Terapia strategica breve
Un caro saluti a tutti i dottori che vorranno in questo consulto.Sono un ragazzo di 21 e sto per iniziare una terapia breve strategica.Ora il punto è che documentandomi un po' mi sono accorto che questa terapia è molto indicata per persone che hanno disturbi particolarmente invalidanti,come agorafobia,oppure per chi ha attacchi di panico e quindi esce poco di casa,oppure per cho ha disturbi ossessivi compulsivi.Io dal mio canto non ho mai avuto attacchi di panico,sono unapersona un po' ansiosa si!ma nel senso che prima di un esame universitario o un appuntamento magari sono un po' più teso della media non certo nel senso che poi arrivo ad evitare gli esami(sono in pari e con ottimi voti) o gli appuntamenti.E poi di mio penso forse un po' troppo,ma non sono fissato su niente in particolare e non ho nessuna compulsione...ok lo ammetto mi mangio un po' le unghie ma credo che si possa passare.Non evito gli spazi aperti ne quelli chiusi,mi piace sia il casino delle discoteche(ogni tanto) sia le serate tranquille tra amici(più spesso).
Ora io in terapia ci vorrei andare perché voglio liberarmi della paura del giudizio altrui perchè mi sono reso conto di dare a questa cosa veramente troppo peso,inoltre voglio anche diventare più sicuro con le ragazze,meno elemosinante della loro approvazione,senza tentare di piacer loro ad ogni costo,insomma un po' più sicuro di me in generale.
Per una caso come questo può essere indicata la terapia strategica breve?
ve lo chiedo perché quando mi confronto con persone che l'hanno fatta non trovo mai persone "normali"(passatemi il termine orribile) come me,trovo invece sempre persone che avevano fobie
molto invalidanti(e che sono guarite).
grazie a tutti
Ora io in terapia ci vorrei andare perché voglio liberarmi della paura del giudizio altrui perchè mi sono reso conto di dare a questa cosa veramente troppo peso,inoltre voglio anche diventare più sicuro con le ragazze,meno elemosinante della loro approvazione,senza tentare di piacer loro ad ogni costo,insomma un po' più sicuro di me in generale.
Per una caso come questo può essere indicata la terapia strategica breve?
ve lo chiedo perché quando mi confronto con persone che l'hanno fatta non trovo mai persone "normali"(passatemi il termine orribile) come me,trovo invece sempre persone che avevano fobie
molto invalidanti(e che sono guarite).
grazie a tutti
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Caro ragazzo,
vorrei premettere, in generale, che ogni approccio psicoterapeutico ha la sua importanza e che, nel limite della professionalità e della buona alleanza terapeutica, dovrebbe essere in grado di permettere una svolta al cambiamento.
In specifico si puo' ritenere che ci possano essere "strategie" diverse per specifici disturbi...
Personalmente ritengo riduttivo questo discorso, poiché ognuno dovrebbe essere in grado di un approccio a 360 gradi con il cliente ed avere una visione completa della realtà dell'altro....
ma apparentemente così non è ....
Ecco perché ritengo che un bravo professionista (nel senso di possedere strumenti di "cura" diversi) dovrebbe poter avere una visione ed una competenza più specifica su almeno un paio di approcci diversi... ma questo dipende anche dall "investimento", che si decide di dedicare e dedicarsi.
Lei, comunque, ha bisogno di "incontrare" il suo mondo emozionale e di comprendere l'origine delle sue difficoltà relative alla fiducia in se' e all'autostima...
Sviscerare un po' questi "bisogni", a cui spesso non siamo abituati a dare ascolto.
Un percorso a cui bisogna dare tempo e armarsi di motivazione...
Quello che a volte spaventa sono i tempi... Si opta sempre per i tempi brevi e non per la "qualità" di un percorso.
Mi chiedevo, perché ha deciso a priori di imbattersi in questo approccio se non ne è pienamente convinto?
Forse dovrebbe provare a "guardare" con occhi altri e non solo da un punto di vista tecnico..
Fare un/due colloqui di orientamento, forse, potrebbe aiutarla a comprendere se con il professionista si possono realmente instaurare i presupposti per un cambiamento.
Ci rifletta e rimaniamo in ascolto.
Un caro saluto
vorrei premettere, in generale, che ogni approccio psicoterapeutico ha la sua importanza e che, nel limite della professionalità e della buona alleanza terapeutica, dovrebbe essere in grado di permettere una svolta al cambiamento.
