Cosa fare con la mia famiglia

Salve.
Sono ricoverato in una comunità psichiatrica per un disturbo bipolare II, una personalità dipendente e depressiva.
Attualmente la mia psicoterapeuta è assente, perciò chiedo consiglio a voi,
Le cause del mio malessere sono note, mio padre era estremamente dipendente, oserei dire quasi psicolabile, praticamente si annullava di fronte agli altri, no, non è stato un ottimo esempio, mia madre è molto incoerente e imprevedibile, ragione dei miei sbalzi di umore e anche lei soggetta a "quello che pensa la gente".
Fatto sta che mia sorella che è la maggiore ha sofferto di un DOC con depressione, mio fratello maggiore soffre di un disturbo d'ansia, io lo sapete già e mio fratello minore ha sofferto d'ansia.
Il problema è che il resto della famiglia nega che noi siamo una famiglia patologica ma il mio problema è se tornare a casa i fine settimana e a fine percorso terapeutico, perché mia madre rimane sempre una persona ansiogena e confusionaria (mio padre non c'è più), a casa c'è anche mia sorella che sopporto poco perché ha una certa arroganza...
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Utente,
non c'è nessuno specialista che sostituisca attualmente la sua curante e che conosca il suo caso a cui riferirsi per una risposta più precisa di quella che possiamo darle da qui che non la conosciamo direttamente?

Il quadro familiare che ci descrive è complesso e sembrerebbe che la preoccupi non poco, quali complicazioni teme tornando a casa?
Quando tornerà la specialista che la segue e quando è prevista la fine della sua degenza?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile utente,
proviamo a comprendere il suo disorientamento...

Essendo in una comunità potrà rivolgersi ad altri professionisti che, magari, possono avere un quadro più chiaro della situazione sia personale che familiare.

Intanto una riflessione sul suo bisogno di chiedersi se andare a casa (il legame che la tiene unito alla sua famiglia comunque...) o se stare lontano (separazione che, in qualche modo, fa sentire in colpa..).
Mi sovviene l'aspetto della motivazione e dell'attivazione...

Ricordandosi che la persona è al centro di tutto e che è sempre accettabile, a differenza del comportamento, che non è sempre accettabile.

Per cui, se il suo bisogno è tale da prendersi uno spazio per se', allora si fidi di essere, comunque, accettato per quello che è...

Un caro saluto.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
,Gentile Utente,
quanta sofferenza nella sua richiesta di consulenza.

Non deve essere stata una vita facile, unitamente a quella della sua famiglia, ma nessun clinico può decidere al posto suo, può ascoltarla ed invitarla ad ascoltarsi, soltanto così potrà trovare la soluzione che più si adatta al suo sentire

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
Utente
Utente
Salve dr.ssa Rinella,
Posso parlarne domani con lo psichiatra.
Grazie dr.ssa Albano.
Grazie anche a Lei dr.ssa Randone.
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Utente
Utente
Tornando a casa si riattivano in me l'ansia, l'angoscia e la rabbia che hanno sempre caratterizzato la mia vita in famiglia, in particolare il rapporto con mia madre; la mia psicoterapeuta dovrebbe ritornare abbastanza presto, una settimana o due, è in malattia; la fine della mia degenza è prevista per fine gennaio, solo se avrò recuperato abbastanza, ma il problema è: dopo che fare? Visto anche che vivo nel profondo sud dove la disoccupazione è al 60%...
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