Encopresi

Buongiorno,
Mio figlio di sette anni ha iniziato ad avere sporadici episodi di encopresi, ma esclusivamente quando si trova a scuola. Dall'inizio dell'anno scolastico è capitato circa sei volte. Era capitato anche all'asilo quando aveva cinque anni, ma, vista la sporadicità, credevamo fosse piuttosto un problema di disattenzione da parte sua. All'età di sei anni gli è stata diagnosticata una lieve forma di Tourette, che, secondo il neurologo, non aveva bisogno di aiuto farmacologico visto il basso punteggio sulla scala YGTSS. Sembra che neanche i suoi compagni e amici non abbiano notato i suoi tic e solo pochi adulti si sono accorti dei suoi movimenti.
Ho già contattato il pediatra per avere un primo aiuto, ma nel frattempo avrei bisogno di qualche consiglio sul come comportarmi. Le prime volte lo abbiamo consolato ed abbiamo cercato di parlargli, poi abbiamo tentato di invogliarlo, dicendogli che se non capitava più lo avremmo premiato con qualche caramella. Per circa un mese gli ricordavamo al mattino che avrebbe avuto un premio e la cosa sembrava funzionare: non tratteneva i bisogni e faceva tutto tranquillamente a scuola. Ma con il passare dei giorni abbiamo perso l'abitudine di "ricordarglielo". Così questa settimana è accaduto di nuovo.
Lui è un bambino abbastanza timido, non è troppo bravo a buttarsi nella mischia e preferisce giocare con un bambino alla volta piuttosto che stare in gruppo. In classe ha qualche problema con un paio di compagni turbolenti, che spesso alzano anche le mani e questo sembra infastidirlo tantissimo. Si lamenta spesso del fatto che questi bimbi siano così maneschi.
Il fatto che questi episodi accadano solo a scuola, mi fa ovviamente pensare ad uno stato di malessere che dipende in parte dal suo rapporto con i compagni. Lui è un po' chiuso e stenta ad esternare i suoi pensieri, ma a scuola ci va volentieri, senza fare capricci e dice che gli piace frequentarla.
Come potrei intervenire, cosa potrei dirgli per poterlo aiutare?
Grazie.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
<<All'età di sei anni gli è stata diagnosticata una lieve forma di Tourette>>

Gentile Signora,
gli insegnanti sono a conoscenza di tale problematica?

Avete già avuto i periodici colloqui con loro per confrontarvi in merito alle relazioni che suo figlio ha intessuto con coetanei e adulti nell'ambiente scolastico?

Conoscete le motivazioni di quanto accaduto (il bambino non ha avvertito lo stimolo, oppure non ha osato chiedere di uscire per andare al bagno, o che altro)?

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo

Gentile Signora,

comprendo la sua difficolta'...
prima di fare una diagnosi accurata (che non e' possibile fare on-line) e' necessario raccogliere diverse informazioni e non di meno una visita neurologica, per escludere cause organiche, per poi rivolgersi ad uno psicoterapeuta dell'età evolutiva, per un'accurata diagnosi.

Posso provare ad illustrare, da un punto di vista psicologico cosa puo' sperimentare un bambino in caso di diagnosi di encopresi.

Secondo la Classificazione multiassiale dei disturbi psichiatrici del bambino e dell'adolescente ( IC-10) si parla di encopresi quando: 1) Il bambino ripetutamente perde feci in luoghi non appropriati per questo scopo (negli abiti, sul pavimento) volontariamente o involontariamente (il disturbo può includere la perdita della continenza secondaria ad una ritenzione fecale funzionale). 2) L'età cronologica e mentale del bambino è di almeno 4 anni. 3) Vi è almeno un episodio di encopresi al mese. 4) La durata del disturbo è di almeno 6 mesi. 5) Non vi è condizione organica che costituisca una causa sufficiente per gli episodi di encopresi.

