Sono bipolare e sto frequentando due uomini
Buongiorno Staff di Medicitalia, da aprile scorso mi è stato diagnosticato il disturbo bipolare e sono regolarmente in cura con Lamictal, adesso a 100 mg, e in attesa ancora di completa stabilizzazione. Da sempre ho avuto un rapporto conflittuale col cibo e con gli uomini, che seguivano i miei sbalzi di umore (alternavo periodi di bulimia sentimentale a totale distacco e chiusura in me stessa). Chiaramente, tutte storie senza un senso, fallimentari, che mi destabilizzavano ulteriormente. Alla ricerca di un padre, assente nella mia vita, che soffre anch'egli di disturbo bipolare, ma a differenza mia, psicotico. In un meccanismo complesso e contorto, di ricerca e fuga, di punizione e dedizione, di annullamento. Oggi ho riscoperto, mio padre, nella malattia e l'ho accettato. Da quando anche a me è stato diagnosticato il bipolarismo, sono cambiata. Come se, tale consapevolezza, mi avesse fatto capire che esisto anche e soprattutto io, che sono io quella da proteggere. Ho più disincanto e sano egoismo, credo. Da due mesetti mi frequento con due uomini. Chiaramente, ignari l'uno dell'altro. Uno sposato, gelosissimo di me e l'altro libero. Non mi sento in colpa, per la prima volta in vita mia, come se entrambi mi completassero. Al momento, mi stanno bene entrambi. Verso quello sposato, nessun senso di colpa, perche la sua situazione e' quella che e' e non puo' avanzar pretese. E, tantomeno, anche se mi fa piacere, dovrebbe essere geloso di me, anche se lo é. Verso quello libero, idem: sembra sincero, ma anche lui potrebbe avere altre frequentazioni e magari essere solo un buon attore, nessuno può dirlo. Prima, vi avrei chiesto perché uno sposato mi cerca e abbiamo creato uno spazio solo nostro di sessualità e complicità fisica e mentale, o perché quello libero non finalizza subito la ns frequentazione per sesso ed è sincero con me, intenzionato a conoscermi davvero. Oggi, invece, sono orientata su di me. E vi chiedo: che mi sta succedendo, perché lo faccio? Grazie a chi mi risponderà
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile utente,
il fatto che si stia concentrando su se stessa e sui suoi bisogni, vuol dire che probabilmente inizia a "volersi bene"!
Non è egoismo, ma capacità di prendere contatti con la nostra "anima", il nostro cuore, le nostre sensazioni, le nostre emozioni, che ci guidano e ci fanno essere, sentirci "vivi"!
Se soffre di questo: disturbo bipolare è molto importante trovare l'equilibrio nell'assetto farmacologico, così come ha sottolineato lei che è ancora in corso di verifica... proprio perché occorre tempo.
L'aspetto della instabilità emotivo-affettiva (mi è apparso di percepire questo), può essere discussa con il professionista che l'ha presa in cura ed anche uno Psicoterapeuta, che la aiuti a focalizzarsi su questi suoi "perché".
Perché lo faccio?
C'è probabilmente un bisogno intrinseco di affetto, di legame... In relazione anche alla storia familiare, che ha accennato.
Utile per questo riuscire ad integrare i due percorsi che, da un lato possono darle stabilità "fisica" (il farmaco) e dall'altro stabilità emotiva (individuazione ed elaborazione di vissuti emozionali).
Mi sovviene.... Proviamo, anche, a stare nel qui ed ora....
Rimaniamo in ascolto.
Un caro saluto
il fatto che si stia concentrando su se stessa e sui suoi bisogni, vuol dire che probabilmente inizia a "volersi bene"!
Non è egoismo, ma capacità di prendere contatti con la nostra "anima", il nostro cuore, le nostre sensazioni, le nostre emozioni, che ci guidano e ci fanno essere, sentirci "vivi"!
Se soffre di questo: disturbo bipolare è molto importante trovare l'equilibrio nell'assetto farmacologico, così come ha sottolineato lei che è ancora in corso di verifica... proprio perché occorre tempo.
L'aspetto della instabilità emotivo-affettiva (mi è apparso di percepire questo), può essere discussa con il professionista che l'ha presa in cura ed anche uno Psicoterapeuta, che la aiuti a focalizzarsi su questi suoi "perché".
Perché lo faccio?
C'è probabilmente un bisogno intrinseco di affetto, di legame... In relazione anche alla storia familiare, che ha accennato.
Utile per questo riuscire ad integrare i due percorsi che, da un lato possono darle stabilità "fisica" (il farmaco) e dall'altro stabilità emotiva (individuazione ed elaborazione di vissuti emozionali).
Mi sovviene.... Proviamo, anche, a stare nel qui ed ora....
Rimaniamo in ascolto.
