Disturbo alimentare o caso isolato? come distinguerli?
Innanzitutto ringrazio chiunque mi risponderà, in quanto offre un aiuto spontaneo e disinteressato fondamentale: sono una ragazza di 19 anni, trasferitasi da circa tre mesi in una grande città per iniziare a studiare medicina. La mia vita non è mai stata rose e fiori, ma ho sempre ricevuto amore e attenzioni dai miei genitori e adesso ho anche un ragazzo meraviglioso. Il rapporto con il mio corpo non è stato sempre ideale, ammetto che avrei voluto sempre essere più magra,più alta e più bella, e lo penso anche adesso nonostante il mio ragazzo non faccia che ripetermi quanto sono bella, quanto lo ecciti e e quanto mi ami. In effetti sono una ragazza gradevole, bassina ma proporzionata e piuttosto sportiva quindi in forma. La mia alimentazione è sempre stata varia ed equilibrata, con degli strappi di tanto in tanto che mi sono sempre concessa senza particolari sensi di colpa. Alla fine del liceo sono iniziati i miei problemi: per lo stress degli esami ho iniziato a mangiare pochissimo arrivando a pesare in meno di due mesi da 50 a 43 kg. Finito questo periodo di crisi ho ricominciato ad alimentarmi come e più di prima, cercando di ingrassare e ora ho quasi raggiunto nuovamente il peso dello scorso anno.Tuttavia, mi sono resa conto che da quando ho iniziato a sperimentare lo stress di vivere da sola e frequentare un corso di studi estremamente impegnativo, ho iniziato a concepire il cibo come un rifugio, in cui sentirmi libera dalle responsabilità e felice. Mi piace cucinare e mi piace mangiare, anche troppo. Il cibo sta infatti diventando un'ossessione: penso continuamente a cosa potermi preparare di buono e sto iniziando a mangiare eccessivamente e in maniera disordinata. Due settimane fa inoltre ho vissuto una brutta esperienza: di pomeriggio, chiusa da sola nella mia stanza, mi sono circondata di dolci e merendine e ho mangiato sino a stare male sino ad essere costretta a indurmi il vomito per trovare sollievo e stare meglio. Alla fine mi sentivo così in colpa per quello che avevo fatto al mio corpo perdendo il controllo su di esso che sono uscita da sola a fare una passeggiata perchè rimanere in casa mi dava una sensazione di soffocamento. In queste ultime due settimane ho ricominciato a mangiare normalmente ma oggi mi sono abbuffata di cioccolata, senza tuttavia arrivare a stare male e mantenendo un briciolo di controllo tale da essere riuscita a fermarmi quando lo stomaco ha iniziato a farmi male. Io voglio avere un buon rapporto con il cibo e ritornare quindi a vivere in modo sano e al meglio, proprio come prima. Mi devo allarmare? Cosa posso fare?
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile ragazza,
Il suo racconto è degno di interesse...
Inizierei col ricordare che il cibo, oltre a rappresentare una forma di sostentamento fisiologico, e' anche espressione di molteplici significati simbolici, affettivi e relazionali!
La scelta di un determinato cibo da ingerire, infatti, ha ripercussioni diverse sul nostro organismo: la qualità e la quantità di cibo, che tendo ad ingerire, associato alla modalità, è espressione di un mio esperire di sentimenti, emozioni e bisogni.
Il primo passaggio è quello di una diagnosi accurata, attraverso il confronto, in primis, con il medico di famiglia: questi puo' iniziare ad inquadrare il problema e a fornire una valutazione al riguardo.
In seguito, un'accurata valutazione da parte di una nutrizionista in sinergia con una psicoterapeuta: un lavoro di équipe, che possa permettere di individuare l'origine di questo disagio e fornire tutte le indicazioni al riguardo.
L'aspetto psicologico e' fortemente correlato a quello della nutrizione che, spesso, è intriso di significati simbolici fondamentali, come il rapporto genitoriale, a cui tendiamo la nostra mano..!
Una modalità espressiva di chiedere aiuto...
Un modo per " gridare " la mia esistenza e il mio essere al mondo.
Iniziamo da qui... e proviamo a riflettere.
Di cuore
Il suo racconto è degno di interesse...
Inizierei col ricordare che il cibo, oltre a rappresentare una forma di sostentamento fisiologico, e' anche espressione di molteplici significati simbolici, affettivi e relazionali!
La scelta di un determinato cibo da ingerire, infatti, ha ripercussioni diverse sul nostro organismo: la qualità e la quantità di cibo, che tendo ad ingerire, associato alla modalità, è espressione di un mio esperire di sentimenti, emozioni e bisogni.
Il primo passaggio è quello di una diagnosi accurata, attraverso il confronto, in primis, con il medico di famiglia: questi puo' iniziare ad inquadrare il problema e a fornire una valutazione al riguardo.
In seguito, un'accurata valutazione da parte di una nutrizionista in sinergia con una psicoterapeuta: un lavoro di équipe, che possa permettere di individuare l'origine di questo disagio e fornire tutte le indicazioni al riguardo.
L'aspetto psicologico e' fortemente correlato a quello della nutrizione che, spesso, è intriso di significati simbolici fondamentali, come il rapporto genitoriale, a cui tendiamo la nostra mano..!
Una modalità espressiva di chiedere aiuto...
Un modo per " gridare " la mia esistenza e il mio essere al mondo.
Iniziamo da qui... e proviamo a riflettere.
Di cuore
[#2]
"Mi piace cucinare e mi piace mangiare, anche troppo. Il cibo sta infatti diventando un'ossessione: "
Gentile Ragazza,
Il rapporto con il cibo dipende da infinite variabili:
Da come è stata amata
Se è stata amata
Se ha interiorizzato questo sentimento
Quale significato attribuisce al cibo( risorsa, compensazione, amore, calore, rifugio, ansiolitico, anti depressivo...)
Dal rapporto che ha con la sua affettività e sessualità
Dalla capacità di gestione dell' ansia ...e così via
È ancora in tempo per capire e per capirsi, si rivolga ad un nostro collega per diagnosi certa e soluzioni mirate
Gentile Ragazza,
Il rapporto con il cibo dipende da infinite variabili:
Da come è stata amata
Se è stata amata
Se ha interiorizzato questo sentimento
Quale significato attribuisce al cibo( risorsa, compensazione, amore, calore, rifugio, ansiolitico, anti depressivo...)
Dal rapporto che ha con la sua affettività e sessualità
Dalla capacità di gestione dell' ansia ...e così via
È ancora in tempo per capire e per capirsi, si rivolga ad un nostro collega per diagnosi certa e soluzioni mirate
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.3k visite dal 05/12/2014.
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