Forse depressione?
Salve dottori,
sono una ragazza di 25 anni. Ho già scritto in questo sito, ed ho sempre avuto risposte più che esaustive, quindi spero anche questa volta possiate aiutarmi.
Inizio il racconto premettendo che sono una laureanda. A breve raggiungerò l'agognato traguardo. Da quando ho iniziato il percorso di tesi, per me è iniziato l'inferno. Il professore non potendomi seguire in prima persona (mi chiedo spesso perchè certe persone continuino a fare un lavoro, se non possono svolgerlo come si deve), mi ha lasciata nelle mani di una dottoranda. Questa ragazza per carità, preparatissima e scherzosa, ma voleva che ogni giorno andassi all'università, anche per non fare nulla, stare li insieme a lei che si sbrigava le sue cose, chiuse nelle 4 mura di un laboratorio. Nel frattempo mi sn tolta tutti gli esami che mi mancavano, ben 4 mesi fa. Sembra normale che mi sia data esami, dato che stavo li dentro senza far nulla, ma fidatevi, lo stress che accumulavo, con la sensazione che ero costretta a stare li senza motivo, nn mi faceva assolutamente concentrare. Eppure ci sn riuscita, anche perchè speravo che essendo libera da esami, mi avrebbero fatto partire cn la tesi. Nel frattempo a casa si lamentano del fatto che nn sn mai con loro (come se lo volessi!!), il mio ragazzo idem! E' da nove mesi che va avanti questa storia, e solo due settimane fa, il professore ricordandosi della mia esistenza, finalmente ha preso l'occorrente per far partire il mio lavoro. Tutto sembrava si stesse sistemando, ma una settimana fa ho avuto un attacco di panico dentro il laboratorio, reduce, a mio avviso, di un ennesima ingiustizia. Non ce la faccio più, mi sento sempre stanca. Ero una ragazza piena di vita, voglia di uscire, amiche. Adesso, quando torno dall'università non mi sento di fare nulla. Ne avrei voglia dentro il mio cuore, ma al solo pensiero di dover uscire già mi sento le gambe che tremano. Il mio ragazzo dice che mi vede spenta, che sono cambiata. Ed è vero, so che ha pienamente ragione. Ma non ho le forze, e non so cosa e come fare. Non ho più voglie (anche di fare l'amore), a volte non mangio, non bevo!! Però all'università, quando esco per una pausa con i colleghi sono spesso scherzosa e allegra..ma appena mi metto in macchina sopraggiunge la stanchezza e tutto ciò che ho già descritto. A pensarci mi sento un pò bipolare! Non ce l'ho cn me stessa, io penso di aver fatto tutto ciò che ho potuto per il mio bene. Mi sento però così strana, e ho paura!!!
sono una ragazza di 25 anni. Ho già scritto in questo sito, ed ho sempre avuto risposte più che esaustive, quindi spero anche questa volta possiate aiutarmi.
Inizio il racconto premettendo che sono una laureanda. A breve raggiungerò l'agognato traguardo. Da quando ho iniziato il percorso di tesi, per me è iniziato l'inferno. Il professore non potendomi seguire in prima persona (mi chiedo spesso perchè certe persone continuino a fare un lavoro, se non possono svolgerlo come si deve), mi ha lasciata nelle mani di una dottoranda. Questa ragazza per carità, preparatissima e scherzosa, ma voleva che ogni giorno andassi all'università, anche per non fare nulla, stare li insieme a lei che si sbrigava le sue cose, chiuse nelle 4 mura di un laboratorio. Nel frattempo mi sn tolta tutti gli esami che mi mancavano, ben 4 mesi fa. Sembra normale che mi sia data esami, dato che stavo li dentro senza far nulla, ma fidatevi, lo stress che accumulavo, con la sensazione che ero costretta a stare li senza motivo, nn mi faceva assolutamente concentrare. Eppure ci sn riuscita, anche perchè speravo che essendo libera da esami, mi avrebbero fatto partire cn la tesi. Nel frattempo a casa si lamentano del fatto che nn sn mai con loro (come se lo volessi!!), il mio ragazzo idem! E' da nove mesi che va avanti questa storia, e solo due settimane fa, il professore ricordandosi della mia esistenza, finalmente ha preso l'occorrente per far partire il mio lavoro. Tutto sembrava si stesse sistemando, ma una settimana fa ho avuto un attacco di panico dentro il laboratorio, reduce, a mio avviso, di un ennesima ingiustizia. Non ce la faccio più, mi sento sempre stanca. Ero una ragazza piena di vita, voglia di uscire, amiche. Adesso, quando torno dall'università non mi sento di fare nulla. Ne avrei voglia dentro il mio cuore, ma al solo pensiero di dover uscire già mi sento le gambe che tremano. Il mio ragazzo dice che mi vede spenta, che sono cambiata. Ed è vero, so che ha pienamente ragione. Ma non ho le forze, e non so cosa e come fare. Non ho più voglie (anche di fare l'amore), a volte non mangio, non bevo!! Però all'università, quando esco per una pausa con i colleghi sono spesso scherzosa e allegra..ma appena mi metto in macchina sopraggiunge la stanchezza e tutto ciò che ho già descritto. A pensarci mi sento un pò bipolare! Non ce l'ho cn me stessa, io penso di aver fatto tutto ciò che ho potuto per il mio bene. Mi sento però così strana, e ho paura!!!
