Come aumentare la propria autostima stando da soli?

All'età di 45 anni, con un matrimonio alle spalle, vivo da solo dopo essere tornato per un annetto dai miei. La mia nuova vita all'inizio mi sembrava bella perché dopo un matrimonio fortunatamente finito (lei troppo legata al suo lavoro e io a correre dietro a lei e venirle sempre incontro) mi sentivo libero di fare molte cose, di combinare più spesso con gli amici sino ad avere una breve ma intensa nuova relazione poi terminata.
Ora, sarà l'età, ma ciò che faccio e le persone che frequento sembrano non bastarmi più. Sento in me la solitudine anche se non mi ritrovo spesso da solo, per mia fortuna. L'autostima è bassa e mi sento sfiduciato. E' come se a 45 anni mi rendessi conto che le cose che avrei voluto (una famiglia con dei figli) ormai non riuscirò più ad averli e non riesco a essere pienamente felice in quello che faccio. Mi sento vecchio anche se non lo sono e faccio fatica a progettare il mio futuro. Sento spesso parlare che è importante stare bene con se stessi prima che con gli altri, ma ci credo poco: nella vita di coppia si trovano stimoli che da soli non si riesce ad avere pienamente, o sbaglio?
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Caro lettore,
grazie per la sua condivisione...

Certo, se non riusciamo a stare bene con noi stessi, fatichiamo a stare bene con l'altro...
nel senso che: la serenità la posso trovare solo in me stesso e questo mi permette, poi, di sperimentare la condivisione con altre persone.

Se la nostra serenità, felicità deve dipendere dagli altri, allora non è sano.

L'autostima e la fiducia in se' rappresentano "la chiave di lettura" di una vita serena ed appagante, perché riusciamo ad essere spontanei, congruenti e in accettazione.

Sono qualità che caratterizzano la nostra esistenza; fondamenta della nostra esperienza psicologica, tanto da determinare in modo radicale la nostra vita.

Abbiamo la consapevolezza di essere validi; di essere in grado di fare; di essere capaci o inefficienti, etc..

Fondamentale è il vissuto di "essere visti" dalle persone, che per noi sono importanti ed essere identificati per ciò che siamo.

Essere, quindi, riconosciuti dagli altri ed apprezzati per ciò che siamo!

Essere riconosciuti in una emozione!

La realizzazione di questa esperienza dipende, particolarmente, dalla realizzazione dei nostri genitori... Quindi ... vissuti e radici arcaiche!

Ascoltiamo i nostri bisogni e proviamo ad aprirci a noi stessi...
Così anche l'altro accoglierà questa serenità e questo desiderio di condivisione equilibrato.


Rimaniamo in ascolto.

Un caro saluto.
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Dr. Alberto Cammarata Psicologo 5
Gentile Utente,

come lei ha spesso riferito, non riesce più a credere in sè stesso ovvero non si sente in grado di poter progettare un futuro accettabile.
Quello che Lei ha fatto è aver perso quasi la speranza che ci sia un domani roseo. Come può avere mai la motivazione adeguata a continuare a vivere come prima? Non si tratta dell'età, nè dello stare da soli, ma di come, lentamente, sta rendendo scontata la sua vita, fatta delle solite cose che "non le bastano più". Dopo la fine di queste due importanti relazioni è assolutamente normale essere sfiduciati.
Trovi un modo per avere la possibilità di crederci. Come si fa? Faccia quello che non avrebbe mai voluto fare. Se si sente insoddisfatto della Sua vita è perchè sta facendo un qualcosa che alla sua mente non piace. Sicuramente con l'aiuto di uno Psicologo sarà molto più facile individuare la causa o le cause. In questo modo sarà possibile gestirle o meglio neutralizzarle.

Buona fortuna.

Dr. Alberto Cammarata

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Da quello che leggo di lei, mi sembra più "solo" che "single...."

Il passato va elaborato, rivisitato, adoperato per apprendere e poi va deposto nella cantina dei ricordi......soltanto così si è veramente pronti per una nuova vita, una nuova rinascita, un nuovo amore.

Credo che lei abbia bisogno di fare amicizia con le sue paure, di entrare nello sconosciuto che alberga in lei al fine di capire cosa la rende così insicuro, solo e sfiduciato ...

A volte queste emozioni partono da lontano ....ed è proprio da quei luoghi - spesso i luoghi dell'infanzia- che andrebbero decodificate...

Richieda una consulenza ad un nostro Collega vedrà che ne trarrà grande giovamento

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
In merito all'affermazione della Dott.ssa Albano "Se la nostra serenità, felicità deve dipendere dagli altri, allora non è sano" con cui ha centrato il mio stato d'animo, il problema è proprio che io, forse perché per 16 degli ultimi 17 anni sono sempre stato con una donna al mio fianco, ora sento che senza una donna vicino non riesco ad essere pienamente felice e so che questo è sbagliato, però non riesco a scrollarmelo di dosso.
La paura che gli anni passino e che mi ritrovi senza quegli "obiettivi famigliari" che volevo mi angoscia, ma forse bisogna accettare che i tempi sono cambiati in questa società di single e puntare (solo) su se stessi. Pensavo di fare del volontariato che a leggere qua e là sembra sia di aiuto per la propria autostima.