Immotivata ansia di non poter affrontare una situazione
Buongiorno, in questo periodo sono perennemente sul punto di piangere .ora spiego la situazione nel dettaglio :sono fidanzata da un anno e mezzo e sono felicissima poiché siamo entrambi innamorati follemente e non riusciamo ad immaginarci un futuro senza l altro ...lui vive a 17 km da me ..anche se a volte la distanza aumenta perché io studio fuori sede perciò capita che debba stare via per un mesetto...è inutile dire che ogni volta che devo partire ne faccio una tragedia e inizio a piangere già una settimana prima .Ma questo non è il motivo per cui chiedo il consulto il vero motivo è che il mio ragazzo lavora tutto l anno ma nel periodo che va da fine ottobre/gennaio il lavoro si intensifica e deve fare anche turni di pomeriggio .l anno scorso lavorava in ufficio e questo problema non si poneva , quest anno invece deve fare questi maledetti turni e per la settimana che lavora di mattina un giorno si e uno no di solito riusciamo a vederci , la mia preoccupazione è per quando inizierà il turno pomeridiano in cui la sera torna tardi e non ci potremo vedere e la mattina avremo più problemi per vederci , inoltre siamo abituati a sentirvi costantemente via SMS e facendo la mansione che ha quest anno ovviamente non può mandarmi messaggi ...io sento la sua mancanza forse anche più di quanto dovrei , non so spiegarmi sento la mia giornata vuota nonostante abbia da fare tipo studiare ecc l unico pensiero che ho è lui e quanto sn triste ...e mi viene da piangere ...ho paura che questo periodo ci faccia allontanare ..non so come fare a reagire e trovare la forza di affrontare questo ostacolo ..mi ripeto che si tratta solo di mesi e che poi tutto tornerà alla normalità , che comunque ci vedremo anche se molto meno , ma il non sentirlo neanche mi fa stare troppo male ...non voglio fargli pesare la situazione a lui anche se purtroppo mi è capitato di piangere in sua presenza e mi dispiace perché lo so che ci sta male poi ...non so come fare vedo tutto nero ..razionalmente so che non è la fine del mondo ma non riesco ad essere razionale e l emotività prende il sopravvento ... vi prego aiutatemi a trovare un modo per affrontare più serenamente la situazione .
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Gent.le ragazza,
quando uno dei due partner avverte una condizione di insicurezza nel legame affettivo si attiva un "sistema d'allarme" che è stato individuato anche attraverso gli studi condotti sull'attivazione di alcune aree cerebrali, quindi si tratta di una reazione che un correlato anche a livello neurofisiologico.
In ogni caso è possibile che ci siano aspetti individuali che riguardano il tuo modo di vivere la relazione di coppia e in particolare il tuo stile di attaccamento che può essere influenzato anche da esperienze precedenti.
"io sento la sua mancanza forse anche più di quanto dovrei"
E' come se tu non ti riconoscessi il diritto di provare questo sentimento e rifiutandolo inevitabilmente si amplifica, forse è necessario condividerlo con il tuo ragazzo, senza sensi di colpa, perché questo ti consentirà di viverlo più serenamente fino ad arrivare ad accettarlo.
quando uno dei due partner avverte una condizione di insicurezza nel legame affettivo si attiva un "sistema d'allarme" che è stato individuato anche attraverso gli studi condotti sull'attivazione di alcune aree cerebrali, quindi si tratta di una reazione che un correlato anche a livello neurofisiologico.
In ogni caso è possibile che ci siano aspetti individuali che riguardano il tuo modo di vivere la relazione di coppia e in particolare il tuo stile di attaccamento che può essere influenzato anche da esperienze precedenti.
"io sento la sua mancanza forse anche più di quanto dovrei"
E' come se tu non ti riconoscessi il diritto di provare questo sentimento e rifiutandolo inevitabilmente si amplifica, forse è necessario condividerlo con il tuo ragazzo, senza sensi di colpa, perché questo ti consentirà di viverlo più serenamente fino ad arrivare ad accettarlo.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Ex utente
La ringrazio , io condivido tutto con lui e in questo sono fortunata perché lui mi ascolta mi consola e cerca di farmi forza e di farmi ritornare a ridere ...sono io che preferirei riuscire a gestire meglio quello che sento perché anche lui si sta sacrificando e ne soffre ma riesce a mascherarlo e sdrammatizzare...io invece non ci riesco e mi dispiace perché vedermi piangere non credo che lo aiuti a vivere più serenamente questo periodo anche se lui non me lo fa pesare ...
