Blocco, fidanzato e genitori
Da circa due anni frequento un amico di famiglia, siamo coetanei e maggiorenni. Ci vogliamo bene ma la nostra relazione non è ancora venuta a galla nel senso che i miei genitori sanno che c’è questa simpatia ma non lo vedono come mio fidanzato, è un bravo ragazzo ma con tanti problemi. Con lui mi trovo bene, lui è logorato da questa situazione e non è disposto a portare avanti questa storia in queste condizioni ancora per molto. Negli ultimi mesi la storia si è complicata e ci siamo allontanati, io ho iniziato ad aprirmi con i miei, ma non ancora come vorrebbe lui, ma loro continuano a mostrare ostilità nei suoi confronti. Sicuramente i miei sono apprensivi e io temo il loro giudizio. La mia paura penso che nasca anche dal fatto che i miei genitori non abbiamo mai accettato i marito di mia sorella e ricordo di liti in famiglia che hanno segnato la mia adolescenza solo negli ultimi anni i miei genitori si sono aperti a mio cognato. Vorrei che non si ripresentassero e che non vorrei complicare i rapporti tra lui e la mia famiglia.
Lui non è molto disponibile ad ascoltarmi, a parlare e odia i miei silenzi dovuti da blocchi ma preferisce che io risolva tutto con i miei nel più breve tempo possibile. Dice che sono immatura e che devo crescere perché non si può più andare avanti così. Lo capisco, ha ragione e non voglio perderlo perché per me è una persona che mi ha cambiato la vita. Lo so che l’unica soluzione è informare i genitori ma vorrei qualche consiglio in più o qualche chiarimento sull’origine del mio blocco e come devo gestire la cosa con i miei.
Lui non è molto disponibile ad ascoltarmi, a parlare e odia i miei silenzi dovuti da blocchi ma preferisce che io risolva tutto con i miei nel più breve tempo possibile. Dice che sono immatura e che devo crescere perché non si può più andare avanti così. Lo capisco, ha ragione e non voglio perderlo perché per me è una persona che mi ha cambiato la vita. Lo so che l’unica soluzione è informare i genitori ma vorrei qualche consiglio in più o qualche chiarimento sull’origine del mio blocco e come devo gestire la cosa con i miei.
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Gentile Ragazza,
probabilmente non ha ancora maturato una corretta distanza emotiva dai suoi genitori come converrebbe alla sua età.
Se questo fosse avvenuto non avrebbe problemi a sostenere le sue scelte che in quanto tali appartenfgono solo a lei.
Mi rendo conto come possa non essere semplice quando le dinamiche familiari sono di un certo tipo (come dimostrerebbe anche quanto accaduto con il marito di sua sorella) e se ne è coinvolti e partecipi attivi.
Tuttavia alla sua età converrebbe riflettere su quanto lei involontariamente contribuisca ad alimentare certe regole; fino a che lei permettrà ai suoi genitori di interferire nelle sue scelte il gioco non può mutare.
Difficile che i suoi genitori possano cambiare, ma è sufficiente che qualcosa cambi lei, soprattutto nel suo modo di percepire e gestire il suo ruolo di figlia, non più figlia bambina ma figlia adulta con tutto ciò che questo comporta nel sostenere le proprie scelte e la propria autonomia.
Non è necessario scontrarsi, ma riuscire anche a piccoli passi a conquistarsi una vita autonoma, al di là delle possibili ingerenze dei propri genitori.
Se non riuscisse a farcela da sola, un nostro collega la potrebbe accompagnare in questo.
Restiamo in ascolto
probabilmente non ha ancora maturato una corretta distanza emotiva dai suoi genitori come converrebbe alla sua età.
Se questo fosse avvenuto non avrebbe problemi a sostenere le sue scelte che in quanto tali appartenfgono solo a lei.
Mi rendo conto come possa non essere semplice quando le dinamiche familiari sono di un certo tipo (come dimostrerebbe anche quanto accaduto con il marito di sua sorella) e se ne è coinvolti e partecipi attivi.
Tuttavia alla sua età converrebbe riflettere su quanto lei involontariamente contribuisca ad alimentare certe regole; fino a che lei permettrà ai suoi genitori di interferire nelle sue scelte il gioco non può mutare.
