Genitori all'antica
Gentili dottori,
Vi scrivo per chiedervi un aiuto. Ho 27 anni e sono prossima al conseguimento della laurea magistrale. Sono sempre stata una figlia perfetta, non avendo mai provocato preoccupazioni ai miei genitori. Ho sempre avuto un buon dialogo con loro, eccetto che sul sesso. Sono fidanzata da 10 anni con colui che é stato il mio primo fidanzato e naturalmente abbiamo la nostra intimità. Lui lavora, è laureato ed è un bravissimo ragazzo. Nonostante ciò i miei genitori non hanno mai voluto che andassimo insieme in vacanza, anche solo per un week end. Sono all'antica nonostante la loro giovane età. Loro si sposarono giovanissimi (a 19 anni) perché i miei nonni materni non permettevano che uscissero da soli. Nonostante ciò siamo sempre riusciti a ritagliarci "mini vacanze"dicendo ai miei che andavo con mie amiche. L'ultima volta però mia mamma si è molto insospettita al che ho preso la palla al balzo dicendo che volevo andare in vacanza con il mio fidanzato non essendoci niente di male o di sbagliato. Il risultato? Apriti cielo! "Finché abiti qui non puoi dormire nello stesso letto con lui. Noi dobbiamo poter andare a testa alta". Tutto ciò accadeva un mese fa. Ieri invece mi sono recata insieme a mia mamma dalla ginecologa perché era un periodo che avvertivo fastidi nelle zone intime. Ho quindi deciso di sottopormi ad una regolare visita di routine, cosa che non avevo mai fatto. La dottoressa da per scontato di poter parlare davanti a mia mamma e quindi mi chiede se sono fidanzata e se può dunque sottopormi ad una visita completa. Io chiaramente dico di si. Vi giuro che ho sempre pensato che il problema dei miei genitori fosse esclusivamente "la gente", mai avrei osato immaginare che realmente pensava che io fossi vergine! Ed invece è proprio così. In macchina mi ha detto che quando io ho detto di si alla domanda della ginecologa non ha capito più niente. Che pensava che io fossi una santa!!! Assurdo. So benissimo che a 27 anni suonati non devo far conto a lei, ma vi giuro che pensavo facesse solo finta di non sapere. Ed invece no. Io ora mi sento in colpa per averla delusa, è fredda e distaccata. Abbiamo sempre avuto un buon rapporto e mi dispiace che le sia crollato il mondo addosso. Cosa posso fare per farle capire che i tempi sono cambiati e ricordarle che alla mia età lei aveva già affrontato 2 gravidanze? Ma realmente pensava che dopo 10 anni ci guardassimo in faccia? Eppure le ho sempre rimarcato il fatto che tutte le mie amiche vanno in vacanza con i propri fidanzati! Ma lei ha sempre detto che delle altre a lei non importa.
Vi scrivo per chiedervi un aiuto. Ho 27 anni e sono prossima al conseguimento della laurea magistrale. Sono sempre stata una figlia perfetta, non avendo mai provocato preoccupazioni ai miei genitori. Ho sempre avuto un buon dialogo con loro, eccetto che sul sesso. Sono fidanzata da 10 anni con colui che é stato il mio primo fidanzato e naturalmente abbiamo la nostra intimità. Lui lavora, è laureato ed è un bravissimo ragazzo. Nonostante ciò i miei genitori non hanno mai voluto che andassimo insieme in vacanza, anche solo per un week end. Sono all'antica nonostante la loro giovane età. Loro si sposarono giovanissimi (a 19 anni) perché i miei nonni materni non permettevano che uscissero da soli. Nonostante ciò siamo sempre riusciti a ritagliarci "mini vacanze"dicendo ai miei che andavo con mie amiche. L'ultima volta però mia mamma si è molto insospettita al che ho preso la palla al balzo dicendo che volevo andare in vacanza con il mio fidanzato non essendoci niente di male o di sbagliato. Il risultato? Apriti cielo! "Finché abiti qui non puoi dormire nello stesso letto con lui. Noi dobbiamo poter andare a testa alta". Tutto ciò accadeva un mese fa. Ieri invece mi sono recata insieme a mia mamma dalla ginecologa perché era un periodo che avvertivo fastidi nelle zone intime. Ho quindi deciso di sottopormi ad una regolare visita di routine, cosa che non avevo mai fatto. La dottoressa da per scontato di poter parlare davanti a mia mamma e quindi mi chiede se sono fidanzata e se può dunque sottopormi ad una visita completa. Io chiaramente dico di si. Vi giuro che ho sempre pensato che il problema