Difficoltà nel relazionarsi

Salve a tutti.
Sono un ragazzo di 18 anni,tranquillo,serio,generoso,sempre disponibile ma soprattutto,sono un tipo molto timido.
Non ho mai pensato che la timidezza fosse una malattia,proprio perché come esistono i ragazzi estroversi esistono anche quelli timidi!
Tuttavia,in alcune situazioni faccio fatica a parlare oppure a relazionarmi.
Volevo fare un piccolo esempio per far capire il mio problema che mi ha spinto ad inscrivermi su medicitalia.
La settimana scorsa sono stato invitato da un mio amico (che conosco da qualche mese con il quale ho un buon rapporto) a casa di una nostra ragazza, (che conosco poco) per una pizza e un film. Ho accettato l'invito senza problemi ma non sapevo che a casa di questa ragazza c'erano altre persone mai conosciute.Fin da subito mi sono sentito in imbarazzo perché senza il mio amico, io non apro bocca,al massimo rido soltanto a delle battute oppure rispondo solo se mi chiedono qualcosa,senza esagerare troppo nella risposta.
Questa situazione mi scoccia parecchio,perché vorrei almeno parlare con serenità con tutti ma purtroppo non ci riesco,forse perché credo di non essere interessante oppure abbastanza simpatico,o senza valide argomentazioni,così mi ammutuolisco.
Di conseguenza quando questo gruppo di persone parlavano, io mi estraniavo dalla realtà e pensavo a tutt'altro,magari ai compiti che avrei dovuto svolgere il giorno dopo,o alle interrogazioni... Insomma non riuscivo a godermi la serata.Proprio per questo motivo,quando qualcuno mi pone una domanda oppure facciamo un gioco di società io "scendo dalle nuvole",sembro un rimbambito che non capisce nulla e spesso i ragazzi mi prendono in giro dicendomi "ma in quale mondo vivi?". Non sono un tipo permaloso,anzi, mi piace scherzare ma questa cosa è l'unica che mi ferisce molto anche se in raltà lo dicono per scherzare.
Per concludere,vorrei chiedere dov'è il problema? Come potrei superare questa situazione? Spero di essere stato chiaro. Grazie e buona giornata!
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
La timidezza la si supera un po' per volta, per il bisogno di avvicinarsi agli altri.
E' un bisogno istintivo che viene tacitato dalla paura e dalle fantasie di un giudizio negativo su di noi.
C'e chi reagisce con strafottenza a tale stato di animo, ma non e' questo il modo di risolvere
Comprendere le proprie fsntasie e le proprie paure per fronteggiarle e' l'unica via possibile.
Le pare?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Ragazzo,
probabilmente oltre alla timidezza un certo ruolo potrebbe avere un'autostima un po' traballante.

La paura del giudizio, di non essere all'altezza, la scarsa fiducia in sé e nelle proprie capacità sono premesse che non facilitano i rapporti con gli altri, in particolari con persone sconosciute.

Questo può generare tensione e ansia in situazioni sociali che la condurrebbero appunto ad estraniarsi dalla realtà del momento, una strategia che non la aiuta a risolvere il problema.
Solo ipotesi da qui, solo un nostro collega direttamente potrebbe comprendere appieno la problematica descritta e magari accompagnarla a superarla.

Che ne pensa?


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile ragazzo,

accolgo la riflessione della collega cui sopra, che la difficoltà che vive e che le genera estremo disagio relazionale è la mancanza di fiducia in se' che, inevitabilmente, si intrinseca e connatura con una bassa autostima!

Fondamenta della nostra storia di vita: si costruisce nell'infanzia e, quindi, dal rapporto con i nostri genitori... dall'amore che abbiamo o meno ricevuto e dalla possibilità di renderci autonomi e indipendenti!

Come può ben comprendere si tratta di un percorso storico personale, che deve sviscerare, elaborare e ristrutturare, per un nuovo Se', che l'aiuti a fronteggiare questa sua estrema difficoltà ad interagire e a mettersi a "nudo" dell'altro...

Provi un consulto presso lo Spazio Giovani della sua città, dove l'accesso è facile e gratuito...iniziando così a prendersi cura di se'!


In bocca al lupo.
[#4]
Utente
Utente
Grazie mille. Seguirò i vostri consigli!
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Benissimo, un nostro collega presso la Spazio Giovani ASL del suo territorio potrà ascolarla e accompagnarla a superare le sue difficoltà. Non occorre prescrizione medica per l'accesso che è gratuito.

Se crede ci potrà poi riaggiornare.

Cari auguri

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Lo stare in gruppo e soprattutto il sentirsi a proprio agio dipende da quale " base solida" abbiamo ricevuto in dote .

Una dote particolare, una dote affettiva, una dote che rinforza l'autostima e che la rende forte e sicuro di se, anche se timido.


Un nostro collega potra aiutarla nel risolvere questo imbarazzo, lavorando su ciò che forse le è mancato durante le delicate fasi di crescita psicologica

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it