Difficile che i suoi genitori possano cambiare, ma è sufficiente che qualcosa cambi lei, soprattutto nel suo modo di percepire e gestire il suo ruolo di figlia, non più figlia bambina ma figlia adulta con tutto ciò che questo comporta nel sostenere le proprie scelte e la propria autonomia.
Non è necessario scontrarsi, ma riuscire anche a piccoli passi a conquistarsi una vita autonoma, al di là delle possibili ingerenze dei propri genitori.
Se non riuscisse a farcela da sola, un nostro collega la potrebbe accompagnare in questo.
Restiamo in ascolto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile Utente,
Come detto dalla collega la distanza dai genitori consente di vivere il proprio mondo interiore senza intromissioni e senza necessitare di approvazioni.
Una coppia può essere funzionante o disfunzionale con o senza approvazione dei genitori, non comprendo perché il suo ragazzo necessita di essere " riconosciuto" nel suo ruolo.
Secondo lei perché ?
Si sente insicuro?
Prova ansia?
Ha bisogno di etichette per il vostro amore?
Come detto dalla collega la distanza dai genitori consente di vivere il proprio mondo interiore senza intromissioni e senza necessitare di approvazioni.
Una coppia può essere funzionante o disfunzionale con o senza approvazione dei genitori, non comprendo perché il suo ragazzo necessita di essere " riconosciuto" nel suo ruolo.
Secondo lei perché ?
Si sente insicuro?
Prova ansia?
Ha bisogno di etichette per il vostro amore?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Ex utente
Gentili Dottoresse
Vi ringrazio per la vostra gentile e immediata risposta.
Avete ragione in questi anni non sono stata capace di definire correttamente il rapporto con i miei genitori permettendo a loro troppa ingerenza nella mia vita.
Io per prima non vado fiera del mio comportamento perché ho deluso le aspettative di una persona che mi vuole bene ( e anche le miei perché non pensavo di comportarmi in questo modo) e ho timore dei possibili scontri o incomprensione che possono nascere con i miei genitori, sapendo già come la pensano.
Il mio procastinare non ha fatto altro che generare ulteriori problemi.
Il mio fidanzato è un tipo molto ansioso di suo, ovviamente desidera esser riconosciuto nel suo ruolo da tutti per vivere più tranquillamente la nostra vita.
I miei genitori hanno fatto molto affidamento su di me in questi anni perché hanno avuto dei problemi di salute, relazioni difficili in famiglia e per motivi di studio, andando all'università, ero più spesso a casa sono diventata la valvola di sfogo ma anche maggiormente soggetta a condizionamenti.
La mia idea era quella di comunicare ai miei genitori di voler conoscere e frequentare questa persona illustrando i buoni motivi e poi con il tempo (qualche settimana) dire di esser fidanzati. Continuerei a frequentare il mio fidanzato ma comunicando il fatto di mettere un punto fermo e ripatire.
Secondo voi può esser una buona idea?
Vi ringrazio per la vostra gentile e immediata risposta.
Avete ragione in questi anni non sono stata capace di definire correttamente il rapporto con i miei genitori permettendo a loro troppa ingerenza nella mia vita.
Io per prima non vado fiera del mio comportamento perché ho deluso le aspettative di una persona che mi vuole bene ( e anche le miei perché non pensavo di comportarmi in questo modo) e ho timore dei possibili scontri o incomprensione che possono nascere con i miei genitori, sapendo già come la pensano.
Il mio procastinare non ha fatto altro che generare ulteriori problemi.
Il mio fidanzato è un tipo molto ansioso di suo, ovviamente desidera esser riconosciuto nel suo ruolo da tutti per vivere più tranquillamente la nostra vita.
I miei genitori hanno fatto molto affidamento su di me in questi anni perché hanno avuto dei problemi di salute, relazioni difficili in famiglia e per motivi di studio, andando all'università, ero più spesso a casa sono diventata la valvola di sfogo ma anche maggiormente soggetta a condizionamenti.
La mia idea era quella di comunicare ai miei genitori di voler conoscere e frequentare questa persona illustrando i buoni motivi e poi con il tempo (qualche settimana) dire di esser fidanzati. Continuerei a frequentare il mio fidanzato ma comunicando il fatto di mettere un punto fermo e ripatire.
Secondo voi può esser una buona idea?
