Non voglio provare più emozioni
[#1]
Gentile Utente,
non ci sono soluzioni: tutti gli esseri umani in vita provano emozioni e le emozioni sono utilissime per la sopravvivenza.
Semmai potrebbe imparare a riconoscere e gestire tali emozioni che ora percepisce come disturbanti: di quali parla in particolare?
non ci sono soluzioni: tutti gli esseri umani in vita provano emozioni e le emozioni sono utilissime per la sopravvivenza.
Semmai potrebbe imparare a riconoscere e gestire tali emozioni che ora percepisce come disturbanti: di quali parla in particolare?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Gentile Utente,
sta attraversando un brutto momento e sta soffrendo e quindi è chiaro che le emozioni che sente siano quelle, però la soluzione non è cancellarle, ma leggerle e modularle, utilizzandole a Suo vantaggio, non a Suo svantaggio.
Perchè, se sta soffrendo così, non si fa aiutare da uno psicologo psicoterapeuta di persona?
La Sua richiesta è molto "chirurgica", cioè Lei vorrebbe l'asportazione delle Sue emozioni, anzichè apprendere la capacità di utilizzarle...
Ci pensi.
sta attraversando un brutto momento e sta soffrendo e quindi è chiaro che le emozioni che sente siano quelle, però la soluzione non è cancellarle, ma leggerle e modularle, utilizzandole a Suo vantaggio, non a Suo svantaggio.
Perchè, se sta soffrendo così, non si fa aiutare da uno psicologo psicoterapeuta di persona?
La Sua richiesta è molto "chirurgica", cioè Lei vorrebbe l'asportazione delle Sue emozioni, anzichè apprendere la capacità di utilizzarle...
Ci pensi.
[#5]
Buongiorno,
La invito a riflettere sull'utilità della sofferenza.A che serve la tristezza?
Provi ad immaginare un mondo dove non si provi l'emozione della tristezza.
Come potrebbe sapere se ci tiene ad una persona (che ipotizziamo abbia perso), se un certo scopo è per lei importante (che ipotizziamo lei non abbia raggiunto)....
Come potrebbe capire quello che è per lei veramente importante e che spesso si comprende solo dopo averlo perso?
Senza la tristezza, pensa che interromperebbe il comportamento che l'ha generata?
Ci rifletta.
Saluti,
La invito a riflettere sull'utilità della sofferenza.A che serve la tristezza?
Provi ad immaginare un mondo dove non si provi l'emozione della tristezza.
Come potrebbe sapere se ci tiene ad una persona (che ipotizziamo abbia perso), se un certo scopo è per lei importante (che ipotizziamo lei non abbia raggiunto)....
Come potrebbe capire quello che è per lei veramente importante e che spesso si comprende solo dopo averlo perso?
Senza la tristezza, pensa che interromperebbe il comportamento che l'ha generata?
Ci rifletta.
Saluti,
Dr. Massimiliano Iacucci - Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
https://www.ordinepsicologilazio.it/albo/massimilianoiacucci/
[#6]
" Non c'è una via di mezzo per un'emozione, o c'è o non c'è.
Se non c'è nulla la crea, se c'è anche se l'annienti riaffiora"
Alle riflessioni dei colleghi che mi hanno preceduta, le allego una frase di un libro a me molto caro, spero l'aiuti a riflettere.
L'anestesia emozionale", non è auspicabile, sarebbe una sorta di fuga- malsana- dalla vita, impari a fare amicizia con le sue emozioni, anche le più dolorose, le piu desruenti, le più scomode.....anche da quelle si impara, anzi si impara più da quelle che dalla felicità.
Ogni perdita, reale o simbolica, porta via parti psichiche di noi stessi, ma la ricostruzione è sempre possibile
Se non c'è nulla la crea, se c'è anche se l'annienti riaffiora"
Alle riflessioni dei colleghi che mi hanno preceduta, le allego una frase di un libro a me molto caro, spero l'aiuti a riflettere.
L'anestesia emozionale", non è auspicabile, sarebbe una sorta di fuga- malsana- dalla vita, impari a fare amicizia con le sue emozioni, anche le più dolorose, le piu desruenti, le più scomode.....anche da quelle si impara, anzi si impara più da quelle che dalla felicità.
Ogni perdita, reale o simbolica, porta via parti psichiche di noi stessi, ma la ricostruzione è sempre possibile
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#7]
Oltre alle riflessioni dei Colleghi sarebbe utile riflettere su questa frase:
"Non ho voglia di andare da un Suo collega, più che altro perché penso di riuscire da me a risolvere il problema."
Probabilmente non è così, perché altrimenti non avrebbe sentito il bisogno di chiedere un consulto on-line.
"Non ho voglia di andare da un Suo collega, più che altro perché penso di riuscire da me a risolvere il problema."
Probabilmente non è così, perché altrimenti non avrebbe sentito il bisogno di chiedere un consulto on-line.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#8]
""Non ho voglia di andare da un Suo collega, più che altro perché penso di riuscire da me a risolvere il problema."
Se così fosse, lo avrebbe già fatto da un pezzo.
Si faccia aiutare, non c'è nulla di male e si risparmia della sofferenza inutile.
Cordiali saluti,
Se così fosse, lo avrebbe già fatto da un pezzo.
Si faccia aiutare, non c'è nulla di male e si risparmia della sofferenza inutile.
Cordiali saluti,
[#11]
Di "anestesia emozionale" ne ho parlato io.
Ma il senso non è quello che ha recepito lei.
La invito a rileggere la mia risposta
"" Non c'è una via di mezzo per un'emozione, o c'è o non c'è.
Se non c'è nulla la crea, se c'è anche se l'annienti riaffiora"
Alle riflessioni dei colleghi che mi hanno preceduta, le allego una frase di un libro a me molto caro, spero l'aiuti a riflettere.
L'anestesia emozionale", non è auspicabile, sarebbe una sorta di fuga- malsana- dalla vita, impari a fare amicizia con le sue emozioni, anche le più dolorose, le piu desruenti, le più scomode.....anche da quelle si impara, anzi si impara più da quelle che dalla felicità.
Ogni perdita, reale o simbolica, porta via parti psichiche di noi stessi, ma la ricostruzione è sempre possibile
Ma il senso non è quello che ha recepito lei.
La invito a rileggere la mia risposta
"" Non c'è una via di mezzo per un'emozione, o c'è o non c'è.
Se non c'è nulla la crea, se c'è anche se l'annienti riaffiora"
Alle riflessioni dei colleghi che mi hanno preceduta, le allego una frase di un libro a me molto caro, spero l'aiuti a riflettere.
L'anestesia emozionale", non è auspicabile, sarebbe una sorta di fuga- malsana- dalla vita, impari a fare amicizia con le sue emozioni, anche le più dolorose, le piu desruenti, le più scomode.....anche da quelle si impara, anzi si impara più da quelle che dalla felicità.
Ogni perdita, reale o simbolica, porta via parti psichiche di noi stessi, ma la ricostruzione è sempre possibile
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 24.6k visite dal 17/10/2014.
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