Incapacità di riuscire a vivere all’estero lontano da casa: fragilità emotiva
Gentili Dottori,
premetto che non ho mai sofferto di problemi psicologici nella mia adolescenza-giovinezza né di fragilità emotiva. Fino a 24 anni, momento della mia laurea, pur avendo vissuto per 5 anni a 12 ore di treno dalla mia famiglia non ho mai sofferto per la lontananza da casa né mai avuto fragilità emotive. Subito dopo la laurea, non trovando lavoro per molti mesi, decisi di tornare dai miei al sud in attesa di tempi migliori, evitando di pagare ulteriormente mesi di affitto a vuoto. Purtroppo, le prospettive occupazionali negli anni sono diventate meno rosee e ho iniziato a cercare lavoro all’estero via internet. Essendo fluente in inglese e francese, dal 2011 ad oggi ho avuto ben 4 proposte di lavoro in call centers di multinazionali all’estero (di cui l’ultima in corso): per ciascuna di esse, sin dall’inizio io mi sono mostrato molto interessato ed entusiasta, ho completato tutte le selezioni e i colloqui via Skype con successo e sono partito per l’ Inghilterra prima, Irlanda poi e Olanda ora, senza alcuna indecisione e con una voglia immensa di cominciare. Arrivato sul posto però, è come successo in me qualcosa di inspiegabile ad ogni occasione: non sono mai riuscito a resistere più di 5-6 giorni, provando una sensazione bruttissima nella mia testa, pensieri negativi, isolamento, dilemmi emotivi, cambiamenti climatici, precarietà affettiva. Ogni volta ho cercato sempre di combattere contro queste forze interiori ma senza successo. Pur facendomi subito degli amici tra i colleghi di lavoro sul posto, non sono riuscito a superare mai la cosa e ho alla fine lasciato ritornando dalla mia famiglia in Italia. Mi trovo adesso nuovamente all’estero per un’altra offerta di lavoro e sono nella stessa situazione, con la stessa fragilità emotiva che non riesco in nessun modo a controllare. Naturalmente tutto questo è stato ed è ogni volta un dispiacere anche per la mia famiglia che per affetto nei miei confronti non me l’ha fatto mai pesare in maniera eccessiva. Tuttavia, io me ne preoccupo: se le prime volte non ci davo peso, adesso invece comincio a pensare che c’è qualcosa di non normale dentro di me, che mi impedisce di vivere e lavorare lontano da casa mia. Ogni volta ho anche ricevuto supporto dalle compagnie in cui ero stato assunto per invogliarmi a continuare, a resistere, portandomi tanti consigli, ma non c’è stato nulla da fare, come preso d’assalto da un rifiuto involontario e incontrollabile. Nemmeno l’aria di maggiore libertà, la possibilità di incontrare più giovani e più divertimenti sono mai riusciti a farmi desistere: c’è come un confine che non riesco ad oltrepassare e che mi costringe ogni volta a tornare indietro. A 32 anni mi trovo ora di nuovo all’estero, nuovamente nella stessa situazione e sono di nuovo sopraffatto da queste forze e da questa incapacità di continuare a restare. Come superarle? E’ come un tunnel per me nel quale sono entrato e dal quale non riesco più ad uscire, nemmeno con consigli ed assistenza altrui.
