Madre morta di tumore in 10 gg tanti rimpianti
Mi scuso per la lunghezza .Ho 26 anni e mia mamma si è spenta 4 giorni fa in un modo terribile a causa di un cancro che l'ha divorata dentro...io e mia mamma abbiamo sempre avuto un legame speciale, ci amavamo moltissimo, con mia sorella maggiore (33) invece loro due litigavano pesantemente al punto che alla fine c'era del vero e proprio odio tra loro. La diagnosi del cancro l'abbiamo avuta solo 10 gg prima della sua morte, mia madre aveva paura dei medici, degli ospedali e degli aghi al punto che nonostante stesse male non si faceva vedere da nessuno, cosi quando non ce la faceva piu ad alzarsi dal letto, dopo tre gg di pannoloni aveva acconsentito di farsi portare in ospedale, dove abbiamo appreso la sentenza. È stato uno shock, pensavo che il dolore mi avrebbe ucciso prima che il cancro uccidesse lei, non riuscivo nemmeno a guardarla, non mangiavo, non dormivo, la guardavo respirare nel letto, contando i respiri, e cercando di tranquilizzare i suoi occhi spaventati nel vedere tutti quei aghi e tubi attaccati al suo corpo che chiedeva continuamente di togliere. Poi una sera che stava un po meglio, mi disse:ora non ho piu paura, appena esco da qua mi prendero seriamente cura della mia salute...I medici, mio padre e mia sorella erano del parere di non dirle niente, mi dicevano da un giorno sll'altro morirà perché darle questo ulteriore dolore, io avrei voluto dirle qualcosa perche sapevo che aveva delle cose da dire, con mio padre non vivevano insieme, ne si parlavano ormai da 7 anni ( l'ho chiamato io quando ho saputo) e lui le ha portato una rosa e lei era felice di vederlo, mia sorella pure ha cercato di mettere da parte i rancori e cercare di starle vicino, hanno parlato molto di nulla, ma credo che in un certo senso si sono riconcigliate, io mi sono messa da parte ho lasciato che lei si prendesse cura di mamma da una parte perché non se l'era mai goduta come me dall'altra perché non riuscivo a fare niente mi cascavano le cose dalle mani ero nel panico piu totale. Volevamo portarla a casa, ma non ci siamo riusciti. All'improvviso ha cominciato a perdere sangue dal tumore all'intestino e l'hanno portata in rianimazione, mi hanno detto di dirle che la portavano a fare un esame( una gastroscopia e endoscopia che poi le hanno fatto) cosi spingendo la barella l'ultima bugia che le ho detto è stata: non ti preoccupare ti fanno dolo un controllo e ti rimandano indietro. In rianimazione non ci facevano entrare, l'unico essere umano che facevano entrare era il prete, le abbiamo mandato un prete per confortarla un po', non era battezzata, ma era credente, lui le ha fatto il battesimo e l'estrema unzione gia che c'era...uscendo ci ha detto che era tranquilla. Il gg dopo ci hanno fatto entrare 2 min a testa a turno, mi hanno detto di dirle che aveva un polipo sanguinante perche volevano farle l'operazione per il sacchettino che le avtebbe allungato la vita 1 mese, lei era arrabbiata non mi ha rivolto patola, poi mi hanno fatto uscire brutalmente
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Cara ragazza,
le sono vicina umanamente! Immagino il dolore e l'incredulità per la perdita della sua cara mamma. Per affrontare questo momento così difficile e delicato cerchi di stare in compagnia dei suoi cari, non rimanga sola, stia con le persone che le vogliono bene ed a cui vuole bene.
Se avverte il bisogno di un aiuto più specialistico, si rivolga ad un nostro collega di persona, probabilmente ce ne sono anche nel reparto dove è stata ricoverata sua madre. I rimpianti ci sono sempre quando si perde un proprio caro, non si è mai pronti a perdere una persona a cui si vuole bene, soprattutto la propria mamma.
Un caro saluto, restiamo in ascolto
le sono vicina umanamente! Immagino il dolore e l'incredulità per la perdita della sua cara mamma. Per affrontare questo momento così difficile e delicato cerchi di stare in compagnia dei suoi cari, non rimanga sola, stia con le persone che le vogliono bene ed a cui vuole bene.
Se avverte il bisogno di un aiuto più specialistico, si rivolga ad un nostro collega di persona, probabilmente ce ne sono anche nel reparto dove è stata ricoverata sua madre. I rimpianti ci sono sempre quando si perde un proprio caro, non si è mai pronti a perdere una persona a cui si vuole bene, soprattutto la propria mamma.
Un caro saluto, restiamo in ascolto
Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl
[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Cara ragazza,
accolgo il suo immenso dolore e le offro il mio sguardo e il mio ascolto in un abbraccio affettuoso!
