Allargare il raggio d'azione è (ancora) possibile?

Salve a tutti gli utenti di Medicitalia.it,

Ho 27 anni, ho due aziende che operano nel web e con punti vendita fisici. Ho iniziato le mie attività all'età di 20 anni dopo aver fatto lavori di ogni sorta.

Il mio cervello è una "macchina" sempre in funzione... vulcanico, sforna idee una dietro l'altra e fortunatamente qualcuna, grazie alla mia tenacia la realizzo. L'interessante forse sta propio qui.. Fino all'età di 20/21 anni ero un "cazzeggiatore", giravo il mondo, sempre via ogni week end, sport più o meno estremi... come tanti, poi qualcosa è scattato e al "fuoco che mi brucia dentro" che avevo sempre avuto si è unita una tenacia di ferro nel perseguire e raggiungere gli obiettivi.

Come è facile dedurre si è scatenata una sorta di valanga che mi ha portato ha prefissarmi obiettivi sempre più grandi senza mai staccare la spina, quasi come cercassi un riconoscimento... Un pò come dire: "Hey!? Visto che non sono più il cazzeggiatore che credevate?"

Fatto sta che circa due anni e mezzo fa insieme allo stress è arrivata anche l'ansia... ansia praticamente per fare ogni cosa, ma paradossalmente non di lavoro... ma di divertimento, cioè dovevo andare ad una partita di calcetto? ansia. uscire a bere con gli amici? ansia.

L'ansia era una costante fissa, ma non mi impediva di uscire, arrivavo sul posto, 5 minuti di distrazione, me ne dimenticavo e tutto filava liscio.

FInchè l'estate scorsa, mentre ero in autostrada mi è venuto un attacco d'ansia, ero in macchina da solo e dovevo raggiungere un amico a circa 300 km per poi raggiungere altri nostri amici al mare, un attacco orrendo, sudorazioni, tachicardia e tutte le solite cose di un attacco d'ansia... esco dal casello, inverto la rotta e non appena metto la macchina con il muso verso casa, passa tutto.

Capisco che qualcosa non và, ma riesco ancora per un mesetto a percorrere distanze oltre i 500 km con ansia iniziale, ma riesco. L'ansia però si rimanifesta prepotente agli inizi di settembre, mentre ero in macchina (non da solo) al ritorno dalle vacanze.

Passo i 3 mesi più brutti della mia vita (fin'ora :-) ) in praticato sono agli arresti domiciliari, non riesco ad andare più lontano del mio ufficio (circa 300m) un crollo netto, nei giorni peggiori non riesco nemmeno ad andare in ufficio, non voglio vedere nessuno, mi mette ansia perfino ricevere amici a casa... insomma un vero inferno!

Ne inizio a parlare in famiglia e con qualche amico, ma capisco che la situazione va presa in mano seriamente e mi rivolgo ad uno psicoterapeuta.

Inizio le sedute (una a settimana) e dopo due mesi chiedo anche un aiuto farmacologico che mi viene dato tramite CIPRALEX (10mg al giorno)
Il medico adotta la tattica della "scultura" e non della "pittura" cioè mi spiega di non confondere i sintomi (le sirene) con le cause (i ladri). In poche parole, non mi da nessuna "dritta" o metodo per affrontare gli attacchi e l'ansia, ma li ignora, li declassa. (ovviamente questo è quello che recepisco io, io in realtà non conosco il suo "disegno").

Quindi ci mettiamo a cercare questi ladri, il lavoro è lungo e un pò il cipralex e un pò le indagini mi portano ad un miglioramento netto ed evidente, girare per il mio paese non è quasi più un problema, da qualche mese ho allargato il raggio d'azione, riesco a raggiungere paesi vicini con relativa tranquillità, ma sento sempre che l'ansia è li... dorme, ma è pronta a saltare fuori.

E' (forse) importante precisare che il mio fuoco non mi ha mai abbandonato, e la voglia di fare non è mai stata scalfita nemmeno di un millimetro, e a parte qualche sera di tristezza (non immaginate a quante cose ho rinunciato negli ultimi due anni e a quante devo ancora rinunciare) ho sempre mantenuto alto lo spirito pur essendo, di fatto, relegato in una prigione nella quale mi sono ficcato dentro con tutte le scarpe.

