Basi per l'indipendenza emotiva
Gentilissime Dottoresse
Quali sono le giuste basi per stabilire l'indipendenza emotiva dai genitori per chi non l'ha raggiunta in età adolescenziale ma la sta acquistando in età adulta?
Se i genitori si intromettono o vogliono avere troppa voce in capitolo in una relazione sentimentale come bisogna comportarsi (del tipo dicono che cosa è giusto fare o cosa è meglio fare)?
Qual è il giusto confine tra un consiglio da genitore e un'intromissione?
Grazie
Quali sono le giuste basi per stabilire l'indipendenza emotiva dai genitori per chi non l'ha raggiunta in età adolescenziale ma la sta acquistando in età adulta?
Se i genitori si intromettono o vogliono avere troppa voce in capitolo in una relazione sentimentale come bisogna comportarsi (del tipo dicono che cosa è giusto fare o cosa è meglio fare)?
Qual è il giusto confine tra un consiglio da genitore e un'intromissione?
Grazie
[#1]
Gentile Utente,
la prima cosa sarebbe quella di considerarsi una persona adulta con tutto ciò che ne consegue, in primo luogo il diritto a proprie scelte autonome e indipendenti.
Fino a che lei si sentirà in dovere di chiedere il permesso per questioni strettamente personali, la sua unione ad esempio, non avrà risolto.
Probabilmente deve fare i conti con un certo invischiamento familiare e con i sensi di colpa che derivano da doveri di lealtà eccessivi e fuori luogo.
Non sempre è facile riuscirci da soli, anzi quando si è immersi in dinamiche disfunzionali se nè è involontariamente partecipi attivi.
Continui a incontrare lo specialista dfi cui ci diceva nel recente consulto, date le dinamiche familiari irrigidite descritte in precedenza, un aiuto competente sarebbe necessario, impossibile on line per via dei limiti del mezzo, sostituire interventi che possono solo svolgersi in presenza.
Un caro saluto
la prima cosa sarebbe quella di considerarsi una persona adulta con tutto ciò che ne consegue, in primo luogo il diritto a proprie scelte autonome e indipendenti.
Fino a che lei si sentirà in dovere di chiedere il permesso per questioni strettamente personali, la sua unione ad esempio, non avrà risolto.
Probabilmente deve fare i conti con un certo invischiamento familiare e con i sensi di colpa che derivano da doveri di lealtà eccessivi e fuori luogo.
Non sempre è facile riuscirci da soli, anzi quando si è immersi in dinamiche disfunzionali se nè è involontariamente partecipi attivi.
Continui a incontrare lo specialista dfi cui ci diceva nel recente consulto, date le dinamiche familiari irrigidite descritte in precedenza, un aiuto competente sarebbe necessario, impossibile on line per via dei limiti del mezzo, sostituire interventi che possono solo svolgersi in presenza.
Un caro saluto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile utente,
leggendola mi sovviene alla mente l' "angoscia di separazione".. quella sorta di disorientamento, che viviamo al momento della nascita.... "giustificata" da un istinto naturale, che ci permette di "nutrirci" dall'amore altrui!!
Nel tempo, o meglio la crescita dovrebbe "accompagnarci" verso l'indipendenza, l'autonomia e la realizzazione... ossia verso l'indipendenza psicologica: sentire di non aver bisogno degli altri.
L’indipendenza si apprende all’interno della propria famiglia, attraverso l’identificazione con un modello di riferimento.
Se i genitori per primi non hanno sperimentato questo evento (accettare la sfida di genitore e non bloccare la crescita dei figli, generando sensi di colpa), a loro volta i figli avranno più difficoltà a farlo.
Si tratta, per cui, di vissuti arcaici, che vanno chiarificati, elaborati e ... solo nella consapevolezza e nel "dolore" ci può essere la svolta al cambiamento!
Solo un confronto con uno Psicoterapeuta può rendere più "fruibile" questo evento e meno doloroso.
Siamo in ascolto...
Un caro saluto
leggendola mi sovviene alla mente l' "angoscia di separazione".. quella sorta di disorientamento, che viviamo al momento della nascita.... "giustificata" da un istinto naturale, che ci permette di "nutrirci" dall'amore altrui!!
