Dipendenza affettiva - bassa autostima
Salve dottori,
Sono un ragazzo di 22 anni, ho bassa autostima e molto ansioso.
Sono in cura da una bravissima psicanalista, che mi ha aiutato a risolvere vari problemi riiguardanti la somatizzazione dell'ansia (finivo continuamente al pronto soccorso per qualsiasi cosa pensando di morire).
Durante questa cura e' emerso il rapporto non proprio idilliaco con mio padre., tanto che la mia dottoressa ha definito quasi terrore il mio sentimento verso di lui.
Anche per questa causa, "aiutata" da una bassa autostima, la dottoressa mi ha diagnosticato una dipendenza affettiva.
Mi spiego meglio, mi sottovaluto sempre e sono sempre in ansia per le relazioni con l'altro sesso durante il primo appuntamento, praticamente è' sempre una tragedia uscire con una ragazza nuova per me.
Nonostante ciò ho molte spasimanti e sono anche invidiato dai miei amici che mi danno dello stupido per tutte le paranoie che mi faccio visto l'inesistente motivo.
Queste cose penso di averle capite ma puntualmente quando si arriva al dunque mi monta sempre un'ansia incredibile che limita moltissimo le mie prestazioni.
Ma veniamo alla dipendenza affettiva punto focale e per il quale vi scrivo.
mi capita di frequente di avere relazioni con l'altro sesso, dopo aver superato il problema dell'incontro i seguenti appuntamenti vanno molto meglio e riesco piano piano ad essere me stesso, il problema avviene quando le ragazze si stancano di me.
Anche se una ragazza che fino al giorno prima ritenevo quasi come un peso mi lascia entro in un vortice di ansia e paranoie infinite e faccio di tutto per riconquistArla, vivo male la situazione, questo problema me l'ha fatto notare la psicanalista che reiterate volte gli racconto di mie relazioni alle quali non do grosso peso è una volta finite ne faccio una tragedia come se fosse l'amore della mia vita.
La dottoressa ha provato a farmi notare la cosa e riconosco che sia effettimente vero quanto dice, mi ha consigliato di cambiare prospettiva, di pensare che quella che ci ha perso e' lei perché non ho niente che mi manca (e parte con la serie di elogi: sei un bel ragazzo, sei simpatico, educato, disponibile, sensibile ecc ecC) dicendo che non mi accorgo di queste cose e che dovrei pensare "peggio per lei" la vita va avanti e le solite storie e di pensare che realmente di questa persona fino al giorno prima non me ne fregava nulla che è solo una lotta contro me stesso, come mi misurassi continuamente con me stesso avendo queste relazioni e tutte le volte che finiscono le veda come una sconfitta.
Benissimo, capito il concetto, lo ripeto da un anno in ogni seduta discorsi di questo tipo, mi tornano, hanno una logica e concordo in pieno con l'analisi della dottoressa, niente da ribadire.
Nonostante ciò ogni volta ho puntualmente i soliti problemi: ansia da prestazione, bassa autostima, dipendenza affettiva
Come mai non riesco ad assimilare queste cose nonostante riconosco siano vere e non abbia niente da obbiettare? Come mai la mia testa non l'accetta?
Sono un ragazzo di 22 anni, ho bassa autostima e molto ansioso.
Sono in cura da una bravissima psicanalista, che mi ha aiutato a risolvere vari problemi riiguardanti la somatizzazione dell'ansia (finivo continuamente al pronto soccorso per qualsiasi cosa pensando di morire).
Durante questa cura e' emerso il rapporto non proprio idilliaco con mio padre., tanto che la mia dottoressa ha definito quasi terrore il mio sentimento verso di lui.
Anche per questa causa, "aiutata" da una bassa autostima, la dottoressa mi ha diagnosticato una dipendenza affettiva.
Mi spiego meglio, mi sottovaluto sempre e sono sempre in ansia per le relazioni con l'altro sesso durante il primo appuntamento, praticamente è' sempre una tragedia uscire con una ragazza nuova per me.
Nonostante ciò ho molte spasimanti e sono anche invidiato dai miei amici che mi danno dello stupido per tutte le paranoie che mi faccio visto l'inesistente motivo.
Queste cose penso di averle capite ma puntualmente quando si arriva al dunque mi monta sempre un'ansia incredibile che limita moltissimo le mie prestazioni.