premetto che non ho mai sofferto di problemi psicologici nella mia adolescenza-giovinezza né di fragilità emotiva. Fino a 24 anni, momento della mia laurea, pur avendo vissuto per 5 anni a 12 ore di treno dalla mia famiglia non ho mai sofferto per la lontananza da casa né mai avuto fragilità emotive. Subito dopo la laurea, non trovando lavoro per molti mesi, decisi di tornare dai miei al sud in attesa di tempi migliori, evitando di pagare ulteriormente mesi di affitto a vuoto. Purtroppo, le prospettive occupazionali negli anni sono diventate meno rosee e ho iniziato a cercare lavoro all’estero via internet. Essendo fluente in inglese e francese, dal 2011 ad oggi ho avuto ben 4 proposte di lavoro in call centers di multinazionali all’estero (di cui l’ultima in corso): per ciascuna di esse, sin dall’inizio io mi sono mostrato molto interessato ed entusiasta, ho completato tutte le selezioni e i colloqui via Skype con successo e sono partito per l’ Inghilterra prima, Irlanda poi e Olanda ora, senza alcuna indecisione e con una voglia immensa di cominciare. Arrivato sul posto però, è come successo in me qualcosa di inspiegabile ad ogni occasione: non sono mai riuscito a resistere più di 5-6 giorni, provando una sensazione bruttissima nella mia testa, pensieri negativi, isolamento, dilemmi emotivi, cambiamenti climatici, precarietà affettiva. Ogni volta ho cercato sempre di combattere contro queste forze interiori ma senza successo. Pur facendomi subito degli amici tra i colleghi di lavoro sul posto, non sono riuscito a superare mai la cosa e ho alla fine lasciato ritornando dalla mia famiglia in Italia. Mi trovo adesso nuovamente all’estero per un’altra offerta di lavoro e sono nella stessa situazione, con la stessa fragilità emotiva che non riesco in nessun modo a controllare. Naturalmente tutto questo è stato ed è ogni volta un dispiacere anche per la mia famiglia che per affetto nei miei confronti non me l’ha fatto mai pesare in maniera eccessiva. Tuttavia, io me ne preoccupo: se le prime volte non ci davo peso, adesso invece comincio a pensare che c’è qualcosa di non normale dentro di me, che mi impedisce di vivere e lavorare lontano da casa mia. Ogni volta ho anche ricevuto supporto dalle compagnie in cui ero stato assunto per invogliarmi a continuare, a resistere, portandomi tanti consigli, ma non c’è stato nulla da fare, come preso d’assalto da un rifiuto involontario e incontrollabile. Nemmeno l’aria di maggiore libertà, la possibilità di incontrare più giovani e più divertimenti sono mai riusciti a farmi desistere: c’è come un confine che non riesco ad oltrepassare e che mi costringe ogni volta a tornare indietro. A 32 anni mi trovo ora di nuovo all’estero, nuovamente nella stessa situazione e sono di nuovo sopraffatto da queste forze e da questa incapacità di continuare a restare. Come superarle? E’ come un tunnel per me nel quale sono entrato e dal quale non riesco più ad uscire, nemmeno con consigli ed assistenza altrui.
[#1]
Gentile Utente,
Visto che parla fluentemente inglese e francese, cerchi un nostro collega ed effettui una consulenza psicologica, soltanto così si potrà valutare cosa la fa sprofondare in questo stato di angoscia e malessere.
Ha un amore?
Un hobby?
È rosicato a costruire anche dove vive adesso, una rete sociale?
I suoi genitori sono ansiosi, apprensivi?
Visto che parla fluentemente inglese e francese, cerchi un nostro collega ed effettui una consulenza psicologica, soltanto così si potrà valutare cosa la fa sprofondare in questo stato di angoscia e malessere.
Ha un amore?
Un hobby?
È rosicato a costruire anche dove vive adesso, una rete sociale?
I suoi genitori sono ansiosi, apprensivi?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
Dottoressa,
La ringrazio per la sua risposta. Quanto alle sue domande, di hobbies ne ho molti, sia sport sia cinema, musica e lettura. Non mi annoio mai quando sono immerso nei miei interessi ma nonostante questo i pensieri negativi che ho elencato sopra non mi abbandonano. Di amori anche, ho avuto delle storie normali con un inizio e una fina senza nessun trauma, senza mai nessuna storia difficile, anzi ho un bel ricordo di tutte le mie storie. Quanto alla domanda sulla rete sociale, come le dicevo adesso sono di nuovo all'estero combattendo tra la voglia di restare e le forze interiori che mi spingono a non restare. Non ho mai avuto particolari problemi a costruire una rete sociale nell'ambiente di mia conoscenza. Non ho una personalità stravagante, non sono invadente, e mi piace circondarmi di persone equilibrate. Quanto alla domanda sui miei genitori, infine, ho un buon rapporto con loro, non sono apprensivi ma hanno molta fiducia in me e mi lasciano molto libero di gestire la mia vita senza assillarmi troppo.
