Depressione psicotica da 4 mesi senza miglioramenti.
Mi chiamo Paolo e ho un problema abbastanza serio con mio padre, 50 anni. Forse mi dilungherò, ma siamo disperati. Parto con una breve introduzione sulla sua persona cosi da rendere il quadro un po' più chiaro:
E' stato sempre molto sicuro di sè, un grande imprenditore, un leone. Ha avuto una grande vita, ricca di soddisfazioni e priva di alcun problema.
Con la crisi, negli ultimi tre anni il lavoro e la sua ditta sono iniziati a calare ma ha sempre continuato la sua attività nonostante avesse tagliato personale (probabilmente un fattore influente ma relativo).
I primi problemi psicologici sono iniziati a venire fuori a Marzo 2014 quando si è dovuto operare al menisco (dopo altre due operazioni 4 e 7 anni fa). Nell'attesa delle visite pre-operatorie e dell'operazione stessa iniziava ad essere molto irrequieto, arrivando addirittura a piangere o a insistere a noi figli di non uscire ad esempio il Sabato per tenerlo compagnia. Fino a qui, niente di preoccupante, lo avevamo inteso come un momento no. Passata l'operazione, tutto ritorna come prima, a parte le normali preoccupazioni per il lavoro.
Arriva Maggio, e per la mia famiglia inizia un calvario, viene diagnosticato un tumore al seno a mia mamma, fortunatamente localizzato( e mio padre inizia a risultare molto debole, triste, bisognoso di affetto. Cosa normale, anche noi figli stavamo male.)
A luglio mia madre si opera e torna a casa in attesa di cominciare 6 cicli di chemioterapia. E' da li più o meno, che mio padre inizia a perdere colpi, in modo abbastanza rapido. E' visibilmente giù di morale, autonomamente, sotto consiglio di un amico prende "Xanax" per qualche sera, ma peggiora, e non so se sia colpa delle benzodiazepine, dopo un paio di pillole, DA ALLORA inizia anche ad avere altri sintomi: si muove in modo strano, ma non sono tremori. Addirittura canta dal nervoso. E' solo l'inizio di un' estate tormentata. Il medico curante gli prescrive "Lexotan", ma il risultato non cambia.Alle visite con i dottori lui risulta normale e tranquillo ma poi a casa è un'altro uomo. Passiamo ad un neurologo amico di famiglia, che gli fa continuare la cura, ma gli associa di sera "Elopram" e una volta a settimana una psicologa . Il risultato non cambia, inizia ad avere fobie varie, per motivi futili, dice che vuole togliersi la vita, e più volte tenta il suicidio, ma in modi non efficaci, forse vuole richiamare l'attenzione.
A Settembre proviamo a consultare uno psichiatra che lavora in una clinica di igiene mentale, stavolta si passa a Samyr e Lexotan. Passano settimane, la notte dorme, ma al mattino ritornano tutti i problemi, inizia anche a vomitare dopo le gocce.
Ora dopo un altro consulto sta prendendo da 12 giorni Cipralex e Quetiapina. Ma resta tutto invariato.
Stiamo male, è diventato pazzo, in soli 4 mesi... ogni medicina sembra benzina sul fuoco, non sappiamo più dove andare, sta perdendo tutto, il lavoro, la famiglia e tutto ciò che aveva costruito,dice di non provare sentimenti...
E' stato sempre molto sicuro di sè, un grande imprenditore, un leone. Ha avuto una grande vita, ricca di soddisfazioni e priva di alcun problema.
Con la crisi, negli ultimi tre anni il lavoro e la sua ditta sono iniziati a calare ma ha sempre continuato la sua attività nonostante avesse tagliato personale (probabilmente un fattore influente ma relativo).
I primi problemi psicologici sono iniziati a venire fuori a Marzo 2014 quando si è dovuto operare al menisco (dopo altre due operazioni 4 e 7 anni fa). Nell'attesa delle visite pre-operatorie e dell'operazione stessa iniziava ad essere molto irrequieto, arrivando addirittura a piangere o a insistere a noi figli di non uscire ad esempio il Sabato per tenerlo compagnia. Fino a qui, niente di preoccupante, lo avevamo inteso come un momento no. Passata l'operazione, tutto ritorna come prima, a parte le normali preoccupazioni per il lavoro.
Arriva Maggio, e per la mia famiglia inizia un calvario, viene diagnosticato un tumore al seno a mia mamma, fortunatamente localizzato( e mio padre inizia a risultare molto debole, triste, bisognoso di affetto. Cosa normale, anche noi figli stavamo male.)