dei miei genitori fosse esclusivamente "la gente", mai avrei osato immaginare che realmente pensava che io fossi vergine! Ed invece è proprio così. In macchina mi ha detto che quando io ho detto di si alla domanda della ginecologa non ha capito più niente. Che pensava che io fossi una santa!!! Assurdo. So benissimo che a 27 anni suonati non devo far conto a lei, ma vi giuro che pensavo facesse solo finta di non sapere. Ed invece no. Io ora mi sento in colpa per averla delusa, è fredda e distaccata. Abbiamo sempre avuto un buon rapporto e mi dispiace che le sia crollato il mondo addosso. Cosa posso fare per farle capire che i tempi sono cambiati e ricordarle che alla mia età lei aveva già affrontato 2 gravidanze? Ma realmente pensava che dopo 10 anni ci guardassimo in faccia? Eppure le ho sempre rimarcato il fatto che tutte le mie amiche vanno in vacanza con i propri fidanzati! Ma lei ha sempre detto che delle altre a lei non importa.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Cara utente,
la cultura in cui viviamo e l'educazione, spesso, ci "plasmano" su modelli specifici di comportamento. Comprensibile il dolore ed il senso di colpa, perché si ritiene di essere nel giusto quando ci si dedica a delle persone (e/o al proprio partner) con affetto e amore.... In questo caso parlare con la mamma in modo sereno ed accogliente potrebbe, davvero, farvi "incontrare".
Si può provare ad "accogliere" il suo dolore e a confrontarlo con i suoi sensi di colpa e cercare di trovare un equilibrio in questo divario di esigenze e sentimenti.
Parlare, confrontarsi, il mettersi nell'ascolto dell'altro può davvero rompere questo "incantesimo"!!
Non tema il confronto... Non sono le parole che a volte feriscono, ma il modo con cui si comunica!!
Ascolto, empatia e congruenza (trasparenza) rappresentano, spesso, la "chiave" di svolta ...
Un caro saluto
la cultura in cui viviamo e l'educazione, spesso, ci "plasmano" su modelli specifici di comportamento. Comprensibile il dolore ed il senso di colpa, perché si ritiene di essere nel giusto quando ci si dedica a delle persone (e/o al proprio partner) con affetto e amore.... In questo caso parlare con la mamma in modo sereno ed accogliente potrebbe, davvero, farvi "incontrare".
Si può provare ad "accogliere" il suo dolore e a confrontarlo con i suoi sensi di colpa e cercare di trovare un equilibrio in questo divario di esigenze e sentimenti.
Parlare, confrontarsi, il mettersi nell'ascolto dell'altro può davvero rompere questo "incantesimo"!!
Non tema il confronto... Non sono le parole che a volte feriscono, ma il modo con cui si comunica!!
Ascolto, empatia e congruenza (trasparenza) rappresentano, spesso, la "chiave" di svolta ...
Un caro saluto
[#2]
Gentile Utente,
vedo delle dissonanze nella Sua narrazione: sa bene che i Suoi genitori sono molto all'antica e poi si porta la mamma dal ginecologo... perchè? A 27 anni, ma anche a 18 la visita medica si può affrontare anche da sole, non crede? Quindi mi pare anche comprensibile che la mamma non si aspettasse di sentire ci che ha sentito... :-)
Inoltre Lei scrive: " Cosa posso fare per farle capire che i tempi sono cambiati e ricordarle che alla mia età lei aveva già affrontato 2 gravidanze?"
Perchè vuole fare qualcosa? In fondo quello è un problema della mamma, mica Suo.
Il Suo, a mio avviso, è capire come smarcarsi dai Suoi genitori e iniziare a fare la vita che desidera, andando in vacanza con chi Le pare, senza aver bisogno di mentire.
Se ci pensa, quindi, Lei ha contribuito ad alimentare false credenze ed aspettative nella mamma. Avrebbe dovuto o potuto gestire meglio la situazione con loro. Evidentemente voleva evitare un problema, ma così facendo se lo ritrova ora...
Cordiali saluti,
vedo delle dissonanze nella Sua narrazione: sa bene che i Suoi genitori sono molto all'antica e poi si porta la mamma dal ginecologo... perchè? A 27 anni, ma anche a 18 la visita medica si può affrontare anche da sole, non crede? Quindi mi pare anche comprensibile che la mamma non si aspettasse di sentire ci che ha sentito... :-)
Inoltre Lei scrive: " Cosa posso fare per farle capire che i tempi sono cambiati e ricordarle che alla mia età lei aveva già affrontato 2 gravidanze?"
