Disturbi e lavoro
Ero indecisa se chiedere un consulto(perché vengo già seguita da una psicoterapeuta) ma, essendo in una situazione di forte difficoltà, ho deciso di scrivere comunuqe sperando di trovare una risposta.
con la psicoterapeuta finalmente sono arrivata ad affrontare il nocciolo della questione: il lavoro e cosa vorrei fare nella vita. ma a causa di un grave problema in famiglia(non economico) per ora dovrò sospendere la terapia(spero di riprendere presto e che la situazione si sistemi)e quindi per ora non posso fare nulla.
in quattro anni di dubbi e di paure ho fatto in tutto neanche una settimana di lavoro e sono scappata invece da parecchi colloqui o proposte di lavoro certe. adesso seguendo consigli di amici e parenti ho ricominciato(dopo due anni che non mandavo nulla) a lasciare qualche curricula in giro e ho fatto qualche colloquio(nonostante l'ansia che mi attanaglia ogni volta).
ma il problema però è sempre lo stesso. a ogni colloquio alla domanda: "che cosa ha fatto signorina in questi quattro anni?" "vedo ci sono parecchi buchi" non so cosa rispondere o permeano do sempre la risposta sbagliata. ho provato a dire una mezza verità girandoci in torno "ho avuto problemi familiari"e da li il colloquio è andato a picco; ho provato a mentire aggiungendo altre informazioni su cv ma non sono brava a raccontar bugie, inoltre non voglio apparire per quella che non sono: ho paura e non ho esperienza, non serve fingere.
inoltre spesso mi è stato chiesto(da amici, conoscenti e anche nella terapia)cosa vorrei fare davvero nella vita. una cosa ci sarebbe ma lo ritengo un sogno del passato(credo che lo prenderò come hobby) e vorrei trovare qualcos'altro. ma non so come fare.
come comportarsi in questo frangente? non soffro di una patologia, quindi non posso valermi di un certificato medico(che poi non so neanche se viene dato a persona con patologie conclamate). soffro solo solo un'ansia ingestibile dovuta a troppe aspettative e alla paura di sbagliare che mi porta a bloccarmi e non ascoltare quello che voglio(ed è uno stato che affrontano tutti nel percorso di crescita).
grazie
con la psicoterapeuta finalmente sono arrivata ad affrontare il nocciolo della questione: il lavoro e cosa vorrei fare nella vita. ma a causa di un grave problema in famiglia(non economico) per ora dovrò sospendere la terapia(spero di riprendere presto e che la situazione si sistemi)e quindi per ora non posso fare nulla.
in quattro anni di dubbi e di paure ho fatto in tutto neanche una settimana di lavoro e sono scappata invece da parecchi colloqui o proposte di lavoro certe. adesso seguendo consigli di amici e parenti ho ricominciato(dopo due anni che non mandavo nulla) a lasciare qualche curricula in giro e ho fatto qualche colloquio(nonostante l'ansia che mi attanaglia ogni volta).
ma il problema però è sempre lo stesso. a ogni colloquio alla domanda: "che cosa ha fatto signorina in questi quattro anni?" "vedo ci sono parecchi buchi" non so cosa rispondere o permeano do sempre la risposta sbagliata. ho provato a dire una mezza verità girandoci in torno "ho avuto problemi familiari"e da li il colloquio è andato a picco; ho provato a mentire aggiungendo altre informazioni su cv ma non sono brava a raccontar bugie, inoltre non voglio apparire per quella che non sono: ho paura e non ho esperienza, non serve fingere.
inoltre spesso mi è stato chiesto(da amici, conoscenti e anche nella terapia)cosa vorrei fare davvero nella vita. una cosa ci sarebbe ma lo ritengo un sogno del passato(credo che lo prenderò come hobby) e vorrei trovare qualcos'altro. ma non so come fare.
come comportarsi in questo frangente? non soffro di una patologia, quindi non posso valermi di un certificato medico(che poi non so neanche se viene dato a persona con patologie conclamate). soffro solo solo un'ansia ingestibile dovuta a troppe aspettative e alla paura di sbagliare che mi porta a bloccarmi e non ascoltare quello che voglio(ed è uno stato che affrontano tutti nel percorso di crescita).
grazie
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<soffro solo solo un'ansia ingestibile dovuta a troppe aspettative e alla paura di sbagliare che mi porta a bloccarmi e non ascoltare quello che voglio>
Gentile Utente,
è questo disagio che dovrebbe essere affrontato in modo efficace durante il percorso terapeutico, altrimenti le sue difficoltà rischiano di permanere.