Un dolore che non si può spiegare e che, spesso, quotidianamente quando accolgo i miei clienti oncologici e familiari, non permetto che cerchino una spiegazione, ma solo "ascolto"...
... l'ascolto di quelle emozioni, spesso, violente che ti stringono il cuore e ti lasciano senz fiato!
Un lutto, soprattutto se improvviso, ci pietrifica e ci rende impotenti e pieni di paura!
Tutto il quotidiano, all'improvviso, viene come "resettato" e tutto ricomincia nuovamente, ma senza il senso del progetto di sempre...
Ecco, è proprio qui, in questo momento che dobbiamo imparare ad "essere" ... un "essere" dignitoso e pieno di forze, perché chi ci lascia lo deve fare con il sorriso e la serenità nel cuore.
Occorre tempo... un tempo debito che le permetta di "accettare" questa perdita con una sana consapevolezza e anche rispetto per il desiderio della sua mamma.
Sono passati solo 4 giorni ... troppi per la perdita e davvero pochissimi per sentirsi "liberi" dentro.
In questo momento non c'è altro che ascolto ed accoglienza ed è quello che mi sento di darle.
Di cuore,
Siamo in ascolto!
accolgo il suo immenso dolore e le offro il mio sguardo e il mio ascolto in un abbraccio affettuoso!
Un dolore che non si può spiegare e che, spesso, quotidianamente quando accolgo i miei clienti oncologici e familiari, non permetto che cerchino una spiegazione, ma solo "ascolto"...
... l'ascolto di quelle emozioni, spesso, violente che ti stringono il cuore e ti lasciano senz fiato!
Un lutto, soprattutto se improvviso, ci pietrifica e ci rende impotenti e pieni di paura!
Tutto il quotidiano, all'improvviso, viene come "resettato" e tutto ricomincia nuovamente, ma senza il senso del progetto di sempre...
Ecco, è proprio qui, in questo momento che dobbiamo imparare ad "essere" ... un "essere" dignitoso e pieno di forze, perché chi ci lascia lo deve fare con il sorriso e la serenità nel cuore.
Occorre tempo... un tempo debito che le permetta di "accettare" questa perdita con una sana consapevolezza e anche rispetto per il desiderio della sua mamma.
Sono passati solo 4 giorni ... troppi per la perdita e davvero pochissimi per sentirsi "liberi" dentro.
In questo momento non c'è altro che ascolto ed accoglienza ed è quello che mi sento di darle.
Di cuore,
Siamo in ascolto!
[#3]
Utente
Vi ringrazio delle risposte cosi immediate, purtroppo i caratteri non mi sono bastati per scrivere tutto, scusatemi se è cosi lungo, ma questi ricordi mi stanno per esplodere dentro...
Il giorno dopo siamo tornati e lei non aveva deciso niente, allora l'ultima cosa da fare era provare a dirglielo senza levare la speranza di una guarigione successiva, senza l'intervento sarebbe morta in 2 gg, il grave compito e toccato a me, le dissi che l'endoscopia le aveva trovato una massa e che una volta fatta l'operazione avremmo potuto cercare degli specialisti per curarla, mi chiese solo perche l'avevano tenuto tanto in ospedale. Le dissi che avremmo rispettato ogni sua decisione e se voleva l'avremmo portata a casa. Lei non decise niente. L'ultimo tentativo disperato lo abbiamo fatto di notte cercando di farla trasferire in un centro privato specializzato in malati terminali, lei aveva il terrore degli ospedali e non volevamo farla morire da sola li nella freddezza della rianimazione. L'ambulanza si rifiuto di portarla ci dissero che ormai era una questione di ore e di mettere il cuore in pace. Il giorno dopo era ancora viva e cosciente. L'abbiamo fatta spostare in una stanza privata in terapia dove avremmo potuto stare con lei ed assisterla fino all'ultimo. Ed è lì qualcosa dentro di me è cambiato, mi sentivo un automa, non provavo nessun emozione, non riuscivo. Se avessi saputo che l'avrebbe salvato le avrei dato un polmone, un pezzo di fegato, un rene, ma l'impotenza era ognipresente. All'inizio per come stava male pensavo sarebbe morta da li a poche ore e invece lo strazio è durato 3 giorni. E a un certo punto era diventato quasi normale avere la madre in fin di vita sul letto accanto io e mia sorella le stavamo sedute accanto, ogni tanto le tenevamo la mano, la pulivamo, chiamavamo i medici per gli antidolorifici, le cambiavamo le flebo... prima della rianimaxione eravamo state 5 giorni sveglie in ospedale a contarle i respiri e lì siamo persino riuscite a dormire! Ripenso a quegli istanti e non capisco, perché, perché non provassi niente avrei voluto dirle qualcosa ma l'unica cosa che le dicevamo era: siamo qua, non sei sola.Chiamavo spasmodicamente tutti i centri oncologici, chiunque mi venisse in mente per sentire qualcosa, forse solo per avere la sensazione di fare qualcosa, tutti mi dicevano