Studiare o no
Salve,
sono un ragazzo appena iscritto alla facoltà di ingegneria meccanica ma ho troppi dubbi per la testa e non riesco a studiare. In generale alcuni argomenti della facoltà potrebbero piacermi dato che adoro i motori, però non mi piace stare sui libri a studiare, piuttosto sono molto intraprendente e mi piace "fare", cioè chiudere la giornata sempre avendo concluso qualcosa, studiare solo ciò che mi serve ed approfondirlo. Ingegneria invece crea sì una persona pronta ad adattarsi, ad affrontare i problemi però credo di non adattarmi bene a ciò a causa del mio senso pratico che si addice in parte ad uno studio così teorico e astratto. In realtà mi piace informarmi (un po' diverso da studiare) su ciò che mi interessa, faccio ricerche su internet e leggo, ma ciò avviene solo se ho un motivo ben preciso, spesso un motivo concreto/pratico.
Non mi sento libero, mi sento oppresso studiando ingegneria mentre sento che se studiassi design, architettura o anche scienze agrarie (alcuni tra i miei interessi) mi sentirei più realizzato forse perché sono un po' più estrose (quasi artistiche). Comunque è possibile che anche se facessi quelle facoltà mi sentirei giù per via dello studio.
Penso che laurearsi debba essere un piacere ed invece lo vedo come un dovere per adesso. Inoltre non digerisco l'idea di correre e studiare tutto il giorno per passare un esame, penso invece che starei meglio se studiassi per i fatti miei, come passione. Non capisco proprio cosa significhino questi miei ragionamenti contraddittori e ciò mi preoccupa per il mio futuro. Penso di volere fare un lavoro che mi lasci tempo libero e meno pensieri, per dedicarmi alle passioni, le relazioni con le persone e la famiglia che dovrebbero essere le priorità della vita. Studio molto lontano da casa e in effetti mi piacerebbe tornare con la mia famiglia anche perché la situazione non è delle migliori e penso di avere abbandonato loro e la mia terra. Ritengo che sia più importante dedicarsi ai cari, alle persone in generale, a sé stessi piuttosto che pensare a fare carriera, ai soldi, guadagnare di più, andare lontano da solo pur di lavorare. Eppure è difficile trovare lavoro solo con un diploma del liceo. Avevo pensato di fare un istituto tecnico superiore, corso biennale creato dal ministero per preparare i tecnici che servono alle aziende, è gratis ed una alternativa all'università; pare che il 65% di quei diplomati trovi lavoro. Le elogiano come ottima alternativa solo che è come se non mi fidassi di ciò che dicono perché la laurea è un titolo più importante. Insomma sono ad un punto di svolta ma non so in quale direzione, tutte sembrano valide ma nessuna la migliore e ho paura di bloccarmi. Inoltre non mi va di far spendere ai miei tutti questi soldi per gli studi quando invece sto studiando poco; piuttosto preferirei pagarmeli con il mio sudore così capirò se davvero studiare è per me importante.
Il mondo corre troppo e ho paura che un errore sia per sempre.
Cordiali saluti e grazie
sono un ragazzo appena iscritto alla facoltà di ingegneria meccanica ma ho troppi dubbi per la testa e non riesco a studiare. In generale alcuni argomenti della facoltà potrebbero piacermi dato che adoro i motori, però non mi piace stare sui libri a studiare, piuttosto sono molto intraprendente e mi piace "fare", cioè chiudere la giornata sempre avendo concluso qualcosa, studiare solo ciò che mi serve ed approfondirlo. Ingegneria invece crea sì una persona pronta ad adattarsi, ad affrontare i problemi però credo di non adattarmi bene a ciò a causa del mio senso pratico che si addice in parte ad uno studio così teorico e astratto. In realtà mi piace informarmi (un po' diverso da studiare) su ciò che mi interessa, faccio ricerche su internet e leggo, ma ciò avviene solo se ho un motivo ben preciso, spesso un motivo concreto/pratico.
Non mi sento libero, mi sento oppresso studiando ingegneria mentre sento che se studiassi design, architettura o anche scienze agrarie (alcuni tra i miei interessi) mi sentirei più realizzato forse perché sono un po' più estrose (quasi artistiche). Comunque è possibile che anche se facessi quelle facoltà mi sentirei giù per via dello studio.