In specifico si puo' ritenere che ci possano essere "strategie" diverse per specifici disturbi...
Personalmente ritengo riduttivo questo discorso, poiché ognuno dovrebbe essere in grado di un approccio a 360 gradi con il cliente ed avere una visione completa della realtà dell'altro....
ma apparentemente così non è ....
Ecco perché ritengo che un bravo professionista (nel senso di possedere strumenti di "cura" diversi) dovrebbe poter avere una visione ed una competenza più specifica su almeno un paio di approcci diversi... ma questo dipende anche dall "investimento", che si decide di dedicare e dedicarsi.
Lei, comunque, ha bisogno di "incontrare" il suo mondo emozionale e di comprendere l'origine delle sue difficoltà relative alla fiducia in se' e all'autostima...
Sviscerare un po' questi "bisogni", a cui spesso non siamo abituati a dare ascolto.
Un percorso a cui bisogna dare tempo e armarsi di motivazione...
Quello che a volte spaventa sono i tempi... Si opta sempre per i tempi brevi e non per la "qualità" di un percorso.
Mi chiedevo, perché ha deciso a priori di imbattersi in questo approccio se non ne è pienamente convinto?
Forse dovrebbe provare a "guardare" con occhi altri e non solo da un punto di vista tecnico..
Fare un/due colloqui di orientamento, forse, potrebbe aiutarla a comprendere se con il professionista si possono realmente instaurare i presupposti per un cambiamento.
Ci rifletta e rimaniamo in ascolto.
Un caro saluto
[#2]
"Ora io in terapia ci vorrei andare perché voglio liberarmi della paura del giudizio altrui perchè mi sono reso conto di dare a questa cosa veramente troppo peso,inoltre voglio anche diventare più sicuro con le ragazze,meno elemosinante della loro approvazione,senza tentare di piacer loro ad ogni costo,insomma un po' più sicuro di me in generale."
Va bene questo tipo di psicoterapia, quando incontrerà il terapeuta di persona ne discuta anche con lui di tutte queste Sue legittime domande.
Cordiali saluti,
Va bene questo tipo di psicoterapia, quando incontrerà il terapeuta di persona ne discuta anche con lui di tutte queste Sue legittime domande.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Gentile ragazzo,
è molto apprezzabile la sua volontà, prima di intraprendere un percorso terapeutico, di documentarsi sull’approccio utilizzato. Ogni approccio ha delle caratteristiche che lo contraddistinguono, riguardanti per esempio le tecniche utilizzate, i tempi, l’organizzazione del setting… tuttavia l’efficacia del percorso terapeutico non è legata alla specifica tecnica utilizzata o alla durata del percorso stesso, bensì ad una serie di fattori trasversali ai diversi approcci. Una buona alleanza terapeutica è a mio avviso più importante di qualsiasi tecnica o compito che, assegnato in assenza di una relazione di fiducia tra paziente e terapeuta, risulterebbe sterile.
In base a quella che è la mia esperienza come psicologa ad approccio breve strategico, posso affermare che, quando si sviluppa tale relazione di fiducia, le strategie utilizzate sono strumenti efficaci nello stimolare nel paziente un cambiamento concreto. Non occorre avere un disturbo molto invalidante per consultare uno psicologo o uno psicoterapeuta.
E’ positiva la sua volontà di mettersi in gioco in questo momento intraprendendo un percorso di miglioramento personale. Sinceri auguri, restiamo in ascolto
è molto apprezzabile la sua volontà, prima di intraprendere un percorso terapeutico, di documentarsi sull’approccio utilizzato. Ogni approccio ha delle caratteristiche che lo contraddistinguono, riguardanti per esempio le tecniche utilizzate, i tempi, l’organizzazione del setting… tuttavia l’efficacia del percorso terapeutico non è legata alla specifica tecnica utilizzata o alla durata del percorso stesso, bensì ad una serie di fattori trasversali ai diversi approcci. Una buona alleanza terapeutica è a mio avviso più importante di qualsiasi tecnica o compito che, assegnato in assenza di una relazione di fiducia tra paziente e terapeuta, risulterebbe sterile.
In base a quella che è la mia esperienza come psicologa ad approccio breve strategico, posso affermare che, quando si sviluppa tale relazione di fiducia, le strategie utilizzate sono strumenti efficaci nello stimolare nel paziente un cambiamento concreto. Non occorre avere un disturbo molto invalidante per consultare uno psicologo o uno psicoterapeuta.
