Il mio ragazzo è ansioso
Gentili dottori
Sto insieme a un ragazzo da quasi un anno. Abitiamo in due città diverse ma abbastanza vicine e finora ci siamo sempre visti con regolarità e senza nessun problema. Lui è sempre stato molto presente, affettuoso e mi ha sempre fatta sentire amata. E’ un tipo un po’ insicuro, con l’autostima non alle stelle, viene da una famiglia non facile, ma negli ultimi anni, a detta sua, era migliorato molto. Sembrava gratificato dalla sua relazione con me e si è sempre mostrato felice. Io l’ho sempre considerato una persona buona, semplice, amorosa, anche se con un piglio di orgoglio e sana competitività che finora aveva sempre incanalato nello sport.
Da qualche giorno ha iniziato a soffrire di ansia, con attacchi simili al panico e malessere diffuso per tutta la giornata. Lui fa fatica a spiegare le ragioni di questo suo stato, che peraltro lo sta gettando nel panico perché non ne ha mai sofferto e ha paura di non riuscire a liberarsene, ma dovrebbero essere individuabili in questi fattori: stress sul lavoro (è l’unico a svolgere la sua mansione) e voglia di cambiarlo ma paura di affrontare il nuovo, voglia di starmi più vicino (anche nell’ottica di venire a vivere da me, che ho una casa mia) ma teme l’idea di allontanarsi da sua madre a cui è legatissimo, è un’atleta e ultimamente si è dovuto scontrare con dei dolori fisici che l’hanno fermato. Lui ha sempre voluto conciliare tutto: famiglia, io, lavoro, allenamenti, e forse adesso qualcosa è esploso dentro di lui e ha iniziato a generargli quest’ansia che gli porta tremori, oppressione alla testa e alle spalle, tachicardia, crisi di pianto, e ovviamente umore sotto le scarpe. In più ha la fobia che questi malesseri non spariscano più, che sia costretto a vivere in questo stato perennemente, mi ha confidato di aver avuto paura di impazzire.
Io sono preoccupata perché questo stato ovviamente (non sapere mai come si sveglierà la mattina, vederlo piangere dal niente, vederlo dare un’importanza eccessiva a ogni piccolo malessere del corpo, vedere che non riesce più a godersi una giornata insieme perché poi sta male) sta gettando nello sconforto anche me. Ho provato a rassicurarlo, a dirgli che io ci sarò sempre, che non deve prendere nessuna decisione frettolosamente per la sua vita futura, che deve pensare al presente e a stare bene con le cose che ha, ma per il momento non è servito. E ho anche paura che, nelle sue perenni elucubrazioni (non fa altro che pensare a questo suo stato, è diventato una fissazione), arrivi al punto di voler allontanare anche me per tentare di ritrovare la serenità. Io tengo molto a lui e vorrei aiutarlo.
Per questo sono a chiedervi un aiuto, un consiglio. Cosa possiamo fare? Come posso essergli d’aiuto?
Sto insieme a un ragazzo da quasi un anno. Abitiamo in due città diverse ma abbastanza vicine e finora ci siamo sempre visti con regolarità e senza nessun problema. Lui è sempre stato molto presente, affettuoso e mi ha sempre fatta sentire amata. E’ un tipo un po’ insicuro, con l’autostima non alle stelle, viene da una famiglia non facile, ma negli ultimi anni, a detta sua, era migliorato molto. Sembrava gratificato dalla sua relazione con me e si è sempre mostrato felice. Io l’ho sempre considerato una persona buona, semplice, amorosa, anche se con un piglio di orgoglio e sana competitività che finora aveva sempre incanalato nello sport.
Da qualche giorno ha iniziato a soffrire di ansia, con attacchi simili al panico e malessere diffuso per tutta la giornata. Lui fa fatica a spiegare le ragioni di questo suo stato, che peraltro lo sta gettando nel panico perché non ne ha mai sofferto e ha paura di non riuscire a liberarsene, ma dovrebbero essere individuabili in questi fattori: stress sul lavoro (è l’unico a svolgere la sua mansione) e voglia di cambiarlo ma paura di affrontare il nuovo, voglia di starmi più vicino (anche nell’ottica di venire a vivere da me, che ho una casa mia) ma teme l’idea di allontanarsi da sua madre a cui è legatissimo, è un’atleta e ultimamente si è dovuto scontrare con dei dolori fisici che l’hanno fermato. Lui ha sempre voluto conciliare tutto: famiglia, io, lavoro, allenamenti, e forse adesso qualcosa è esploso dentro di lui e ha iniziato a generargli quest’ansia che gli porta tremori, oppressione alla testa e alle spalle, tachicardia, crisi di pianto, e ovviamente umore sotto le scarpe. In più ha la fobia che questi malesseri non spariscano più, che sia costretto a vivere in questo stato perennemente, mi ha confidato di aver avuto paura di impazzire.
Io sono preoccupata perché questo stato ovviamente (non sapere mai come si sveglierà la mattina, vederlo piangere dal niente, vederlo dare un’importanza eccessiva a ogni piccolo malessere del corpo, vedere che non riesce più a godersi una giornata insieme perché poi sta male) sta gettando nello sconforto anche me. Ho provato a rassicurarlo, a dirgli che io ci sarò sempre, che non deve prendere nessuna decisione frettolosamente per la sua vita futura, che deve pensare al presente e a stare bene con le cose che ha, ma per il momento non è servito. E ho anche paura che, nelle sue perenni elucubrazioni (non fa altro che pensare a questo suo stato, è diventato una fissazione), arrivi al punto di voler allontanare anche me per tentare di ritrovare la serenità. Io tengo molto a lui e vorrei aiutarlo.