[#4]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile ragazza,
la cosa migliore è fare sempre ciò che si sente!
Ascoltandosi e lasciandosi trasportare dalle emozioni, perché è lei che vive queste esperienze in toto ed è solo lei che può decidere... in base ai suoi tempi!
Le esperienze forzate non sono vissute, anzi spesso teatro di disordine e malessere.
Si fidi e si ascolti e proceda di conseguenza.
Di cuore...
la cosa migliore è fare sempre ciò che si sente!
Ascoltandosi e lasciandosi trasportare dalle emozioni, perché è lei che vive queste esperienze in toto ed è solo lei che può decidere... in base ai suoi tempi!
Le esperienze forzate non sono vissute, anzi spesso teatro di disordine e malessere.
Si fidi e si ascolti e proceda di conseguenza.
Di cuore...
[#5]
"Il mio procastinare non ha fatto altro che generare ulteriori problemi.
Il mio fidanzato è un tipo molto ansioso di suo, ovviamente desidera esser riconosciuto nel suo ruolo da tutti per vivere più tranquillamente la nostra vita"
Da quanto leggo abbiamo due ordini di problematiche:
1-Le ansie ed insicurezze del suo fidanzato
2-Il suo rapporto, forse troppo invischiato ed invischiante, con i suoi genitori.
Alla sua età non è necessario essere approvati per poter amare
Ed all'età del suo ragazzo, non è necessario avere un nome ed essere riconosciuto per amare ....
Il mio fidanzato è un tipo molto ansioso di suo, ovviamente desidera esser riconosciuto nel suo ruolo da tutti per vivere più tranquillamente la nostra vita"
Da quanto leggo abbiamo due ordini di problematiche:
1-Le ansie ed insicurezze del suo fidanzato
2-Il suo rapporto, forse troppo invischiato ed invischiante, con i suoi genitori.
Alla sua età non è necessario essere approvati per poter amare
Ed all'età del suo ragazzo, non è necessario avere un nome ed essere riconosciuto per amare ....
[#6]
Ex utente
Due settimane fa io e il mio ragazzo abbiamo avuto una lite sui miei genitori, gli ho detto come avevano reagito quando li avevo informati del nostro rapporto. Loro si sono espressi malamente e io ci sono stata molto male perché per me è stata una mancanza di rispetto nei suoi confronti quando lui si è sempre comportato bene. Mi sono messa a piangere e lui era infastidito da questo comportamento e mi ha lasciato lì senza preoccuparsi molto, non è la prima volta che piango di fronte a lui. Non mi aspettavo grandi cose da parte sua ma un minimo di conforto.
Sabato l’ho chiamato per informarlo dei progressi fatti durante la settimana (ho parlato con uno psicologo, ho chiesto a mia mamma un rapporto meno invischiato), gli ho detto che la cosa più difficile da fare in questo momento era riconquistare la sua fiducia, e sapevo che era deluso da me. Lui si è subito arrabbiato, ha rincarato la dose; ha detto che cose, vere, ma con toni sbagliati; mi parlava sopra; ha rinnegato quanto trascorso insieme; mi ha detto che mi comporto come una bambina viziata, capricciosa e che solo lui conosce il dolore e io no. Ho perso le staffe, ho detto delle cose che mi hanno fatto perdere la dignità.
Ovviamente si è arrabbiato ancora di più. Ieri ho parlato con una persona e ho capito pienamente i miei sbagli, prima li ammettevo solo in parte, ho capito che cosa voleva dire il mio ragazzo con “bambina capricciosa”. Ho capito che devo smetterla di piangermi addosso, che devo assumermi le mie responsabilità. Adesso mi sento meglio, mi sento pronta a rimediare ai miei errori (che ammetto tutti), mi sento finalmente di aver toccato il fondo, ora però mi sento viva.
Lui è stufo, deluso , arrabbiato di questo rapporto spento e noioso. E’ stufo che passa il tempo e non cambia mia niente. Io l’ho perdonato per tutto quello che mi ha detto e non voglio più star qui a rinfacciare il passato ma voglio solo guardare al presente.
Il mio presente è riconquistare la sua fiducia, dimostrare che ho veramente capito i miei errori e sono pronta a intraprendere una cammino con lui, non gli chiedo il perdono immediato ma di osservare come mi comporto per un mese, per dimostrargli veramente che ho capito i miei errori.
