Ansia di perdere mio padre
Gentile dottore/ssa,
sono un ragazzo di 26 anni e chiedo aiuto su un mio problema che da sempre mi accompagna nella vita, che ultimamente si sta facendo sempre piu' pressante e che non riesco a risolvere da solo. Mia madre ha una malattia ed una salute precaria da quando sono nato, da piccolo ho passato molto tempo in vari ospedali per via del suo stato di salute, ultimamente sta bene, la malattia è migliorata e di lei ho iniziato a preoccuparmi meno.Il problema grosso è mio padre, quando io avevo 10 anni (lui 34) ha avuto il primo dei due infarti dovuti ad una patologia del cuore ed altri fattori, da quella notte che ricordo come fosse oggi è iniziato il mio calvario psicologico, una paura pressante di perdere mio padre, che ritengo il muro costruito mattoncino su mattoncino dentro me stesso, è una persona meravigliosa ed è sempre stato il mio eroe e punto di riferimento, insieme a mia madre mi ha sempre fatto un po' da scudo e sorretto nelle mie scelte. Ora ho 26 anni come dicevo, vivo ancora con loro anche se comunque ho avuto già modo di provare un distacco vivendo da solo per diversi mesi. Il mio problema è un ansia smisurata con paura di perdere mio padre da un momento all'altra, questa paura mi frena inconsciamente in tutte le
mie scelte e mi fa assumere un'approccio negativo verso quasi tutte le situazioni della vita, sono sempre pessimista in tutto e a volte la notte mi vengono degli attacchi che io reputo di panico, con pianti e sogni negativi sulla sua morte. Piu' volte ho pensato di recarmi da uno specialista per parlarne ma ho sempre rimandato, attualmente vorrei risolverla ma per mio limite non ci riesco, sembra che piu' cresco e piu' aumenta la paura, sicuramente tutto è enfatizzato anche da una situazione ancora precaria mia, sia lavorativa che sociale, spesso penso che se avessi avuto un fratello sarebbe stata tutta un altra cosa, ma sono figlio unico e ho una paura allucinante di perdere il mio dolce papá. Anche di mia madre ho paura, ma è una paura che non realizzo probabilmente perchè non imminente e perchè la sua è una malattia di lungo corso e lenta.
Mi ritengo una persona molto profonda ed analitica(forse anche troppo) e mi
piacerebbe sapere come risolvere queste mie paturnie che sembrano non trovare mai fine. Grazie mille dell'aiuto.
sono un ragazzo di 26 anni e chiedo aiuto su un mio problema che da sempre mi accompagna nella vita, che ultimamente si sta facendo sempre piu' pressante e che non riesco a risolvere da solo. Mia madre ha una malattia ed una salute precaria da quando sono nato, da piccolo ho passato molto tempo in vari ospedali per via del suo stato di salute, ultimamente sta bene, la malattia è migliorata e di lei ho iniziato a preoccuparmi meno.Il problema grosso è mio padre, quando io avevo 10 anni (lui 34) ha avuto il primo dei due infarti dovuti ad una patologia del cuore ed altri fattori, da quella notte che ricordo come fosse oggi è iniziato il mio calvario psicologico, una paura pressante di perdere mio padre, che ritengo il muro costruito mattoncino su mattoncino dentro me stesso, è una persona meravigliosa ed è sempre stato il mio eroe e punto di riferimento, insieme a mia madre mi ha sempre fatto un po' da scudo e sorretto nelle mie scelte. Ora ho 26 anni come dicevo, vivo ancora con loro anche se comunque ho avuto già modo di provare un distacco vivendo da solo per diversi mesi. Il mio problema è un ansia smisurata con paura di perdere mio padre da un momento all'altra, questa paura mi frena inconsciamente in tutte le
mie scelte e mi fa assumere un'approccio negativo verso quasi tutte le situazioni della vita, sono sempre pessimista in tutto e a volte la notte mi vengono degli attacchi che io reputo di panico, con pianti e sogni negativi sulla sua morte. Piu' volte ho pensato di recarmi da uno specialista per parlarne ma ho sempre rimandato, attualmente vorrei risolverla ma per mio limite non ci riesco, sembra che piu' cresco e piu' aumenta la paura, sicuramente tutto è enfatizzato anche da una situazione ancora precaria mia, sia lavorativa che sociale, spesso penso che se avessi avuto un fratello sarebbe stata tutta un altra cosa, ma sono figlio unico e ho una paura allucinante di perdere il mio dolce papá. Anche di mia madre ho paura, ma è una paura che non realizzo probabilmente perchè non imminente e perchè la sua è una malattia di lungo corso e lenta.