Dunque non è solo un problema sul cosa fare, ma c'è da risolvere ciò che sta dietro e sostiene la sua ansia ingestibile e i conseguenti riverberi sulla sua vita, inficiandone la qualità.
Anche se comprendo la sua necessità di trovare soluzioni, quelle che prospetta a mio parere sembrano aggirare/evitare il problema di fondo e rischiano di consolidarlo piuttosto che risolverlo.
Che tipo di percorso ha fatto finora (approccio/orientamento)?
Per quanto tempo?
Quali benefici?
Ha parlato alla sua terapeuta della decisione di terminare il percorso?
Gentile Utente,
è questo disagio che dovrebbe essere affrontato in modo efficace durante il percorso terapeutico, altrimenti le sue difficoltà rischiano di permanere.
Dunque non è solo un problema sul cosa fare, ma c'è da risolvere ciò che sta dietro e sostiene la sua ansia ingestibile e i conseguenti riverberi sulla sua vita, inficiandone la qualità.
Anche se comprendo la sua necessità di trovare soluzioni, quelle che prospetta a mio parere sembrano aggirare/evitare il problema di fondo e rischiano di consolidarlo piuttosto che risolverlo.
Che tipo di percorso ha fatto finora (approccio/orientamento)?
Per quanto tempo?
Quali benefici?
Ha parlato alla sua terapeuta della decisione di terminare il percorso?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Ex utente
grazie per la risposta dr.ssa rinella,
mi spiace contraddirla ma non ho mai detto in questo messaggio di voler abbandonare la terapia: ho avuto un problema in famiglia(non ho voglia di entrare nei dettagli) che mi impedisce per ora di sostenere le sedute per almeno un mese(ma mi sa che sarà di più). spero invece di riprendere presto.
ho appena passato un anno di terapia con orientamento relazionale. come ha detto lei ho dovuto ricercare in questo anno le cause che portano a questo disagio ed elaborarle. dopo vari problemi (la mia voglia di mollare al primo tentativo,riluttanza dei miei ad accettare la terapia e altro) sto piano piano riuscendo a vedere le cose in modo diverso, sono sto riuscendo a ricostruire i rapporti con chi avevo vicino(un rapporto sano)e a tenere l'ansia sotto controllo almeno nelle situazioni di semplice risoluzione. ho comunque avuto qualche miglioramento.
mi spiace contraddirla ma non ho mai detto in questo messaggio di voler abbandonare la terapia: ho avuto un problema in famiglia(non ho voglia di entrare nei dettagli) che mi impedisce per ora di sostenere le sedute per almeno un mese(ma mi sa che sarà di più). spero invece di riprendere presto.
ho appena passato un anno di terapia con orientamento relazionale. come ha detto lei ho dovuto ricercare in questo anno le cause che portano a questo disagio ed elaborarle. dopo vari problemi (la mia voglia di mollare al primo tentativo,riluttanza dei miei ad accettare la terapia e altro) sto piano piano riuscendo a vedere le cose in modo diverso, sono sto riuscendo a ricostruire i rapporti con chi avevo vicino(un rapporto sano)e a tenere l'ansia sotto controllo almeno nelle situazioni di semplice risoluzione. ho comunque avuto qualche miglioramento.
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Bene se continuerà la terapia e per i benefici finora avuti, è la strada da percorrere per risolvere le sue difficoltà.
Si trova davanti alla necessità di trovare una strada lavorativa da percorrere, ma il problema avuto in famiglia della cui specificità non siamo a conoscenza e la conseguente sospensione temporanea della terapia, contribuiscono a lasciarla in sospeso nella ricerca di soluzioni appropriate.
Le potrà comunque trovare nel proseguimento del percorso terapeutico, da qui non sarebbe inopportuno sovrapporsene.
Quale sogno coltivava in passato?