La frase “Chi ama, perdona” vale anche in psicologia?
Sabato l’ho chiamato per informarlo dei progressi fatti durante la settimana (ho parlato con uno psicologo, ho chiesto a mia mamma un rapporto meno invischiato), gli ho detto che la cosa più difficile da fare in questo momento era riconquistare la sua fiducia, e sapevo che era deluso da me. Lui si è subito arrabbiato, ha rincarato la dose; ha detto che cose, vere, ma con toni sbagliati; mi parlava sopra; ha rinnegato quanto trascorso insieme; mi ha detto che mi comporto come una bambina viziata, capricciosa e che solo lui conosce il dolore e io no. Ho perso le staffe, ho detto delle cose che mi hanno fatto perdere la dignità.
Ovviamente si è arrabbiato ancora di più. Ieri ho parlato con una persona e ho capito pienamente i miei sbagli, prima li ammettevo solo in parte, ho capito che cosa voleva dire il mio ragazzo con “bambina capricciosa”. Ho capito che devo smetterla di piangermi addosso, che devo assumermi le mie responsabilità. Adesso mi sento meglio, mi sento pronta a rimediare ai miei errori (che ammetto tutti), mi sento finalmente di aver toccato il fondo, ora però mi sento viva.
Lui è stufo, deluso , arrabbiato di questo rapporto spento e noioso. E’ stufo che passa il tempo e non cambia mia niente. Io l’ho perdonato per tutto quello che mi ha detto e non voglio più star qui a rinfacciare il passato ma voglio solo guardare al presente.
Il mio presente è riconquistare la sua fiducia, dimostrare che ho veramente capito i miei errori e sono pronta a intraprendere una cammino con lui, non gli chiedo il perdono immediato ma di osservare come mi comporto per un mese, per dimostrargli veramente che ho capito i miei errori.
La frase “Chi ama, perdona” vale anche in psicologia?
[#7]
(ho parlato con uno psicologo, ho chiesto a mia mamma un rapporto meno invischiato)
Cosa significa?
E' andata per una consultazione, lo psicologo ha ricevuto anche sua madre?
Il Collega ha chiamato sua madre?
Avete effettuato una seduta familiare..?
Non mi è chiaro cosa ha fatto per risolvere questa sua, dolorosa, situazione.
Cosa significa?
E' andata per una consultazione, lo psicologo ha ricevuto anche sua madre?
Il Collega ha chiamato sua madre?
Avete effettuato una seduta familiare..?
Non mi è chiaro cosa ha fatto per risolvere questa sua, dolorosa, situazione.
[#8]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Cara ragazza,
sempre tanta tenerezza il suo racconto e bisogno di essere perdonata.
Il percorso iniziato con il collega è molto importante, perché l' "accompagnerà" in questo "viaggio" di esplorazione e tanta luce verrà fatta in questa relazione.
Si dia tempo per comprendere e per decidere... certo, adesso, il desiderio è tanto di voler certezza, che un giorno possa essere perdonata.
A prescindere dalle frasi fatte, dobbiamo concentrarci sul nostro benessere.
Ascoltare i nostri bisogni e capire, anche, il perché siamo così in tensione nelle relazioni... e uesto lo analizzerà in seduta.
Intanto accogliamo il suo confronto e condivisione.
Di cuore
sempre tanta tenerezza il suo racconto e bisogno di essere perdonata.
Il percorso iniziato con il collega è molto importante, perché l' "accompagnerà" in questo "viaggio" di esplorazione e tanta luce verrà fatta in questa relazione.
Si dia tempo per comprendere e per decidere... certo, adesso, il desiderio è tanto di voler certezza, che un giorno possa essere perdonata.
A prescindere dalle frasi fatte, dobbiamo concentrarci sul nostro benessere.
Ascoltare i nostri bisogni e capire, anche, il perché siamo così in tensione nelle relazioni... e uesto lo analizzerà in seduta.
Intanto accogliamo il suo confronto e condivisione.
Di cuore
[#9]
Ex utente
Gentili Dottoresse
Vi ringrazio per la vostra immediata risposta.