Mi ritengo una persona molto profonda ed analitica(forse anche troppo) e mi
piacerebbe sapere come risolvere queste mie paturnie che sembrano non trovare mai fine. Grazie mille dell'aiuto.
[#1]
Gentile Utente,
per risolvere questo problema che sembra legato all'ansia è indispensabile chiedere direttamente allo psicologo psicoterapeuta.
Lei dice di aver già pensato a farlo, ma posso chiederLe che cosa La frena?
per risolvere questo problema che sembra legato all'ansia è indispensabile chiedere direttamente allo psicologo psicoterapeuta.
Lei dice di aver già pensato a farlo, ma posso chiederLe che cosa La frena?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile ragazzo,
grazie per averci aperto il cuore.
Lei vive da sempre una situazione affettiva precaria: sin da piccolo ha dovuto lottare con la malattia della mamma e ad oggi si aggiunge, anche, il terrore di perdere il papà...
Un "lutto della progettualità", ecco cosa si sta vivendo.
Più passa il tempo e più, probabilmente, il suo stato ansioso potrebbe peggiorare...
si innesca un circolo vizioso, per cui diventa difficile riuscire a decifrarne il limite.
Credo abbia bisogno di un confronto con un professionista: provi a rivolgersi ai consultori della sua città e, con un semplice ticket e assoluta privacy, riesce ad "accompagnarsi" ad una esperienza di ascolto e di scoperta di questi suoi bisogni ed emozioni.
Ora è arrivato il momento di prendersi cura di lei... solo così riuscirà in modo sano a prendersi cura anche degli altri.
Siamo, comunque, in ascolto.
Di cuore
grazie per averci aperto il cuore.
Lei vive da sempre una situazione affettiva precaria: sin da piccolo ha dovuto lottare con la malattia della mamma e ad oggi si aggiunge, anche, il terrore di perdere il papà...
Un "lutto della progettualità", ecco cosa si sta vivendo.
Più passa il tempo e più, probabilmente, il suo stato ansioso potrebbe peggiorare...
si innesca un circolo vizioso, per cui diventa difficile riuscire a decifrarne il limite.
Credo abbia bisogno di un confronto con un professionista: provi a rivolgersi ai consultori della sua città e, con un semplice ticket e assoluta privacy, riesce ad "accompagnarsi" ad una esperienza di ascolto e di scoperta di questi suoi bisogni ed emozioni.
Ora è arrivato il momento di prendersi cura di lei... solo così riuscirà in modo sano a prendersi cura anche degli altri.
Siamo, comunque, in ascolto.
Di cuore
[#3]
Concordo.. proprio un .. lutto della progettualita'.. sentirsi precario , costretto a temere, aspettare, pensarci, ripensarci.. così blocca la sua vita, non è questo che i suoi genitori vogliono, abbia coraggio e si faccia aiutare per essere più sereno e non bloccare progetti e sogni , è osando, andando avanti che porta vanti la fiamma che ha ricevuto da loro..
Cosa ne pensa ..
Cosa ne pensa ..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#4]
Gentile Utente,
ha uno storico di sofferenza, di ospedali e di accudimenti..
Forse adesso dovrebbe accudire se stesso, spostare la sua attenzione sul,a sua vita e qualità di vita e farsi aiutare da un nostro Collega nel ruolo difficilissimo di "care giver" che svolge
ha uno storico di sofferenza, di ospedali e di accudimenti..
Forse adesso dovrebbe accudire se stesso, spostare la sua attenzione sul,a sua vita e qualità di vita e farsi aiutare da un nostro Collega nel ruolo difficilissimo di "care giver" che svolge
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 11.1k visite dal 30/11/2014.
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