In ambito psicologico si parla di "teoria dell'attaccamento", che riguarda le modalità relazionali, che hanno caratterizzato le prime esperienze con i genitori, che generano schemi che orientano le previsione della relazione con l'altro e che modellano il proprio comportamento all'interno di relazioni significative.
La manifestazione di encopresi puo' essere primaria (il bambino non e' mai arrivato a sviluppare un controllo sfinterico) o secondaria (quando il controllo delle funzioni fecali si è stabilizzato per almeno sei mesi prima dell'inizio dell'encopresi) e in entrambi i casi la letteratura evidenzia problemi nella sfera emozionale.. complicanze emotive dovute al senso di colpa e vergogna, in quanto effetti secondari al disturbo.
Non si conosce molto sul ruolo emozionale come causa del disturbo, anche se diverse ricerche hanno messo in evidenza difficoltà emozionali e comportamentali in bambini encopretici, in particolare nei casi caratterizzati da episodi frequenti (es.almeno una volta in settimana).

L'ipotesi è che disturbi nei pattern di attaccamento genitore-bambino, possano essere alla base dei problemi emozionali frequenti in bambini con encopresi... per cui da tali difficoltà emozionali derivano, quindi, importanti implicazioni per il trattamento, che dovrà essere centrato sulla relazione madre-bambino e considerare i rispettivi pattern di attaccamento.

Da un punto di vista psicoterapeutico, invece, si ipotizza l'efficacia della terapia medica convenzionale, associata a terapia comportamentale.
In particolare sono stati individuati dei protocolli, che mirano ad interrompere il circolo vizioso, che si viene a creare tra ritenzione dolore-paura-ritenzione, attraverso un protocollo costituito da tre fasi: psicoeducazione, evacuazione, mantenimento (prevenzione della ritenzione), facendo leva sul rinforzo positivo e la desensibilizzazione dell'ansia associata al momento della toilette.

Ovviamente questo ed altro va "misurato" su ogni persona, sul suo storico personale e così via... perché da un punto di vista emotivo, dell'uomo e è dell'ansia c'è da fare diverse specificazioni.

Cosa fare? Intanto non sottovalutare il problema, ma attivarsi per visite specialiste, che possano portare ad un chiarimento e ad una definizione di diagnosi.

Il bambino, nel frattempo va rassicurato ed ascoltato nei bisogni ed emozioni!


Nb Queste sono solo ipotesi di plausibile spiegazione del disagio.


Un caro saluto,
Di cuore...
[#3]
Utente
Utente
Buongiorno,
Si gli insegnanti sono a conoscenza delle sue problematiche, ma hanno sostenuto di averle notate con difficoltà. Effettivamente i suo tic, come il muovere la spalla, digrignare i denti, aprire e chiudere le mani in sequenza, e le sue vocalizzazioni (che finora si sono limitate a tirare su con il naso e a qualche grugnito), in mezzo a tanti bimbi possono passare inosservati.
Le maestre ci hanno consigliato di portarlo più spesso in mezzo ai coetanei, perchè si dimostra non propriamente timido, quanto piuttosto asociale. Sostanzialmente non ha paura di parlare o rapportarsi con altri bimbi e adulti, ma sembra infastidito dalla presenza di troppe persone. Mi ha anche raccontato che la cosa che gli piace meno della scuola è il troppo rumore e la confusione che c'è in classe. Inoltre le maestre hanno detto che i primi mesi sembrava molto trattenuto, molto serio, che non parlava nè disturbava. Ora si è un po' sciolto, ma continua comunque ad essere troppo chiuso.
Ha avuto per molto tempo una bella amicizia con un suo compagno di classe, ma sembra che nelle ultime settimane questo amico si sia legato di più proprio al bulletto della classe. Ciò apparentemente non sembra turbarlo eccessivamente, ma qualche volta mi dice che gli altri si arrabbiano spesso con lui. La mamma di questo bimbo mi ha detto che molte volte suo figlio si arrabbiava con il mio perchè faceva troppo il saccente (e a volte un po' lo è).
Gli ho chiesto se ha avuto lo stimolo e lui mi ha risposto che non lo ha sentito. Pensavo anche io che avesse paura di chiedere alle maestre di uscire, ma in questo ultimo mese lo faceva tranquillamente.
Grazie ancora delle sue risposte.
[#4]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
sarebbe utile sapere se si tratta di "encopresi primaria o secondaria", se cioè ha mai avuto un "controllo sfinterico totale" e poi lo ha smarrito o il problema è secondario, spesso associato a trauma o disagio, in questo caso sembra scolastico.