Perchè vuole fare qualcosa? In fondo quello è un problema della mamma, mica Suo.
Il Suo, a mio avviso, è capire come smarcarsi dai Suoi genitori e iniziare a fare la vita che desidera, andando in vacanza con chi Le pare, senza aver bisogno di mentire.
Se ci pensa, quindi, Lei ha contribuito ad alimentare false credenze ed aspettative nella mamma. Avrebbe dovuto o potuto gestire meglio la situazione con loro. Evidentemente voleva evitare un problema, ma così facendo se lo ritrova ora...
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
Vi ringrazio per le risposte.
Ho portato mia mamma con me perché ero quasi certa del fatto che la dottoressa le chiedesse di uscire prima di farmi determinate domande. Invece così non è stato. Ovviamente mi sono pentita di averla coinvolta.
Credo che lei abbia perfettamente ragione, dottoressa Pileci. Non sono di indole ribelle. Ho sempre cercato di accontentarli così da creare false aspettative. Sapevo che erano contrari alle vacanze in coppia e mi è sempre mancato il coraggio di fargli presente che io non sono mai stata d'accordo con loro. Fatto sta che ero piuttosto convinta che mia mamma fosse consapevole del mio essere sessualmente attiva dopo 10 anni di fidanzamento. Ero convinta che facesse solo finta di non sapere per non affrontare il "problema".A quanto pare mi sbagliavo. Ora mi sento la pecora nera della famiglia, pur non favendo assolutamente niente di male.
Ho portato mia mamma con me perché ero quasi certa del fatto che la dottoressa le chiedesse di uscire prima di farmi determinate domande. Invece così non è stato. Ovviamente mi sono pentita di averla coinvolta.
Credo che lei abbia perfettamente ragione, dottoressa Pileci. Non sono di indole ribelle. Ho sempre cercato di accontentarli così da creare false aspettative. Sapevo che erano contrari alle vacanze in coppia e mi è sempre mancato il coraggio di fargli presente che io non sono mai stata d'accordo con loro. Fatto sta che ero piuttosto convinta che mia mamma fosse consapevole del mio essere sessualmente attiva dopo 10 anni di fidanzamento. Ero convinta che facesse solo finta di non sapere per non affrontare il "problema".A quanto pare mi sbagliavo. Ora mi sento la pecora nera della famiglia, pur non favendo assolutamente niente di male.
[#4]
Mi dispiace... ma perchè non cerca di ridimensionare la questione?
Dia ascolto a ciò che sente e non all'immagine della pecora nera...
Lei è una persona adulta e può e deve comportarsi da persona adulta, quindi non lasci che sia il medico a prendere decisioni se la mamma deve o meno uscire dallo studio medico.
Ma soprattutto si liberi dell'abito da brava bambina e da figlia perfetta tanto nessuno di noi è un figlio perfetto e soprattutto è bello sperimentare che i genitori (anche i Suoi, ne sono certa) ci vogliono bene nella nostra imperfezione. Sa quante ansie in meno?
Sdrammatizzi la questione e tenga come obiettivo quello di imparare a vivere la vita che Lei desidera e NON quella che chicchessia vorrebbe per Lei: non sarebbe giusto ;-)
Cordiali saluti,
Dia ascolto a ciò che sente e non all'immagine della pecora nera...
Lei è una persona adulta e può e deve comportarsi da persona adulta, quindi non lasci che sia il medico a prendere decisioni se la mamma deve o meno uscire dallo studio medico.
Ma soprattutto si liberi dell'abito da brava bambina e da figlia perfetta tanto nessuno di noi è un figlio perfetto e soprattutto è bello sperimentare che i genitori (anche i Suoi, ne sono certa) ci vogliono bene nella nostra imperfezione. Sa quante ansie in meno?
Sdrammatizzi la questione e tenga come obiettivo quello di imparare a vivere la vita che Lei desidera e NON quella che chicchessia vorrebbe per Lei: non sarebbe giusto ;-)
Cordiali saluti,
[#8]
Utente
Gentili dottori, mia mamma dopo 2 giorni di silenzio da quando ha scoperto la mia non verginità mi ha rivolto la parola solo per dirmi:"sono rimasta troppo male per quello che ho saputo, non me l'aspettavo. A saperlo ti avrei mandata a lavorare. D'ora in avanti non puoi più trascorrere intere giornate fuori casa. Ti devi ritirare."Dopo queste affermazioni si è allontanata. Ora voglio chiaramente parlarle, con calma. Cosa mi consigliate?