Penso che laurearsi debba essere un piacere ed invece lo vedo come un dovere per adesso. Inoltre non digerisco l'idea di correre e studiare tutto il giorno per passare un esame, penso invece che starei meglio se studiassi per i fatti miei, come passione. Non capisco proprio cosa significhino questi miei ragionamenti contraddittori e ciò mi preoccupa per il mio futuro. Penso di volere fare un lavoro che mi lasci tempo libero e meno pensieri, per dedicarmi alle passioni, le relazioni con le persone e la famiglia che dovrebbero essere le priorità della vita. Studio molto lontano da casa e in effetti mi piacerebbe tornare con la mia famiglia anche perché la situazione non è delle migliori e penso di avere abbandonato loro e la mia terra. Ritengo che sia più importante dedicarsi ai cari, alle persone in generale, a sé stessi piuttosto che pensare a fare carriera, ai soldi, guadagnare di più, andare lontano da solo pur di lavorare. Eppure è difficile trovare lavoro solo con un diploma del liceo. Avevo pensato di fare un istituto tecnico superiore, corso biennale creato dal ministero per preparare i tecnici che servono alle aziende, è gratis ed una alternativa all'università; pare che il 65% di quei diplomati trovi lavoro. Le elogiano come ottima alternativa solo che è come se non mi fidassi di ciò che dicono perché la laurea è un titolo più importante. Insomma sono ad un punto di svolta ma non so in quale direzione, tutte sembrano valide ma nessuna la migliore e ho paura di bloccarmi. Inoltre non mi va di far spendere ai miei tutti questi soldi per gli studi quando invece sto studiando poco; piuttosto preferirei pagarmeli con il mio sudore così capirò se davvero studiare è per me importante.
Il mondo corre troppo e ho paura che un errore sia per sempre.
Cordiali saluti e grazie
[#1]
Caro ragazzo,
intanto mi complimento per la maturità e l'intelligenza con cui racconta questi suoi dubbi legittimissimi. E' molto giovane ma allo stesso tempo molto saggio. Cosa c'è di più importante del prendersi cura di se stessi, di chi si vuole bene e in generale delle persone? Il valore immenso dello stare in relazione e l'ha capito così giovane...
Prendersi cura di se stessi significa anche spendere al meglio il proprio tempo, è infatti questa la sensazione che ho percepito nel leggere le sue righe: una corsa sfrenata contro il tempo e la sua frase di chiusura è molto significativa: "il mondo corre troppo e ho paura che un errore sia per sempre". Corre ... e paura...
le dico che nessuno di noi potrà scegliere al suo posto (ma questo,immagino, lei già lo sa). Nessuno le potrà dire continua a studiare e nemmeno il contrario. Possiamo solo invitarla a riflettere ulteriormente su alcuni concetti e darle qualche spunto di riflessione che potrà accettare come rifiutare. Personalmente a fronte di tante nobili alternative allo studio di ingegneria vedo alcune cose e mi corregga se sbaglio:
1) una sorta di "intellettualizzazione" della questione -ovvero l' andare a motivare con ragionamenti validi, fondati e condivisibili alcune alternative per nascondere una data "angoscia"; allora dovremmo andare a scovare di fondo di quale angoscia si tratta a) paura per il futuro? b) paura per il presente? c) (?) etc
2) Deliberatamente mi verrebbe da pensare che si sta scontrando con una realtà che non le piace. Una facoltà difficile (molto!) e una sua preoccupazione incessante del non poter essere all'altezza o svantaggiato per qualche motivo rispetto ai suoi colleghi (che nel consulto precedente riferisce vedere più ricettivi e avanti). Immagino che, riflessivo com'è, già prima dello scegliere una facoltà come ingegneria meccanica sapesse quale mole di studio e sacrificio richiedesse e immagino allo stesso tempo che non sia stata una scelta avventata. Allora cosa sta succedendo adesso? Di cosa ha paura? Di studiare tanto o di fallire qualche esame?
Giovane come è credo che abbia il diritto di esercitare alcuni suoi diritti: spendere al meglio il proprio tempo facendo ciò che le piace fare e allo stesso modo (sembrerebbe contraddittorio) prendersi il tempo per capire cosa veramente le piace e perchè. E se potesse sbirciare dalla finestra del futuro che la vedrà da qui a 10-15 anni che uomo vorrebbe essere e cosa vorrebbe fare? Prendere ora una strada non significa sbagliare per sempre o prendere un sentiero che lo escluda dalle altre strade. Spesso i sentieri si incontrano si modificano a seconda di cosa sentiamo noi nelle varie fasi della vita che siamo chiamati a vivere.
La cosa più importante secondo me è che lei sia sincero con se stesso e che qualsiasi cosa scelga non sia un ripiego per qualcosa che lei (soltanto lei) pensava di non essere in grado di fare. Da parte mia i miei migliori auguri affinchè qualsiasi cosa sceglierà potrà farla con il massimo della passione, saluti
intanto mi complimento per la maturità e l'intelligenza con cui racconta questi suoi dubbi legittimissimi. E' molto giovane ma allo stesso tempo molto saggio. Cosa c'è di più importante del prendersi cura di se stessi, di chi si vuole bene e in generale delle persone? Il valore immenso dello stare in relazione e l'ha capito così giovane...