Nel tempo, o meglio la crescita dovrebbe "accompagnarci" verso l'indipendenza, l'autonomia e la realizzazione... ossia verso l'indipendenza psicologica: sentire di non aver bisogno degli altri.
L’indipendenza si apprende all’interno della propria famiglia, attraverso l’identificazione con un modello di riferimento.
Se i genitori per primi non hanno sperimentato questo evento (accettare la sfida di genitore e non bloccare la crescita dei figli, generando sensi di colpa), a loro volta i figli avranno più difficoltà a farlo.
Si tratta, per cui, di vissuti arcaici, che vanno chiarificati, elaborati e ... solo nella consapevolezza e nel "dolore" ci può essere la svolta al cambiamento!
Solo un confronto con uno Psicoterapeuta può rendere più "fruibile" questo evento e meno doloroso.
Siamo in ascolto...
Un caro saluto
[#3]
Gentile Ragazza,
Le abbiamo risposto recentemente
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/444144-blocco-fidanzato-e-genitori.html
Ha seguito le nostre indicazioni?
Non esistono regole e step , ma percorsi soggettivi e non fattibili online
Le abbiamo risposto recentemente
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/444144-blocco-fidanzato-e-genitori.html
Ha seguito le nostre indicazioni?
Non esistono regole e step , ma percorsi soggettivi e non fattibili online
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
>>Qual è il giusto confine tra un consiglio da genitore e un'intromissione?<<
forse nel suo caso si tratta già di un'intromissione, visto che lei percepisce i comportamenti dei suoi genitori in questo modo.
La questione che lei descrive è legata ai poli indipendenza/autonomia, se a 27 anni si trova ancora a dover affrontare questi temi è probabile che una consulenza di persona con un Collega possa aiutarla a fare chiarezza e magari anche a svincolarsi.
>>(del tipo dicono che cosa è giusto fare o cosa è meglio fare)?<<
questo i suoi genitori non possono saperlo, perché non sono loro che vivono la sua vita, ma lei stessa. Dovrebbe iniziare a prendersi le sue responsabilità, perché così facendo anche i suoi genitori inizieranno a vederla con occhi diversi.
forse nel suo caso si tratta già di un'intromissione, visto che lei percepisce i comportamenti dei suoi genitori in questo modo.
La questione che lei descrive è legata ai poli indipendenza/autonomia, se a 27 anni si trova ancora a dover affrontare questi temi è probabile che una consulenza di persona con un Collega possa aiutarla a fare chiarezza e magari anche a svincolarsi.
>>(del tipo dicono che cosa è giusto fare o cosa è meglio fare)?<<
questo i suoi genitori non possono saperlo, perché non sono loro che vivono la sua vita, ma lei stessa. Dovrebbe iniziare a prendersi le sue responsabilità, perché così facendo anche i suoi genitori inizieranno a vederla con occhi diversi.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#5]
Ex utente
Gentilissimi Dottori
Vi ringrazio di cuore per le vostre risposte. Sto continuando a farmi seguire dallo psicologo perchè siete stati di conforto in queste settimane, mi dispiace di aver abusato della vostra disponibilità. Mi scusi Dott. ssa Randone.
Insieme stiamo affrontando il rapporto con i miei genitori. Al momento la difficoltà che maggiormente riscontro è l'ansia che devo gestire dovuta al fatto che il mio fidanzato non vuole chiarirsi con me e questo influisce sul mio percorso con lo psicologo.
Mi dispiace solo che sono arrivata troppo tardi a prendermi le mie responsabilità come ha detto il Dott. Del Signore, adesso mi ritrovo senza fidanzato e senza l'appoggio dei miei genitori.
Pensavo che i miei genitori potessero capire questa storia quando gliel'ho detto, invece no, ne ho parlato con il mio fidanzato che mi si è scagliato contro, speravo di aver il suo sostegno per affrontare nuovamente l'argomento e invece questo ha creato una spaccatura tra di noi.
Questo non vuole dire che mi arrendo, per adesso però soffro.
