mi piacciono le donne
Sono un uomo di 44 anni. Dall'eta di 15 circa ho sentito forte e chiara nella testa una voce:accoppiati! parlando con i miei coetanei ho scoperto che era la stessa che sentivamo tutti.
Arrivato all'età adulta qualcuno ha avuto più successo di altri.
Qualcuno si è findanzato con la prima partner cercando cosi di soddisfare da subito il bisogno in modo definitivo,spesso la scelta si è rivelata errata,avendo egli stesso si un vantaggio iniziale,ma subito svanito nella fase successiva.
Alcuni non avevano grandi difficcoltà all'accoppiamento,sebbene fosse difficile stabilire relazioni dove poter essere pienamente sinceri.
Tutti hanno trovato modi più o meno socialmente accettabili per affermare che si avevano appetiti sessuali,ma all'interno della coppia erano disposti a soffocarli nel nome dell'amore della partner.
In tutti gli spogliatoi delle palestre frequentate ho sentito zero,ripeto zero uomini affermare di volere essere fedeli,alcuni erano impossibilitati,duque la loro non era in realtà virtù,ma mancanza di opportunità.
A voler sconfiggere l'ipocrisia credo che nessun uomo con concrete possibilità mi abbia confidato la propria fedelta.
Io tuttora mi trovo spesso nella difficoltà di dover mentire,perchè non è possibile poter semplicemente affermare che mi piacciono le donne e non riuscirò mai a fermarmi con una sola.
In ogni relazione che intrattengo mi viene propinato il :"Io non sono come tutte le altre" a cui immancabilmente rispondo:"invece io si,anzi peggio" ma questo non fa demordere la futura partner che crede che io stia mentendo.
Dunque mi chiedo perchè un comportamento che è etologicamente previsto in natura,in quanto l'uomo possiede sia la monogamia che la poligamia,come risorsa evolutiva straordinaria,venga costantemente denigrato o peggio tacciato di essere psicopatologico.
Di psicopatologico c'è la coppia e i tipi di attaccamento che prevede,sia tra partner,sia con i cuccioli,che vivono il trauma che andranno poi a riproporre in una gioco senza fine. Ma forse la natura lo ha pervisto:per stabilire relazioni è necessario aver subito un trauma,è necessario trovare un partner non che ci dia le cose che ci sono mancate,ma che ce le faccia mancare,così da rivivere la stessa situazione che conosciamo già.Cosi tenteremo in eterno di risolverla.
Questo è la coppia. Allora l'alternativa è mentire,solo così si può mantenere la desiderabilità sociale,perchè chi è onesto e dice : "A me piacciono le donne,e non sarò mai fedele a nessuna perchè è nella mia natura di uomo" è visto come un malato,un folle..Fortunatamente la natura non è nè etica,nè ipocrita e soppravvive e tramanda i suoi geni chi è più fertile e si accoppia di più
Arrivato all'età adulta qualcuno ha avuto più successo di altri.
Qualcuno si è findanzato con la prima partner cercando cosi di soddisfare da subito il bisogno in modo definitivo,spesso la scelta si è rivelata errata,avendo egli stesso si un vantaggio iniziale,ma subito svanito nella fase successiva.
Alcuni non avevano grandi difficcoltà all'accoppiamento,sebbene fosse difficile stabilire relazioni dove poter essere pienamente sinceri.
Tutti hanno trovato modi più o meno socialmente accettabili per affermare che si avevano appetiti sessuali,ma all'interno della coppia erano disposti a soffocarli nel nome dell'amore della partner.
In tutti gli spogliatoi delle palestre frequentate ho sentito zero,ripeto zero uomini affermare di volere essere fedeli,alcuni erano impossibilitati,duque la loro non era in realtà virtù,ma mancanza di opportunità.
A voler sconfiggere l'ipocrisia credo che nessun uomo con concrete possibilità mi abbia confidato la propria fedelta.
