Blocco ad urinare
Salve…
Sono un ragazzo di 22 anni e non so se questa è la sezione giusta, ma ho un problema alquanto imbarazzante e che mi limita molto e spero che qualcuno possa darmi dei consigli utili per poterlo superare.
Da qualche tempo non riesco più ad urinare nei luoghi aperti o in luoghi chiusi che siano troppo affollati (questo comporta anche bagni pubblici). Non riesco a capire il perché, visto che quando ero piccolo non mi si presentava questo problema, ma adesso sento proprio un blocco psicologico che mi impedisce. Tempo fa ho fatto un viaggio, dividendo la camera con una mia amicizia e non sono riuscito a farla se non dopo più di 24 ore. Ho notato che il blocco parte già dall’idea di dover urinare perché se non ci penso credo che il problema non si presenterebbe, ho provato con distrazioni, a pensare ad altro ma proprio mi risulta troppo difficile e all’aperto assolutamente impossibile. Non credo di aver avuto traumi al riguardo, forse ho il timore di essere visto o sentito, non so, so solo che la cosa mi limita tremendamente, ho paura di viaggiare o di dover stare fuori troppo a lungo per timore che la vescica si riempia troppo. I miei genitori non lo capiscono, i miei amici fingono di capirlo ma realmente mi prendono in giro sotto il naso. Riesco solo ad urinare a casa, o da alcuni parenti ma a casa stesso mi viene difficile se si trovano delle persone vicino alla porta. Per favore, potreste darmi una soluzione, non so un qualche esercizio da fare per potermi sbloccare o qualche consiglio utile? Sono veramente all’esasperazione, mi sento un idiota per non riuscirci e questo mi fa rabbia, è una cosa che condiziona moltissimo una persona, soprattutto alla mia età.
Sono un ragazzo di 22 anni e non so se questa è la sezione giusta, ma ho un problema alquanto imbarazzante e che mi limita molto e spero che qualcuno possa darmi dei consigli utili per poterlo superare.
Da qualche tempo non riesco più ad urinare nei luoghi aperti o in luoghi chiusi che siano troppo affollati (questo comporta anche bagni pubblici). Non riesco a capire il perché, visto che quando ero piccolo non mi si presentava questo problema, ma adesso sento proprio un blocco psicologico che mi impedisce. Tempo fa ho fatto un viaggio, dividendo la camera con una mia amicizia e non sono riuscito a farla se non dopo più di 24 ore. Ho notato che il blocco parte già dall’idea di dover urinare perché se non ci penso credo che il problema non si presenterebbe, ho provato con distrazioni, a pensare ad altro ma proprio mi risulta troppo difficile e all’aperto assolutamente impossibile. Non credo di aver avuto traumi al riguardo, forse ho il timore di essere visto o sentito, non so, so solo che la cosa mi limita tremendamente, ho paura di viaggiare o di dover stare fuori troppo a lungo per timore che la vescica si riempia troppo. I miei genitori non lo capiscono, i miei amici fingono di capirlo ma realmente mi prendono in giro sotto il naso. Riesco solo ad urinare a casa, o da alcuni parenti ma a casa stesso mi viene difficile se si trovano delle persone vicino alla porta. Per favore, potreste darmi una soluzione, non so un qualche esercizio da fare per potermi sbloccare o qualche consiglio utile? Sono veramente all’esasperazione, mi sento un idiota per non riuscirci e questo mi fa rabbia, è una cosa che condiziona moltissimo una persona, soprattutto alla mia età.
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<Ho notato che il blocco parte già dall’idea di dover urinare perché se non ci penso credo che il problema non si presenterebbe>
Gentile Utente,
proprio così, se in lei è presente questo preoccupazione già all'idea di dover uscire e aver bisogno di urinare in altro lugo diverso da uno familiare, crea le premesse affinché questo avvenga. Un circolo vizioso che sarebbe opportuno spezzare poiché rischia di limitare la sua qualità di vita.
Il suo disagio, verosimilmente attribuile all'ansia, potrebbe essere risolto in tempi non necessariamente lunghi, non da qui però, poiché non servono suggerimenti on line, ma una valutazione diretta e la guida di un nostro collega.
Può rivolgersi al Consultorio Familiare ASL del suo territorio o anche a un professionista privato, particolarmente indicati approcci attivi e focalizzati.
Restiamo in ascolto
Gentile Utente,
proprio così, se in lei è presente questo preoccupazione già all'idea di dover uscire e aver bisogno di urinare in altro lugo diverso da uno familiare, crea le premesse affinché questo avvenga. Un circolo vizioso che sarebbe opportuno spezzare poiché rischia di limitare la sua qualità di vita.
Il suo disagio, verosimilmente attribuile all'ansia, potrebbe essere risolto in tempi non necessariamente lunghi, non da qui però, poiché non servono suggerimenti on line, ma una valutazione diretta e la guida di un nostro collega.
Può rivolgersi al Consultorio Familiare ASL del suo territorio o anche a un professionista privato, particolarmente indicati approcci attivi e focalizzati.