Grazie per il vostro sostegno.
Vi ringrazio di cuore per le vostre risposte. Sto continuando a farmi seguire dallo psicologo perchè siete stati di conforto in queste settimane, mi dispiace di aver abusato della vostra disponibilità. Mi scusi Dott. ssa Randone.
Insieme stiamo affrontando il rapporto con i miei genitori. Al momento la difficoltà che maggiormente riscontro è l'ansia che devo gestire dovuta al fatto che il mio fidanzato non vuole chiarirsi con me e questo influisce sul mio percorso con lo psicologo.
Mi dispiace solo che sono arrivata troppo tardi a prendermi le mie responsabilità come ha detto il Dott. Del Signore, adesso mi ritrovo senza fidanzato e senza l'appoggio dei miei genitori.
Pensavo che i miei genitori potessero capire questa storia quando gliel'ho detto, invece no, ne ho parlato con il mio fidanzato che mi si è scagliato contro, speravo di aver il suo sostegno per affrontare nuovamente l'argomento e invece questo ha creato una spaccatura tra di noi.
Questo non vuole dire che mi arrendo, per adesso però soffro.
Grazie per il vostro sostegno.
[#12]
>>> mi ritrovo senza fidanzato e senza l'appoggio dei miei genitori.
Pensavo che i miei genitori potessero capire questa storia quando gliel'ho detto
>>>
Lei stessa, attraverso queste parole, sta definendo se stessa come una ragazza che ha estremo bisogno dI appoggio e di essere rassicurata. Su queste basi è evidente che l'indipendenza emotiva non è facilmente raggiungibile.
Innanzitutto deve stabilire che *vuole* diventare una persona autonoma e indipendente, e poi iniziare a comportarsi di conseguenza. Con l'aiuto e l'orientamento di un professionista se non riesce da sola.
Perciò segua i suggerimenti dei colleghi ed eviti anche di continuare a chiedere rassicurazioni altrove, per esempio qui. Altrimenti starà facendo esattamente il contrario di ciò che desidera diventare (ma lo desidera davvero?) e continuerà a dipendere dal parere di una figura di riferimento, per le sue scelte, anziché contare primariamente su se stessa.
Pensavo che i miei genitori potessero capire questa storia quando gliel'ho detto
>>>
Lei stessa, attraverso queste parole, sta definendo se stessa come una ragazza che ha estremo bisogno dI appoggio e di essere rassicurata. Su queste basi è evidente che l'indipendenza emotiva non è facilmente raggiungibile.
Innanzitutto deve stabilire che *vuole* diventare una persona autonoma e indipendente, e poi iniziare a comportarsi di conseguenza. Con l'aiuto e l'orientamento di un professionista se non riesce da sola.
Perciò segua i suggerimenti dei colleghi ed eviti anche di continuare a chiedere rassicurazioni altrove, per esempio qui. Altrimenti starà facendo esattamente il contrario di ciò che desidera diventare (ma lo desidera davvero?) e continuerà a dipendere dal parere di una figura di riferimento, per le sue scelte, anziché contare primariamente su se stessa.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#14]
Ex utente
Gentili Dottoresse
Vi ricontatto e confido nel Vostro ascolto, se vorrete.
Con la mia psicologa ho scoperto la ragioni per il quale non sono riuscita a dire fin da subito della storia con il mio fidanzato ai miei genitori, la mancanza di dialogo.Ho avuto paura di una cosa che non ha conseguenze.
Attualmente i rapporti con il mio fidanzato sono cessati, sono giorni che non ci sentiamo e l’ultima volta per telefono mi aveva detto che tutto quello che dovevamo dirci è già stato detto.
Ha senso incontrare ancora il mio fidanzato quando per lui la storia è finita ma io sento di dovergli chiedere scusa e informarlo dei miei progressi con la psicologa o sarebbe aprire delle ferite per lui, peggiorando la situazione? Avendo preso atto con la psicologa che tutte le colpe sono mie.
Grazie se vorrete rispondere.
Vi ricontatto e confido nel Vostro ascolto, se vorrete.