Prendersi cura di se stessi significa anche spendere al meglio il proprio tempo, è infatti questa la sensazione che ho percepito nel leggere le sue righe: una corsa sfrenata contro il tempo e la sua frase di chiusura è molto significativa: "il mondo corre troppo e ho paura che un errore sia per sempre". Corre ... e paura...
le dico che nessuno di noi potrà scegliere al suo posto (ma questo,immagino, lei già lo sa). Nessuno le potrà dire continua a studiare e nemmeno il contrario. Possiamo solo invitarla a riflettere ulteriormente su alcuni concetti e darle qualche spunto di riflessione che potrà accettare come rifiutare. Personalmente a fronte di tante nobili alternative allo studio di ingegneria vedo alcune cose e mi corregga se sbaglio:
1) una sorta di "intellettualizzazione" della questione -ovvero l' andare a motivare con ragionamenti validi, fondati e condivisibili alcune alternative per nascondere una data "angoscia"; allora dovremmo andare a scovare di fondo di quale angoscia si tratta a) paura per il futuro? b) paura per il presente? c) (?) etc
2) Deliberatamente mi verrebbe da pensare che si sta scontrando con una realtà che non le piace. Una facoltà difficile (molto!) e una sua preoccupazione incessante del non poter essere all'altezza o svantaggiato per qualche motivo rispetto ai suoi colleghi (che nel consulto precedente riferisce vedere più ricettivi e avanti). Immagino che, riflessivo com'è, già prima dello scegliere una facoltà come ingegneria meccanica sapesse quale mole di studio e sacrificio richiedesse e immagino allo stesso tempo che non sia stata una scelta avventata. Allora cosa sta succedendo adesso? Di cosa ha paura? Di studiare tanto o di fallire qualche esame?
Giovane come è credo che abbia il diritto di esercitare alcuni suoi diritti: spendere al meglio il proprio tempo facendo ciò che le piace fare e allo stesso modo (sembrerebbe contraddittorio) prendersi il tempo per capire cosa veramente le piace e perchè. E se potesse sbirciare dalla finestra del futuro che la vedrà da qui a 10-15 anni che uomo vorrebbe essere e cosa vorrebbe fare? Prendere ora una strada non significa sbagliare per sempre o prendere un sentiero che lo escluda dalle altre strade. Spesso i sentieri si incontrano si modificano a seconda di cosa sentiamo noi nelle varie fasi della vita che siamo chiamati a vivere.
La cosa più importante secondo me è che lei sia sincero con se stesso e che qualsiasi cosa scelga non sia un ripiego per qualcosa che lei (soltanto lei) pensava di non essere in grado di fare. Da parte mia i miei migliori auguri affinchè qualsiasi cosa sceglierà potrà farla con il massimo della passione, saluti
Dott. Mauro Bruzzese,
Psicologo clinico presso il Newham University Hospital di Londra, Fondatore e CEO di PsicologON.
www.psicologon.com
[#2]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile ragazzo,
credo in effetti debba darsi credito per tutto il suo racconto, da cui si evince che, nonostante le reali difficoltà e responsabilità, è una persona che riflette e che non si perde nei meandri della disperazione o del tempo stesso.
Proverei ad ascoltare i miei bisogni: cosa sento necessario per me in questo momento... cosa davvero mi renderebbe sereno e spensierato.
In età così giovane, spesso, diventa difficile una scelta sensata e pianificata ad hoc... siamo, continuamente, influenzati dalla nostra famiglia che, oltretutto, ci fornisce il sostentamento economico.
Ricordiamo, però, che i nostri genitori comunque vogliono il nostro bene e la nostra realizzazione, per cui fidiamoci e affidiamoci.
Proviamo ad esternare loro quello che sentiamo e desideriamo, così da comprendere, anche attraverso il loro confronto, come poter riuscire a bilanciare bisogni e necessità.
A volte l'idea del dolore per i nostri, ci fa optare per scelte "accomodanti" e non "appaganti"!
Il nostro modo di essere è unico e questo deve permetterci di acquisire una certa consapevolezza... Quel pizzico di motivazione ad osare!
Nel momento in cui diventa difficile un tale confronto, allora provi a lavorare un po' sulla motivazione, sull'autostima e... iniziare a pensare di "essere visto", accettato ed amato per quello che è....
... Anche in un setting psicologico!
