Mi faccio schifo
salve sono un ragazzo di 22 anni studio a siena. scrivo perchè è un anno ormai che mi sento costantemente stanco, inutile apatico e mi faccio sempre più schifo sia fisicamente che come persona. fino a poco tempo fà, prima di ritrasferirmi, ero fidanzato (anche se non innamorato) ero titolare in una squadra di rugby e suonavo in una serie di gruppi: non avevo tempo per pensare insomma. Da quando sono tornato a studiare in toscana tutto è finito. lei mi ha mollato per un altro, i gruppi si sono sciolti e ho smesso di giocare. passo le giornate chiuso in camera a pensare a tutti i fallimenti della mia vita, dall'amore allo studio alla musica . mi guardo allo specchio e mi verrebbe voglia di strapparmi la pelle e il lardo, ho provato a uscire e a conoscere gente ma mi sono sempre sentito come lo sfigato della situazione quello con cui è meglio non parlare quello che non si sà divertire. le ragazze poi non mi guardano nemmeno e quelle poche volte che ci provo poco fuggono schifate... è la cosa che mi fà più male. i miei fratelli e quei pochi amici che ho sono tutti felicissimi e sicuri e non mi capiscono quando ho provato a parlargli. Con i miei è inutile parlare, quando ci ho provato mi hanno sempre risposto che io non ho neanche idea di cosa siano le difficoltà e che per loro importa solo che mi laurei... da quando sono in questo stato sono riuscito solo a dare 1 esame per non parlare delle ripetute bocciature. la bassa autostima è una cosa che ho sempre avuto ma ora è diventata insopportabile le sigarette e il cibo sono l'unica cosa che mi tiene in piedi... a volte penso che forse se sparissi o se mi uccidessi sarebbe meglio per tutti, pochi si accorgerebbero della mia assenza o comunque a pochi importerebbe. ancora non lo faccio perchè non ne trovo il coraggio e per mia madre. scrivo perchè ho bisogno di aiuto di sforgarmi con qualcuno altrimenti sento che mi manca poco per esplodere. grazie e scusate la grammatica
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Caro Ragazzo,
raccogliamo e ascoltiamo volentieri il suo sfogo.
Un cambiamento importante come quello che lei ha affrontato è già di per sé in grado di provocare stress e necessita di nuovi adattamenti che sembrano riuscirle difficili anche perché privato delle sue fonti di sostegno e di impegno usuali che contribuivano in qualche modo a riempirle la vita, sostenere la sua autostima, già precaria da quanto riporta, e a occuparle la mente.
Il suo stato di disagio è palpabile, forse paragonabile a una sorta di lutto per la perdita di riferimenti importanti, persone, situazioni, occupazioni, affetti. Lontano da loro sente di non farcela e la visione del mondo che la circonda è attraverso un paio di lenti scure che rendono tutto difficile, pesante, doloroso e senza speranza.
Quanto le dicono i suoi, probabilmente in buona fede e per spronarla, non l'aiuta, ma contribuisce ad aumentare il carico e a farle sentire la pressione della aspettative altrui che inficiano ancora di più la sua capacità di applicarsi e la percezione negativa che ha di sé davanti a quanto effettivamente ottenuto nel nuovo contesto.
Però ha la possibilità di uscire da questa condizione, non si lasci andare anche se le riesce difficile, dentro di sé ha potenzialità e risorse da attivare e riscoprire per dare una svolta positiva alla sua vita, volersi più bene, credere in se stesso.
Un nostro collega la potrebbe accompagnare a superare questo difficile momento e in un bel viaggio alla riscoperta di sé e delle sue possibilità.
Si può rivolgere al servizio pubblico, come ad esempio il Consultorio Familiare ASL del suo territorio, provi ad informarsi e a fare un primo colloquio.
Ci vuole dire come è avvenuta la sua scelta universitaria?
Un caro saluto e restiamo in ascolto.
raccogliamo e ascoltiamo volentieri il suo sfogo.
Un cambiamento importante come quello che lei ha affrontato è già di per sé in grado di provocare stress e necessita di nuovi adattamenti che sembrano riuscirle difficili anche perché privato delle sue fonti di sostegno e di impegno usuali che contribuivano in qualche modo a riempirle la vita, sostenere la sua autostima, già precaria da quanto riporta, e a occuparle la mente.
Il suo stato di disagio è palpabile, forse paragonabile a una sorta di lutto per la perdita di riferimenti importanti, persone, situazioni, occupazioni, affetti. Lontano da loro sente di non farcela e la visione del mondo che la circonda è attraverso un paio di lenti scure che rendono tutto difficile, pesante, doloroso e senza speranza.
Quanto le dicono i suoi, probabilmente in buona fede e per spronarla, non l'aiuta, ma contribuisce ad aumentare il carico e a farle sentire la pressione della aspettative altrui che inficiano ancora di più la sua capacità di applicarsi e la percezione negativa che ha di sé davanti a quanto effettivamente ottenuto nel nuovo contesto.
Però ha la possibilità di uscire da questa condizione, non si lasci andare anche se le riesce difficile, dentro di sé ha potenzialità e risorse da attivare e riscoprire per dare una svolta positiva alla sua vita, volersi più bene, credere in se stesso.
Un nostro collega la potrebbe accompagnare a superare questo difficile momento e in un bel viaggio alla riscoperta di sé e delle sue possibilità.
Si può rivolgere al servizio pubblico, come ad esempio il Consultorio Familiare ASL del suo territorio, provi ad informarsi e a fare un primo colloquio.
Ci vuole dire come è avvenuta la sua scelta universitaria?
Un caro saluto e restiamo in ascolto.
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
grazie dr.ssa mi ha fatto bene leggere la sua risposta e le sono grato per questo. La scelta universitaria è avvenuta diciamo per necessità, la mia passione sarebbe stata fare scienze politiche mai miei non ne volevano sentire parlare e quindi ho optato per giurisprudenza che non è che non mi piaccia ma neanche mi entusiasma... per la città non ho avuto possibilità di scelta mio fratello maggiore è da 10 anni a siena e non avevo le possibilità economiche di scegliere altro posto. cercerò il prima possibile di contattare il consultorio qui a siena. grazie ancora per la risposta, saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 13.3k visite dal 16/10/2014.
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