non sono i sentimenti,, che qui vedo in gioco, ma l'incapacità, a fini disfunzionali, di tessere qualsiasi tipo di relazioni, perché il suo " umore ", probabilmente, non lo concede.
Mi soffermerei sulla mia incapacità a rimanere, come intrappolata, in questa storia...
Ha bisogno di confrontarsi, anche con il medico di famiglia, se vuole in prima battuta, per supportare questo uomo, contattando poi un collega, che la aiuti a fare chiarezza sui suoi attuali bisogni e vissuti... altrimenti il rischio è un "invischiamento ", che ci fa perdere di vista la realtà.
Provi a riflettere...
Un caro saluto
il suo racconto, meritevole di attenzione, tocca molte "corde" ...
<.... In un anno di relazione sono stata capace di farmi umilare più e più volte, di perdere il significato della parola orgoglio e della parola amor proprio, pronta sempre a giustificarlo sotto il controllo delle parole " cambierà, me l'ha promesso!"
Ma nessuno cambia. Parliamo di un uomo che ha abbandonato la sua ex incinta più di una volta, e che nei tre anni successivi ha continuato a farlo, prima di conoscere me....>
Queste è una delle parti più significative del racconto, ma davvero ogni sua " riga " ci impressiona per la " l'abilità " di questo uomo.
Un uomo, a dir poco sofferente, nella sua patologia...?
Mi chiedo, inoltre, se questo suo " essere e non essere " non sia mai stato preso in carico da alcun specialista, come lo Psichiatra, per una valutazione farmacologia di questo suo umore altalenante che, evidentemente, non gli permette di fare delle scelte coscienti.
Questo è un primo punto importante e poi LEI...
Lei, così come le altre donne, in balia della sua amara follia!
Come si sente a "sentirsi- non sentirsi " in legame con questo uomo?
Non sono i sentimenti,, che qui vedo in gioco, ma l'incapacità, a fini disfunzionali, di tessere qualsiasi tipo di relazioni, perché il suo " umore ", probabilmente, non lo concede.
Mi soffermerei sulla mia incapacità a rimanere, come intrappolata, in questa storia...
Ha bisogno di confrontarsi, anche con il medico di famiglia, se vuole in prima battuta, per supportare questo uomo, contattando poi un collega, che la aiuti a fare chiarezza sui suoi attuali bisogni e vissuti... altrimenti il rischio è un "invischiamento ", che ci fa perdere di vista la realtà.
Provi a riflettere...
Un caro saluto
[#2]
Lui ha i suoi problemi e anche grandi, talmente grandi che non sarà certamente lei, neanche con tutto il suo amore e la sua dedizione, ad aiutarlo. Anzi, tanto più lo amerà e lo ricoprirà di premure ed attenzione, tanto più lui rimarrà nella sua patologia. Ma lui, qui, non c'è', ne' fisicamente ne' virtualmente. Qui c'è' lei con la sua immensa sofferenza e frustrazione. Per lei, c' e' speranza e possibilità di cambiamento. So che e' durissimo, che ormai si è' creata una sorta di dipendenza affettiva e psicologica, ma so anche che lei sta tentando di uscirne. Ed e' questo che e' importante. Le chiedo: in passato, come ha vissuto altre relazioni? Per relazioni, intendo non solo quelle sentimentali, ma anche amicali e familiari. Sarebbe indicato, con l'aiuto psicologico, ripercorrere la sua storia per rintracciare le modalità con cui ha affrontato le altre, precedenti relazioni e vedere se vi è' un 'copione' ricorrente oppure no.
Un caro saluto.
Un caro saluto.
Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale
[#3]
Gentile Utente,
Lei scrive: "vivo costantemente nella speranza di un qualcosa... ma cosa?"
Forse che quell'uomo possa tornare da Lei, magari diverso?
L'illusione che persone del genere riescono a dare ad alcune persone che sono dipendenti è quella di essere a tratti gentile, premuroso, sofferente, vittima, ecc.... tant'è che Lei -pur riconoscendo i tratti aggressivi e violenti di quell'uomo- ne riconosce anche aspetti diversi, di dolcezza.
Ebbene, i carnefici sono abili a dosare molto bene tutto ciò, proprio per tenere in pugno la loro vittima: se ci pensa era sufficiente conoscere il passato di quest'uomo (cosa che è stata sufficiente per i Suoi genitori ad esempio) per scappare a gambe levate da un uomo così.
Invece Lei non lo ha fatto. E si chiede perché ora sta vivendo nella speranza che qualcosa possa cambiare nella Sua vita. E' possibile certamente cambiare: mi riferisco al Suo cambiamento, al modo in cui vede se stessa e a perdonarsi di non aver capito immediatamente in quale brutta storia si stava infilando.
Pur avendo per fortuna chiuso questa storia, io Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta, meglio se di formazione sistemico-relazionale, per farsi aiutare ad esplorare meglio queste dinamiche che sembrano di dipendenza e a capire come tenersi lontana da tutto ciò, sapendo di meritare di meglio.
