Allucinazioni e assunzione di caffè
Gentili dottori di medicitalia.it scrivo oggi per chiedervi un consulto relativamente a una correllazione tra paranoie e caffeina.Soffro o meglio soffrivo di tratto paranoide diagnosticato da una psicoterapeuta ma da molto non avevo crisi di alcun tipo,forse un annetto.Frequentando l'università,sporadicamente,mi dedico allo studio notturno per ripetere, in vista di esami da tenere il giorno seguente.Non assumo mai caffè ma solo durante queste occasioni rarissime.Quando però bevo il caffè purtroppo ho notato che le paranoie prendono forse,arrivano attacchi di panico ed allucinazioni.Razionalmente so che le paure e tutto ciò che vedo sono delle invenzioni,riesco qualche volta a placare queste mie fantasia però purtroppo diventano troppo forti e sono costretta ad andare a dormire per evitare di pensare rendendomi vana la serata e non permettendomi di studiare.Non ho mai assunto farmaci e non ci tengo.Sto combattendo ogni momento di paranoia e ansia con il pensiero positivo e guardando la situazione attraverso gli occhi dell'altro comw suggeritomi dalla mia psicoterapeuta.Il problema è che divento completamente preda di me dopo l'assunzionw di caffeina(circa 4 tazzine).Come potrei fare per gestire il tutto?Secondo voi quanto influisce il caffè in tutta questa storia?
Ringrazio per il tempo dedicatomi e per la futura risposta.
Grazie
Ringrazio per il tempo dedicatomi e per la futura risposta.
Grazie
[#1]
Gentile Utente,
la caffeina può far aumentare l'ansia ma non può da sola provocare i sintomi sopra descritti.
Stati acuti di ansia possono sfociare in percezioni errate della realtà, che però come descriveva in precedenza sono momentanee, e si riferiscono a pensieri che non si riescono più a gestire.
In un consulto online è difficile poterla aiutare. Sta andando ancora in terapia?
Se si ne ha parlato con la sua terapeuta?
Se sta andando ancora in terapia è importante che si fidi di quello che le ha detto in seduta e che possa parlare di queste cose anche con persone a lei vicine. C'è qualcuno di cui si fida e a cui ha confidato queste paure?
Resto in ascolto
la caffeina può far aumentare l'ansia ma non può da sola provocare i sintomi sopra descritti.
Stati acuti di ansia possono sfociare in percezioni errate della realtà, che però come descriveva in precedenza sono momentanee, e si riferiscono a pensieri che non si riescono più a gestire.
In un consulto online è difficile poterla aiutare. Sta andando ancora in terapia?
Se si ne ha parlato con la sua terapeuta?
Se sta andando ancora in terapia è importante che si fidi di quello che le ha detto in seduta e che possa parlare di queste cose anche con persone a lei vicine. C'è qualcuno di cui si fida e a cui ha confidato queste paure?
Resto in ascolto
Dr. Gianluigi Basile - Psicologo - Roma
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica Integrata
www.psicologobasile.it
[#3]
Bene, è importante che parli dei suoi vissuti con persone a lei vicine e in psicoterapia.
Può provare a limitare lo studio notturno, così come l'assunzione di caffè. In certi casi "staccare" la spina è fondamentale, si conceda di poter studiare nei momenti in cui si sente più motivata a farlo.
Cordiali Saluti
Può provare a limitare lo studio notturno, così come l'assunzione di caffè. In certi casi "staccare" la spina è fondamentale, si conceda di poter studiare nei momenti in cui si sente più motivata a farlo.
Cordiali Saluti
[#5]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile ragazza,
si confronti con la sua terapeuta e provi a condividere quello che "sente", che prova nel momento in cui si verificano questi episodi, che le impedisco di detenere un "controllo"!
La valutazione farmacologica, in alcuni casi (crisi importanti) potrebbe essere utile... con un supporto terapeutico, poi, essere anche diminuita ed eliminata.
Queste sono solo ipotesi, perché da questa parte non abbiamo gli strumenti per poterci confrontare correttamente.
Solo la sua terapeuta e il suo medico di famiglia possono, realmente, comprendere la reale situazione/condizione, che vive nel quotidiano.
Siamo in ascolto,
Un caro saluto
si confronti con la sua terapeuta e provi a condividere quello che "sente", che prova nel momento in cui si verificano questi episodi, che le impedisco di detenere un "controllo"!
La valutazione farmacologica, in alcuni casi (crisi importanti) potrebbe essere utile... con un supporto terapeutico, poi, essere anche diminuita ed eliminata.
Queste sono solo ipotesi, perché da questa parte non abbiamo gli strumenti per poterci confrontare correttamente.
Solo la sua terapeuta e il suo medico di famiglia possono, realmente, comprendere la reale situazione/condizione, che vive nel quotidiano.
Siamo in ascolto,
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.1k visite dal 09/12/2014.
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