[#9]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Credo possa essere la cosa più costruttiva un confronto con lei: capire cosa la ferisce così tanto del suo comportamento. Ascoltarla e chiarificarle che lei ama questa persona; che state insieme da diverso tempo e che non rappresenta, fondamentalmente, un comportamento sessuale scorretto.
Provare a trovare un punto di incontro su questo vissuto che, evidentemente, " tocca" molto la mamma nel suo intimo.
Certo, lei è una persona adulta e come tale dovrebbe iniziare a rapportarsi anche con la mamma... Ma se questo "passo" le crea particolarmente disagio, forse, sarebbe opportuno riflettere su questo legame ancora un po' "immaturo"... Nel senso di difficoltà ad acquisire una propria indipendenza personale ed affettiva e, quindi, confrontarsi con un professionista!?
Spero, di cuore, di poterle essere di aiuto nella stimolazione di una riflessione costruttiva.
Provare a trovare un punto di incontro su questo vissuto che, evidentemente, " tocca" molto la mamma nel suo intimo.
Certo, lei è una persona adulta e come tale dovrebbe iniziare a rapportarsi anche con la mamma... Ma se questo "passo" le crea particolarmente disagio, forse, sarebbe opportuno riflettere su questo legame ancora un po' "immaturo"... Nel senso di difficoltà ad acquisire una propria indipendenza personale ed affettiva e, quindi, confrontarsi con un professionista!?
Spero, di cuore, di poterle essere di aiuto nella stimolazione di una riflessione costruttiva.
[#10]
Utente
Lei ha ragione. Il mio fidanzato mi accusa sempre di essere succube di mia mamma. Fatto sta che lei ha sempre usato dei ricatti economici nei miei confronti ("io lavoro per te""la mia saluta l'ho persa per te",ecc) ed essendo studentessa mi hanno sempre pesato. Come devo fare per acquisire questa indipendenza?
[#11]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Un percorso terapeutico, che le permetta di identificare ed elaborare i suoi vissuti, potrebbe aiutarla a viversi il quotidiano in modo sereno.
Può rivolgersi al suo medico di base o alla sua ginecologa, per contattare la struttura a lei più vicina.
Un caro saluto.
Può rivolgersi al suo medico di base o alla sua ginecologa, per contattare la struttura a lei più vicina.
Un caro saluto.
[#12]
Per fortuna Lei sta per laurearsi e finalmente concluderà la Sua carriera di studentessa.
Però, come Le ho già detto sopra, questa condizione ha fatto comodo anche a Lei che, non sapendo gestire il problema, ha scelto la soluzione meno efficace.
Se vuole avere autonomia e indipendenza, perchè ancora si fa ricattare da tali frasi come "sono rimasta troppo male per quello che ho saputo, non me l'aspettavo."
Se la mamma è rimasta male, è la mamma che deve elaborare tale male e superarlo. Invece che cosa fa? La chiude in casa?
Scusi la franchezza, ma è qui che Lei ha la grande opportunità di non essere succube e di diventare autonoma e indipendente.
Ci sono genitori che ci restano male per le scelte che fanno i figli, in qualunque campo. Ma è un problema dei genitori.
Magari un domani alla mamma non andrà bene che Lei sceglierà di vivere in un'altra città o il lavoro che sceglierà di fare.
E Lei che cosa farà a quel punto?
Quindi anche io sono del parere che sia utile contattare uno psicologo per occuparsi del SUO, di problema, lasciando alla mamma ciò che è della mamma. L'obiettivo è davvero smarcarsi e imparare a gestire tali richieste.
Non possiamo soddisfare tutte le richieste altrui, soprattutto quelle che si scontrano con le nostre idee, convinzioni, valori.
E' importante imparare a rispettare il parere altrui, senza prevaricare.
Cordiali saluti,
Però, come Le ho già detto sopra, questa condizione ha fatto comodo anche a Lei che, non sapendo gestire il problema, ha scelto la soluzione meno efficace.
Se vuole avere autonomia e indipendenza, perchè ancora si fa ricattare da tali frasi come "sono rimasta troppo male per quello che ho saputo, non me l'aspettavo."