Restiamo in ascolto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
"Da qualche tempo non riesco più ad urinare nei luoghi aperti o in luoghi chiusi che siano troppo affollati (questo comporta anche bagni pubblici)."
Gentile Utente,
non sorprende che il problema si stia verificando solo in determinati luoghi e per le ragioni che ha enunciato, cioè "...timore di essere visto o sentito, non so, so solo che la cosa mi limita tremendamente, ho paura di viaggiare o di dover stare fuori troppo a lungo per timore che la vescica si riempia troppo...", perchè di solito, in situazioni del genere, parte un condizionamento in cui la persona fa fatica ad urinare proprio nelle condizioni e per le ragioni che Lei descrive.
E' però importante, come già detto dalla Collega, rivolgersi subito ad uno psicologo psicoterapeuta e parallelamente ad un bravo urologo per la valutazione del caso, perchè queste problematiche tendono a cronicizzarsi con evidenti disagi e peggioramenti del sintomo.
Non escluderei nemmeno la possibilità di avere un consiglio da un bravo urologo che lavori con gli psicologi psicoterapeuti, in quanto questa problematica è piuttosto frequente.
Chieda al medico di base se nella Sua zona ci sono strutture che si occupano di tutto ciò. Se vuole, poi, ci faccia sapere.
Cordiali saluti,
Gentile Utente,
non sorprende che il problema si stia verificando solo in determinati luoghi e per le ragioni che ha enunciato, cioè "...timore di essere visto o sentito, non so, so solo che la cosa mi limita tremendamente, ho paura di viaggiare o di dover stare fuori troppo a lungo per timore che la vescica si riempia troppo...", perchè di solito, in situazioni del genere, parte un condizionamento in cui la persona fa fatica ad urinare proprio nelle condizioni e per le ragioni che Lei descrive.
E' però importante, come già detto dalla Collega, rivolgersi subito ad uno psicologo psicoterapeuta e parallelamente ad un bravo urologo per la valutazione del caso, perchè queste problematiche tendono a cronicizzarsi con evidenti disagi e peggioramenti del sintomo.
Non escluderei nemmeno la possibilità di avere un consiglio da un bravo urologo che lavori con gli psicologi psicoterapeuti, in quanto questa problematica è piuttosto frequente.
Chieda al medico di base se nella Sua zona ci sono strutture che si occupano di tutto ciò. Se vuole, poi, ci faccia sapere.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile utente,
dal suo racconto sembra emergere una probabile caratteristica tipica della Urofobia...
Un disagio, che consiste dal semplice imbarazzo di dover urinare in presenza di altre persone all'impossibilità di utilizzare i bagni pubblici.
Sintratta di una "patologia" che inizia ad essere riconosciuta come problema psicologico serio soltanto da alcuni anni... scoperta per la prima volta negli Stati Uniti verso la fine degli anni 50 !
Sembra colpire le persone in maniera totalmente differente in base alle loro ansie e paure.
In genere si puo' parlare di Urofobia quando una persona non è in grado di urinare in un bagno che non sia quello di casa propria o in presenza di altre persone.
Esistono due forme principali, spesso, collegate tra loro...
si puo' manifestare con un blocco totale, quando ci si trova in un bagno diverso dal proprio o riguardare la difficoltà di urinare in presenza di altre persone, anche se non fisicamente presenti nel bagno, ma nella stanza accanto.
Disagio, prevalentemente, di origine psicologica... per cui tende a peggiorare con il passare del tempo.
Se all'inizio la difficoltà può essere superata, riuscire ad andare in bagno nei luoghi pubblici inizia a diventare sempre più difficile, generando ansie e veri e propri attacchi di panico.
Quando la situazione inizia a diventare patologica, la difficoltà ad urinare si trasforma in un blocco totale, che influenza in maniera drastica tutta la vita della persona che ne soffre...
...diventa, cosi, impossibile trascorrere lunghi periodi fuori casa o invitare persone a casa propria, influendo sulla vita sociale e aumentano anche i rischi di tipo medico, perche' trattenere a lungo l'urina,infatti, può provocare l'insorgere di infezioni urinarie e problemi generali all'apparato urinario.
per quanto riguarda la causa, potrebbe esserci una certa componente ereditaria, non necessariamente legata al disturbo in se', ma ad un generale disagio di gestione ansia, attacchi di panico, difficoltà di socializzazione e ipocondria.
Per questi motivi, prima di arrivare a riconoscere l'importanza di una diagnosi seria (passando attraverso una serie di visite specialistiche, che comunque sono necessarie, per escludere una causa organica), passa davvero molto tempo.
Il percorso di psicoterapia risulta essere il più efficace, in quanto permette di individuare l'origine, chiarificare sentimenti, emozioni e... Trovare, anche, strategie comportamentali, che possono aiutare a trovare un equilibrio nel loro complesso quotidiano.
Questo, per una riflessione accurata, poiché si tratta di una tematica davvero molto delicata e davvero tante le persone, che riportano tali vissuti..
Siamo in ascolto.
