Difficoltà nello studio e consiglio

Salve,

scrivo qui di nuovo per delle difficoltà che mi trovo ad affrontare ogni giorno nello studio. Sono molto distratta e poco concentrata, basta niente e la mia concentrazione svanisce. Impiego molto tempo a studiare ed il fatto di essere in ritardo con gli studi mi è di gran peso. Guardo con ansia, con senso di angoscia il traguardo raggiunto dagli altri mentre io non riesco a prendere un ritmo. Spesso penso ai miei ex colleghi ormai laureati e in specialità (studio medicina) e questo pensiero invade la mia mente di continuo e non riesco a focalizzarmi su quello che è il mio obiettivo, cioè studiare, dare l'esame e arrivare al termine, ma penso e ripenso a quanto siano stati bravi e a quanto io non lo sia. Anziché diventare motivo di sprono ad applicarmi di più, sta diventando un fattore che, al contrario, mi deprime, mi angoscia e mi fa sentire una completa incapace inferiore a loro. E tutto questo mi crea gran difficoltà perché per non pensare, per allontanare l'ansia, mi distraggo, con internet, con tutt'altro ed il tempo per studiare si riduce drasticamente. Me ne rendo conto, ogni giorno mi impongo di cambiare metodo, di allontanarmi da fonti di distrazione, ma poi ricomincio con le solito abitudini, perché "il non pensare" mi da sollievo. Però ora non so più cosa fare e vorrei darmi uno scossone e svegliarmi.

Capisco che la situazione necessiti di un consulto reale, avrei bisogno di iniziare una psicoterapia e, probabilmente, di un supporto farmacologico per l'ansia che mi divora. Mi sono rivolta al centro psicologico della mia università in quanto, per il momento, è l'unico servizio di cui potrei disporre, essendo tra le altre cose gratuito, ma è passato del tempo da quando ho presentato richiesta e non ho avuto ancora notizie.

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

dal momento che è consapevole di aver bisogno di un aiuto da parte di un professionista, può anche consultare i Servizi di Psicologia Clinica che nella Sua città sono certamente presenti ma anche i consultori della zona.

Se la lista d'attesa in università è troppo lunga, cambi strada per cercare lo psicoterapeuta più adatto ed eventualmente parli con il medico di base per un eventuale supporto farmacologico.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Ragazza,
l'ansia è nemica della concentrazione e dello studio.

Confrontarsi con gli altri non l'aiuta, rimuginare sul problema, sui ritradi, il tempo che passa e preme anche. Come lei stessa dice alimenta le difficoltà.

Ha fatto benissimo a rivolgersi allo sportello di ascolto psicologico della sua facoltà, provi a chiedere notizie sul suo appuntamento, può anche riferirsi al Consultorio Familiare ASL del suo territorio.

E' importante che faccia riferimento a un nostro collega che la possa accompagnare a far fronte in modo efficace all'ansia che ci descrive e a conseguire i suoi obiettivi di studio con serenità e profitto.
E' studente fuori sede?
Cosa ne pensano i suoi del suo percorso di studio?

Intanto può leggere qui
http://www.polimi.it/fileadmin/user_upload/Studenti/Spazio_ascolto/studiare_bene.pdf

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile lettrice,

Potrebbe essere utile un breve e mirato percorso di rimotivazione allo studio, che può fare anche con uno psicoterapeuta esperto... a volte in pochissime sedute le persone riescono a ritrovare quella motivazione tanta desiderata!

I percorsi di rimotivazione allo studio mirano a costruire nuovi significati da applicare ad una situazione scolastica, caratterizzata da uno stato di empasse.

"Il presupposto e' che ciò che rende una situazione statica ed inefficace sia non tanto un’incapacità personale, ad es. in casi di deficit, quanto invece una serie di significati, che vengono attribuiti a quella situazione in modo tale da non rendere visibili altri punti di vista.

Lo scopo e' sfidare la rigidità di quei significati, affinché altre storie dotate di flessibilità e risorse si rendano disponibili per affrontare le situazioni di empasse"!

Dopodiché è sempre importante e costruttivo un vero e proprio percorso di psicoterapia, per una identificazione ed elaborazione profonda dei propri vissuti.

Un caro saluto e rimaniamo in ascolto...

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Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Vi ringrazio per le risposte ed i consigli.
Sto leggendo con molto interesse il link della Dott.ssa Rinella.