che non c'era piu nulla da fare, solo aspettare...Chiedevo a tutti cosa le potessi dirle, per confortarla, ma mi facevano tutti spallucce... poi a un certo punto se n'è andata, io le stavo pulendo la bile che le usciva continuamente dalla bocca, è diventata grigia e ha rigirato gli occhi, ho chiamato mia sorella e le ho detto di chiamare il medico, che è arrivato con calma e ci ha detto di uscire, io sono scappata, mia sorella è rimasta cercando di farla respirare...E come se tutta la mia umanita se ne fosse andata via con lei, non ho versato memmeno una lacrima fino al funerale e anche lì l'ho fatto ma non perche non ci fosse più, ma perche non riuscivo a togliermi dalla testa il pensiero di aver deluso la persona che amavo piu della mia stassa vita, in quei giorni l'unico nome che ha pronunciato è stato quello di mia sorella, non riesco a non pensare che è morta così con noi che aspettavamo che semplicemente smettesse di soffrire. E ora sto così in questo vuoto che mi ha lasciato, Non sento ne fame, ne sonno, faccio le cose in automatico, non mi fa paura ne la morte, ne il dolore, non riesco a preoccuparmi di niente ne di nessuno, vorrei piangere ma non ci riesco, penso solo a lei e ai suoi occhi spaventati...
Il giorno dopo siamo tornati e lei non aveva deciso niente, allora l'ultima cosa da fare era provare a dirglielo senza levare la speranza di una guarigione successiva, senza l'intervento sarebbe morta in 2 gg, il grave compito e toccato a me, le dissi che l'endoscopia le aveva trovato una massa e che una volta fatta l'operazione avremmo potuto cercare degli specialisti per curarla, mi chiese solo perche l'avevano tenuto tanto in ospedale. Le dissi che avremmo rispettato ogni sua decisione e se voleva l'avremmo portata a casa. Lei non decise niente. L'ultimo tentativo disperato lo abbiamo fatto di notte cercando di farla trasferire in un centro privato specializzato in malati terminali, lei aveva il terrore degli ospedali e non volevamo farla morire da sola li nella freddezza della rianimazione. L'ambulanza si rifiuto di portarla ci dissero che ormai era una questione di ore e di mettere il cuore in pace. Il giorno dopo era ancora viva e cosciente. L'abbiamo fatta spostare in una stanza privata in terapia dove avremmo potuto stare con lei ed assisterla fino all'ultimo. Ed è lì qualcosa dentro di me è cambiato, mi sentivo un automa, non provavo nessun emozione, non riuscivo. Se avessi saputo che l'avrebbe salvato le avrei dato un polmone, un pezzo di fegato, un rene, ma l'impotenza era ognipresente. All'inizio per come stava male pensavo sarebbe morta da li a poche ore e invece lo strazio è durato 3 giorni. E a un certo punto era diventato quasi normale avere la madre in fin di vita sul letto accanto io e mia sorella le stavamo sedute accanto, ogni tanto le tenevamo la mano, la pulivamo, chiamavamo i medici per gli antidolorifici, le cambiavamo le flebo... prima della rianimaxione eravamo state 5 giorni sveglie in ospedale a contarle i respiri e lì siamo persino riuscite a dormire! Ripenso a quegli istanti e non capisco, perché, perché non provassi niente avrei voluto dirle qualcosa ma l'unica cosa che le dicevamo era: siamo qua, non sei sola.Chiamavo spasmodicamente tutti i centri oncologici, chiunque mi venisse in mente per sentire qualcosa, forse solo per avere la sensazione di fare qualcosa, tutti mi dicevano che non c'era piu nulla da fare, solo aspettare...Chiedevo a tutti cosa le potessi dirle, per confortarla, ma mi facevano tutti spallucce... poi a un certo punto se n'è andata, io le stavo pulendo la bile che le usciva continuamente dalla bocca, è diventata grigia e ha rigirato gli occhi, ho chiamato mia sorella e le ho detto di chiamare il medico, che è arrivato con calma e ci ha detto di uscire, io sono scappata, mia sorella è rimasta cercando di farla respirare...E come se tutta la mia umanita se ne fosse andata via con lei, non ho versato memmeno una lacrima fino al funerale e anche lì l'ho fatto ma non perche non ci fosse più, ma perche non riuscivo a togliermi dalla testa il pensiero di aver deluso la persona che amavo piu della mia stassa vita, in quei giorni l'unico nome che ha pronunciato è stato quello di mia sorella, non riesco a non pensare che è morta così con noi che aspettavamo che semplicemente smettesse di soffrire. E ora sto così in questo vuoto che mi ha lasciato, Non sento ne fame, ne sonno, faccio le cose in automatico, non mi fa paura ne la morte, ne il dolore, non riesco a preoccuparmi di niente ne di nessuno, vorrei piangere ma non ci riesco, penso solo a lei e ai suoi occhi spaventati...