[#1]
Gentile ragazza, il momento esistenziale in cui su trova (fine degli studi, tesi, laurea, inuzio della attivira' professionale) costituisce una "soglia", un passaggio di stato ed e' comprensibile che crei ansia e panico.
Cerchi di elaborare la situazione. C'e' presso la sua Universita' uno sportello di ascolto? Non e' una problematica che rigusda solo Lei, potrebbero avere maturato esperienze in grado di aiutarla.
Provi a informarsi
I migliori saluti
Cerchi di elaborare la situazione. C'e' presso la sua Universita' uno sportello di ascolto? Non e' una problematica che rigusda solo Lei, potrebbero avere maturato esperienze in grado di aiutarla.
Provi a informarsi
I migliori saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Utente
Grazie mille dott.ssa Esposito,
ieri stavo peggio del solito e la sua risposta celere mi ha confortata.
Dovrei informarmi se esiste uno sportello nel mio Ateneo, credo di si, anche se, per come sono fatta, riesco ad esprimere meglio a parole quello che provo. So di avere ciò che qualsiasi persona della mia età desidererebbe, e mi vergogno non poco di questo mio stato d'animo. La cosa che mi preoccupa di più è questa perenne stanchezza che mi accompagna. Anche nel weekend, quando non devo andare all'università, non mi va di uscire o fare nulla. Ma più che un blocco mentale, è proprio fisico. Inoltre nella mia vita non ho quasi mai pianto, se non per rabbia, ma ultimamente mi viene sempre da piangere, anche ora mentre sto scrivendo. Ieri notte non ho dormito, sentivo le palpitazioni. E da due giorni mi trema la palpebra. Da qualche settimana inoltre mi sono comparse dietro l'orecchio delle cisti. Insomma, chi più ne ha più ne metta. Spero tanto di ritornare ad essere la persona dinamica e vivace di sempre.
ieri stavo peggio del solito e la sua risposta celere mi ha confortata.
Dovrei informarmi se esiste uno sportello nel mio Ateneo, credo di si, anche se, per come sono fatta, riesco ad esprimere meglio a parole quello che provo. So di avere ciò che qualsiasi persona della mia età desidererebbe, e mi vergogno non poco di questo mio stato d'animo. La cosa che mi preoccupa di più è questa perenne stanchezza che mi accompagna. Anche nel weekend, quando non devo andare all'università, non mi va di uscire o fare nulla. Ma più che un blocco mentale, è proprio fisico. Inoltre nella mia vita non ho quasi mai pianto, se non per rabbia, ma ultimamente mi viene sempre da piangere, anche ora mentre sto scrivendo. Ieri notte non ho dormito, sentivo le palpitazioni. E da due giorni mi trema la palpebra. Da qualche settimana inoltre mi sono comparse dietro l'orecchio delle cisti. Insomma, chi più ne ha più ne metta. Spero tanto di ritornare ad essere la persona dinamica e vivace di sempre.
[#3]
Gentile Utente,
sarebbe importante chiedersi che scarto c'è stato tra le sue aspettative relative alla tesi e alla laurea, e l'attuale situazione che sta vivendo. Provi a chiedersi qual'è l'elemento che più di tutti la fa soffrire e le crea disagio, e perché. Mi associo al consiglio della mia Collega. Se nella sua Università c'è la possibilità di fare dei colloqui psicologici, questo potrebbe aiutarla a capire meglio quello che le sta succedendo. Lasci perdere per ora le etichette diagnostiche (depressione, bipolare...) che in questa fase servono a poco. È importante però parlarne con un collega di persona, anche e soprattutto per affrontare al meglio il suo impegno universitario.
Le faccio i miei migliori auguri,
sarebbe importante chiedersi che scarto c'è stato tra le sue aspettative relative alla tesi e alla laurea, e l'attuale situazione che sta vivendo. Provi a chiedersi qual'è l'elemento che più di tutti la fa soffrire e le crea disagio, e perché. Mi associo al consiglio della mia Collega. Se nella sua Università c'è la possibilità di fare dei colloqui psicologici, questo potrebbe aiutarla a capire meglio quello che le sta succedendo. Lasci perdere per ora le etichette diagnostiche (depressione, bipolare...) che in questa fase servono a poco. È importante però parlarne con un collega di persona, anche e soprattutto per affrontare al meglio il suo impegno universitario.
Le faccio i miei migliori auguri,
Dr. Andrea Epifani - Bologna
http://BolognaPsicologo.net
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 20/10/2014.
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