Psicanalisi o psicoterapia?
la psicoanalisi classica prevede un'alta frequenza di sedute, ma le psicoterapie psicoanalitiche che si basano sulla stessa teoria si declinano diversamente, ad esempio prevedendo un numero di incontri più basso in totale e una minor frequenza di sedute settimanali (in genere 1 o 2).
Il percorso che ha iniziato è una psicoanalisi classica o una psicoterapia psicoanalitica?
Come mai ha fatto questa scelta?
Il ruolo dello psicoterapeuta di formazione psicoanalitica è apparentemente meno attivo ed è normale che oggi abbia parlato principalmente Lei, tanto più trattandosi della prima seduta e non essendosi quindi ancora stabilita la necessaria conoscenza del caso da parte del suo terapeuta, presupposto necessario perchè possa fare degli interventi.
Alla prossima seduta gli esponga le sue perplessità e gli chieda di spiegarLe come funziona questo tipo di trattamento, che dà buoni risultati ma necessita di tempo e continuità, come del resto tutte le altre psicoterapie.
Nessuno psicoterapeuta serio le potrà dare "conforto" perchè non è questo lo scopo della terapia, ma lo è produrre un cambiamento e la risoluzione del disagio del paziente.
Un caro saluto,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
cominci con questa lettura
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
se ha l'esigenza di entrare subito nel merito del suo problema l'approccio psicoanalitico ortodosso non è indicato
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
Gentile utente,
Non possiamo rispondere a queste domande, forse sarebbe utile che lei ne parlasse con il Suo terapeuta.
Spesso il confronto è costruttivo e porta chiarezza su obiettivi, metodi e paure ....
Quanto dura solitamente non si sa...la psiche ha tempi lunghi, dipende da quello che si fa e da come si fa ...
Se ha necessità di altri approcci, ne parli con lui o valuti altre opzioni, ma così poche sedute ....sono davvero poche per comprendere
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
le sue "manifestazioni" necessitano di essere ascoltate, accolte... senza giudizio alcuno!
Ha bisogno di ascoltare le sue emozioni (cosa il nostro corpo ci vuole comunicare) e i suoi bisogni... di carpire, individuare e chiarificare l'origine di questo suo malessere, così da iniziare a ristruttura il suo quotidiano e iniziare a trovare un equilibrio in questo suo spazio vitale..
Un percorso che inizi, gradualmente, a farle prendere consapevolezza... un cambiamento che nasce da lei, in lei e per lei...
Accolga le riflessioni di cui sopra (colleghi), che hanno già permesso di iniziare a fare "luce" su questo suo cammino da intraprendere sulla base dei suoi bisogni.
Un saluto affettuoso
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Vorrei dire alla dr. Massaro che non ho parlato principalemente io ma SOLAMENTE io, il dr, non mi ha neanche detto: "inizi a parlare" se non dopo mezz'ora. Il dr. a cui mi rivolgo è uno psicoterapeuta, mi sono rivolto a uno ad indirizzo psicoanalitico perchè avevo già provato una terapia cognitivo-comportamentale. Io lo so che non esiste la "bacchetta magica" per risolvere i problemi ma non ho intenzione di perdere altri anni all'università visto che già ne ho buttato via uno quindi gradirei una terapia che mi dia dei miglioramenti il prima possibile. Comunque la mia prima seduta psicoanalitica non mi è piaciuta, è il caso che io vada per qualche altra seduta o devo dire al terapeuta che voglio cambiare?
Per quanto riguarda la psicoterapia che ho affrontato quest'anno, andavo una volta a settimana per 1 ora alla volta, durante la seduta parlavo dei miei problemi e il mio terapeuta mi dava dei "consigli", delle "dritte", mi diceva: troverai la tua strada, ci vuole tempo ecc ecc, io non metto in dubbio che ci voglia tempo per risolvere i problemi ma io mi sento male ogni giorno, ho un ansia tutti i giorni che non riesco più a sopportare e voglio che qualcuno mi aiuti concretamente. Lui mi ha fatto fare anche delle tecniche di rilassamento ma sinceramente mi sento più agitato di prima.
Non saprei comunque ora a chi rivolgermi, questo psicanalista mi ha già "deluso" al primo appuntamento e ho voglia di non andarci più.
non posso entrare nel merito della seduta con lo psicoanalista e quindi lascerei la parola ai colleghi che si occupano di psicoanalisi.
Tuttavia se Lei si sta riferendo alla terapia cognitivo-comportamentale con queste parole: " il mio terapeuta mi dava dei "consigli", delle "dritte", mi diceva: troverai la tua strada, ci vuole tempo ecc ecc, " direi che questo "metodo" di cui Lei ci parla non corrisponde al trattamento cognitivo-comportamentale.
In TCC si prescrivono dei compiti ben precisi che il pz. mette in pratica e che gli permettono di imparare a gestire lo stato ansioso.
Legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
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Questa non è TCC, né sembra terapia in generale, aggiungerei.
Le forme di terapia attiva come la TCC prescrivono compiti specifici rispetto al problema, non elargiscono "consigli della nonna". È sicura che si sia trattato di un terapeuta regolarmente iscritto all'Albo degli Psicologi Psicoterapeuti?
Di solito si mette prima a fuoco il problema e si fissano gli obiettivi terapeutici: lo avete fatto? Se sì, quali erano esattamente?
Quanto a ciò che Lei definisce "delle cose che potevo fare per stare meglio", mi pare qualcosa di molto vago. In realtà la prescrizione deve essere chiara e precisa, volta a raggiungere l'obiettivo fissato. E non è qualcosa che il pz può fare ma che deve impegnarsi a fare e, qualora incontrasse delle difficoltà, ne parla col terapeuta in seduta.