Un caro saluto
dal suo racconto sembra emergere una probabile caratteristica tipica della Urofobia...
Un disagio, che consiste dal semplice imbarazzo di dover urinare in presenza di altre persone all'impossibilità di utilizzare i bagni pubblici.
Sintratta di una "patologia" che inizia ad essere riconosciuta come problema psicologico serio soltanto da alcuni anni... scoperta per la prima volta negli Stati Uniti verso la fine degli anni 50 !
Sembra colpire le persone in maniera totalmente differente in base alle loro ansie e paure.
In genere si puo' parlare di Urofobia quando una persona non è in grado di urinare in un bagno che non sia quello di casa propria o in presenza di altre persone.
Esistono due forme principali, spesso, collegate tra loro...
si puo' manifestare con un blocco totale, quando ci si trova in un bagno diverso dal proprio o riguardare la difficoltà di urinare in presenza di altre persone, anche se non fisicamente presenti nel bagno, ma nella stanza accanto.
Disagio, prevalentemente, di origine psicologica... per cui tende a peggiorare con il passare del tempo.
Se all'inizio la difficoltà può essere superata, riuscire ad andare in bagno nei luoghi pubblici inizia a diventare sempre più difficile, generando ansie e veri e propri attacchi di panico.
Quando la situazione inizia a diventare patologica, la difficoltà ad urinare si trasforma in un blocco totale, che influenza in maniera drastica tutta la vita della persona che ne soffre...
...diventa, cosi, impossibile trascorrere lunghi periodi fuori casa o invitare persone a casa propria, influendo sulla vita sociale e aumentano anche i rischi di tipo medico, perche' trattenere a lungo l'urina,infatti, può provocare l'insorgere di infezioni urinarie e problemi generali all'apparato urinario.
per quanto riguarda la causa, potrebbe esserci una certa componente ereditaria, non necessariamente legata al disturbo in se', ma ad un generale disagio di gestione ansia, attacchi di panico, difficoltà di socializzazione e ipocondria.
Per questi motivi, prima di arrivare a riconoscere l'importanza di una diagnosi seria (passando attraverso una serie di visite specialistiche, che comunque sono necessarie, per escludere una causa organica), passa davvero molto tempo.
Il percorso di psicoterapia risulta essere il più efficace, in quanto permette di individuare l'origine, chiarificare sentimenti, emozioni e... Trovare, anche, strategie comportamentali, che possono aiutare a trovare un equilibrio nel loro complesso quotidiano.
Questo, per una riflessione accurata, poiché si tratta di una tematica davvero molto delicata e davvero tante le persone, che riportano tali vissuti..
Siamo in ascolto.
Un caro saluto
[#4]
D'accordo con le Colleghe, deve sentire un urologo e uno psicoterapeuta, aggiungo una riflessione .. urinare attiene alla sfera privata, intima, in qualche modo ha a che fare con la nudità ed anche con la sessualità,sembra che lei voglia cancellare tutto questo agli occhi degli altri, come se ci fosse qualcosa di indecente, di vergognoso..ci pensi e si domandi anche se c'è stato qualche.. incidente.. nel suo passato di bambino..
Restiamo in ascolto..
Restiamo in ascolto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#5]
Gentile Utente,
La sua problematica - ma non é una diagnosi, perché siamo online- si chiama "paruresis" o "sindrome della vescica timida"
In andò/sessuologia si definisce " urofobia" " ed è molto frequente.
É una condizione di ansia che chi ne soffre prova quando tenta di urinare in presenza di altre persone o in luoghi pubblici.
Appartiene alla macro categoria della fobia sociale, una sorta di disordine psicologico che congestiona e spesso blocca il sistema urinario in situazioni pericolose, ansiogene o stressanti per il paziente.
Come tutte le fobie va accuratamente diagnosticata mediante una "diagnosi differenziale" ed a più mani, urologo/ andrologo incluso.
Si presenta inoltre con vari gradi di severità:
-una difficoltà elevata nell' urinare in luoghi pubblici (anche quando sono presenti estranei in casa da cui il paziente si sente monitorato ed osservato)
- a una impossibilità totale.
La sua problematica - ma non é una diagnosi, perché siamo online- si chiama "paruresis" o "sindrome della vescica timida"
In andò/sessuologia si definisce " urofobia" " ed è molto frequente.
É una condizione di ansia che chi ne soffre prova quando tenta di urinare in presenza di altre persone o in luoghi pubblici.
Appartiene alla macro categoria della fobia sociale, una sorta di disordine psicologico che congestiona e spesso blocca il sistema urinario in situazioni pericolose, ansiogene o stressanti per il paziente.
Come tutte le fobie va accuratamente diagnosticata mediante una "diagnosi differenziale" ed a più mani, urologo/ andrologo incluso.
Si presenta inoltre con vari gradi di severità:
-una difficoltà elevata nell' urinare in luoghi pubblici (anche quando sono presenti estranei in casa da cui il paziente si sente monitorato ed osservato)
- a una impossibilità totale.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 17.4k visite dal 27/11/2014.
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