[#3]
Condividere non significa soltanto piangere in presenza dell'altro, ma esprimere isignificati connessi al proprio vissuto al fine di consolidare il legame che vi unisce e sperimentare insieme nuove modalita relazionali in cui sia permesso essere trasparenti l'uno con l'altro.
[#4]
Psicologo
Gentile Sig.na,
La ringrazio per averci scritto e aver condiviso insieme a noi la sua problematica. Mi sembra di percepire un certo disagio nella sua lettera e spero di poterla aiutare a trovare spunti di riflessione per migliorare il suo benessere psicologico.
La sfera affettiva è un ambito molto importante della nostra vita generalmente governata dalle nostre esperienze interpersonali passate, dal nostro bagaglio di esperienze (sensoriale, cognitive, aspettative, desideri ecc). A volte trovare un maggior equilibrio tra la propria ed altrui autonomia, la propria ed altrui indipendenza psico-socio-affettiva, permette di vivere con maggior serenità le relazioni interpersonali. Magari identità ed individualità potrebbero essere rafforzate da una condivisione meno simbiotica degli affetti, esperienze ed aspettative, permettendo di allentare la tensione che si cumula nei momenti di separazione? Forse il suo attaccamento non le permette di mantenere i propri spazi mentali? Magari questo legame particolare tra sé e l'altro genera in lei una sorta di confusione mentale? "io sento la sua mancanza forse anche più di quanto dovrei, non so spiegarmi sento la mia giornata vuota nonostante abbia da fare" e un forte malessere psico-sociale "perennemente sul punto di piangere", " ogni volta che devo partire ne faccio una tragedia e inizio a piangere già una settimana prima". Possiamo forse ipotizzare che il suo malessere non sia esclusivamente dovuto all'assenza del suo compagno, ma che questa sua difficoltà a separarsi sia magari anche collegata, in qualche modo, ad altre figure significative o esperienze da lei vissute?
Potrebbe essere interessante per lei comprendere come la sua autostima o l'immagine che ha di se stessa possono, in qualche modo, influenzare il suo stato emotivo e le sue relazioni interpersonali.
Cordiali saluti
La ringrazio per averci scritto e aver condiviso insieme a noi la sua problematica. Mi sembra di percepire un certo disagio nella sua lettera e spero di poterla aiutare a trovare spunti di riflessione per migliorare il suo benessere psicologico.
La sfera affettiva è un ambito molto importante della nostra vita generalmente governata dalle nostre esperienze interpersonali passate, dal nostro bagaglio di esperienze (sensoriale, cognitive, aspettative, desideri ecc). A volte trovare un maggior equilibrio tra la propria ed altrui autonomia, la propria ed altrui indipendenza psico-socio-affettiva, permette di vivere con maggior serenità le relazioni interpersonali. Magari identità ed individualità potrebbero essere rafforzate da una condivisione meno simbiotica degli affetti, esperienze ed aspettative, permettendo di allentare la tensione che si cumula nei momenti di separazione? Forse il suo attaccamento non le permette di mantenere i propri spazi mentali? Magari questo legame particolare tra sé e l'altro genera in lei una sorta di confusione mentale? "io sento la sua mancanza forse anche più di quanto dovrei, non so spiegarmi sento la mia giornata vuota nonostante abbia da fare" e un forte malessere psico-sociale "perennemente sul punto di piangere", " ogni volta che devo partire ne faccio una tragedia e inizio a piangere già una settimana prima". Possiamo forse ipotizzare che il suo malessere non sia esclusivamente dovuto all'assenza del suo compagno, ma che questa sua difficoltà a separarsi sia magari anche collegata, in qualche modo, ad altre figure significative o esperienze da lei vissute?
Potrebbe essere interessante per lei comprendere come la sua autostima o l'immagine che ha di se stessa possono, in qualche modo, influenzare il suo stato emotivo e le sue relazioni interpersonali.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.7k visite dal 30/10/2014.
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