Tanti auguri e cordiali saluti,
Lei scrive: "vivo costantemente nella speranza di un qualcosa... ma cosa?"
Forse che quell'uomo possa tornare da Lei, magari diverso?
L'illusione che persone del genere riescono a dare ad alcune persone che sono dipendenti è quella di essere a tratti gentile, premuroso, sofferente, vittima, ecc.... tant'è che Lei -pur riconoscendo i tratti aggressivi e violenti di quell'uomo- ne riconosce anche aspetti diversi, di dolcezza.
Ebbene, i carnefici sono abili a dosare molto bene tutto ciò, proprio per tenere in pugno la loro vittima: se ci pensa era sufficiente conoscere il passato di quest'uomo (cosa che è stata sufficiente per i Suoi genitori ad esempio) per scappare a gambe levate da un uomo così.
Invece Lei non lo ha fatto. E si chiede perché ora sta vivendo nella speranza che qualcosa possa cambiare nella Sua vita. E' possibile certamente cambiare: mi riferisco al Suo cambiamento, al modo in cui vede se stessa e a perdonarsi di non aver capito immediatamente in quale brutta storia si stava infilando.
Pur avendo per fortuna chiuso questa storia, io Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta, meglio se di formazione sistemico-relazionale, per farsi aiutare ad esplorare meglio queste dinamiche che sembrano di dipendenza e a capire come tenersi lontana da tutto ciò, sapendo di meritare di meglio.
Tanti auguri e cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Gentile Utente,
legga questo articolo, sono certa potrà aiutarLa:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1768-quando-il-partner-e-violento-la-violenza-di-genere-nella-coppia.html
Cordiali saluti,
legga questo articolo, sono certa potrà aiutarLa:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1768-quando-il-partner-e-violento-la-violenza-di-genere-nella-coppia.html
Cordiali saluti,
[#5]
Utente
Vi ringrazio tutti per avere avuto pazienza e curiosità nel leggere la mia storia. So che probabilmente si tratta di dipendenza affettiva e so anche che purtroppo è solo ora che sono "fuori" da questa storia che sono stata in grado di riconoscerla. C'è un pezzo delle vostre risposte che mi tocca particolarmente : "mi riferisco al Suo cambiamento, al modo in cui vede se stessa e a perdonarsi di non aver capito immediatamente in quale brutta storia si stava infilando.". Perdonarmi, beh mi è scesa una lacrima quando ho letto questo passo... probabilmente ancora non riesco a farlo. Probabilmente ancora non riesco a chiedermi scusa, a chiedere scusa alla mia anima, al mio corpo per aver subito senza ribellarsi e soprattutto per essersi accusata più di una volta di colpe che non aveva. Sono sempre stata una ragazza molto razionale, pur avendo solo 24 anni. Ho avuto una sola altra storia durata tre anni e conclusasi qualche anno fa. Una storia SANA, con una persona SANA, che magari non faceva questi gesti plateali di amore ( dire ti amo dopo due settimane, regali, cene, viaggi di 300km per stare con me), ma mi ha sempre rispettato e soprattutto, quando doveva, mi ha sempre chiesto SCUSA. Non credo di avere capacità nel relazionarmi, sono una ragazza aperta, ho tante amiche, tanti amici, mi piace uscire.. ma la mia vita ruota su me , non su di loro. Da quando ho conosciuto questa persona però qualcosa è cambiato, avevo perfino PAURA ad uscire con i miei amici senza di lui, perchè il giorno dopo erano guai. Possibile allora che nonostante io sia cosciente dei suoi errori e dello schifo che è, non riesca a ricominciare DA ME??
[#6]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissima,
< Probabilmente ancora non riesco a chiedermi scusa, a chiedere scusa alla mia anima, al mio corpo per aver subito senza ribellarsi e soprattutto per essersi accusata più di una volta di colpe che non aveva >
Il tempo ci rende più " amabili " e di questo deve avere pazienza, perché è nel tempo che riusciamo a dare un vita ad una " nuova " noi!
Un aiuto con un professionista si rende necessario, per non colpevolizzarsi e per essere ancorati ad una realtà più equilibrata.
Ha si il diritto di amare, ma anche e soprattutto di essere amata!
Un caro saluto
< Probabilmente ancora non riesco a chiedermi scusa, a chiedere scusa alla mia anima, al mio corpo per aver subito senza ribellarsi e soprattutto per essersi accusata più di una volta di colpe che non aveva >
Il tempo ci rende più " amabili " e di questo deve avere pazienza, perché è nel tempo che riusciamo a dare un vita ad una " nuova " noi!
Un aiuto con un professionista si rende necessario, per non colpevolizzarsi e per essere ancorati ad una realtà più equilibrata.
Ha si il diritto di amare, ma anche e soprattutto di essere amata!
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 6.6k visite dal 23/12/2014.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.