E’ positiva la sua volontà di mettersi in gioco in questo momento intraprendendo un percorso di miglioramento personale. Sinceri auguri, restiamo in ascolto
Dr.ssa Anna Maria Manicone
Psicologa
Giudice Onorario Minorile
Mediatrice familiare
Consulente di orientamento scolastico e professionale
[#4]
Ex utente
Grazie dottoressa Manicone per i suoi sinceri auguri e grazie anche alla dottoressa Pileci,riguardo alla dottoressa Albano non ho ancora capito se voleva essere in polemica con me o meno ma che importa..
So' molto poco delle diverse psicoterapie,conosco due persone che hanno seguito la strategica con ottimi risultati e uno di questi mi ha consigliato la specialista con cui a breve avrò il primo incontro.Mi ha anche fatto vedere un paio di video su youtube in cui si parlava spesso di protocolli "specifici" per problemi "specifici" e di fatto anche lui aveva un problema specifico(gli attacchi di panico) ed ha iniziato la terapia per quello.Vi avevo posto questa domanda perché mi rendo conto di avere problematiche un po' più "generali" e forse se vogliamo anche "leggere".
Comunque adesso che mi ci fate pensare potrò tranquillamente porre queste domande direttamente alla terapeuta.E sicuramente starò attento a vedere se mi ci trovo bene sul piano relazionale che sarà senza dubbio un fattore importantissimo.
Grazie ancora,cordialissimi saluti.
So' molto poco delle diverse psicoterapie,conosco due persone che hanno seguito la strategica con ottimi risultati e uno di questi mi ha consigliato la specialista con cui a breve avrò il primo incontro.Mi ha anche fatto vedere un paio di video su youtube in cui si parlava spesso di protocolli "specifici" per problemi "specifici" e di fatto anche lui aveva un problema specifico(gli attacchi di panico) ed ha iniziato la terapia per quello.Vi avevo posto questa domanda perché mi rendo conto di avere problematiche un po' più "generali" e forse se vogliamo anche "leggere".
Comunque adesso che mi ci fate pensare potrò tranquillamente porre queste domande direttamente alla terapeuta.E sicuramente starò attento a vedere se mi ci trovo bene sul piano relazionale che sarà senza dubbio un fattore importantissimo.
Grazie ancora,cordialissimi saluti.
[#6]
(...)So' molto poco delle diverse psicoterapie (...)
parta da qui intanto
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
saluti
parta da qui intanto
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#8]
Ex utente
Cari dottori,vi chiederei un altro po' del vostro tempo per porvi un quesito e magari avere anche un consiglio.
Lunedì conoscerò la mia psicologa(tbs) e non so come reagirà quando le parlerò di un argomento,ne so come questo argomento dovrebbe essere introdotto,se introdotto.
Dai 17 ai 20 anni ho fatto massiccio uso di cannabinodi,da allora ho molto ridotto e ci sono stati dei momenti in cui ho fumato praticamente niente ed altri in cui ho fumato un po' di più ma sempre molto meno di prima.Quando fumavo molto(17-20anni) mi piaceva moltissimo consumare quelle sostanze,era una cosa che mi rimetteva in pace con me stesso e con il mondo,non c'era niente di più rilassante,mi lasciavo andare e me la godevo al 100% e non mi è mai,neanche una volta,presa male(come si dice noi'ggggiovani).Il problema è che tutto il resto della mia vita,cioè quella al di fuori degli spinelli,andava molto peggio di ora e tendevo ad evitare tutte le situazioni che esulassero dal consumo di droghe leggere con quei soliti 4 o 5 amici.Quindi evitavo di espormi con le ragazze,locali,discoteche,lavoro.Con evitavo intendo che ci andavo molto poco perché avevo voglia solo di fumare,non ché le evitavo completamente,magari perché ne avevo il terrore.Soprattutto per questo decisi di smettere di fumare,anche se poi ho continuato saltuariamente.Da quando ci ho dato un taglio la mia vita è migliorata su molti aspetti,anche se devo fare ancora molta strada visto che domani l'altro inizierò una terapia,però rispetto a al periodo in cui fumavo di continuo sono decisamente migliorato su praticamente tutto.Succede però che quando mi faccio una canna adesso non mi prende più molto bene,anzi..a volte mi prende l'ansia e mi viene il malloppone in gola con lieve difficoltà a deglutire.
