Depressione, apatia, calo autostima

Buongiorno, sono un ragazzo di 23 anni. In questi ultimi mesi sto combattendo contro me stesso per reagire ad uno stato di depressione e totale apatia che domina le mie giornate.
Sono ormai diversi giorni che non trovo piu la voglia e lo stimolo di fare nulla, compreso studiare, uscire con amici, fare sport...a stento ho voglia di parlare con le persone, solo se strettamente necessario.
Sono sempre stato una persona dal carattere 'altalenante', momenti di grande gioia, super-attivita e 'voglia di fare' si alternavano a momenti di totale disinteresse verso qualsiasi cosa.
Ho analizzato a fondo la mia situazione, riflettendo su quali possano essere le cause che hanno scatenato tutto questo e credo di essere arrivato ad una conclusione (che spero sia un punto di partenza per guarire...):

1) sono fermamente convinto di aver fallito in quasi tutti gli obiettivi che mi ero posto e per questo motivo non sento il desiderio di affrontare nuove sfide che la vita mi offre, tutto mi sembra un sacrificio vano e fine a se stesso. Molto meglio non fare niente almeno non devo sopportare il disagio che deriva dalla sconfitta e nessuna mia aspettativa verra tradita.

2) molto spesso mi sento inadeguato nelle situazioni che mi si presentano davanti agli occhi, nelle relazioni con gli altri, ho sempre paura di dire qualcosa di sbagliato, di venire giudicato male dalle persone, a stento esprimo il mio parere su determinate questioni per paura di risultare superficiale, infantile, poco informato sui fatti, etc
A questo si aggiunge la mia scarsa autostima, la convinzione di non essere mai all'altezza e un continuo senso di inferiorità e complesso.


Aggiungo infine altri due aspetti che credo siano importanti per capire la mia situazione:

- ho sofferto in adolescenza di acne...una vera maledizione che mi ha segnato per tutta la vita. Come se non bastasse sto lottando contro le cicatrici post-acneiche, ho gia fatto dei trattamenti a mio parere poco efficaci. Vivo le giornate nella vergogna, nel disagio..a testa bassa, non riesco a guardare la gente negli occhi.
Chi mi conosce dice che sono "esagerato e perfezionista", io invece credo nonostante tutto di avere ancora una buona vista e lo specchio, a differenza delle persone, non mente e ti fa vedere per come sei veramente.

- ho un ottimo rapporto con mia madre (in passato conflittuale) è l'unica che mi capisce veramente, sulla quale posso contare davvero. Ha rinunciato al lavoro, alla sua carriera e realizzazione professionale per curarmi e starmi vicino.
Temo pero che tutto l'affetto ed amore che ho ricevuto da lei abbia finito col penalizzarmi, rendendomi fragile, insicuro e a mio modo di vedere smidollato.
Troppo spesso faccio affidamento ai suoi consigli e ho paura di prendere alcune decisioni senza prima parlarle.

Mi scuso per essermi dilungato in maniera eccessiva, spero di essere stato sufficientemente chiaro.
Aspetto con ansia una risposta

Ringrazio anticipatamente
[#1]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile ragazzo,
ho letto con attenzione la tua mail. Se io percepissi il mondo come fai tu, beh ti assicuro che anche io sarei molto giù, come si legge nella tua lettera

Infatti uno dei tuoi problemi, secondo me, è proprio la Percezione del mondo e degli altri. Percezione che, a causa di un abbassamento del tono dell'umore, ti dà sempre un risultato negativo

E' infatti abbastanza tipico, quando l'umore si abbassa, sentirsi apatici, negativi, diversi dagli altri, provare vergogna nelle situazioni sociali, sentirsi in colpa per non aver raggiunro gli obiettivi prefissi, non provare stima di sé, ecc.

Chiaramente, con un umore così, tu parti sempre svantaggiato nei confronti degli altri, e per te le relazioni sociali sono tutte in salita, ecco perchè forse tendi ad evitarle

Penso che tu abbia bisogno di due cose:

1) una valutazione psichiatrica, soprattutto per capire cosa si può fare con questo umore (che tra l'altro segue anche momenti "altalenanti")

2) una consulenza psicologica, onde impostare una serie di strategie che ti aiutino ad affrontare diversamente le relazioni sociali ed il raggiungimento dei tuoi obiettivi, il tutto centrato attorno ad un lavoro sull'autostima

Fai leggere questa mail anche a tua madre, magari discutetene insieme

Mettila così: 23 anni sono passati non tanto positivamente, adesso è il momento di virare
[#2]
Utente
Utente
La ringrazio molto per la risposta. Ho gia parlato con mia madre di questo mio problema, non le ho ancora fatto leggere questa mail ma conto di farlo appena possibile.
Non nascondo, tuttavia, di essere un po' riluttante ad affidarmi ad una terapia psicologica, sono sufficientemente orgoglioso da credere di poter risolvere autonomamente i miei problemi.
Ho paura di rimanere deluso, di trovarmi davanti una persona che mi ascolta 40 minuti...mi da le classiche risposte da manuale, si prende i miei soldi e tanti saluti.
Dico questo non perche ho perso la fiducia nelle persone, nei medici e negli esperti (altrimenti non avrei scritto qui) ma semplicemente perche mi sono convinto che trovare una persona seria che ti aiuti veramente è un impresa ardua.
Porto ad esempio la cura dell'acne e delle cicatrici, dove mi sono illuso di ottenere ottimi risultati, nuovi peeling, le famose foto prima e dopo...e alla fine il risultato è stato modesto.
Questo un po' mi ha lasciato l'amaro in bocca, perche non ho visto da parte dei medici quella trasparenza ed onestà (riguardo i reali risultati ottenibili) che mi aspettavo.

Detto questo, voglio approndire la questione e capire come uscirne fuori.
Lei ha fatto riferimento ad un lavoro sull'autostima, nel "mio piccolo" cosa posso fare? Esistono degli "esercizi" se cosi posso chiamarli per migliorare il grado di autostima?
Ad esempio potrei scrivere un diario dove raccolgo tutti gli aspetti della mia vita per i quali posso andare fiero, tutte quei piccoli o grandi risultati che mi hanno dato soddisfazione.

Ringrazio ancora per la risposta

Saluti
[#3]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Penso, come ti ho scritto, che uno dei tuoi obiettivi sia quello di lavorare sulle relazioni. Per questo motivo se aspetti di fidarti profondamente di qualcuno prima di iniziare una terapia rischi di non iniziare mai.

Dovresti basare le tue considerazioni su dati di fatto, non su sospetti o generalizzazioni (come il paragonare l'esperienza passata con il dermatologo con quella "futura" con uno psicologo). Ogni rapporto umano contiene una piccola percentuale di "rischio": le persone possono deluderti, ma non per questo ti devi isolare dagli altri.

Lascia che le delusioni vengano da una tua valutazione "a posteriori", altrimenti rischi di perdere molte occasioni
[#4]
Utente
Utente
Quest'ultima sua risposta mi ha dato un notevole spunto per riflettere.
Cerchero di fissare un appuntamento col mio medico curante per esporgli il problema e valutare la possibilita di affidarmi ad uno psicologo.

Lei ha uno studio a Milano?


Grazie ancora per il tempo dedicatomi

Cordiali saluti



Aggiornamento: Ho appena cliccato sul suo profilo e ho visto l'indirizzo del suo studio a Milano. Grazie