Ironia della sorte

Gentili Dottori,
trascurando i convenevoli e preamboli secondo il vostro parere esiste una forza a noi esterna o è la nostra percezione che ci fa credere nel destino/sorte?
grazie a chi vorrà rispondere
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Dr. Andrea Epifani Psicoterapeuta, Psicologo 123 2
Gentile Utente,
questa domanda suona più come una curiosità personale che altro. Questo sito nasce per rispondere alle richieste degli utenti legate a problematiche personali, disturbi, terapie etc.

Cordialmente,

Dr. Andrea Epifani - Bologna
http://BolognaPsicologo.net

[#2]
Utente
Utente
Egregio Dr. Epifani,
la ringrazio per la sua gentile collaborazione.
Mi duole replicare che in questo caso la mia curiosità è dovuta da uno stato d'ansia.
Mi auguro di aver soddisfatto i suoi requisiti.
Grazie
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Dr. Andrea Epifani Psicoterapeuta, Psicologo 123 2
Gentile Utente,
allora esponga meglio il quesito di modo che possiamo risponderle in maniera appropriata. Ci dica cosa la preoccupa e aggiunga degli elementi che ci possano aiutare a comprendere la sua situazione.

Cordialmente,
[#4]
Utente
Utente
Grazie dottore, ho fatto una ricerca su google ed ho capito, per quello che ho potuto leggere, cosa intende la psicologia a riguardo.
Cerco di risolvere i miei problemi analizzando varie cose,mi sembra alquanto inutile stare a scrivere di vari episodi o problematiche quando avrei bisogno comunque di una terapia, quindi credevo di poter utilizzare questo sito per confrontarmi con qualcuno che ne sappia più di me per quanto riguarda le conseguenze delle proprie azioni intese come destino già segnato o come semplicemente una nostra giustificazione ai nostri errori in maniera tale da rendermi conto che quello che mi succede può essere paragonato ad un cane che si morde la coda e non ad una serie di cose che sono lì e aspettano di venirmi incontro.
Mi auguro che lei abbia inteso le mie parole.
Saluti
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

se ho capito bene la Sua gentile richiesta, potrebbe trattarsi di un problema di ossessività.
Ma, in ogni caso, dal momento che sa di avere bisogno di una terapia, il mio suggerimento è di fare prima una valutazione da uno psicologo psicoterapeuta e decidere in seguito che cosa fare, se iniziare una psicoterapia oppure se potrà essere utile una consulenza psichiatrica.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Andrea Epifani Psicoterapeuta, Psicologo 123 2
Gentile Utente,
le aggiungo, in risposta alla sua domanda (per la verità abbastanza criptica) che secondo l'approccio della psicoterapia cognitiva noi consolidiamo, nel corso dello sviluppo psicologico, degli schemi cognitivi, ovvero regole di comportamento, modi di vedere noi stessi e gli altri, previsioni circa il futuro etc. Questi schemi cognitivi ci servono quindi per aiutarci nell'interazione con noi stessi e con il mondo, fornendoci delle boe di orientamento.

Tuttavia capita che gli schemi siano particolarmente rigidi e poco suscettibile di evoluzione e cambiamento, inibendoci e limitandoci in varie sfere di vita e ponendoci in condizioni e situazioni stereotipate (ad esempio sempre nel ruolo della vittima, o in quello dell'abbandonato). Difatti uno degli obiettivi generali della psicoterapia è quello di fornire al paziente una maggiore sensazione di essere padrone della propria vita (in gergo si dice senso di agency), quindi una sensazione di essere meno passivo di fronte agli eventi. Gli schemi cognitivi tipici della depressione ("io non sono amabile", "il futuro sarà negativo", "gli altri non mi trovano degno di essere amato", "il destino è sempre segnato"...) non sono altro che profezie che si autoavverano. La stessa cosa vale per gli schemi cognitivi ansiogeni etc.

Herman Hesse diceva che "destino e carattere sono due nomi del medesimo concetto".

Cordialmente,
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Utente
Utente
Grazie Dr. Pileci, cercherò di farlo.
Grazie anche a lei Dr. Epifani, vorrei farle un'altra domanda che è più una curiosità personale, per tanto la ringrazio doppiamente se vorrà rispondermi.
Riprendendo la sua risposta, se questi schemi cognitivi vengono come installati, come ad esempio si fa con un programma su un sistema operativo, nella nostra mente,cos'è che ci differenzia dagli altri?
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Dr. Andrea Epifani Psicoterapeuta, Psicologo 123 2
Gentile Utente,
gli schemi cognitivi si strutturano nel corso dello sviluppo, modificandosi di volta in volta in base alle vicissitudini della vita. Essi sono unici, e strutturano il nostro modo di vivere le emozioni e di dare significato agli eventi che ci succedono. In questo, gli schemi cognitivi contribuiscono al nostro senso di unicità, poiché il nostro modo di strutturare i significati è unico, così come la nostra storia personale e il nostro modo di vivere le emozioni.

Cordialmente,
[#9]
Utente
Utente
Grazie Dr. ma in questi casi il subconscio come si realizza, nel senso se combatte la nuova struttura come si uniscono le 2 cose?
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Dr. Andrea Epifani Psicoterapeuta, Psicologo 123 2
Gentile Utente,
come sottolineato dalla collega precedentemente, anche a me sembra che stia cercando delle risposte con una modalità tipicamente ossessiva. Potremmo disquisire sui suoi dubbi all'infinito ma non è questa la sede.

Lei ha scritto che ritiene di aver bisogno di una terapia, anche se non ci ha spiegato nello specifico qual'è il suo disagio. Nel caso, potremmo fornirle un consulto riguardo alle sue problematiche, se lo riterrà opportuno.

Un cordiale saluto.
[#11]
Utente
Utente
Mi perdoni ma se cercare d'informarsi viene vista come una pratica ossessiva, se volessi iscrivermi all'università mi rinchiuderebbero in manicomio.
Grazie
Saluti
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Dr. Andrea Epifani Psicoterapeuta, Psicologo 123 2
Non credo abbia compreso appieno il senso delle mie (nostre) parole, oppure è probabile che io non sia riuscito a spiegarmi molto bene. Spero però di aver risposto ad ogni modo alla sua domanda iniziale.

Le faccio tanti auguri.