Sì, sono studentessa fuori sede. I miei sono consapevoli delle mie difficoltà che, tra le tante cose, dipendono anche da brutti periodi vissuti in casa, sia passati, durante l'infanzia e l'adolescenza che in concomitanza con l'inizio del mio percorso all'università. Non fanno troppe pressioni se non quando rimando un esame che ho preparato a lungo. Chiaramente è percepibile che preferirebbero che io fossi più avanti con lo studio.

Ultimamente preferisco studiare in aule lettura, in biblioteca, in spazi in cui ci sono più persone che studiano, mi sento meno sola e mi distraggo meno, probabilmente trovarsi in un luogo in cui tutti sono o sembrano concentrati è un incentivo in più. Ma sto diventando estremamente intollerante a rumori e brusio, non tanto quando sono in aula lettura ma quando sono in casa ed i miei coinquilini ripetono ad alta voce.

In passato sono stata da una psicoterapeuta, per un periodo molto breve, ho dovuto interrompere causa trasferimento, ma non sarei potuta andare oltre per il costo delle sedute. Con molta difficoltà ho poi deciso di rivolgermi a questo centro di supporto per studenti, con difficoltà in quanto studiando medicina, mi trovo a frequentare un luogo in cui conosco molti "colleghi" ed ex, diventati ormai medici o specializzandi. Molti dei quali si trovano proprio nel dipartimento di psichiatria e, per me, questo è stato un grande ostacolo.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Ragazza,
per prima cosa la inviterei a sollecitare o, almeno, ad informarsi sulla tempistica del centro d'ascolto universitario a cui si è rivolta, facendo presente la sua necessità di avere un colloquio al più presto, se non proprio la sua urgenza.

In secondo luogo, vorrei proporle la seguente lettura come spunto di riflessione:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2900-l-imperfezione-del-perfezionismo.html
Che ne pensa?
Ci si rispecchia in qualche modo?

Cordialmente,





Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazza,
è possibile/probabile che il problema vada affrontato a più largo raggio e non limitandolo soltanto alla questione mancanza di concentrazione - confronto con i colleghi. E' necessario pertanto che si affidi ad uno psicoterapeuta.
Se non può accedere al Servizio universitario o pubblico, esistono anche consultori privati a basso costo e tenga inoltre presente che, soprattutto con la psicoterapia breve, possono bastare poche sedute per risolvere il problema.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Salve Dott.ssa Sciubba, a tal proposito, mi ero informata, in realtà è molto tempo che cerco alternative anche nel privato, perché vorrei iniziare una psicoterapia, ma spesso mi sono trovata di fronte a tariffe diciamo convenienti, ma non si trattava di psicoterapeuti. Magari risulterò pretenziosa, ma credo di aver bisogno proprio di uno psicoterapeuta ed eventualmente di un consulto psichiatrico per valutare un sostegno farmacologico.

La terapeuta dalla quale andavo aveva come orientamento la strategico breve, ecco, sinceramente, non credo di poter dire che poche sedute mi basterebbero, le cose da rielaborare sono molte e sono consapevole anche di questo. Purtroppo la questione economica è una realtà che non mi consente di muovermi liberamente.
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Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Dott.ssa Scalco, ho letto l'articolo e devo dire che mi rispecchia ampiamente.

In particolare :
- "i risultati positivi non lo lasciano realmente soddisfatto"
Devo dire che noto spesso che pur superando un esame con buoni risultati, non sono soddisfatta, non sono felice, ma penso, invece, che avrei potuto rispondere meglio, che mi mancava qualcosa, che avrei potuto prendere trenta anziché ventinove. Sì, mi dico che sono stata brava, ma. C'è sempre un ma.

- "Può anche tendere a rimandare ciò che deve fare perché il carico cognitivo richiesto dal suo modo abituale di procedere è eccessivo e può sia non disporre delle energie necessarie per fare alla perfezione quella determinata cosa, sia temere di non riuscire a farla per incapacità in tutto questo può giocare un ruolo anche l’opinione degli altri"
Anche qui, esattamente, arrivo al punto di essere esausta, sia fisicamente che psicologicamente. Stanchezza eccessiva, ansia eccessiva e paura di non riuscire a finire il programma, ad esempio, e inizia la paura, l'angoscia.