Se la mamma è rimasta male, è la mamma che deve elaborare tale male e superarlo. Invece che cosa fa? La chiude in casa?
Scusi la franchezza, ma è qui che Lei ha la grande opportunità di non essere succube e di diventare autonoma e indipendente.
Ci sono genitori che ci restano male per le scelte che fanno i figli, in qualunque campo. Ma è un problema dei genitori.
Magari un domani alla mamma non andrà bene che Lei sceglierà di vivere in un'altra città o il lavoro che sceglierà di fare.
E Lei che cosa farà a quel punto?
Quindi anche io sono del parere che sia utile contattare uno psicologo per occuparsi del SUO, di problema, lasciando alla mamma ciò che è della mamma. L'obiettivo è davvero smarcarsi e imparare a gestire tali richieste.
Non possiamo soddisfare tutte le richieste altrui, soprattutto quelle che si scontrano con le nostre idee, convinzioni, valori.
E' importante imparare a rispettare il parere altrui, senza prevaricare.
Cordiali saluti,
[#14]
Gentile Utente,
la "teoria" su come fare è quella descritta sinteticamente sopra, cioè dovrebbe distanziarsi e affrontare la situazione in maniera più matura, ma dal momento che mi pare in difficoltà a gestire la questione, può essere molto utile l'aiuto di uno psicologo di persona.
Cordiali saluti,
la "teoria" su come fare è quella descritta sinteticamente sopra, cioè dovrebbe distanziarsi e affrontare la situazione in maniera più matura, ma dal momento che mi pare in difficoltà a gestire la questione, può essere molto utile l'aiuto di uno psicologo di persona.
Cordiali saluti,
[#15]
Utente
Onestamente voglio risolvere la situazione da sola. Se poi non riesco valuterò il consiglio di contattare uno psicologo di persona. Questa dovrebbe dunque essere la mia occasione per diventare autonoma e indipendente. Ed è il mio obiettivo. Ma come raggiungerlo? Non facendomi condizionare dai suoi ricatti, questo l'ho capito. Intanto lei continua ad ignorarmi. Devo attendere che prima metabolizzi l'accaduto o devo parlarle direttamente?
[#18]
Gentile Utente,
a beneficio di chiunque legga, è importante sottolineare che lo psicologo non è il professionista che eroga consigli o che può dire al pz che cosa deve scegliere e cosa fare.
A me pare che qui abbiamo delineato a grandi linee un problema relazionale e mi sembra anche che più che un consiglio sarebbe sensato comprendere meglio le dinamiche famigliari e capire poi come agire.
Ma è chiaro che da qui non è possibile "dare consigli": non sarebbe utile per Lei, perchè il pz di solito deve imparare a trovare le strategie più funzionali e inoltre le prescrizioni comportamentali sono diverse da ciò che intende Lei. Non sono infatti le soluzioni al problema della persona che interpella lo psicologo.
Le prescrizioni comportamentali vengono erogate solo all'interno di una cornice particolare, come quella psicoterapica, perchè è già stata fatta una valutazione del pz e della sua problematica.
E' come se Lei qui chiedesse la prescrizione di un farmaco...
Il mio suggerimento, se vuole uscire da questa situazione, è quello di sentire uno psicologo psicoterapeuta, meglio se con specifica formazione in terapia sistemico-relazionale.
Cordiali saluti,
a beneficio di chiunque legga, è importante sottolineare che lo psicologo non è il professionista che eroga consigli o che può dire al pz che cosa deve scegliere e cosa fare.
A me pare che qui abbiamo delineato a grandi linee un problema relazionale e mi sembra anche che più che un consiglio sarebbe sensato comprendere meglio le dinamiche famigliari e capire poi come agire.
Ma è chiaro che da qui non è possibile "dare consigli": non sarebbe utile per Lei, perchè il pz di solito deve imparare a trovare le strategie più funzionali e inoltre le prescrizioni comportamentali sono diverse da ciò che intende Lei. Non sono infatti le soluzioni al problema della persona che interpella lo psicologo.
Le prescrizioni comportamentali vengono erogate solo all'interno di una cornice particolare, come quella psicoterapica, perchè è già stata fatta una valutazione del pz e della sua problematica.
E' come se Lei qui chiedesse la prescrizione di un farmaco...
Il mio suggerimento, se vuole uscire da questa situazione, è quello di sentire uno psicologo psicoterapeuta, meglio se con specifica formazione in terapia sistemico-relazionale.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 19 risposte e 12.4k visite dal 28/10/2014.
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