Innanzitutto ringrazio chi ha letto fino a qui e mi scuso per la lunghezza dell'intervento, ma ho cercato di dare più elementi possibili per capire se:

- sono sulla strada giusta?
- tornerò mai al 100& (tipo un viaggio come quello che ho fatto a caponord con il camper sotto mezzo metro di neve senza catene, cartine, ne nulla di nulla) ?
- dovrei cambiare terapeuta?
- esistono farmaci "migliori"?
- quanto influisce la "paura di stare male"? come diamine la si scaccia?

considerando inoltre che:

- non uso e non ho mai usato nessun tipo di droga
- non bevo alcolici
- ho una voglia incredibile di stare bene, di tornare al 100% di VIVERE!

Grazie di cuore a tutti coloro che mi hanno letto, scriverlo mi ha fatto bene.

Una volta ho letto una sorta di barzelletta che diceva...

"- Sapete quanti terapeuti servono per cambiare una lampadina?
- Ne basta uno! Purchè la lampadina voglia essere cambiata..."

Bene io sono pronto... cosa devo fare?
[#1]
Dr.ssa Antonella Morganti Psicologo 48 1

Io credo che lei abbia intrapreso la strada giusta.
E' lei stesso a dire che il suo percorso terapeutico sta avendo dei risultati positivi quindi perchè cambiarlo?
Sa, l'ansia è uno stato di attivazione generalizzato, un meccanismo di difesa che ci mette in allerta verso situazioni potenzialmente pericolose, è un meccanismo di difesa cosi detto "sano", che ci tutela.
Avvolte, come sembra essere nel suo caso, questa attivazione risulta "inmotivata".
Mi piace la metafora che le ha fatto il suo terapeuta,la ritengo molto efficace.
Ciò che apparentemenre sembra inmotivato in realta è un campanello d'allarme, una sirena che ci avverte che, da "qualche parte stanno entrando i ladri".
Chi siano questi ladri? e da dove vogliano entrare?da quanto tempo progettano il colpo? questo bisogna scoprirlo, l'ansia è solo "l'allarme"!
l'unico consiglio che posso darle è : non abbia fretta!
lei inizia scrivendo:
"Ho 27 anni, ho due aziende che operano nel web e con punti vendita fisici. Ho iniziato le mie attività all'età di 20 anni dopo aver fatto lavori di ogni sorta."
lei sembra essre una persona di successo, probabilmente abituato ad averne e, a quanto scrive ad averne in tempi rapidi.
Lei è sicuramente una persona che si impegna in quello che fa e per questo riscuote il successo che merita nelle sue attivita ma in psicoterapia IMPEGNO é SINONIMO DI TEMPO.
Deve dare tempo a se stesso e al suo terapeuta.
Restando disponibile per ulteriori chiarimenti le porgo, per ora, i miei saluti.


Dr.ssa Antonella Morganti
morgantiantonella@hotmail.it


[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente
La sua richiesta è una delle più divertenti ed energiche che mi sia capitato di leggere, ultimamente. Nonostante l'ansia e i fastidi che descrive, traspare tutta la sua energia, la voglia di ottenere risultati e di stare bene. Credo che in questo possa ritenersi fortunato, data la poca energia e la poca voglia d'investire che abbiamo al momento presente nel nostro paese.

I disturbi come il suo possono essere oggi trattati molto bene, sia con i farmaci, che con la psicoterapia, che in entrambi i modi. Per quanto riguarda la psicoterapia posso dirle che molto dipende dalla preparazione specifica del terapeuta (in questo caso, nel trattamento dei disturbi d'ansia) e dalla relazione che egli è in grado di creare con la persona.

Se con il suo terapeuta attuale sta già ottenendo dei risultati, credo che dovrebbe continuare il suo percorso con lui, eventualmente spiegando anche a lui, se già non l'ha fatto, le preoccupazioni che sta riportando qui.

In particolare, mi pare di capire che lei si trovi in questo momento nella fase in cui ha superato il momento più acuto del disturbo, e sta però preoccupandosi di eventuali ricadute. La cosiddetta "paura della paura". Mi sbaglio?

Se è così, ripeto, dovrebbe riportare ciò che sente al terapeuta e farsi consigliare su come fare a superare anche questo.

Per rispondere globalmente alle sue domande, se sente di star ricevendo dai benefici dalla sua terapia, ritengo che non ci sia motivo di cambiarla. Inoltre, se ciò che vuole è sia mantenere vivo il suo "fuoco interno d'iniziativa" e allo stesso tempo potersi godere appieno i momenti di vacanza distanti dal lavoro, quando ritiene di meritarseli, credo che ciò possa definirsi un obiettivo assolutamente equilibrato e realistico.