Per questo sono a chiedervi un aiuto, un consiglio. Cosa possiamo fare? Come posso essergli d’aiuto?
[#1]
Gentile Utente,
può suggerire al Suo ragazzo di contattare direttamente uno psicologo psicoterapeuta per una valutazione accurata.
Non ha molto senso indugiare in questo stato se sta così male, ma ha molto più senso risolvere.
Ha provato a proporlo? se sì, come l'ha presa lui?
può suggerire al Suo ragazzo di contattare direttamente uno psicologo psicoterapeuta per una valutazione accurata.
Non ha molto senso indugiare in questo stato se sta così male, ma ha molto più senso risolvere.
Ha provato a proporlo? se sì, come l'ha presa lui?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Gentile dottoressa
questi malesseri sono iniziati da pochi giorni a onor del vero, e per il momento l'idea dello psicologo ci era sembrata prematura. Però proprio domani andrà a parlare con un suo amico, che è appunto psicologo (e sta per diventare psicoterapeuta), per avere un consiglio e un supporto. Gli ho comunque accennato il discorso di un'eventuale psicoterapia se il problema non si fosse risolto da qui a breve, e lui non mi è sembrato riottoso.
Quello che le chiedo io è: come posso stargli vicino nel migliore dei modi? Ho "paura" di sbagliare, di sembrare troppo pressante se parliamo solo dell'argomento, o al contrario di sembrare menefreghista se porto la conversazione su argomenti più futili per non ingigantire il problema...
Lui ha letteralmente la fobia di non riuscire a uscire da questi malesseri (che si crea con la sua testa) e, ovviamente, più ce l'ha più secondo me farà fatica a uscirne davvero, creando un circolo vizioso...
questi malesseri sono iniziati da pochi giorni a onor del vero, e per il momento l'idea dello psicologo ci era sembrata prematura. Però proprio domani andrà a parlare con un suo amico, che è appunto psicologo (e sta per diventare psicoterapeuta), per avere un consiglio e un supporto. Gli ho comunque accennato il discorso di un'eventuale psicoterapia se il problema non si fosse risolto da qui a breve, e lui non mi è sembrato riottoso.
Quello che le chiedo io è: come posso stargli vicino nel migliore dei modi? Ho "paura" di sbagliare, di sembrare troppo pressante se parliamo solo dell'argomento, o al contrario di sembrare menefreghista se porto la conversazione su argomenti più futili per non ingigantire il problema...
Lui ha letteralmente la fobia di non riuscire a uscire da questi malesseri (che si crea con la sua testa) e, ovviamente, più ce l'ha più secondo me farà fatica a uscirne davvero, creando un circolo vizioso...
[#3]
Gentile Utente,
per prima cosa sconsiglio di parlarne con l'amico psicologo se non come amico e basta, in quanto noi psicologi non possiamo prendere in cura nè fare consulenze ad amici o parenti perchè vietato dal codice deontologico.
Ciò non toglie che ovviamente se ne può parlare ma come amici e basta.
Quello che Lei descrive potrebbe fare pensare ad un disturbo d'ansia e in ogni caso è importante sapere che prima si interviene migliori sono le possibilità di stare bene in tempi brevi.
Chiaro che, per chi sta vicino a chi soffre d'ansia, è importante non colludere con la sintomatologia, non alimentare le idee fisse del pz.
Cordiali saluti,
per prima cosa sconsiglio di parlarne con l'amico psicologo se non come amico e basta, in quanto noi psicologi non possiamo prendere in cura nè fare consulenze ad amici o parenti perchè vietato dal codice deontologico.
Ciò non toglie che ovviamente se ne può parlare ma come amici e basta.
Quello che Lei descrive potrebbe fare pensare ad un disturbo d'ansia e in ogni caso è importante sapere che prima si interviene migliori sono le possibilità di stare bene in tempi brevi.
Chiaro che, per chi sta vicino a chi soffre d'ansia, è importante non colludere con la sintomatologia, non alimentare le idee fisse del pz.
Cordiali saluti,
[#4]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile ragazza,
accolga la riflessione di un confronto con un collega, che possa aiutarlo a fare chiarezza e a trovare un equilibrio in questo suo quotidiano.
Non sottovalutate lo stato ansiogeno e cercate di porvi rimedio, ma un rimedio costruttivo e significativo.
Può rivolgersi al Consultorio della sua città, per una diagnosi accurata.
La sua accoglienza e la sua empatia gli saranno di aiuto...
Un caro saluto
accolga la riflessione di un confronto con un collega, che possa aiutarlo a fare chiarezza e a trovare un equilibrio in questo suo quotidiano.
Non sottovalutate lo stato ansiogeno e cercate di porvi rimedio, ma un rimedio costruttivo e significativo.
Può rivolgersi al Consultorio della sua città, per una diagnosi accurata.
La sua accoglienza e la sua empatia gli saranno di aiuto...
Un caro saluto
[#5]
Gentile Utente,
evitate che le problematiche si cronicizzino, considerando il supporto psicologico prematuro.
Anche lei ha scritto online tantissime volte, i medici e gli psicologi lavorano in sinergia per risolvere le difficoltà dei pazienti.
Online non è possibile fare altro, gli suggerisca di farsi aiutare, nè lei, tantomeno l'amico psicologo, potete farvi carico di lui.
evitate che le problematiche si cronicizzino, considerando il supporto psicologico prematuro.
Anche lei ha scritto online tantissime volte, i medici e gli psicologi lavorano in sinergia per risolvere le difficoltà dei pazienti.
Online non è possibile fare altro, gli suggerisca di farsi aiutare, nè lei, tantomeno l'amico psicologo, potete farvi carico di lui.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 5.2k visite dal 13/12/2014.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.