I bambini che soffrono di encopresi sviluppano ansia, senso di colpa e paura di essere scoperti e giudicati soprattutto dai genitori.
Questo li spinge all'isolamneto dagli altri ed a rifiutare la frequentazione di luoghi comuni , per esempio la scuola e le attività pomeridiane, ancor di più nel caso di suo figlio, se i tic sono visibili...o visibili per lui.

In alcuni casi il bambino sviluppa un "approccio aggressivo" e provocatorio, mostrandosi indifferente e non curante a ciò che accade, ma trattasi di una difesa al dolore,all' imbarazzo ed al disagio.

Tra le cause possibili, ma siamo online e senza conoscere suo figlio, abbiamo frequenti conflitti emotivi "con e tra"i genitori, la paura della defecazione ed un' errata educazione al vasino prima e bagno dopo, troppo precoce o rigida e punitiva .

Nell'encopresi secondaria , mediante aiuti specialistici, si deve ricercare, la possibile causa scatenante il disturbo come la nascita di un fratellino, un lutto, la separazione dei genitori o un inizio scuola traumatico o con ansia da prestazione ed integrazione.

Anche la patologia di cui soffre suo figlio potrebbe far parte delle cause.

L'encopresi, è un sintomo di disagio, è il corpo che grida di essere ascoltato dai genitori, il bambino non conoscendo altre forme verbali di sofferenza utilizza il corpo per esprimere lo stato di ansia e aggressività, consideri che è un sintomo a metà tra il disagio psichico e l'aggressività e l'oppositività all'ambiente.

Lo segue uno psicologo?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#5]
Utente
Utente
Prima di tutto grazie per le vostre gentili risposte.
Si, il controllo lo ha avuto dai tre anni/tre anni e mezzo; tardi rispetto ad altri bambini, proprio perchè avevo paura ad insistere troppo. Ha avuto qualche "ricaduta" nel periodo dell'asilo, per poi sparire in questo ultimo anno e mezzo e ritornare ora che ha iniziato la scuola. Si tratta comunque di 5 o 6 episodi in due mesi.
E' parso non essere affatto infastidito dai tic, a parte i primi giorni in cui sono insorti (era un po' spaventato).
Non credo sia dovuto ad un approccio rigido con l'educazione al vasino, nè che ci siano problemi fisici (almeno spero!). Sarei più propensa a pensare che possa riguardare una cattiva educazione all'approccio con gli altri bambini ed alla socialità in generale, che nè io nè mio marito siamo stati capaci di dargli.
Io sono in terapia da qualche anno per una depressione (ovvero un PTSD) insorto dopo un parto molto traumatico, causato dagli errori di chi mi assisteva e per il quale mio figlio ha rischiato di morire, mentre io ho subìto danni permanenti. Proverò a chiedere consiglio anche al mio terapeuta, ma sono comunque già pronta ad iniziare una terapia che coinvolga tutti e tre.
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile signora,

comprensibile la sua sofferenza...
bene, però, per questa consapevolezza e per la capacità e il desiderio di essere attivata!

Si confronti pure con il suo terapeuta e vedrà che, gradualmente, il vostro quotidiano familiare inizierà un ripristino vero e proprio...


Tanti auguri,

Di cuore...
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
"Si, il controllo lo ha avuto dai tre anni/tre anni e mezzo; tardi rispetto ad altri bambini, proprio perchè avevo paura ad insistere troppo. Ha avuto qualche "ricaduta" nel periodo dell'asilo, per poi sparire in questo ultimo anno e mezzo e ritornare ora che ha iniziato la scuola. Si tratta comunque di 5 o 6 episodi in due mesi"


Sembra che il controllo sfinterico di suo figlio sia stato sin dall'inizio zoppicante ....spesso poi, rimane vulnerabile, una sorta di tallone d'Achille delle tappe dello sviluppo neuro psicologico.

Se lei è già seguita, chieda a chi ha il piacere di seguorla, sicuramente saprà indirizzarla.