Disturbo della personalità e disturbo sessuale

Salve, da quando sono nato, ho una paralisi ostetrica all'arto superiore destro e problemi alla vista causati da asfissia da parto blu.
Premesso il mio handicap, vi vorrei parlare della mia situazione psicologica dal 2007 a oggi.
Sino alla notte del 14 novembre 2007 posso dire di non aver avuto mai grossi problemi psicologici riguardanti la sfera sessuale, ma quel giorno mi svegliai verso le due del mattino e mi misi a masturbarmi l'ano e da allora sino al 2010, senza volerlo e come se fossi un morto vivente, ho continuato a fare ciò almeno una volta a settimana.
Questo mi ha portato ad avere una fobia dello stare insieme con altri perché appena sentivo un rumore, prendevo paura, un vero spavento.
Dal 2010 ho iniziato l'università (facoltà di economia) ed ho smesso di praticare questa masturbazione che secondo me era la causa dei miei attacchi di ansia e di spavento. Purtroppo è nato un nuovo disturbo. Nel 2010 ho installato internet è guardando i vari i video hard ho iniziato ad andare in giro con il perizoma da donna oppure a usare gli assorbenti femminili, inoltre spesse volta inserisco annunci in rete, dove dico di voler incontrare qualche uomo che mi usi come se fossi la sua donna.
Puntualmente dopo aver inserito tali annunci, mi masturbo e colpito da un senso di vergogna (spesso piango), cancello tutti gli annunci. Io so di non essere omosessuale, perché non riuscirei mai a baciare un uomo o stare con uomo, il punto è secondo me, che visto il mio handicap non ho mai avuto una ragazza nemmeno una fidanzatina. Purtroppo per colpa del mio handicap mi sono sempre sentito escluso. Ho sempre dato la colpa di tutto ciò al mio problema al braccio.
Forse è colpa anche del mio carattere che è molto sensibile. Forse è dovuto al fatto che sino ai quindici anni facevo molta fisioterapia e ciò ha causato un allontanamento dai miei coetanei, senza considerare che non abbia il motorino non potevo seguirli.
Per favore datemi un consiglio su come uscire da questa situazione, oramai sono laureato e ora mi sto specializzando e non voglio continuare ad avere questi disturbi.
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Utente,

è possibile che nel suo caso gli esiti del parto così problematico (fisici e psicologici) e una personale sensibilità piuttosto accentuata interagiscano nel determinare una situazione emotivamente e relazionalmente non appagante, assieme ad eventi della sua vita che hanno introdotto ulteriori difficoltà nel rapporto con gli altri, come il fatto di aver dovuto dedicare alla fisioterapia molto tempo e sottrarlo così alla vita sociale o ad altre attività.

Probabilmente in lei è emerso improvvisamente un disagio che prima non era così evidente perchè ben compensato: non ha mai effettuato una psicoterapia (o ricevuto almeno un sostegno psicologico) per lavorare sugli esiti del suo parto?

Nel periodo in cui ha iniziato a sviluppare del malessere è successo qualcosa in particolare nella sua vita?
Che rapporto ha con i suoi familiari?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

non vorrei sbilanciarmi, perchè non La conosco, ma forse è possibile che Lei, poichè ha fatto tanta fisioterapia che l'ha allontanata dagli altri e in qualche modo si è sentito escluso e diverso dai Suoi coetanei, che Lei stia sperimentando solo più recentemente i vissuti dell'adolescenza, compresi un certo turbamento verso la sessualità, l'ambivalenza, le paure, la masturbazione, ecc...

Tuttavia vorrei sottolineare alcuni aspetti: Lei, pur con tutte le difficoltà, oggi è riuscito a concludere il percorso universitario e probabilmente ha fatto anche molte altre cose. Non è proprio da tutti.

Però si sta focalizzando su aspetti negativi. Vorrei allora comprendere meglio qual è oggi il problema al braccio? Non può usarlo? Lo usa con fatica? Ha dolore? E' un danno visibile e genera vergogna? La fisioterapia ha permesso una buona funzionalità? Le chiedo tutto ciò perchè talvolta è possibile essere anche definiti dall'esterno, cioè come se Lei restasse sempre il bambino e ora il ragazzo con il problema al braccio. Se la fisioterapia Le ha permesso di raggiungere un buon funzionamento, sarebbe il caso di lavorare anche con uno psicologo psicoterapeuta per trattare questi aspetti e questa vulnerabilità.

Avere un problema fisico non sempre significa scegliere di tagliar fuori dalla propria vita gli altri, ma se fa fatica (qualunque sia la ragione) è sensato lasciarsi aiutare.

Capisco che non avere il motorino, ad es, taglia fuori sia per non poter seguire i Suoi amici, sia perchè ci si può sentire diversi. E' importante però capire che può usare altri modi, altrettanto carini, per stare con gli altri e imparare ad usare le Sue caratteristiche a Suo vantaggio (ad es. chiedere un passaggio).