Non ho ancora preso una decisione riguardo alla marijuana,non so se smettere del tutto o continuare saltuariamente come sto facendo adesso,però vorrei essere io a scegliere!nel senso che se dovessi smettere vorrei farlo perché non mi fa più voglia o magari perché ritengo che sia il momento per crescere e quindi dico "potrei farlo ma non voglio" e non come adesso!adesso se smettessi sarebbe per paura,paura che mi salga troppo la botta senza essere in grado di gestirla,paura dell'ansia che mi potrebbe venire.Ma io prima ero perfettamente in grado di rilassarmi e lasciarmi andare,perché ora no?
ad ogni modo la domanda non è questa.Fra circa un mesetto farò una vacanza con 4 amici storici,vacanza dedicata completamente al consumo di droghe leggere.Io la faccio volentieri,mi va un tuffo nel passato(o forse una sguazzata nel presente ahahahah) e sarei contento di passare 3 giorni spensierato a godermi solo la botta!senza pensare alle tesi che sto per discutere e all'ultimo esame che sto per dare,o alla mia ex che mi richiama una settimana si ed una no soltanto per avere un toy-boy mentre invece provo ancora qualcosa per lei.No non ci voglio pensare a queste cose!ne parlerò in terapia ok,ma in quei tre giorni voglio solo stare con dei veri amici ed essere così stonato da passare tutto il tempo a ridere di stupidaggini!vorrei poter staccare la spina ed allentare la tensione come prima(17-20) sapevo fare,rilassandomi e basta,senza ansia.
Ecco finalmente la domanda: La psicologa mi aiuterà ad avere degli strumenti per gestire meglio l'ansia nella mia vita(e quindi anche quando consumo cannabis) oppure mi darà come prescrizione di non fare questa vacanza e di smettere di fumare subito?
grazie dottori
Lunedì conoscerò la mia psicologa(tbs) e non so come reagirà quando le parlerò di un argomento,ne so come questo argomento dovrebbe essere introdotto,se introdotto.
Dai 17 ai 20 anni ho fatto massiccio uso di cannabinodi,da allora ho molto ridotto e ci sono stati dei momenti in cui ho fumato praticamente niente ed altri in cui ho fumato un po' di più ma sempre molto meno di prima.Quando fumavo molto(17-20anni) mi piaceva moltissimo consumare quelle sostanze,era una cosa che mi rimetteva in pace con me stesso e con il mondo,non c'era niente di più rilassante,mi lasciavo andare e me la godevo al 100% e non mi è mai,neanche una volta,presa male(come si dice noi'ggggiovani).Il problema è che tutto il resto della mia vita,cioè quella al di fuori degli spinelli,andava molto peggio di ora e tendevo ad evitare tutte le situazioni che esulassero dal consumo di droghe leggere con quei soliti 4 o 5 amici.Quindi evitavo di espormi con le ragazze,locali,discoteche,lavoro.Con evitavo intendo che ci andavo molto poco perché avevo voglia solo di fumare,non ché le evitavo completamente,magari perché ne avevo il terrore.Soprattutto per questo decisi di smettere di fumare,anche se poi ho continuato saltuariamente.Da quando ci ho dato un taglio la mia vita è migliorata su molti aspetti,anche se devo fare ancora molta strada visto che domani l'altro inizierò una terapia,però rispetto a al periodo in cui fumavo di continuo sono decisamente migliorato su praticamente tutto.Succede però che quando mi faccio una canna adesso non mi prende più molto bene,anzi..a volte mi prende l'ansia e mi viene il malloppone in gola con lieve difficoltà a deglutire.
Non ho ancora preso una decisione riguardo alla marijuana,non so se smettere del tutto o continuare saltuariamente come sto facendo adesso,però vorrei essere io a scegliere!nel senso che se dovessi smettere vorrei farlo perché non mi fa più voglia o magari perché ritengo che sia il momento per crescere e quindi dico "potrei farlo ma non voglio" e non come adesso!adesso se smettessi sarebbe per paura,paura che mi salga troppo la botta senza essere in grado di gestirla,paura dell'ansia che mi potrebbe venire.Ma io prima ero perfettamente in grado di rilassarmi e lasciarmi andare,perché ora no?
