Ansia per la mialattia di papa
salve... vorrei esporvi brevemente la mia situazione.. ho 27 anni e quattri anni fa mio padre si ammalò di tumore. mia madre sapendomi ansioso,mi nascose la situazione dicendo che mio padre doveva essere operato di ulcera(invece era un tumore al duodeno).
fatto sta che o per fortuna o per altro,mio padre è stato bene per quattro anni. successivamente mi è stato detto detto la verità.
ora a distanza di quattro anni, facendo le analisi, abbiamo scoperto un piccolo nodulo e papà deve rifare la chemioterapia con tutte lo stress e ansia che può derivarne da lui e da me che lo seguo e lo porto all'ospedale. ciò in cui sono incappato, è che la mia mente aveva metabolizzato la malattia di mio padre come ormai passata e superata e ora che ha ricominciato terapie varie, non riesco a pensare ad altro. sono cinque mesi che vivo nel terrore che mio padre possa morire tra sofferenze tipiche di chi muore di quelle patologie, non ho una vita sociale molto attiva, ciò mi porta a pregare costantemente e a chiedere a dio il perchè di nuovo si debba ricominciare le trafile nell'ospedale, piango quasi ogni giorno, trovo sollievo solo quando dormo perchè la mia mente si stacca dal corpo e con esso tutti i problemi,mi alzo con l'ansia di dover accudire mio padre, nello stesso tempo non potrei neanche andare via da casa tipo completare la specializzazione di scienze politche all'università, insomma, sto passndo mesi di inferno. avendo avuto uno zio malato di depressione, so a cosa portano i vari psicofarmaci,felicità apparente,stati bipolari di umore e varie, vorrei un vostro consiglio sulla mia situazione. cosa potrebbe farmi bene come devo pensare anche filosoficamente per trascorrere meglio questo periodo.
vi ringrazio.
fatto sta che o per fortuna o per altro,mio padre è stato bene per quattro anni. successivamente mi è stato detto detto la verità.
ora a distanza di quattro anni, facendo le analisi, abbiamo scoperto un piccolo nodulo e papà deve rifare la chemioterapia con tutte lo stress e ansia che può derivarne da lui e da me che lo seguo e lo porto all'ospedale. ciò in cui sono incappato, è che la mia mente aveva metabolizzato la malattia di mio padre come ormai passata e superata e ora che ha ricominciato terapie varie, non riesco a pensare ad altro. sono cinque mesi che vivo nel terrore che mio padre possa morire tra sofferenze tipiche di chi muore di quelle patologie, non ho una vita sociale molto attiva, ciò mi porta a pregare costantemente e a chiedere a dio il perchè di nuovo si debba ricominciare le trafile nell'ospedale, piango quasi ogni giorno, trovo sollievo solo quando dormo perchè la mia mente si stacca dal corpo e con esso tutti i problemi,mi alzo con l'ansia di dover accudire mio padre, nello stesso tempo non potrei neanche andare via da casa tipo completare la specializzazione di scienze politche all'università, insomma, sto passndo mesi di inferno. avendo avuto uno zio malato di depressione, so a cosa portano i vari psicofarmaci,felicità apparente,stati bipolari di umore e varie, vorrei un vostro consiglio sulla mia situazione. cosa potrebbe farmi bene come devo pensare anche filosoficamente per trascorrere meglio questo periodo.
vi ringrazio.
[#1]
Dovrebbe a mio avviso fare una valutazione psicologica e iniziare un percorso per cercare di gestire al meglio la sua ansia.
>>cosa potrebbe farmi bene come devo pensare anche filosoficamente..<<
in questo caso non ci sono consigli o suggerimenti che possono essere elargiti on-line e senza una conoscenza di persona. Se lei ha un disturbo d'ansia questo andrebbe curato.
>>cosa potrebbe farmi bene come devo pensare anche filosoficamente..<<
in questo caso non ci sono consigli o suggerimenti che possono essere elargiti on-line e senza una conoscenza di persona. Se lei ha un disturbo d'ansia questo andrebbe curato.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Gentile Utente,
intanto potrebbe iniziare a circondarsi di persone di supporto che Le vogliono bene, come amici e/o parenti.
Isolarsi non solo non Le fa bene, ma chiaramente non Le permette di togliersi da quella condizione di chi non fa altro che pensare ad altro se non alla malattia.
Poter staccare anche durante la giornata è importante e non deve sentirsi in colpa: tutti i Suoi vissuti potrebbe elaborarli con l'aiuto di uno psicologo, ma partirei dal concreto e dal fare qualcosa per se stesso.
L'ansia di cui ci parla c'è da prima che il papà si ammalasse?
intanto potrebbe iniziare a circondarsi di persone di supporto che Le vogliono bene, come amici e/o parenti.
Isolarsi non solo non Le fa bene, ma chiaramente non Le permette di togliersi da quella condizione di chi non fa altro che pensare ad altro se non alla malattia.
Poter staccare anche durante la giornata è importante e non deve sentirsi in colpa: tutti i Suoi vissuti potrebbe elaborarli con l'aiuto di uno psicologo, ma partirei dal concreto e dal fare qualcosa per se stesso.
L'ansia di cui ci parla c'è da prima che il papà si ammalasse?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissimo,
la malattia oncologica è di impatto profondo anche sui familiari, per cui se lei è persona particolarmente " sensibile, allora ecco che rischia di "slatentizzare" dei nuclei inconsci imponenti, come il terrore della morte, con conseguente perdita della persona cara e il pieno lutto della progettualità.
In questo caso bisogna "accogliere" le difficoltà dell'altro, ma anche le proprie e tenere presente che oggi di cancro si può guarire e che è la nostra difficoltà ad accettare i cambiamenti repentini della vita, che dobbiamo imparare a gestire con equilibrio e serenità.
Accolgo la riflessione di un consulto con un professionista, nostro collega, che l'aiuti a "ridimensionare" il disagio e a viversi con equilibrio questo momento di fragilità.
Anche la persona "malata" ha bisogno di avere al suo fianco serenità, sorriso e prosperità.
La invito a riflettere con empatia.
Siamo in ascolto.
Un caro saluto
la malattia oncologica è di impatto profondo anche sui familiari, per cui se lei è persona particolarmente " sensibile, allora ecco che rischia di "slatentizzare" dei nuclei inconsci imponenti, come il terrore della morte, con conseguente perdita della persona cara e il pieno lutto della progettualità.
In questo caso bisogna "accogliere" le difficoltà dell'altro, ma anche le proprie e tenere presente che oggi di cancro si può guarire e che è la nostra difficoltà ad accettare i cambiamenti repentini della vita, che dobbiamo imparare a gestire con equilibrio e serenità.
Accolgo la riflessione di un consulto con un professionista, nostro collega, che l'aiuti a "ridimensionare" il disagio e a viversi con equilibrio questo momento di fragilità.
Anche la persona "malata" ha bisogno di avere al suo fianco serenità, sorriso e prosperità.
La invito a riflettere con empatia.
Siamo in ascolto.
Un caro saluto
[#4]
Gentile utente, provi a pensare a tutto quanto di bello c'è stato certamente nel vostro rapporto e non tema sempre di non fare abbastanza , accolga la proposta dei Colleghi e si faccia aiutare , per quanto è possibile, a rileggere , ricordare la sua vita con suo padre, modello di riferimento , ammirato , rassicurante ?
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.5k visite dal 14/12/2014.
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Approfondimento su Ansia
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