Un caro saluto
[#2]
Utente
Gentilissima Dr.ssa Albano, intanto la ringrazio, di cuore, della sua risposta e della delicatezza con cui ha trattato il mio problema. In effetti, concordo pienamente con lei, che, forse, per la prima volta inizio a mettere me stessa al centro del mio mondo, piuttosto che considerarmi "nulla" come ho, ahimè, fatto nel passato. A volte non mi riconosco sotto questa nuova veste, ma sento che è la strada giusta per me. Perchè, dopo aver trascorso un passato traumatico e aver scoperto di avere un disturbo della sfera affettiva, se non mi voglio bene per me stessa, difficile che gli altri riescano a farlo. Fino a qualche tempo fa, ovvero prima della diagnosi di bipolarismo, non avrei mai frequentato due persone contemporaneamente, mi sarei sentita in colpa, sporca, tantomeno se uno dei due è sposato con figli e, ancor di più, mi sarei legata subito ad entrambi, in un meccanismo malato di dipendenza affettiva. A cui, presto, sarebbe subentrato l'abbandono (da parte loro, chiaro). La metto in conto, una fine, da entrambe le parti (Fine: parola che prima non avevo il coraggio di dire, perchè non ne vedevo mai una), ma oggi vivo ciò che ho oggi, e domani vedremo. Chiaramente, cerco di tutelarmi. Esempio: ho già una laurea, ma per un'antica passione, mi sono nuovamente iscritta all'Università, a psicologia e sono molto motivata. Se ho studiare, non c'è uscita che tenga (prima, al contrario, mi sarei precipitata fuori, per paura di perdere l'uomo di turno). Il rapporto con mio padre è stato ed è sofferto, l'ho sempre idealizzato, cercato e rincorso in altri uomini e, quando pensavo di averlo trovato, ho scoperto che era malato. Un condizionamento, la sua assenza, che mi ha fatto compiere scelte sbagliate. Oggi lo guardo con occhi diversi, mi fa tenerezza e pena insieme. Una cosa: lei parla di "volersi bene" o, almeno, cominciare a farlo (lo spero!), ma si può volersi bene anche frequentando una persona sposata? (è quello il mio cruccio). Per la psicoterapia, me l'ha consigliata anche il mio psichiatra, ma prima vuole che sia stabile coi farmaci e, ancora, devo aver pazienza
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Bene, per ciò che le ha consigliato lo Psichiatra..
Al momento opportuno il percorso terapeutico sarà costruttivo e inizierà a "guardarsi" con altri occhi.
La domanda che mi pone esula dal mio "giudizio", perché mi sento di fare questo nel momento in cui le dicessi si fa bene, no fa male. Sarei una "cattiva" professionista, perché non è il mio compito.
Volersi bene sta a significare di ASCOLTARSI e stare sui bisogni che si hanno. Questo comporterà, di conseguenza, a stare bene anche con gli altri.
Sarà proprio su queste "emozioni" in turbinio che la Psicoterapia le sarà di aiuto.... Nel frattempo provi a viversi il presente con serenità, se riesce.
Anche la motivazione allo studio è importante... Entrare in confidenza con questo ambito disciplinare, l'aiuterebbe a comprendere molte cose.
Nel frattempo rimaniamo in ascolto.
Un caro saluto
Al momento opportuno il percorso terapeutico sarà costruttivo e inizierà a "guardarsi" con altri occhi.
La domanda che mi pone esula dal mio "giudizio", perché mi sento di fare questo nel momento in cui le dicessi si fa bene, no fa male. Sarei una "cattiva" professionista, perché non è il mio compito.
Volersi bene sta a significare di ASCOLTARSI e stare sui bisogni che si hanno. Questo comporterà, di conseguenza, a stare bene anche con gli altri.
Sarà proprio su queste "emozioni" in turbinio che la Psicoterapia le sarà di aiuto.... Nel frattempo provi a viversi il presente con serenità, se riesce.
Anche la motivazione allo studio è importante... Entrare in confidenza con questo ambito disciplinare, l'aiuterebbe a comprendere molte cose.
Nel frattempo rimaniamo in ascolto.
Un caro saluto
[#4]
Utente
Grazie, di nuovo, Dr.ssa Albano. Non sa quanto bene mi facciano le sue parole. Come Lei mi consiglia, resterò in ascolto, del qui e ora, provando a viverla questa serenità riconquistata e, proprio perchè pagata a caro prezzo, ancora più importante. Sullo studio della psicologia, ne sono molto motivata (un pò per capire certe dinamiche, un pò per vocazione, interiore) e proseguirò su questa strada. Intanto, continuo a prendere il Lamictal e ne attendo i benefici. Successivamente, passerò alla psicoterapia, utile per sciogliere certi nodi emotivi, laddove il farmaco non riesce
Un abbraccio e di nuovo grazie, di cuore.
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Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 4k visite dal 02/11/2014.
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