Con la mia psicologa ho scoperto la ragioni per il quale non sono riuscita a dire fin da subito della storia con il mio fidanzato ai miei genitori, la mancanza di dialogo.Ho avuto paura di una cosa che non ha conseguenze.
Attualmente i rapporti con il mio fidanzato sono cessati, sono giorni che non ci sentiamo e l’ultima volta per telefono mi aveva detto che tutto quello che dovevamo dirci è già stato detto.
Ha senso incontrare ancora il mio fidanzato quando per lui la storia è finita ma io sento di dovergli chiedere scusa e informarlo dei miei progressi con la psicologa o sarebbe aprire delle ferite per lui, peggiorando la situazione? Avendo preso atto con la psicologa che tutte le colpe sono mie.
Grazie se vorrete rispondere.
[#15]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissima,
Lei ha questo bisogno e lo può esternare... però, nel caso in cui il suo ragazzo non dovesse dimostrare disponibilità al confronto, deve riuscire ad accettare questo suo dinbisogno e chiudere, dentro di se', la storia.
Non si è confrontata con la sua terapeuta su questo suo dubbio?
Nb
è sempre lei che deve, comunque, motivarsi ad un cambiamento... Ad un'azione, ad un comportamento...
Un caro saluto
Lei ha questo bisogno e lo può esternare... però, nel caso in cui il suo ragazzo non dovesse dimostrare disponibilità al confronto, deve riuscire ad accettare questo suo dinbisogno e chiudere, dentro di se', la storia.
Non si è confrontata con la sua terapeuta su questo suo dubbio?
Nb
è sempre lei che deve, comunque, motivarsi ad un cambiamento... Ad un'azione, ad un comportamento...
Un caro saluto
[#16]
Ex utente
Ad un primo incontro che avrebbe fissato lui mi ha dato buca ma vorrei dirgli quello che avrei dovuto dire e fare tempo fa, e dargli una giusta spiegazione a comportamenti a cui ha dato un'errata interpretazione.
Si la psicologa mi ha chiesto che cosa ci vado a fare se so che la storia è finita e che vuole stare solo e mi ha anche dato dei consigli nel caso in cui decidessi di andare.
Non vorrei fosse troppo tardi o peggiorare la situazione, ma questo nessuno può saperlo.
Si la psicologa mi ha chiesto che cosa ci vado a fare se so che la storia è finita e che vuole stare solo e mi ha anche dato dei consigli nel caso in cui decidessi di andare.
Non vorrei fosse troppo tardi o peggiorare la situazione, ma questo nessuno può saperlo.
[#17]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
In questo suo "gesto", infatti, si potrebbe "leggere", anche, il tentativo di voler "modificare" l'idea di lei che ha lasciato al suo ex l'ultima volta, che vi siete visti.
Un'idea positiva e chissà... con la speranza che lui torni sui suoi passi?
Dal comportamento di questo ragazzo si potrebbe dedurre che, obiettivamente, non ha alcuna voglia di confrontarsi e un ulteriore "rifiuto" potrebbe farla sentire a disagio... ci ha pensato?
Questo suo bisogno può rappresentare uno spunto di riflessione importante in Psicoterapia, in cui potersi esprimere al meglio, attraverso le emozioni che prova e che associa a questo evento.
In bocca al lupo
[#18]
Ex utente
Si Dottoressa sicuramente il mio bisogno nasce dall'idea di modificare l'ultima mia versione che il mio a questo punto ex fidanzato ha visto, ma io non sono quella persona mi sono fatta prendere dallo sconforto e dall'esasperazione.
Si la speranza è quella che lui ritorni sui suoi passi però forse adesso è troppo presto e un ulteriore rifiuto mi getterebbe nel sconforto più totale e non avrei più nessuna possibilità di recuperare il rapporto magari facendo passare dei mesi.
Anche se io gli direi non solo scuse per i comportamenti passati ma anche cose belle di me e del nostro passato e porterei dei fatti come per esempio un invito a casa mia.
Si la speranza è quella che lui ritorni sui suoi passi però forse adesso è troppo presto e un ulteriore rifiuto mi getterebbe nel sconforto più totale e non avrei più nessuna possibilità di recuperare il rapporto magari facendo passare dei mesi.