Ma veniamo alla dipendenza affettiva punto focale e per il quale vi scrivo.
mi capita di frequente di avere relazioni con l'altro sesso, dopo aver superato il problema dell'incontro i seguenti appuntamenti vanno molto meglio e riesco piano piano ad essere me stesso, il problema avviene quando le ragazze si stancano di me.
Anche se una ragazza che fino al giorno prima ritenevo quasi come un peso mi lascia entro in un vortice di ansia e paranoie infinite e faccio di tutto per riconquistArla, vivo male la situazione, questo problema me l'ha fatto notare la psicanalista che reiterate volte gli racconto di mie relazioni alle quali non do grosso peso è una volta finite ne faccio una tragedia come se fosse l'amore della mia vita.
La dottoressa ha provato a farmi notare la cosa e riconosco che sia effettimente vero quanto dice, mi ha consigliato di cambiare prospettiva, di pensare che quella che ci ha perso e' lei perché non ho niente che mi manca (e parte con la serie di elogi: sei un bel ragazzo, sei simpatico, educato, disponibile, sensibile ecc ecC) dicendo che non mi accorgo di queste cose e che dovrei pensare "peggio per lei" la vita va avanti e le solite storie e di pensare che realmente di questa persona fino al giorno prima non me ne fregava nulla che è solo una lotta contro me stesso, come mi misurassi continuamente con me stesso avendo queste relazioni e tutte le volte che finiscono le veda come una sconfitta.
Benissimo, capito il concetto, lo ripeto da un anno in ogni seduta discorsi di questo tipo, mi tornano, hanno una logica e concordo in pieno con l'analisi della dottoressa, niente da ribadire.
Nonostante ciò ogni volta ho puntualmente i soliti problemi: ansia da prestazione, bassa autostima, dipendenza affettiva
Come mai non riesco ad assimilare queste cose nonostante riconosco siano vere e non abbia niente da obbiettare? Come mai la mia testa non l'accetta?
[#1]
Gentile Utente,
La dipendenza affettiva o mal d'amore o ferita dei non amati.......parte da lontano e da lì andrebbe curato.
Non spetta a noi valutare l'operato della collega, se lei si trova bene prosegua.
Leggendo lo storico dei suoi tanti consulti emergono problematiche di ansia, ha mai assunto terapie farmacologiche ?
Forse un approccio combinano sarebbe utile.
Le allego delle letture
http://www.valeriarandone.it/articoli/154-gli-amore-dipendenti-dipenden
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html
La dipendenza affettiva o mal d'amore o ferita dei non amati.......parte da lontano e da lì andrebbe curato.
Non spetta a noi valutare l'operato della collega, se lei si trova bene prosegua.
Leggendo lo storico dei suoi tanti consulti emergono problematiche di ansia, ha mai assunto terapie farmacologiche ?
Forse un approccio combinano sarebbe utile.
Le allego delle letture
http://www.valeriarandone.it/articoli/154-gli-amore-dipendenti-dipenden
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
"Come mai non riesco ad assimilare queste cose nonostante riconosco siano vere e non abbia niente da obbiettare? Come mai la mia testa non l'accetta?"
Perchè non è un robot. E la psicoterapia serve proprio per promuovere un cambiamento di questo tipo.
Se fosse così semplice, credo che chiunque potrebbe cambiare senza l'aiuto di un professionista o, come tanti Utenti ci domandano, solo con l'aiuto di un libro in cui si riconoscono.
Ha provato a chiedere alla psicologa con cui è in cura. Che cosa Le ha risposto?
Perchè non è un robot. E la psicoterapia serve proprio per promuovere un cambiamento di questo tipo.
Se fosse così semplice, credo che chiunque potrebbe cambiare senza l'aiuto di un professionista o, come tanti Utenti ci domandano, solo con l'aiuto di un libro in cui si riconoscono.
Ha provato a chiedere alla psicologa con cui è in cura. Che cosa Le ha risposto?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
La dottoressa concorda con voi ovvero che non siamo robot che ci vuole del tempo, lo capisco ma è annj che non riesco a crescere mi sento un eterno immaturo sto male per cose assurde mentre vedo i miei amici se ne fregano per cose analoghe e io che ci provo in tutti i modi non mi riesce evitare il pensiero ossessivo, questo mi da molta frustrazione, volere potere ma non riuscire, e vi giuro che ci provo in tutti i modi ma ormai su di me niente funziona più
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.1k visite dal 01/11/2014.
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