In ogni caso, Lei è molto giovane e spero riesca a sciogliere tutti questi timori che probabilmente oggi ancora Le impediscono di diventare come vorrebbe.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile ragazzo,

comprensibile il suo stato d'animo... davvero un senso di "impotenza" e di "frustrazione" nell'impossibilità di relazionarsi agli altri ed in specifico al mondo femminile.

Difficile accettare che, nonostante un nostro "difetto" fisico, possiamo essere accolti ed amati per quello che siamo... Eppure, spesso, è ciò che accade!

Iniziamo a fare luce in noi... Ascoltiamo i nostri bisogni e proviamo a confrontarci con un professionista, che ci aiuti a chiarire questi atteggiamenti e a comprenderne il significato.

Un vissuto che appare radicato nello scrigno più intimo della nostra vita fetale...

Iniziamo un percorso da qui...


Un grosso in bocca al lupo.
[#4]
Utente
Utente
Vi Ringrazio infinitamente per le risposte che mi avete dato.
In passato, durante la fisioterapia mi recavo una volta a settimana dallo psicologo del centro riabilitativo, ma all’epoca ero bambino parlavo solo di cartoni animati, giochi ecc.
Nell’agosto 2007 è venuta a mancare mia nonna, persona con cui condividevo la camera (un'altra cosa che mi faceva sentir male nei confronti dei miei coetanei), forse è anche quest’avvenimento che può aver causato tali fantasie.
Con i miei genitori il rapporto è sempre stato stabile ma mia madre mi ha sempre spronato ha studiare molto e forse proprio per non deluderla mi sono chiuso in camera a studiare notte e giorno dimenticando il mondo esterno. Senza dimenticare che io il mondo esterno lo volevo dimenticare perché mi ricordava solo esclusione. Quando si giocava a pallavolo, non potevo giocare, a calcio giocavo poco. E poi c’erano sempre le offese degli altri tipo: handicappato di merda ecc…
Oppure, una cosa che ancora oggi penso a distanza di dieci anni (era il 2004) e quando tentai un approccio amichevole con una ragazzina in classe mia e lei disse “con tutti ma non con te” ancora oggi mi chiedo perché disse quelle parole che mi ferirono molto.
Quindi perché uscire? Per ricordarsi di essere handicappato? Meglio stare sopra i libri.
Come posso migliorare la mia situazione?

Vi Ringrazio per il vostro sostegno.
[#5]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Purtroppo nella vita dobbiamo fare i conti anche con una certa "ignoranza" culturale ed emotiva...

episodi che si possono sperimentare da parti di tutti, anche di coloro che presentano, apparentemente, quella che può essere considerata "normalità"... fisica o psicologica.

Il fatto di auto-escludersi implica, necessariamente, che io sono "diverso"... devo comunque cercare di provare ad interagire e mettermi in gioco.

Risulta difficile dopo queste esperienze... È vero...

Il modo per poter avviare questo processo di cambiamento è chiedere un aiuto di confronto e di "accompagnamento", così da acquisire un minimo di fiducia in se stesso.


Di cuore... l'augurio è quello di trovare un po' di luce in questa buia notte e di iniziare a vivere!!

Grazie per averci aperto il cuore..
[#6]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
E' plausibile che la morte di sua nonna abbia modificato significativamente gli equilibri all'interno della sua famiglia, oltre a determinare per lei la possibilità di avere uno spazio tutto suo e non più una camera in condivisione, portando all'emersione della pulsione sessuale con modalità prima non presenti.

Da quanto ci dice è chiaro che sua madre ha cercato di spronarla a ottenere buoni risultati per costruirsi un futuro, anche se lei si è sentito forse eccessivamente in dovere di non deluderla: chiudersi in casa a studiare ha però anche rappresentato un mezzo per tenersi lontano da quelle situazioni difficili fuori casa che ad oggi non ha ancora affrontato, quindi è servito a un duplice scopo.
E' comprensibile che quel rifiuto ricevuto 10 anni fa da una ragazzina e risuoni ancora oggi nella mente, ma si trattava di una di quelle risposte che persone molto giovani possono dare senza rendersi conto della loro portata.
Sottolineerei però il fatto che probabilmente può contare su un certo livello di autostima di base, se si è fatto avanti con una ragazzina che le piaceva, e questo è sicuramente un aspetto molto positivo e non così scontato.

E' importante che abbia ricevuto un sostegno psicologico nel corso della crescita, ma ora è probabilmente giunto il momento di affrontare da adulto le questioni che ci sottopone: le consiglio sicuramente di effettuare un percorso psicologico/psicoterapeutico che le consenta di modificare quegli spetti di lei stesso che le provocano sofferenza e disagio.
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