Anche se io gli direi non solo scuse per i comportamenti passati ma anche cose belle di me e del nostro passato e porterei dei fatti come per esempio un invito a casa mia.
[#19]
Ex utente
Gentili Dottoresse/i
sono riuscita a parlare con il mio fidanzato che adesso è diventato ex.
Al momento non si sente di ripartire perché gli si è spenta la fiamma: mi vuole molto bene, sta male per questa situazione, sente la mia mancanza, sa di aver commesso degli sbagli e gli dispiace di farmi soffrire ma adesso è un No. E’ in cura da una psicologa che gli ha detto che in 3 mesi ha fatto dei passi avanti, ha superato i sintomi come non dormire la notte, non mangiare. Adesso rimane da ritrovare un equilibrio interiore( c ‘è ancora molto da fare). Mi ha anche detto che tra un anno si pentirà della scelta presa ma per il bene che mi vuole non può continuare con me.
Ho capito che guarire dalla depressione non è facile e soffro per come la depressione abbia compromesso il nostro rapporto, oltre agli errori che io ho commesso.
La mia psicologa mi ha detto che io sono ad un bivio: voltarmi per la mia strada oppure andare a riprenderlo. Entrambi sono molto difficili ma io ho deciso di seguire la seconda. Non posso esser indifferente alla sofferenza che prova una persona depressa, non gli vorrei veramente bene se non gli fossi vicino. Se andrà bene il nostro rapporto ne uscirà rafforzato, se andrà male io avrò fatto di tutto e ancora un po’ per far funzionare la nostra storia
Che cosa ne pensate a riguardo e anche delle sue parole? grazie
sono riuscita a parlare con il mio fidanzato che adesso è diventato ex.
Al momento non si sente di ripartire perché gli si è spenta la fiamma: mi vuole molto bene, sta male per questa situazione, sente la mia mancanza, sa di aver commesso degli sbagli e gli dispiace di farmi soffrire ma adesso è un No. E’ in cura da una psicologa che gli ha detto che in 3 mesi ha fatto dei passi avanti, ha superato i sintomi come non dormire la notte, non mangiare. Adesso rimane da ritrovare un equilibrio interiore( c ‘è ancora molto da fare). Mi ha anche detto che tra un anno si pentirà della scelta presa ma per il bene che mi vuole non può continuare con me.
Ho capito che guarire dalla depressione non è facile e soffro per come la depressione abbia compromesso il nostro rapporto, oltre agli errori che io ho commesso.
La mia psicologa mi ha detto che io sono ad un bivio: voltarmi per la mia strada oppure andare a riprenderlo. Entrambi sono molto difficili ma io ho deciso di seguire la seconda. Non posso esser indifferente alla sofferenza che prova una persona depressa, non gli vorrei veramente bene se non gli fossi vicino. Se andrà bene il nostro rapporto ne uscirà rafforzato, se andrà male io avrò fatto di tutto e ancora un po’ per far funzionare la nostra storia
Che cosa ne pensate a riguardo e anche delle sue parole? grazie
[#20]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissima,
se lei ha fatto questa scelta, in base ai suoi bisogni del momento, allora questa scelta e' di tutto rispetto.
La cosa importante è la consapevolezza... inoltre lei ha la possibilità di confrontarsi nel quotidiano con la sua terapeuta.
Si "nutra", quindi, di questa possibilità di condivisione e utilizziamo questo nostro "potere personale", affinché possa renderci autonomi e consapevoli in divenire.
Un augurio,
di cuore
se lei ha fatto questa scelta, in base ai suoi bisogni del momento, allora questa scelta e' di tutto rispetto.
La cosa importante è la consapevolezza... inoltre lei ha la possibilità di confrontarsi nel quotidiano con la sua terapeuta.
Si "nutra", quindi, di questa possibilità di condivisione e utilizziamo questo nostro "potere personale", affinché possa renderci autonomi e consapevoli in divenire.
Un augurio,
di cuore
Questo consulto ha ricevuto 20 risposte e 8.1k visite dal 28/11/2014.
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