Anche cercare di fare chiarezza mi pare vago: se da una parte è vero che si possono utilizzare degli inserti psicoeducazionali in TCC, cercare di fare chiarezza è qualcosa di diverso...
In ogni caso, se cerca un terapeuta cognitivo-comportamentale, può cercare qui: www.sitcc.it
Cordiali saluti,
In base all'entità del suo disagio occorrerà un lavoro adeguato al caso, indipendentemente dall'approccio.
Dopo quante sedute ha abbandonato la terapia precedente?
Non ha poi risposto alla mia domanda: come mai ha scelto un approccio che sicuramente è molto lontano da approcci più direttivi e "interventistici"?
Si tratta di un terapeuta che le ha consigliato qualcuno?
Come mai ha scelto proprio lui?
Ci ha detto questo di lui:
"mi è sembrato molto preparato ma un po' freddo, mi ha affascinato la sua preparazione e così ho deciso di andarci"
quindi immagino che abbia aperto bocca in quell'occasione o nel corso di un precedente colloquio conoscitivo. Non le ha spiegato nulla del percorso che avete iniziato?
E' normale che in una psicoanalisi l'analista intervenga poco, per questo le ho anche chiesto se si tratta appunto di una psicoanalisi classica o di una psicoterapia psicoanalitica perchè la psicoanalisi è un percorso di conoscenza e la psicoterapia psicoanalitica è un percorso di terapia e quindi anche le modalità utilizzate dal terapeuta cambiano.
Se il professionista al quale si è rivolto è uno psicoanalista ortodosso ed eroga psicoanalisi classica è corretto che non intervenga fino a quando non riterrà che sia il momento di farlo, per favorire il suo spontaneo flusso di coscienza soprattutto in una fase iniziale, di conoscenza del suo caso.
La quantità di interventi peraltro non è correlata ai risultati ed è importante che lei non si aspetti di trovare qualcuno che le consenta uno sfogo o che le dica cosa fare perchè il lavoro dello psicologo psicoterapeuta non è questo, ma è favorire la guarigione da un disturbo/patologia.
Penso che lei abbia tutti i diritti di interrompere il percorso appena iniziato, ma che sarebbe più utile che chiarisse gli aspetti che non la convincono prima di prendere una decisione.
Ho abbandonato la terapia precedente dopo circa una ventina di sedute, ho scelto uno psicoanalista in seguito per provare un approccio diverso in quanto quello passato non mi ha giovato tanto, questo terapeuta è stato cercato da me online e mi sono recato gratis per un primo consulto dove abbiamo parlato delle mie problematiche e mi è sembrato preparato e in quell'occasione mi ha detto che quello che dovevo fare quando andavo lì era di parlare e dire tutto quello che mi passava per la testa (i sogni, le libere associazioni) e piano piano sarebbero venute le cose da sè, nella prima vera seduta mi ha dato fastidio il suo atteggiamento in quanto io non sono mai stato da uno psicoanalista e siccome sono un ragazzo educato, non entro in uno studio ed inizio a parlare all'improvviso senza che nessuno mi inviti a farlo, non le pare? mi ha dato fastidio che ho perso metà seduta solo perchè non avevo capito che dovevo iniziare a parlare senza che nessuno me lo dicesse, a lei non sembra il caso che avrebbe potuto esortarmi a farlo? e comunque io non ci ho capito niente... avevo pensato di mollare ma forse è il caso che io vada almeno un'altra volta e poi rivolgermi magari ad uno psicoterapeuta, il problema è che ormai non saprei proprio più di chi fidarmi, non so come si fa a scegliere bene.
Il comportamento tenuto in terapia infatti è spesso il riflesso del comportamento che il paziente tiene anche nella vita quotidiana, in particolare con le persone per lui significative, e analizzarlo consente di modificare il modo di essere del paziente a partire dall'elaborazione e modifica della relazione che costruisce con il terapeuta (fattore fondamentale nelle psicoterapie psicodinamiche).
Quello che è successo può già permetterle di iniziare a riflettere su sè stesso, su quanto potrebbe essere passivo in generale: visto che ha atteso 20 minuti senza dire nè chiedere nulla prima che fosse il terapeuta a invitarla a parlare si potrebbe pensare che tenda ad essere in genere eccessivamente trattenuto o inibito (a causa dell'educazione o di altri fattori) e/o ad aspettarsi che siano gli altri a prendersi la responsabilità delle situazioni o a concederle il permesso di esprimersi (in diverse accezioni).
Da questo punto di vista è estremamente importante che parli dell'accaduto in seduta e che rifletta su quante altre volte si è trovato in situazioni simili, magari per paura di risultare inopportuno o aggressivo, rinunciando forse a reclamare i suoi diritti o anche solo ad esprimere il suo punto di vista.
in termini generali non è un costo "alto", credo però che la sua difficoltà sia legata alla motivazione. Voglio dire che se non da il giusto peso al suo disagio l'intervento potrebbe essere controproducente.
Quindi è utile riflette con il Collega su questi dubbi.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
Può anche capitare di avere degli imprevisti, anche i clinici sono esseri umani.
Se non si trova bene per altri motivi, approfitti di questi disservizi per chiudere e cambiare, ma non è scrivendo di continuo a noi, che si curerà o che troverá il professionista consono alle sue esigenze.
Secondo me, così si confonde ancor di più e soprattutto perde tempo prezioso.
Chiarite le differenze dei vari approcci - la sua domanda iniziale del consulto- dovrebbe, da solo, trovare il professionsta più adatto a lei.
Cari auguri
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