Sono solo andata io dallo psicologo. In seguito alla prima seduta, le vostre parole, le mie riflessioni, le parole del mio fidanzato, il parlare con questa persona ieri hanno generato in me la voglia di reagire. Ho lasciato passare troppo tempo.
Non mi aspetto il perdono immediato e nemmeno la certezza di esser perdonata. Quello che desidero è poter recuperare un rapporto con il mio fidanzato per rimediare ai miei errori.
Lui ha diritto di ricostruirsi una vita se non sono io la persona giusta. Credo però di avere ancora molto da dare in questo storia, tutto quello che non questo anno non ho dato.
La paura è quella che lui possa dimenticarmi con un'altra prima senza aver dato a me la possibilità di rimediare ai miei errori. Sì sono gelosa.
Lo so che non dovrò arrendermi, che non sarà facile credermi, ho fatto tante parole e pochi fatti fino adesso e sabato nella rabbia mi ha detto che mi vuole ancora bene e a questo che mi sto attaccando per ricucire il rapporto.
Vi ringrazio per la vostra immediata risposta.
Sono solo andata io dallo psicologo. In seguito alla prima seduta, le vostre parole, le mie riflessioni, le parole del mio fidanzato, il parlare con questa persona ieri hanno generato in me la voglia di reagire. Ho lasciato passare troppo tempo.
Non mi aspetto il perdono immediato e nemmeno la certezza di esser perdonata. Quello che desidero è poter recuperare un rapporto con il mio fidanzato per rimediare ai miei errori.
Lui ha diritto di ricostruirsi una vita se non sono io la persona giusta. Credo però di avere ancora molto da dare in questo storia, tutto quello che non questo anno non ho dato.
La paura è quella che lui possa dimenticarmi con un'altra prima senza aver dato a me la possibilità di rimediare ai miei errori. Sì sono gelosa.
Lo so che non dovrò arrendermi, che non sarà facile credermi, ho fatto tante parole e pochi fatti fino adesso e sabato nella rabbia mi ha detto che mi vuole ancora bene e a questo che mi sto attaccando per ricucire il rapporto.
[#11]
Ex utente
Gentilissime Dottoresse
Vi ricontatto per conoscere anche il vostro punto di vista. Grazie in anticipo.
Sono molto dispiaciuta per quello che è successo con il mio fidanzato: ci siamo detti delle cose non belle, delle cattiverie, non siamo stati in grado di instaurare un dialogo tra persone mature ma abbiamo fatto gara a farci i dispetti e a rinfacciarci le cose.
Questa situazione mi pesa molto: sono giorni che dormo male, non ho fame, sono tesa, non riesco a concentrarmi ed è il mio pensiero fisso. Non lo sento perché mi aveva detto che non voleva parlarmi per un po’. In questi giorni ho anche trovato lavoro, sono stata felice 5 minuti (il tempo della telefonata) e poi sono ripiombata nella mia tristezza.
Quello che mi fa star male è il fatto che io non sia stata in grado di pretendere la mia indipendenza emotiva dai miei genitori e loro non siano stati di lasciarmi andare e tutto questo ha avuto delle ricadute sulla mia storia. Ho paura che il io fidanzato mi lasci, proprio adesso che ho intrapreso strada per l’indipendenza emotiva dai miei genitori. I nostri problemi sono causati da questo e non da un’incompatibilità caratteriale. Mi dispiace di essermene accorta troppo tardi che la mia volontà e il suo amore non sono stati sufficienti a risolvere i miei problemi con la mia famiglia.
Io penso che il quadro familiare in cui sono cresciuta negli ultimi 13 anni sia stato molto delicato. Dieci anni di liti, pianti, silenzi…. che i miei hanno fatto nei confronti del compagno di mia sorella e di mia sorella, hanno generato in me una paura, che quanto vissuto potesse ripetersi nel mio caso. Infatti all’inizio quando io ho parlato di lui subito hanno apprezzato la nostra frequentazione e poi quando io gli ho di nuovo parlato hanno espresso la loro disapprovazione per questa storia e io sono scoppiata (speravo un minimo di sostegno da parte del mio fidanzato … niente). Credevo che la storia di mia sorella avesse potuto essergli da esempio ai miei genitori, io ho sempre accolto le lamentele di tutti, sono sempre stata molto tollerabile e comprensiva, sono sempre stata vicina a un mio genitore colpito da una malattia per il quale non c’è guarigione, speravo che questa volta le cose fossero diverse. Loro possono esprimere le loro opinioni da genitori ma devono anche non giudicarmi e lasciarmi libera di sbagliare.
