Terapia sistematico relazionale

ho cercato qualche articolo ma non riesco a trovare una risposta ai miei dubbi(oltre a spiegare come funziona questa scuola di pensiero). molto spesso mi ritrovo a chiedere alla terapeuta se mi può dare dei compiti da fare e affrontare le cose non solo dal punto di vista emozionale ma anche concreto. ma ogni volta o svia l'argomento o dice che riprendo l'atteggiamento dei miei genitori. gli ho detto chiaramente che ora vorrei fare anche qualcosa di concreto(dopo un anno sarebbe ora), ma mi sembra di non essere supportata. Leggo spesso qui che molti utilizzando anche compiti da svolgere o la seduta si svolge anche analizzando in modo concreto le parole del paziente. Però mi viene il dubbio che forse questa corrente non prevede compiti o qualcosa di concreto?
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Ne parli serenamente e nuovamente con la sua terapeuta di questi suoi dubbi e difficoltà: del perché ha questi bisogni, ad es.

Ogni professionista ha un suo approccio ed ognuno lavora in modo diverso... anche in rapporto ad uno specifico approccio. Questo perché dobbiamo ricordare che l'approccio professionale si interseca, necessariamente, con lo stile e la personalità di ognuno di noi.

Un caro saluto
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
forse in questa lettura potrà trovare risposte interessanti
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
grazie per il suggerimento dott. De Vincensis

Avevo già letto questo articolo, ma come anche Lei può vedere, non c'è scritto nulla sul dare o non dare esercizi o comunque affrontare anche concretamente le situazioni.

grazie dott.ssa. Albano

è un anno che ne parlo con lei: all'inizio mi è stato risposto che volevo che la terapia finisse in fretta senza analizzare lo spazio interiore ed emozionale(e quindi mi sono messa l'anima in pace ed ho atteso,; poi mi è stato detto che pretendo che lei mi dice cosa devo fare; poi mi è stato risposto molte volte che questo atteggiamento è quello dei miei genitori, che vogliono tutto e subito; l'ultima volta le ho detto chiaramente che dopo un anno e qualche miglioramento interiore, forse è il caso di avvicinarmi anche alle azioni concrete(analizzando anche il lato emozionale): la risposta è stata di darmi degli obiettivi concreti,ma non ho saputo rispondere. con una premessa: all'inizio l'obiettivo che mi sono prefissata concretamente era trovare un'occupazione o comunque capire cosa mi piace fare, ma con il tempo mi è stato detto che comunque avrei bisogno di supporto anche dopo aver trovato qualcosa. e quindi ho lasciato perdere(inteso come obiettivo ultimo, resta comunque un obiettivo da raggiungere).
al momento mi sento lontana anche solo dal mettermi a cercare un lavoro, e mi sembra che dalla terapeuta non ci sia il minimo sforzo a farmi andare oltre, è come se lei "si dovesse occupare solo dell'interiorità", al concreto se ne lava le mani e ci devo pensare io. abbiamo affrontato spesso l'argomento lavoro, studio, occupazione,o anche qualcosa da fare per ammazzare il tempo ma non ne riesco a ricavare nulla. non mi aspetto che abbia la bacchetta magica, ma che almeno mi dia degli stimoli.
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Dr.ssa Mina Lo Cascio Psicologo, Psicoterapeuta 2
carissimo utente
sono un terapeuta sistemico relazionale....la invito prima di tutto ad esplicitare al terapeuta di fiducia i suoi dubbi cosi come li ha esplicitati qui.... infine anche noi usiamo compiti ma devono essere adeguati ai tempi della terapia...probabilmente non sono adatti ai temi o ai tempi della sua terapia...deve immaginare la terapia come un vestito che si adatta ad ogni persona ed immagini il terapeuta come un sarto...spero che la mia metafora possa aiutarla a capire meglio

Dr.ssa Mina Lo Cascio

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Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 483 13
Gentile utente,
sembra di capire che lei consideri "poco concrete" cose come le emozioni e le relazioni, o non è così?