Cordiali saluti e molti auguri

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
@Antonella,

Grazie per la Sua risposta, si so che il tempo è un fattore da "accettare" ho iniziato tempo fa, prima volevo tutto subito, poi ho iniziato a trovare affascinante anche l'attesa, come desiderare una bellissima ragazza... però poi si rischia il "salto della quaglia", cioè si arriva al culmine dell'attesa, si snerva e si arriva al punto in cui è troppo tardi... non interessa più...

Un miglioramento netto c'è stato, però disegnamola così: in una scala da 0 a 100 ero finito a 10.. il miglioramento lo considero essere arrivato a 30/35 (40 nei giorni migliori) però il fatto è che ormai a questo livello ci sono da mesi, può essere che mi stia adagiando io stesso? Itendo dire che noi in fondo siamo animale che si adattatano alle situazioni e agli ambienti, prima era insostenibile e quindi ho cercato lo slancio, ora che tutto sommato non è pessimo... è plausibile che io stia inconsciamente "accettando" questa realtà intermedia?

Come dice Lei, nel lavoro sono una persona fortemente motivata e devo vedere miglioramenti ogni giorno, nella vita privata accetto più di buon grado l'attesa... Probabilmente si, come dice lei... è questione di tempo, credevo ci fosse anche qualcosa di pratico che dovessi fare o almeno provare a fare.

Peccato... sulle cose pratiche ho molta più influenza che sulle lancette di un orologio! ;-)

Molte grazie ancora per la Sua attenzione



@Giuseppe

Salve, molte grazie anche a Lei per la Sua attenzione, ha ragione, ho superato il momento più acuto, ma no... non mi preoccupano le ricadute (non più di tanto almeno), mi preoccupa invece essere ancora relegato ad un raggio di 10 km da casa... perchè oltre quello scatta l'ansia.

Mi riferivo alla "paura della paura" quando dico mi chiedo: Quanto può influire la paura di stare male sull'ansia stessa oltre il decimo chilometro?... considerando il fatto che problemi fisici non ne ho, il problema è "solo" psichico e mentre so molto bene cosa fare in un caso di crampo alla coscia non ho invece la più pallida idea di come gestire la mia psiche, non la conosco e di conseguenza mi spaventa.

[#4]
Dr.ssa Antonella Morganti Psicologo 48 1

Mi scrive che si trova da MESI a questo "livello di guarigione"" chiamiamolo cosi....
MESI in psicoterapia è un tempo irrisorio!
Dice che ha capito che non deve avere fretta ma... non ne sono certa.
C'è un altra cosa che vorrei dirle; lei stà affrontando questo percorso avendo chiara la sua meta, questa meta è, per lei TORNARE AD ESSERE COME PRIMA.
Ma lei è sicuro che sia questa la soluzione?
Sà, i disturdi psicosomatici sono un po diversi da quelli esclusivamente organici perchè, in qualche modo è stato lei ha creare la sua ansia.
E' stato lei ad attirare i ladri.Lei ha lasciato le chiavi alla porta e l'allarme inserito!
Ora le rifaccio la domanda:
E' SICURO CHE ALLA FINE DI QUESTO PERCORSO LEI VORRA TORNARE ESATTAMENTE COME PRIMA?

Userò una metafora inflazionata ma visto che rende l'idea la dirò ugualmente ...
lei non deve pensare alla meta ma al viaggio...non sia cosi sicuro di arrivare li dove crede, esistono mille posti, infiniti posti, infiniti modi per vivere il nostro tempo e chi sa che lei ne trovi uno migliore di quello di prima?
Magari un posto dove si possono lasciare le chiavi alla porta senza che nesuno entri in casa!!!
[#5]
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Vero... tutto vero.

Cerco di tornare dove ero prima perchè dove ero prima stavo "bene" anzi "benissimo", ma è vero ciò che dice lei, evidentemente la dove ero prima non ero così al sicuro come pensavo e non stavo così bene, covavo e ho coltivato quest'ansia.

Devo lavorare su questo punto, se ripenso a quando stavo bene, sento che c'era, c'è sempre stato qualcosa che non tornava, devo capire cos'è e lavorare su quello, probabilmente mi troverò faccia a faccia con "i ladri"


Grazie, ora per lo meno, vedo anche un altra prospettiva di analisi.

Grazie di nuovo Dottoressa.
[#6]
Dr.ssa Antonella Morganti Psicologo 48 1

Mi fa piacere leggere la sua risposta mi da la conferma che lei è sulla strada GIUSTA!

La saluto con affetto.
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