Blocco nello studio
Buongiorno,
sono una ragazza di 23 anni, ormai iscritta al 5°anno di corso di laurea in architettura. L'anno d'iscrizione non corrisponde, però, al mio reale stato di studio. Sono infatti ferma agli esami del primo anno di corso, più qualche esame di secondo e terzo anno, senza comunque arrivare neppure a 10 esami totali. Premetto di essere stata sempre una studentessa "modello", mi sono diplomata col massimo dei voti e sono stata sempre l'orgoglio dei miei genitori. Almeno finché non ho intrapreso la carriera universitaria. La mia situazione è piuttosto particolare e credo di dover andare molto indietro nel tempo per poterla ben descrivere. Il mio primo anno d'università è andato piuttosto bene, ho fatto la pendolare quotidianamente (viaggio per circa 60 km) senza sentirlo come reale peso e ho cercato di conciliare qualche lavoro per mantenermi e autogestirmi. Ho affrontato i primi esami con buoni voti e tante soddisfazioni. Al termine del primo anno, la persona con cui avevo maggiormente legato si è trasferita in un'altra università. Durante lo stesso periodo, il mio ragazzo ha conosciuto un'altra ragazza per la quale sono stata lasciata. Il mio umore non era dei migliori e durante la sessione d'esame successiva non ho fatto esami. Mio padre non l'ha presa bene e non mi ha rivolto la parola per due mesi circa. Ho riallacciato i rapporti con il mio ragazzo. Ho ricominciato a frequentare le lezioni ma con pochi stimoli e con una crescente incapacità di relazionarmi con altri e di reagire. Il tutto è proseguito, con alti e bassi, fino ad oggi. Durante il terzo anno di corso ho provato ad affrontare le mie paure e a dare un esame. Il risultato è stato disastroso: non sono stata bocciata, ma ho avuto un voto molto basso dopo aver avuto un crollo emotivo di fronte a professore e colleghi, cosa che non ha di certo aiutato la mia autostima. Ad oggi, continuo a lavorare per mantenermi agli studi, senza però fare nulla per portarli avanti. Frequento l'università, dove arrivo sola e vado via senza aver parlato con nessuno. Sento che il mondo mi sta crollando addosso, ma non so da dove cominciare per ripulire le macerie e risollevarmi, ricostruire qualcosa. Mio padre (che non ha mai contribuito economicamente alla mia istruzione) non mi stima più, anzi, ha affermato in più di un'occasione di vergognarsi dei miei fallimenti. Il mio ragazzo dà ragione a mio padre senza, però, aiutarmi ad andare avanti. La situazione economica in cui ci troviamo influisce, in parte: per studiare devo mettere da parte i soldi per pagare le mie tasse e permettermi il biglietto dell'autobus. Sento di aver toccato il fondo, e nonostante questo di andare sempre più giù.
sono una ragazza di 23 anni, ormai iscritta al 5°anno di corso di laurea in architettura. L'anno d'iscrizione non corrisponde, però, al mio reale stato di studio. Sono infatti ferma agli esami del primo anno di corso, più qualche esame di secondo e terzo anno, senza comunque arrivare neppure a 10 esami totali. Premetto di essere stata sempre una studentessa "modello", mi sono diplomata col massimo dei voti e sono stata sempre l'orgoglio dei miei genitori. Almeno finché non ho intrapreso la carriera universitaria. La mia situazione è piuttosto particolare e credo di dover andare molto indietro nel tempo per poterla ben descrivere. Il mio primo anno d'università è andato piuttosto bene, ho fatto la pendolare quotidianamente (viaggio per circa 60 km) senza sentirlo come reale peso e ho cercato di conciliare qualche lavoro per mantenermi e autogestirmi. Ho affrontato i primi esami con buoni voti e tante soddisfazioni. Al termine del primo anno, la persona con cui avevo maggiormente legato si è trasferita in un'altra università. Durante lo stesso periodo, il mio ragazzo ha conosciuto un'altra ragazza per la quale sono stata lasciata. Il mio umore non era dei migliori e durante la sessione d'esame successiva non ho fatto esami. Mio padre non l'ha presa bene e non mi ha rivolto la parola per due mesi circa. Ho riallacciato i rapporti con il mio ragazzo. Ho ricominciato a frequentare le lezioni ma con pochi stimoli e con una crescente incapacità di relazionarmi con altri e di reagire. Il tutto è proseguito, con alti e bassi, fino ad oggi. Durante il terzo anno di corso ho provato ad affrontare le mie paure e a dare un esame. Il risultato è stato disastroso: non sono stata bocciata, ma ho avuto un voto molto basso dopo aver avuto un crollo emotivo di fronte a professore e colleghi, cosa che non ha di certo aiutato la mia autostima. Ad oggi, continuo a lavorare per mantenermi agli studi, senza però fare nulla per portarli avanti. Frequento l'università, dove arrivo sola e vado via senza aver parlato con nessuno. Sento che il mondo mi sta crollando addosso, ma non so da dove cominciare per ripulire le macerie e risollevarmi, ricostruire qualcosa. Mio padre (che non ha mai contribuito economicamente alla mia istruzione) non mi stima più, anzi, ha affermato in più di un'occasione di vergognarsi dei miei fallimenti. Il mio ragazzo dà ragione a mio padre senza, però, aiutarmi ad andare avanti. La situazione economica in cui ci troviamo influisce, in parte: per studiare devo mettere da parte i soldi per pagare le mie tasse e permettermi il biglietto dell'autobus. Sento di aver toccato il fondo, e nonostante questo di andare sempre più giù.