[#4]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissima,
quello che ha provato e che sta provando è una forma di "congelamento" affettivo: incapacità di realizzazione e di riconoscimento dell'evento.
Non deve recriminarsi, perché ha fatto il possibile e questi sensi di colpa sono proprio espressioni tipiche, che si vivono alla perdita di una persona cara.
In questo momento ha bisogno solo di essere ascoltata, poi, gradualmente sperimenterà le varie fasi del superamento del lutto e, di conseguenza, la piena consapevolezza che il ricordo e l'amore di questa mamma saranno sempre custoditi nello scrigno del nostro cuore..
Un saluto affettuoso.
quello che ha provato e che sta provando è una forma di "congelamento" affettivo: incapacità di realizzazione e di riconoscimento dell'evento.
Non deve recriminarsi, perché ha fatto il possibile e questi sensi di colpa sono proprio espressioni tipiche, che si vivono alla perdita di una persona cara.
In questo momento ha bisogno solo di essere ascoltata, poi, gradualmente sperimenterà le varie fasi del superamento del lutto e, di conseguenza, la piena consapevolezza che il ricordo e l'amore di questa mamma saranno sempre custoditi nello scrigno del nostro cuore..
Un saluto affettuoso.
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Cara ragazza, le sono vicina e l'abbraccio, non ci sono parole per consolarla ha fatto tutto tutto quello che era possibile fare,, solo le voglio dire che presto verrà il ricordo dolce e straziante delle ore belle , buone che avete avuto, la mamma diventerà una figura interna e se la sentirà vicine a consigliarla, proteggerla, ancora..
Con vicinanza affettuosa..
Con vicinanza affettuosa..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#6]
Utente
Grazie delle risposte, è passata quasi una settimana da quando mia mamma ci ha lasciati e sto cominciando a realizzare qualcosa a mettere in ordine i miei pensieri e a ragionare piu logicamente. Ripensando a tutto quello che è successo, comincio piano piano a comprendere le mie reazioni, ho pianto tanto e mi sono sentita disperata quando ho saputo cosa l'ha aspettava, avevo paura che soffrisse, alla consapevolezza che non l'avrei piu vista e a tutte le cose a cui non si poteva piu rimediare, i medici ci dissero di prepararci psicologicamente, ma come si fa? Ho chiamato chiunque mi potesse dire qualcos'altro le sono stata al capezzale senza cibo e sonno per giorni sperando di vedere un miglioramento, ,che non c'è stato, e per farle sentire la mia presenza e alla fine quando è stato chiaro che non c'era piu niente da fare, che non c'era nemmeno piu la possibilità di dirle niente, ho smesso di piangere e ho fatto quel che potevo per aiutarla fisicamente. Non so se è giusto o sbagliato, è la prima volta che perdo un caro e ho scoperto un lato di me che non conoscevo, (sono sempre stata molto sensibile nei confronti di qualunque cosa riguardasse mia mamma) e questa è statauna reazione che non mi aspettavo e non so quali fasi ne seguiranno, dovrò cercare di accettarle, so che l'amavo moltissimo e continua ad essere fissa nei miei pensieri, sento la sua presenza ovunque per me è come se ci fosse ancora, ma non soffre più.
Grazie a voi per la pazienza di leggere cio che ho scritto.
Grazie a voi per la pazienza di leggere cio che ho scritto.
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissima,
non deve farsi domande, ma "accogliere" il suo "sentire" in questo momento e agire come meglio è opportuno per lei.
Occorre tempo e il tempo l'aiuterebbe ad una consapevolezza costruttiva di accettazione.
Intanto credito per il rispetto, che detiene per questo "amore" ... Sempre nello scrigno del suo cuore e con la consapevolezza di averla sempre al suo fianco ma in serenità e non in dolore.
Un abbraccio affettuoso.
non deve farsi domande, ma "accogliere" il suo "sentire" in questo momento e agire come meglio è opportuno per lei.
Occorre tempo e il tempo l'aiuterebbe ad una consapevolezza costruttiva di accettazione.
Intanto credito per il rispetto, che detiene per questo "amore" ... Sempre nello scrigno del suo cuore e con la consapevolezza di averla sempre al suo fianco ma in serenità e non in dolore.
Un abbraccio affettuoso.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 6.2k visite dal 10/12/2014.
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