Un grosso in bocca al lupo.
credo in effetti debba darsi credito per tutto il suo racconto, da cui si evince che, nonostante le reali difficoltà e responsabilità, è una persona che riflette e che non si perde nei meandri della disperazione o del tempo stesso.
Proverei ad ascoltare i miei bisogni: cosa sento necessario per me in questo momento... cosa davvero mi renderebbe sereno e spensierato.
In età così giovane, spesso, diventa difficile una scelta sensata e pianificata ad hoc... siamo, continuamente, influenzati dalla nostra famiglia che, oltretutto, ci fornisce il sostentamento economico.
Ricordiamo, però, che i nostri genitori comunque vogliono il nostro bene e la nostra realizzazione, per cui fidiamoci e affidiamoci.
Proviamo ad esternare loro quello che sentiamo e desideriamo, così da comprendere, anche attraverso il loro confronto, come poter riuscire a bilanciare bisogni e necessità.
A volte l'idea del dolore per i nostri, ci fa optare per scelte "accomodanti" e non "appaganti"!
Il nostro modo di essere è unico e questo deve permetterci di acquisire una certa consapevolezza... Quel pizzico di motivazione ad osare!
Nel momento in cui diventa difficile un tale confronto, allora provi a lavorare un po' sulla motivazione, sull'autostima e... iniziare a pensare di "essere visto", accettato ed amato per quello che è....
... Anche in un setting psicologico!
Un grosso in bocca al lupo.
[#3]
Utente
Gentili dottori,
vi ringrazio per le risposte datemi. Vorrei avere ulteriori chiarimenti: questa intellettualizzazione nasce in me per nascondere un'angoscia di che tipo? può non essere affatto collegata con gli studi?
Inoltre il fatto che mi piacerebbe fare molte cose nella vita nasconde qualcos'altro? Lo chiedo perché è probabile che non riuscirei ad essere soddisfatto neanche cambiando percorso di studi (sottolineo è probabile ma non possibile).
Sì, è probabile che sia un'angoscia legata al punto interrogativo che è il mio futuro così come quello di molti i giovani di oggi, per cui ho trovato come unico, massimo e certo valore della vita lo stare con gli altri e le relazioni.
Altra puntualizzazione è che sono convinto che se studiassi meccanica per conto mio, come passione personale, cioè studiare per studiare e non per superare un esame, sarei più contento di imparare e apprenderei meglio. Purtroppo la società però ti riconosce solo se hai le qualifiche per iscritto. Quindi penso di avere le capacità per affrontare il corso di ingegneria ma lo ritengo troppo teorico, a volte superfluo. Uscito da ingegneria dovrò comunque imparare il mestiere. E poi credo proprio di non volere studiare da matti escludendo la vita all'aria aperta; così come potrei avere paura di deludere me e gli altri se non superassi gli esami. Concludendo, preferirei applicarmi e imparare facendo un mestiere pratico ma la società di oggi vive un po' di pregiudizi. L'unica cosa che mi farebbe sentire più spensierato è restare un po' bambino tutta la vita.
vi ringrazio per le risposte datemi. Vorrei avere ulteriori chiarimenti: questa intellettualizzazione nasce in me per nascondere un'angoscia di che tipo? può non essere affatto collegata con gli studi?
Inoltre il fatto che mi piacerebbe fare molte cose nella vita nasconde qualcos'altro? Lo chiedo perché è probabile che non riuscirei ad essere soddisfatto neanche cambiando percorso di studi (sottolineo è probabile ma non possibile).
Sì, è probabile che sia un'angoscia legata al punto interrogativo che è il mio futuro così come quello di molti i giovani di oggi, per cui ho trovato come unico, massimo e certo valore della vita lo stare con gli altri e le relazioni.
Altra puntualizzazione è che sono convinto che se studiassi meccanica per conto mio, come passione personale, cioè studiare per studiare e non per superare un esame, sarei più contento di imparare e apprenderei meglio. Purtroppo la società però ti riconosce solo se hai le qualifiche per iscritto. Quindi penso di avere le capacità per affrontare il corso di ingegneria ma lo ritengo troppo teorico, a volte superfluo. Uscito da ingegneria dovrò comunque imparare il mestiere. E poi credo proprio di non volere studiare da matti escludendo la vita all'aria aperta; così come potrei avere paura di deludere me e gli altri se non superassi gli esami. Concludendo, preferirei applicarmi e imparare facendo un mestiere pratico ma la società di oggi vive un po' di pregiudizi. L'unica cosa che mi farebbe sentire più spensierato è restare un po' bambino tutta la vita.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.1k visite dal 10/11/2014.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.