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<Premetto di essere stata sempre una studentessa "modello", mi sono diplomata col massimo dei voti e sono stata sempre l'orgoglio dei miei genitori>
Gentile Ragazza,
probabilmente ha retto bene sforzi e fatiche per essere al top fino a quando tutto è andato per il verso giusto.
La perdita del sostegno di affetti importanti, l'amico trasferito, la rottura col suo ragazzo, sembrano aver determinato un crollo emotivo che si è inevitabilmente riverberato sulla qualità della sua applicazione allo studio.
Si è aggiunta poi la reazione di suo padre del quale ora non percepisce più la stima, credo fattore importantissimo per lei che potrebbe averla sostenuta nel tenere duro e conseguire in precedenza i brillanti risultati descritti...così probabilmente ha smarrito la fiducia nelle sue possibilità non essendoci più nessuno, nemmeno il suo ragazzo, a sostenerla emotivamente e ad aiutarla a credere in sé...ipotizzo
<Sento che il mondo mi sta crollando addosso> ed è comprensibile dato quanto ci ha esposto, ma non si arrenda davanti a questo suo sentire e al blocco che sta sperimentando,
nulla delle sue qualità e possibilità è andato perduto.
Può sempre ritrovare risorse e potenzialità smarrite, tornare a credere in sé e nelle sue possibilità,magari anche sganciandosi un po' più dalle altrui aspettative e giudizi e imparando a essere meno severa con se stessa.
Un nostro collega la potrebbe accompagnare ad uscire dall'impasse che sta sperimentando , può rivolgersi al servizio pubblico, ad esempio presso il Consultorio Familiare ASL del suo territorio, provi ad informarsi.
Restiamo in ascolto
Gentile Ragazza,
probabilmente ha retto bene sforzi e fatiche per essere al top fino a quando tutto è andato per il verso giusto.
La perdita del sostegno di affetti importanti, l'amico trasferito, la rottura col suo ragazzo, sembrano aver determinato un crollo emotivo che si è inevitabilmente riverberato sulla qualità della sua applicazione allo studio.
Si è aggiunta poi la reazione di suo padre del quale ora non percepisce più la stima, credo fattore importantissimo per lei che potrebbe averla sostenuta nel tenere duro e conseguire in precedenza i brillanti risultati descritti...così probabilmente ha smarrito la fiducia nelle sue possibilità non essendoci più nessuno, nemmeno il suo ragazzo, a sostenerla emotivamente e ad aiutarla a credere in sé...ipotizzo
<Sento che il mondo mi sta crollando addosso> ed è comprensibile dato quanto ci ha esposto, ma non si arrenda davanti a questo suo sentire e al blocco che sta sperimentando,
nulla delle sue qualità e possibilità è andato perduto.
Può sempre ritrovare risorse e potenzialità smarrite, tornare a credere in sé e nelle sue possibilità,magari anche sganciandosi un po' più dalle altrui aspettative e giudizi e imparando a essere meno severa con se stessa.
Un nostro collega la potrebbe accompagnare ad uscire dall'impasse che sta sperimentando , può rivolgersi al servizio pubblico, ad esempio presso il Consultorio Familiare ASL del suo territorio, provi ad informarsi.
Restiamo in ascolto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile Utente,
Sembra che il suo rendimento sia intersecato alle dinamiche affettive, come se il sostegno delle emozioni le desse sostegno nello studio.
Dovrebbe- con un aiuto di tipo psicologico, anche in convenzione- ritrovare la motivazione anche senza affetti,
Lo studio, la laurea ed il futuro lavoro sono altro dalla dimensione amicale ed amorosa.
Sembra che il suo rendimento sia intersecato alle dinamiche affettive, come se il sostegno delle emozioni le desse sostegno nello studio.
Dovrebbe- con un aiuto di tipo psicologico, anche in convenzione- ritrovare la motivazione anche senza affetti,
Lo studio, la laurea ed il futuro lavoro sono altro dalla dimensione amicale ed amorosa.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.1k visite dal 19/11/2014.
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