A luglio mia madre si opera e torna a casa in attesa di cominciare 6 cicli di chemioterapia. E' da li più o meno, che mio padre inizia a perdere colpi, in modo abbastanza rapido. E' visibilmente giù di morale, autonomamente, sotto consiglio di un amico prende "Xanax" per qualche sera, ma peggiora, e non so se sia colpa delle benzodiazepine, dopo un paio di pillole, DA ALLORA inizia anche ad avere altri sintomi: si muove in modo strano, ma non sono tremori. Addirittura canta dal nervoso. E' solo l'inizio di un' estate tormentata. Il medico curante gli prescrive "Lexotan", ma il risultato non cambia.Alle visite con i dottori lui risulta normale e tranquillo ma poi a casa è un'altro uomo. Passiamo ad un neurologo amico di famiglia, che gli fa continuare la cura, ma gli associa di sera "Elopram" e una volta a settimana una psicologa . Il risultato non cambia, inizia ad avere fobie varie, per motivi futili, dice che vuole togliersi la vita, e più volte tenta il suicidio, ma in modi non efficaci, forse vuole richiamare l'attenzione.
A Settembre proviamo a consultare uno psichiatra che lavora in una clinica di igiene mentale, stavolta si passa a Samyr e Lexotan. Passano settimane, la notte dorme, ma al mattino ritornano tutti i problemi, inizia anche a vomitare dopo le gocce.
Ora dopo un altro consulto sta prendendo da 12 giorni Cipralex e Quetiapina. Ma resta tutto invariato.
Stiamo male, è diventato pazzo, in soli 4 mesi... ogni medicina sembra benzina sul fuoco, non sappiamo più dove andare, sta perdendo tutto, il lavoro, la famiglia e tutto ciò che aveva costruito,dice di non provare sentimenti...
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Caro ragazzo,
e' una stretta al cuore il suo racconto, proprio perché l' "impotenza" e il disorientamento la fanno da padrona.
Il papà, in relazione ad importanti cambiamenti della vita, sembra aver sviluppato uno "scompenso" e occorre venga fatta una accurata diagnosi, anche se già stato preso in carico da alcuni medici.
Lo psichiatra, in tal caso, dovrebbe essere la figura di riferimento per una rivalutazione, anche, farmacologica, che non è di nostra competenza.
Allorché si procede con la terapia corretta.
Anche la famiglia avrebbe bisogno di un supporto, in quanto il carico emotivo, per tutta la situazione anche lavorativa, è significativo.
Confrontatevi con il medico di famiglia, rivolgetevi ad una clinica di salute mentale, dove possano operare in sinergia e in équipe sia lo psichiatra che lo psicoterapeuta.
Rimaniamo in ascolto.
Di cuore, un po' di serenità!
e' una stretta al cuore il suo racconto, proprio perché l' "impotenza" e il disorientamento la fanno da padrona.
Il papà, in relazione ad importanti cambiamenti della vita, sembra aver sviluppato uno "scompenso" e occorre venga fatta una accurata diagnosi, anche se già stato preso in carico da alcuni medici.
Lo psichiatra, in tal caso, dovrebbe essere la figura di riferimento per una rivalutazione, anche, farmacologica, che non è di nostra competenza.
Allorché si procede con la terapia corretta.
Anche la famiglia avrebbe bisogno di un supporto, in quanto il carico emotivo, per tutta la situazione anche lavorativa, è significativo.
Confrontatevi con il medico di famiglia, rivolgetevi ad una clinica di salute mentale, dove possano operare in sinergia e in équipe sia lo psichiatra che lo psicoterapeuta.
Rimaniamo in ascolto.
Di cuore, un po' di serenità!
[#2]
Caro ragazzo,
Mi associo alla collega per il consiglio di rivolgervi ad una equipe specializzata.
Forse le cure somministrate fino ad ora non sonp state in grado di mettete dei confini alle espressioni del disagio che suo padre sta vivendo. Forse bisogna cambiare specialista e mettere a punto una terapia idonea a supporto di una psicoterapia.
Anche la famiglia dovrebbe essere istruita ad avere un atteggiamento propositivo, fiducia, calma.
Occorre davvero un intervento sinergico.
Abbiate fiducia prima di tutto.
Ci tenga informati
Mi associo alla collega per il consiglio di rivolgervi ad una equipe specializzata.
Forse le cure somministrate fino ad ora non sonp state in grado di mettete dei confini alle espressioni del disagio che suo padre sta vivendo. Forse bisogna cambiare specialista e mettere a punto una terapia idonea a supporto di una psicoterapia.
Anche la famiglia dovrebbe essere istruita ad avere un atteggiamento propositivo, fiducia, calma.
Occorre davvero un intervento sinergico.
Abbiate fiducia prima di tutto.
Ci tenga informati
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
D'accordo con le Colleghe consiglio di appoggiarsi ad uno psichiatra e insieme ad una psicoterapia sistemica relazionale, è necessario ritrovare la calma, forse la moglie malata ha fatto precipitare l'equilibrio di questo vostro padre che nella moglie trovava affetto e appoggio. Cercate di ritrovare la calma e l'energia per riprendere tutti in mano la barra del timone della vostra famiglia..
Le soluzioni ci sono, abbiate fiducia nell'amore che vi lega ed anche nei farmaci che non funzionano, istantaneamente..
Restiamo in ascolto..
Le soluzioni ci sono, abbiate fiducia nell'amore che vi lega ed anche nei farmaci che non funzionano, istantaneamente..
Restiamo in ascolto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.5k visite dal 19/11/2014.
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