E poi ancora mi ritrovo nella rabbia, frustrazione, depressione, senso di colpa e vergogna. A volte, in prossimità dell'esame, proprio l'aver accumulato una serie di ansie e paure per lungo tempo, mi cadere in uno stato depressivo.
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Cara ragazza,

provi a rivolgersi ad un consultorio, se sente questo bisogno di individuare l'origine del suo malessere e l'elaborazione dei vissuti, così con un primo colloquio (spesso gratuito), può capire se si sente in buona interazione ed intraprendere un percorso.

Rimaniamo in ascolto.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
<<credo di aver bisogno proprio di uno psicoterapeuta>>

Lo penso anch'io: è indispensabile avere la preparazione necessaria per "mettere le mani" su questioni così importanti.

<<ho letto l'articolo e devo dire che mi rispecchia ampiamente>>

Mi fa piacere di aver avuto un'intuizione corretta sulla base di quanto ci scriveva: così ha un punto di partenza per il suo lavoro su se stessa.
Magari per ora per conto suo e, non appena le sarà possibile, con l'aiuto di un Collega.

In bocca al lupo!

[#11]
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Vi ringrazio per le risposte, i consigli ed link che ho salvato e utilizzato per prendere qualche spunto. Crepi il lupo!

Il problema è che, non vorrei sembrare presuntuosa, ma conosco (magari non tutti) i problemi che sono alla base di questo mio malessere che si ripercuote poi nello studio ma in generale nella mia vita. Mi mancano chiaramente gli strumenti per arginare i danni, perché spesso è come se fossi un fiume in piena e in quei momenti è difficile razionalizzare, ragionare con calma. Tendenzialmente sono una persona ansiosa, quando sono sotto stress, in questo caso faccio riferimento ad un esame che si avvicina, che sono esami impegnativi anche nel senso di numero di interrogazioni che oscillano tra le quattro/cinque molto spesso, ecco, non so, ma inizio ad avere dei pensieri devastanti, distruttivi e non è normale. Ho delle vere crisi. Non succede sempre e non sono crisi che hanno sempre la stessa portata. Ma temo di non avere strumenti per poter andare oltre quello che può essere un riconoscimento di cause ed effetti, mi domando spesso, sì, ma ora che faccio? Per questo continuo a sperare che mi chiamino dal centro dell'università e di avere un appoggio.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<Ma temo di non avere strumenti per poter andare oltre quello che può essere un riconoscimento di cause ed effetti, mi domando spesso, sì, ma ora che faccio?>

Comprensibilissimo, anche perché compendere le cause non significa risolvere il problema.
Dato quanto ci ha riferito poi, le sue difficoltà di studio non sembrerebbero avulse da problematiche più ampie sulle quali lavorare con l'aiuto di un nostro collega.
Provi come suggerito a rivolgersi ad altre strutture pubbliche e anche a sollecitare lo sportello di ascolto, così da abbreviare i tempi e darsi più possibilità di accedere a un servizo, il primo con un posto disponibile.

Cari auguri

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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazza,
dovrebbe lasciare allo psicoterapeuta una valutazione sul numero di colloqui presumibilmente necessari per il suo caso.

Sarebbe inoltre riduttivo identificare la psicoterapia breve solo con la Strategica Breve. Esistono infatti anche altri approcci in cui lo psicoterapeuta si assume maggiormente, rispetto ad altri tipi di psicoterapia, la reponsabilità di influire sul paziente, pur rispettandone ovviamente e assolutamente la libertà e la capacità di autodeterminarsi.

E' infatti questa la caratteristica che connota principalmente le psicoterapie brevi.

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Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Salve Dott.ssa Sciubba, forse non mi ero espressa molto chiaramente. Quello che volevo dire è che, al di là di uno specifico approccio, ecco, ogni cosa ha i suoi tempi.

Ma non ero tornata per questo, anche perché conosco in maniera piuttosto grossolana i diversi orientamenti. Volevo ringraziarvi e comunicarvi che ho un appuntamento!!

Quindi non posso fare altro che aspettare e sperare che sia una buona occasione da utilizzare al meglio!
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Benissimo!
Ci fa piacere sapere che abbia finalmente ottenuto l'appuntamento, certamente avrà modo di utilizzare al meglio questa opportunità per percorrere il cammino verso i benefici sperati.

In bocca al lupo!