Io tuttora mi trovo spesso nella difficoltà di dover mentire,perchè non è possibile poter semplicemente affermare che mi piacciono le donne e non riuscirò mai a fermarmi con una sola.
In ogni relazione che intrattengo mi viene propinato il :"Io non sono come tutte le altre" a cui immancabilmente rispondo:"invece io si,anzi peggio" ma questo non fa demordere la futura partner che crede che io stia mentendo.
Dunque mi chiedo perchè un comportamento che è etologicamente previsto in natura,in quanto l'uomo possiede sia la monogamia che la poligamia,come risorsa evolutiva straordinaria,venga costantemente denigrato o peggio tacciato di essere psicopatologico.
Di psicopatologico c'è la coppia e i tipi di attaccamento che prevede,sia tra partner,sia con i cuccioli,che vivono il trauma che andranno poi a riproporre in una gioco senza fine. Ma forse la natura lo ha pervisto:per stabilire relazioni è necessario aver subito un trauma,è necessario trovare un partner non che ci dia le cose che ci sono mancate,ma che ce le faccia mancare,così da rivivere la stessa situazione che conosciamo già.Cosi tenteremo in eterno di risolverla.
Questo è la coppia. Allora l'alternativa è mentire,solo così si può mantenere la desiderabilità sociale,perchè chi è onesto e dice : "A me piacciono le donne,e non sarò mai fedele a nessuna perchè è nella mia natura di uomo" è visto come un malato,un folle..Fortunatamente la natura non è nè etica,nè ipocrita e soppravvive e tramanda i suoi geni chi è più fertile e si accoppia di più
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile utente,
mi fa riflettere molto il suo scritto, anche perché ho "accolto" spesso questo confronto in psicoterapia...
Lei si sente così come scrive e sento la trasparenza negata... di cui provo a comprendere anche la "frustrazione" di non essere compreso realmente.
Non credo sia giusto "generalizzare", perché ci sono uomini e donne con "indole" al tradimento ed altrettanti fedeli.
La fedeltà e il tradimento rappresentano due dimensioni vicine e allo stesso tempo distanti... un po' come la "sindrome di Giano"...
Tutto deve essere inserito all'interno di una relazione, di un contesto sociale e di una propria dimensione esistenziale... per questo non posso darle (e nemmeno vorrei...) un mio "pensiero" al riguardo.
Posso solo provare a comprendere questa sua insoddisfazione di fronte ad un atteggiamento "ironico", perché spesso si tende a non volere o potere "vedere" qualche realtà che ci fa male o che non rispecchia un nostro ideale...
Così come la facoltà, errata, di poter cambiare l' altro e di giustificarlo...
A volte, quasi, un percorso unidirezionale!
Spero in una riflessione costruttiva e se desidera, in ascolto...
Un caro saluto
mi fa riflettere molto il suo scritto, anche perché ho "accolto" spesso questo confronto in psicoterapia...
Lei si sente così come scrive e sento la trasparenza negata... di cui provo a comprendere anche la "frustrazione" di non essere compreso realmente.
Non credo sia giusto "generalizzare", perché ci sono uomini e donne con "indole" al tradimento ed altrettanti fedeli.
La fedeltà e il tradimento rappresentano due dimensioni vicine e allo stesso tempo distanti... un po' come la "sindrome di Giano"...
Tutto deve essere inserito all'interno di una relazione, di un contesto sociale e di una propria dimensione esistenziale... per questo non posso darle (e nemmeno vorrei...) un mio "pensiero" al riguardo.
Posso solo provare a comprendere questa sua insoddisfazione di fronte ad un atteggiamento "ironico", perché spesso si tende a non volere o potere "vedere" qualche realtà che ci fa male o che non rispecchia un nostro ideale...
Così come la facoltà, errata, di poter cambiare l' altro e di giustificarlo...
A volte, quasi, un percorso unidirezionale!
Spero in una riflessione costruttiva e se desidera, in ascolto...
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.9k visite dal 03/11/2014.
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