Insomma, apparentemente la mia vita è normale, e quando sto con gli altri sembro una persona normale, nessuno sospetterebbe mai che ho tutta quella fragilità emotiva di cui parlavo sopra. Nei momenti però in cui sono con me stesso e mi fermo a riflettere anche solo pochi attimi in una giornata, quella fragilità mi assale e non riesco a restare all'estero per più di qualche giorno. Soprattutto al mattino quando mi alzo e nelle prime ore della giornata i pensieri sono molto negativi e la voglia di mollare tutto è tanta. Va meglio già nel primo pomeriggio fino a sera quando sembra che tale fragilità emotiva vada via. A volte la notte mi sveglio preso di soprassalto da questi pensieri, poi mi riaddormento di nuovo e al mattino quando mi sveglio mi tormentano per molte ore fino a quasi il primo pomeriggio, a volte si fanno fortissimi, tanto forti che in passato mi hanno spinto già tre volte a mollare tutto. Ora sono qui da venerdì appena e non so per quanto tempo riuscirò a resistere.
La ringrazio per la sua risposta. Quanto alle sue domande, di hobbies ne ho molti, sia sport sia cinema, musica e lettura. Non mi annoio mai quando sono immerso nei miei interessi ma nonostante questo i pensieri negativi che ho elencato sopra non mi abbandonano. Di amori anche, ho avuto delle storie normali con un inizio e una fina senza nessun trauma, senza mai nessuna storia difficile, anzi ho un bel ricordo di tutte le mie storie. Quanto alla domanda sulla rete sociale, come le dicevo adesso sono di nuovo all'estero combattendo tra la voglia di restare e le forze interiori che mi spingono a non restare. Non ho mai avuto particolari problemi a costruire una rete sociale nell'ambiente di mia conoscenza. Non ho una personalità stravagante, non sono invadente, e mi piace circondarmi di persone equilibrate. Quanto alla domanda sui miei genitori, infine, ho un buon rapporto con loro, non sono apprensivi ma hanno molta fiducia in me e mi lasciano molto libero di gestire la mia vita senza assillarmi troppo.
Insomma, apparentemente la mia vita è normale, e quando sto con gli altri sembro una persona normale, nessuno sospetterebbe mai che ho tutta quella fragilità emotiva di cui parlavo sopra. Nei momenti però in cui sono con me stesso e mi fermo a riflettere anche solo pochi attimi in una giornata, quella fragilità mi assale e non riesco a restare all'estero per più di qualche giorno. Soprattutto al mattino quando mi alzo e nelle prime ore della giornata i pensieri sono molto negativi e la voglia di mollare tutto è tanta. Va meglio già nel primo pomeriggio fino a sera quando sembra che tale fragilità emotiva vada via. A volte la notte mi sveglio preso di soprassalto da questi pensieri, poi mi riaddormento di nuovo e al mattino quando mi sveglio mi tormentano per molte ore fino a quasi il primo pomeriggio, a volte si fanno fortissimi, tanto forti che in passato mi hanno spinto già tre volte a mollare tutto. Ora sono qui da venerdì appena e non so per quanto tempo riuscirò a resistere.
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Caro lettore,
un consulto psicologico, come ha già consigliato la collega, sembra necessario, proprio per provare ad individuare la causa di questo forte disagio e iniziare un nuovo percorso di vita anche professionale.
Questa decisione, intanto che si trova all'estero, per cercare di cogliere il disorientamento che vive toccandolo per mano e affrontandolo con motivazione ed energia.
Un caro saluto
un consulto psicologico, come ha già consigliato la collega, sembra necessario, proprio per provare ad individuare la causa di questo forte disagio e iniziare un nuovo percorso di vita anche professionale.
Questa decisione, intanto che si trova all'estero, per cercare di cogliere il disorientamento che vive toccandolo per mano e affrontandolo con motivazione ed energia.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 7.6k visite dal 25/10/2014.
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