Forse potrebbe cercare di chiarire in che modo la sua terapeuta dovrebbe lavorare con lei in modo "concreto": ossia, quali sono le sue aspettative in tal senso? Un terapeuta sistemico relazionale lavora in modo - molto concreto - sulle dinamiche e sulle capacità relazionali del soggetto. A volte può persino assegnare dei compiti, ma ciò non rende più o meno concreto il suo modo di lavorare.

Forse lei per "concreto" intende "prescrittivo", ossia l'assegnazione di compiti specifici e obiettivi in modo direttivo. Attenzione però a non immaginare illusoriamente che la prescrittività e la direttività che pure esiste in alcuni orientamenti come ad esempio alcune terapie di tipo cognitivo-comportamentale, o brevi strategiche, diventi un "suggerimento" sulle scelte da compiere nella propria vita.

Nessun terapeuta si deve poter sostituire a lei nelle sue scelte, indipendentemente dall'orientamento.

Valuti con attenzione ciò che le ha detto la sua terapeuta circa l'implicazione genitoriale in questo tipo di aspettativa, perché seppure al momento a lei risulti poco gradevole, forse affrontare questo passaggio - sicuramente non facile - porrebbe davvero aiutarla nel suo percorso di cambiamento.

Cordiali saluti.

Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it

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Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
la ringrazio dott. Raggi,

"Valuti con attenzione ciò che le ha detto la sua terapeuta circa l'implicazione genitoriale in questo tipo di aspettativa, perché seppure al momento a lei risulti poco gradevole, forse affrontare questo passaggio - sicuramente non facile - porrebbe davvero aiutarla nel suo percorso di cambiamento."

questo aspetto l'ho affrontato e lo sto affrontando tutt'ora in terapia(finalmente dopo un mese di interruzione per problemi di orario dovrei riprendere).

Io non mi aspetto prescrizioni, però mi sembra di andare avanti senza una meta, visto che comunque trovare un'occupazione non può essere considerato un'obiettivo finale.
Mi piacerebbe fare qualcosa di più dopo un anno cosa fare, visto che sono tanti anni che non studio ne lavoro, e questo aspetto sta diventando sempre più pesante, vista la pressione di amici e parenti, che non fanno altro che propormi lavori che poi rifiuterò(loro lo fanno pensando di aiutarmi), costringendo me stessa e i miei genitori a trovare scuse in continuazione.
non ho la minima idea di cosa fare nella vita: da un anno provo a interrogarmi durante le sedute di questo ma non riesco a trovare risposta.


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Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Gent. Dottori,
mi ritrovo in una situazione molto grave. purtroppo gli attacchi d'ansia sono aumentati arrivando all'autolesionismo(graffi, pugni, morsi sulla faccia e sul viso). ogni giorno piango e ho un attacco d'ansia che non so come placare.
ne ho parato con la mia terapeuta ma non riesce a darmi spiegazioni ne prescrizioni per arginare momentaneamente il problema. I miei notano queste contusioni, ma cerco di minimizzare, perchè so che sono sbagliati, ma è l'unico modo per placare questi attacchi.
tra po andrò a lavorare e questi attacchi mi preoccupano tanto: potrei rinunciare al lavoro ancor prima di cominciarlo o potrei avere degli attacchi mentre sto lavorando. Cosa posso fare?
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
< mi ritrovo in una situazione molto grave. purtroppo gli attacchi d'ansia sono aumentati arrivando all'autolesionismo (graffi, pugni, morsi sulla faccia e sul viso). ogni giorno piango e ho un attacco d'ansia che non so come placare.

ne ho parato con la mia terapeuta ma non riesce a darmi spiegazioni ne prescrizioni per arginare momentaneamente il problema..>


Gentile ragazzo,

se la situazione che vive sta diventando insostenibile e ingestibile, forse, una valutazione farmacologica da parte di uno Psichiatra la terreni in considerazione, così da acquisire quel modesto equilibrio, che le permette di procedere, anche, nel lavoro terapeutico.


Ne parli con il suo clinico!