ad ogni modo la domanda non è questa.Fra circa un mesetto farò una vacanza con 4 amici storici,vacanza dedicata completamente al consumo di droghe leggere.Io la faccio volentieri,mi va un tuffo nel passato(o forse una sguazzata nel presente ahahahah) e sarei contento di passare 3 giorni spensierato a godermi solo la botta!senza pensare alle tesi che sto per discutere e all'ultimo esame che sto per dare,o alla mia ex che mi richiama una settimana si ed una no soltanto per avere un toy-boy mentre invece provo ancora qualcosa per lei.No non ci voglio pensare a queste cose!ne parlerò in terapia ok,ma in quei tre giorni voglio solo stare con dei veri amici ed essere così stonato da passare tutto il tempo a ridere di stupidaggini!vorrei poter staccare la spina ed allentare la tensione come prima(17-20) sapevo fare,rilassandomi e basta,senza ansia.
Ecco finalmente la domanda: La psicologa mi aiuterà ad avere degli strumenti per gestire meglio l'ansia nella mia vita(e quindi anche quando consumo cannabis) oppure mi darà come prescrizione di non fare questa vacanza e di smettere di fumare subito?
grazie dottori
[#9]
"La psicologa mi aiuterà ad avere degli strumenti per gestire meglio l'ansia nella mia vita(e quindi anche quando consumo cannabis) oppure mi darà come prescrizione di non fare questa vacanza e di smettere di fumare subito?"
Gentile Utente,
Le risponderà la Collega lunedì, non possiamo sapere noi da qui e senza conoscerLa che tipo di prescrizione Le darà, Le pare?
Chiaramente, in via generale, possiamo dire che Lei verrà aiutato a gestire l'ansia, ma quali prescrizioni nello specifico non possiamo saperlo.
Cordiali saluti,
Gentile Utente,
Le risponderà la Collega lunedì, non possiamo sapere noi da qui e senza conoscerLa che tipo di prescrizione Le darà, Le pare?
Chiaramente, in via generale, possiamo dire che Lei verrà aiutato a gestire l'ansia, ma quali prescrizioni nello specifico non possiamo saperlo.
Cordiali saluti,
[#10]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile ragazzo,
con la sua terapeuta dovrà essere se stesso... "Aprirsi" al dialogo e alla condivisione.
Si instaurerà quella "alleanza terapeutica", che permetterà la svolta al cambiamento.
Quello che accadrà nel setting, non possiamo prevederlo!
Siamo in ascolto, in caso ritenga opportuno aggiornarci.
Si fidi e si affidi...
Di cuore
con la sua terapeuta dovrà essere se stesso... "Aprirsi" al dialogo e alla condivisione.
Si instaurerà quella "alleanza terapeutica", che permetterà la svolta al cambiamento.
Quello che accadrà nel setting, non possiamo prevederlo!
Siamo in ascolto, in caso ritenga opportuno aggiornarci.
Si fidi e si affidi...
Di cuore
[#11]
Ex utente
Ok,forse non mi ero spiegato bene io.Non volevo sapere cosa nello specifico mi verrà detto di fare,volevo chiedervi se,dalla vostra esperienza terapeutica,nel caso in cui si presenta un consumatore di cannabis,è prassi dirgli di smettere oppure se è prassi dirgli come gestire l'ansia anche nei momenti in cui viene consumata questa sostanza.Graize
[#12]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Ognuno di noi esperisce la sua "modalità" di conduzione, che è sempre soggettiva (nonostante l'approccio di riferimento) in relazione al contesto e alla persona con cui interagiamo...
Proprio perché ognuno di noi (in riferimento al cliente) è unico ed irripetibile!
Dal mio punto di vista, quindi, ritengo che il suo "scrutare" cosa aspettarsi o meno è nettamente legato alla gestione dell'ansia e del controllo!
Lunedì, poi, non è così lontano.... tutto quello che costruirà nel setting terapeutico, sarà per lei occasione di scoperta e di condivisione.
Un caro saluto
Proprio perché ognuno di noi (in riferimento al cliente) è unico ed irripetibile!
Dal mio punto di vista, quindi, ritengo che il suo "scrutare" cosa aspettarsi o meno è nettamente legato alla gestione dell'ansia e del controllo!
Lunedì, poi, non è così lontano.... tutto quello che costruirà nel setting terapeutico, sarà per lei occasione di scoperta e di condivisione.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 2.1k visite dal 22/11/2014.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.