Ritardo negli studi e liti in famiglia

Buona sera gentili dottori. Approfitto ogni tanto della vostra disponibilità, e chiedo se e possibile un parere.
Sette anni fa, un poco per inclinazioni personali, un poco per il grande desiderio di vedere felici i miei, decisi che dopo il diploma mi sarei iscritto a medicina. Pur non essendo affatto uno studente brillante,da molti mesi prima, mi impegnati a fondo per superare la difficile selezione, riuscendovi a primo colpo. L impatto però non e stato dei migliori; a causa della mia totale disabitudine allo studio, a causa della pesantezza del carico di lavoro, a causa della mia passione /maturita non ancora spiccatissime, ed anche per via di non essere andato fuori sede,venendo spesso distrat rimasi subito indietro. Per via di ciò e di una insoddisfacente vita sentimentale scivolai verso problemi di ansia e depressione che peggiorarono ancor di più la situazione e la mia vita in generale. Tuttavia cercai di reagire..andai di mia sponte da uno psicologo (donna) che riusci ad aiutarmi abbastanza. Ora a distanza di 4 anni circa, non dico di aver superato del tutto anche se in certi periodi mi sembra proprio di si. Ma di sicuro progressi ci sono stati, tanto e che se pur con un po di tempo, ho superato diversi esami difficil,i anche se ne restano ancora tanti. Il tempo perso pero non si recupera, e cosi sono arrivato a 26 anni a ritrovarmi a fare gli esami del 4° proprio in un periodo in cui vedo alcuni miei compagni laurearsi entrare in specializzazione ecc..
A casa questo mio ritardo pare abbia deteriorato (a mio giudizio) più del dovuto Le cose con i miei genitori. Ogni volta che si parla di qualcuno che si trova più avanti di me si rattristano molto. Ieri per esempio, mio padre nel parlarmi di un suo conoscente medico, mi ha detto che anche lui si era "scoraggiato" come stavo facendo ora io. E poi ancora "non tutti hanno la stessa imtelligenza " A me queste frasi hanno mandato su tutte le furie. Ho fatto tanto per cercarde di scrollarmi di dosso tuttonquesto, darmi forza e andare avanti ed ogni volta mi trovo apostrofato come un depresso cronico o peggio come uno stupido. Da queste cose nascono continuamente discussioni. Secondo voi cosa posso fare per vivere più serenamente? Sono io ad "avere la coda di paglia"? O effettivamente sono buoni motivi per arrabbiarsi?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Sin dal 2010 lei ci scrive le svariate difficoltà correlate ad ansia e disturbi dell'umore

Penso che anche questo consulto sia correlato ad un malessere di fondo.

Forse pensare di tornare dalla sua psicologa, rapprsenta la strada migliore da poter percorrere

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Non e che abbia smesso del tutto di andarci a dir la verità..con una frequenza molto ridotta, di più non vi e bisogno per fortuna. Il percorso di psicoterapia pur risolvendo molto altro ha finito con il peggiorare proprio il rapporto con i i miei. Ma OK..grazie lo stesso.
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Mio caro, penso che insieme alla sua psicologa possa trovare la forza e ..la rabbia, per mettersi a studiare ora e finire in due anni , lo viva come una sfida , a prescindere dalle parole di suo padre, anche se in ritardo può essere un bravo medico , si concentri su questo e lasci perdere i discorsi di questo e di quello.. se badiamo a tutti, non è più finita.Suo padre , sarà un padre classico, ma intanto sostiene le sue scelte, questo è l'importante..
Coraggio, deve cominciare a crederci anche lei..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile ragazzo,

comprensibile la sua rabbia e il suo dolore, ma persistendo da tempo probabilmente c'è da affrontare e smussare dei tratti rigidi ed arcaici.

La sua relazione con i genitori sembra rappresentarne il fulcro.

Non emerge la forza, la capacità e l'autostima a fare scelte consapevoli e non influenzate.

L'autostima rappresenta proprio quella qualità della nostra esistenza, che fa da fondamenta alle nostre esperienze. Siamo sereni se è ben sviluppata.

Il suo sviluppo dipende proprio dalla capacità di "essere visto" dalle persone importanti ed essere identificato per ciò che si è.. Essere, oltretutto, riconosciuto dagli altri ed apprezzato per ciò che si è..
Tutto questo grazie ai genitori sufficientemente realizzati!

La riflessione è su questo percorso di studi "precostituito" e non affatto desiderato... per cui senza attivazione e motivazione.

Il coraggio di confrontarsi con i suoi genitori e di tirar fuori i suoi bisogni e seguire le sue emozioni.

Continui a lavorare con il suo psicoterapeuta: se i suoi rapporti con i genitori hanno iniziato a vacillare è perché lei sta diventando più autonomo e indipendente?!

Rifletta su questo...

Un caro saluto.
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Utente
Utente
La scelta del percorso di vita più che di studi, non mi fu imposta, altrimenti non avrei trovato la volonta di fare l ammissione, ma mi fu fortemente consigliata. Io avevo 18,anni, non avevo mai mostrato una particolare propensione per lo studio (sebbene non fossi nemmeno una capra) ero fortemente influenzabile, avevo il grande desiderio di vedere felici i miei e decisi cosi. Partendo da tali basi, difficoltà non sono tardate ad arrivare con tutto ciò che ne e conseguito. Questa cosa poi l ho capita anche con l aiuto della terapeuta. Allora potevo scegliere davvero, anche di andarmene, ho scelto di restare. E questa volta la scelta e stata mia.
Ci ho messo maggiore impegno o meglio consapevolezza e qualcosa ho combinato. Mi e forse rimasto il desiderio di vedere felici i miei, e tutto sommato penso dovrebbero esserlo, perche porto avanti questa strada nonostante tutto. E invece sembra che non sia cosi, per via del ritardo..quasi come se l obbiettivo non fosse una certa serenità o benessere al di la di quale lavoro uno faccia o quanto guadagni, ma semplicemente il poter dire a chi sa chi" mio figlio e piu bravo di tuo figlio" o qualcosa del genere!
Per questo mi incazzo cosi tanto quando cercano di trovare giustificazioni al mio ritardo con " scoraggiamenti" o "limitata intelligenza" ( che poi questa ultima cosa la dice lunga su tante altre.)
Non trovo altra spiegazione..altrimenti non ci sarebbe bisogno di giustificare un bel niente!
Riflettendo più a freddo la soluzione la vedo da me..l indipendenza dai miei a cui devo arrivare non e solo economica ma anche emotiva. Vado per la mia strada e miei genitori possono dispiacersi quanto vogliono.
C e un altra indipendenza che devo ancora raggiungere e che accampato sulla frequenza di una volta al mese rimando ormai da due anni..quello dalla terapeuta.
Vi ringrazio ancora una volta per la disponibilta, chiedeso scusa per il mio lungo e probabilmente neanche necessario post, e sarei felice di sapere comunque il vostro parere. Buona giornata.