Disturbi non risolti

Gentili dottori , mi rivolgo questa volta a voi psicologi dato che la situazione che vivo da marzo scorso risulta sempre più pesante da accettare e soprattuutto da capire:
da quando ho avuto a marzo un infarto e fatto un'angioplastica con stent, nonostante sia stato dimesso e tutti i successivi esami di controllo siano stati ottimi (ecostress, holter, visite cardiologiche, ecg, ecg sotto sforzo, esami vari al pronto soccorso compresa la troponina...) soffro , in alcune ore del giorno, di disturbi (che si alternano) quali pressione al petto, respiro corto,indolenzimento-nodo epigastrico): tali sintomi in effetti ricompaiono dopo situazioni anche minime che mi generano stress (un impegno improvviso, un pensiero preoccupante, una giornata di stress lavorativo ...) e si intensificano per poi scomparire in altri monenti. I cardiologi continuano a dirmi che il cuore non c'entra....
Mi è stata diagnosticata un "ansia post traumatica da stress" e sto assumendo sertalina 50mg giornalmente e alprazolam gocce al bisogno; ho anche iniziato una terapia psicologica ma questi disturbi a volte , specialmente ad ora di pranzo o il pomeriggio dopo una giornata di lavoro stressante, ricompaiono per poi scomparire per tutta la mattina successiva oppure dopo 20 gocce di alprazolam: può l'ansia generare tutto ciò ? Perchè ancora non scompaiono del tutto?
Grazie mille. Saluti.
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile utente,
Il disturbo che le hanno diagnosticato implica proprio una forte componente ansiogena. Il fatto che si presenta dopo un intervento importante non e' un caso, così come la sua continua comparsa strettamente legata a situazioni stressogene .
Dovrebbe seguire una terapia psicologica adeguata (ogni indirizzo procede con le sue "tecniche" mirate) e potrebbe associare anche tecniche di rilassamento (es. Training autogeno), da permetterle di gestire i sintomi e l'emotività nei momenti più difficili.
L'utilizzo dei soli farmaci non fornisce la possibilità di andare oltre il sintomo e di comprendere il perché ci accade questo. La paura di morire, dopo un infarto (anche se ora sta bene) potrebbe rappresentare un elemento chiave.
Un percorso che aiuti ad ascoltare le sue emozioni e permetta di elaborare tutto ciò con cui viene a confrontarsi, senza avere fretta... Darsi i tempi necessari, continuando la sua psicoterapia.

Un caro saluto
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2020
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente come le hanno diagnosticato, quello che ha subito deve averla scossa molto profondamente ed essere stato vissuto come un vero e proprio trauma da impedirle oggi di vivere serenamente. Ci vuole del tempo per superare l'accaduto e per ricominciare a vivere tranquilli, bene che si sta facendo seguire. Mi viene però da chiederle perchè, visto che è seguito da uno psicologo, ha sentito il bisogno di scriverci ed avere degli ulteriori chiarimenti? C'è un bisogno di conferma, di sicurezza o si fida poco del suo specialista?.

Resto a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
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Utente
Utente
Gentilissime dottoresse mi appare chiara la Vs. spiegazione : ad una persona come me, di soli 52 anni , che ha vissuto fin'ora, pieno di energia vitale e di emozioni apparea strano che possa esser capitato un fatto del genere in effetti .... probabilmente non l'ho accettato e , oltre alla paura della morte , c'è anche la paura di non esser più come prima , di non poter fare quello che facevo prima ; certo ho smesso di fumare per sempre e mi alimento in modo più sano e questo lo vedo come un bene ma è rimasta la paura in me che l'infarto possa ritornare o che l'operazione abbia lasciato una qualche traccia (anche se i medici cardiologi sostengono che sono giuarto) : infatti non riesco a spiegarmi sintomi così strani , mai avuti prima (pur essendo io sempre stato un soggetto ansioso...) : a volte è veramente duro sentire come un mattone sullo stomaco o una "inspiegabile pressione" al petto .....tutto ciò nonostante che tutti gli accessi al pronto soccorso (tanti) abbiano per fortuna sempre avuto esito negativo per quanto riguarda il cuore : la psicologa che mi segue dice che ci va pazienza e tempo e non bastano solo 6 sedute ....(forse io sono troppo impaziente di guarire ....) ...io ero abituato fino a qualche anno fa a fare trekking fino ai 2700 metri in montagna senza fatica o ballare tutta la notte ... è vero che ora son passati 5-6 anni ma mi sembra ancora presto per arrendermi alla staticità dettata dalla paura .....quello che mi appare ancora più inspiegabile e che l'ansia possa creare sintomi così "reali" e fastidiosi ......ringrazio della Vs. infinita pazienza e spero di trovare un metodo per "disttivare" queste reazioni somatiche per me inconcepibili.....ma non solo con l'Alprazolam e la sertralina .....
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Utente
Utente
....ma un'ultima domanda vorrei rivolgervela : questi tipi di disturbi "occasionali" che ho indicato (pressione al petto, fiato corto, indolenzimento epigastrico) vi risultano in soggetti che come me hanno subito un infarto miocardico ? è una tipicità di disturbi questa o è solo mia ?
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