Un augurio,
di cuore.
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Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
ne ho già discusso e parlato e con la terapeuta, ma secondo lei nel mio caso non serve.continua invece a sostenere che queste "crisi"sono positive o comunque sono in grado di gestirle da sola.è normale come cosa?
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissima,

non posso entrare in merito di una Psicoterapia di cui non solo non conosco l'approccio, ma che nemmeno ho condotto io!

Da questo punto di vista non posso, almeno per quanto mi riguarda, darle indicazioni esplicite... si tratta di un percorso unico, in cui si trovano ad interagire due uniche e peculiari personalità, cliente e professionista, oltre alla conduzione del percorso terapeutico in se'!


Di cuore
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Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
si capisco benissimo. il problema è che non so cosa fare...sembra quasi che io con quest'ansia ci debba convivere senza modo di arginarla e gestirla.leggo che comunque tutti i pazienti ricevono dei compiti specifici o con lo psicoterapeuta riescono a tirar fuori il meglio di loro. io invece noto un brusco abbassamento dell'umore, nonostante a ogni seduta la terapaurta sottolinei le mie buone qualità.l'unico "consiglio" che mi è stato dato dalla terapeuta è quello di chiamarla se ho bisogno ma proprio non ce la faccio: un pò perchè al telefono non riesco a esprimermi, ma sopratutto ho sempre uno dei genitori in casa e francamente non voglio che sappiano cosa ci diciamo. ho provato a mandarle qualche mail però sempre per questioni di pagamento. la mia paura è che rischio(come ho fatto con i forum, con gli amici e con i vari ragazzi)di diventare assillante. mi annoio molto a stare in casa tutto il giorno. avevo finalmente trovato un lavoro che potesse piacermi(in teoria) ma non mi hanno ancora chiamato.
Da questo mese si è aggiunta l'aggravante di pagare io la terapia ma mi è stato detto che avrei bisogno di più sedute, cosa che non riesco a sostenere economicamente(per ora la vivo mese per mese sperando che i risparmi mi bastino).
mi ritrovo ogni mese a voler abbandonare la terapia...e non è un atteggiamento buono...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> non c'è scritto nulla sul dare o non dare esercizi o comunque affrontare anche concretamente le situazioni
>>>

Tenga presente quanto segue, oltre alle indicazioni ricevute sopra dai colleghi.

1) Le varie forme di psicoterapia si distinguono anche per la maggiore o minor propensione a dare al paziente indicazioni specifiche su cosa fare o non fare. La sistemico-relazionale può essere considerata abbastanza prescrittiva, a discrezione del terapeuta.

2) Per alcune forme di disturbi le prescrizioni possono essere più immediatamente indicate, per altre meno. Ad esempio se nel suo caso non si tratta solo di ansia, ma di un quadro più complesso, potrebbe essere necessario un certo tempo prima che lei possa ricevere indicazioni precise. Dovrebbe però aver già iniziato a sentire che qualcosa si è mosso dentro di lei. Se non prescrizioni, almeno di ristrutturazioni del suo vissuto emotivo, che implichino modificazioni comportamentali, un sistemico-relazionale dovrebbe averne già date diverse.

3) Non tutti i pazienti sono pronti per ricevere indicazioni. In tali casi male farebbe il terapeuta a forzare la mano anzitempo.

In sintesi: da ciò che ha detto, se la terapia attuale o le risposte che ha ricevuto non la soddisfano, può sempre prendere in considerazione la possibilità di cambiare, dato che ormai è già passato un certo tempo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
I risultati li ho visti nel primo periodo, dove mi sono trovata ad affrontare l'inizio della di una malattia e i miei genitori.

per la diagnosi dopo più di un anno mi porto ancora dietro dei dubbi. Per la terapeuta la diagnosi non è importante, mi ha solo indicato la parola dipendenza per tenermi buona.

La terapeuta sostiene che qualcosa si sta muovendo ma è palese anche a un bambino che i sintomi son peggiorati.

ho pensato più volte di cambiare rivolgendomi al servizio pubblico, ma non mi garantiscono una terapia duratura.