Io sono pronta parlare nuovamente con i miei genitori. Ritenete che questa sia una situazione delicata?
Ho preteso troppo a chiedere un minimo di sostegno al mio fidanzato, per carità lui mi ha detto che devo cresce, che devo parlare di più con miei? Lui è già in cura dallo psicologo, per diversi motivi e sicuramente questa situazione lo ha stressato molto. In questo momento lui è arrabbiato, stufo, deluso, mi preoccupa il fatto che essendo una persona molto orgogliosa, ansiosa, rancorosa e impaziente non voglia darmi il tempo di stabilire il giusto equilibrio con la mia famiglia, avendomi già dato troppo tempo come dice lui.
Come posso gestire in modo corretto la situazione con i miei genitori?
Scusate le sfogo e Grazie di cuore.
Vi ricontatto per conoscere anche il vostro punto di vista. Grazie in anticipo.
Sono molto dispiaciuta per quello che è successo con il mio fidanzato: ci siamo detti delle cose non belle, delle cattiverie, non siamo stati in grado di instaurare un dialogo tra persone mature ma abbiamo fatto gara a farci i dispetti e a rinfacciarci le cose.
Questa situazione mi pesa molto: sono giorni che dormo male, non ho fame, sono tesa, non riesco a concentrarmi ed è il mio pensiero fisso. Non lo sento perché mi aveva detto che non voleva parlarmi per un po’. In questi giorni ho anche trovato lavoro, sono stata felice 5 minuti (il tempo della telefonata) e poi sono ripiombata nella mia tristezza.
Quello che mi fa star male è il fatto che io non sia stata in grado di pretendere la mia indipendenza emotiva dai miei genitori e loro non siano stati di lasciarmi andare e tutto questo ha avuto delle ricadute sulla mia storia. Ho paura che il io fidanzato mi lasci, proprio adesso che ho intrapreso strada per l’indipendenza emotiva dai miei genitori. I nostri problemi sono causati da questo e non da un’incompatibilità caratteriale. Mi dispiace di essermene accorta troppo tardi che la mia volontà e il suo amore non sono stati sufficienti a risolvere i miei problemi con la mia famiglia.
Io penso che il quadro familiare in cui sono cresciuta negli ultimi 13 anni sia stato molto delicato. Dieci anni di liti, pianti, silenzi…. che i miei hanno fatto nei confronti del compagno di mia sorella e di mia sorella, hanno generato in me una paura, che quanto vissuto potesse ripetersi nel mio caso. Infatti all’inizio quando io ho parlato di lui subito hanno apprezzato la nostra frequentazione e poi quando io gli ho di nuovo parlato hanno espresso la loro disapprovazione per questa storia e io sono scoppiata (speravo un minimo di sostegno da parte del mio fidanzato … niente). Credevo che la storia di mia sorella avesse potuto essergli da esempio ai miei genitori, io ho sempre accolto le lamentele di tutti, sono sempre stata molto tollerabile e comprensiva, sono sempre stata vicina a un mio genitore colpito da una malattia per il quale non c’è guarigione, speravo che questa volta le cose fossero diverse. Loro possono esprimere le loro opinioni da genitori ma devono anche non giudicarmi e lasciarmi libera di sbagliare.
Io sono pronta parlare nuovamente con i miei genitori. Ritenete che questa sia una situazione delicata?
Ho preteso troppo a chiedere un minimo di sostegno al mio fidanzato, per carità lui mi ha detto che devo cresce, che devo parlare di più con miei? Lui è già in cura dallo psicologo, per diversi motivi e sicuramente questa situazione lo ha stressato molto. In questo momento lui è arrabbiato, stufo, deluso, mi preoccupa il fatto che essendo una persona molto orgogliosa, ansiosa, rancorosa e impaziente non voglia darmi il tempo di stabilire il giusto equilibrio con la mia famiglia, avendomi già dato troppo tempo come dice lui.
Come posso gestire in modo corretto la situazione con i miei genitori?
Scusate le sfogo e Grazie di cuore.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 3k visite dal 19/11/2014.
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