Umore altalenante con la psicoterapia
Gentili dottori,
da febbraio scorso sto seguendo una psicoterapia psicodinamica con 3 sedute a settimana.
Da allora, sintomi come sudorazione e tachicardia sono scomparsi, altri come l’agitazione costante stanno migliorando.
Sono consapevole che “c’è ancora molto da lavorare” (come dice la mia terapeuta), ma sono di fronte ad un problema: senza motivi specifici, alcuni giorni mi sento apatico/triste o – come dico io - “di umore basso”, altri in cui va decisamente meglio, pur non potendomi definire euforico. Nei giorni “di umore basso”, pur comprendendo che impegnarmi in una qualsiasi attività (ludica o lavorativa) potrebbe giovarmi, non trovo le energie e le idee per iniziare nulla.
In passato, pensai che questi fossero disturbi legati a motivi organici, ma sia due psichiatri che gli esami del sangue (prescritti dal primo psichiatra) non rilevarono anomalie.
Parlandone con la mia terapeuta, la risposta è stata: “Con il tempo, troverà un suo modo”.
Giudico questa risposta convincente, ma mi chiedo: “Ragionando sull’oggi, cosa potrei fare per attenuare o contrastare gli stati di apatia e tristezza?”.
Mi chiedevo, pertanto, se ci fosse qualcosa di “clinico/terapeutico” (non saprei come definirlo) che potrei accostare alla psicoterapia.
Grazie in anticipo
da febbraio scorso sto seguendo una psicoterapia psicodinamica con 3 sedute a settimana.
Da allora, sintomi come sudorazione e tachicardia sono scomparsi, altri come l’agitazione costante stanno migliorando.
Sono consapevole che “c’è ancora molto da lavorare” (come dice la mia terapeuta), ma sono di fronte ad un problema: senza motivi specifici, alcuni giorni mi sento apatico/triste o – come dico io - “di umore basso”, altri in cui va decisamente meglio, pur non potendomi definire euforico. Nei giorni “di umore basso”, pur comprendendo che impegnarmi in una qualsiasi attività (ludica o lavorativa) potrebbe giovarmi, non trovo le energie e le idee per iniziare nulla.
In passato, pensai che questi fossero disturbi legati a motivi organici, ma sia due psichiatri che gli esami del sangue (prescritti dal primo psichiatra) non rilevarono anomalie.
Parlandone con la mia terapeuta, la risposta è stata: “Con il tempo, troverà un suo modo”.
Giudico questa risposta convincente, ma mi chiedo: “Ragionando sull’oggi, cosa potrei fare per attenuare o contrastare gli stati di apatia e tristezza?”.
Mi chiedevo, pertanto, se ci fosse qualcosa di “clinico/terapeutico” (non saprei come definirlo) che potrei accostare alla psicoterapia.
Grazie in anticipo
[#1]
gentile utente sta già facendo tre sedute a settimana (decisamente troppi secondo il punto di vista di altri modelli terapeutici più pragmatici (sistemici-strategici-cognitivo-comportamentali) cos'altro vorrebbe aggiungere?
Se vuole agire sul "qui ed ora" ed avere prescizioni immediate o chiede consulti -dal vivo- ad orientamenti teorici diversi o discuta di una integrazione farmacologico con lo psichiatra.
saluti
Se vuole agire sul "qui ed ora" ed avere prescizioni immediate o chiede consulti -dal vivo- ad orientamenti teorici diversi o discuta di una integrazione farmacologico con lo psichiatra.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissimo,
la "fretta" di stare meglio non l'aiuta di certo, in quanto si tratta di vissuti che debbono avere il tempo di essere elaborati.
Intanto si confronti con il suo terapeuta su queste sue necessità e perplessità, poiché potrebbero essere "interessanti" nuclei tematici in condivisione.
La terapia farmacologica potrebbe essere l'unica alternativa da associare, in caso di necessità, altrimenti mi concentrerei solo sul percorso psicoterapeutico, perchè il farmaco le terrebbe a bada solo il sintomo!
Un caro saluto
la "fretta" di stare meglio non l'aiuta di certo, in quanto si tratta di vissuti che debbono avere il tempo di essere elaborati.
Intanto si confronti con il suo terapeuta su queste sue necessità e perplessità, poiché potrebbero essere "interessanti" nuclei tematici in condivisione.
La terapia farmacologica potrebbe essere l'unica alternativa da associare, in caso di necessità, altrimenti mi concentrerei solo sul percorso psicoterapeutico, perchè il farmaco le terrebbe a bada solo il sintomo!
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.1k visite dal 10/12/2014.
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