Cosa l'ha portata a rinunciare?
Si trova davanti alla necessità di trovare una strada lavorativa da percorrere, ma il problema avuto in famiglia della cui specificità non siamo a conoscenza e la conseguente sospensione temporanea della terapia, contribuiscono a lasciarla in sospeso nella ricerca di soluzioni appropriate.
Le potrà comunque trovare nel proseguimento del percorso terapeutico, da qui non sarebbe inopportuno sovrapporsene.
Quale sogno coltivava in passato?
Cosa l'ha portata a rinunciare?
[#4]
Ex utente
purtroppo ora sono costretta a trovarmi un lavoro o almeno provare qualcosa, per questo ho richiesto un consulto.ho già perso troppo tempo.
quello che coltivavo in passato è ciò che ho studiato al liceo. non ho voluto continuare con l'università per la mancanza di lavoro e il diverso metodo si studio e approccio rispetto al liceo.ora si è aggiunto anche il tempo se dovessi iniziare ora forse per i 40 anni ho finito gli studi, cosa che non vorrei assolutamente fare.
comunque non sono i sogni il problema, la ma la realtà che adesso, volente o nolente dovrò affrontare. e non posso perdere occasioni(ne ho già buttate via abbastanza) a causa di quattro anni di vuoto sul cv.
quello che coltivavo in passato è ciò che ho studiato al liceo. non ho voluto continuare con l'università per la mancanza di lavoro e il diverso metodo si studio e approccio rispetto al liceo.ora si è aggiunto anche il tempo se dovessi iniziare ora forse per i 40 anni ho finito gli studi, cosa che non vorrei assolutamente fare.
comunque non sono i sogni il problema, la ma la realtà che adesso, volente o nolente dovrò affrontare. e non posso perdere occasioni(ne ho già buttate via abbastanza) a causa di quattro anni di vuoto sul cv.
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<purtroppo ora sono costretta a trovarmi un lavoro o almeno provare qualcosa, per questo ho richiesto un consulto.ho già perso troppo tempo.>
La comprendo, ma sentirsi pressati dal tempo può alimentare ansia, confusione, non aiuta purtroppo a fare bene.
I quattro anni di vuoto sul c.v. sono una realtà, inventare bugie o trovare altre soluzioni inappropriate non funziona, come del resto ha sperimentato.
Le sue paure e preoccupazioni, le premesse da cui parte, peggiorano la situazione e dovrebbero essere riviste e affrontate in ambito terapeutico unitamente a ciò che nei suoi ambiti di appartenenza concorre a sostenere lo stato delle cose
In qual direzione cerca il lavoro? Cioè di che tipo? Quali le aspettative? Ha una qualche abilità particolare, competenza che possa sfruttare o mettere in evidenza?
La comprendo, ma sentirsi pressati dal tempo può alimentare ansia, confusione, non aiuta purtroppo a fare bene.
I quattro anni di vuoto sul c.v. sono una realtà, inventare bugie o trovare altre soluzioni inappropriate non funziona, come del resto ha sperimentato.
Le sue paure e preoccupazioni, le premesse da cui parte, peggiorano la situazione e dovrebbero essere riviste e affrontate in ambito terapeutico unitamente a ciò che nei suoi ambiti di appartenenza concorre a sostenere lo stato delle cose
In qual direzione cerca il lavoro? Cioè di che tipo? Quali le aspettative? Ha una qualche abilità particolare, competenza che possa sfruttare o mettere in evidenza?
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Ex utente
non so neanche io che lavoro cercare. non ho preferenze particolari o attitudini, però ogni lavoro sembra che non faccia per me. sono cresciuta molto viziata(e qui la causa sono i miei genitori, che l'hanno fatto a fin di bene) quindi ogni lavoro ha sempre qualcosa che non va. poi sono cresciuta con una dualità: essere fragile(per problemi di salute infantili)e essere l'unica della famiglia brava negli studi. una pressione e un'aspettativa che mi ha portato a dare sempre il massimo ma ad un certo punto son crollata. so bene che questo aspetto da una parte "superbo"(perché vorrei fare carriera, arrivare in alto in fretta) e dall'altra parte "incapace"(vorrei un lavoro semplice, facile che mi dia spazio di fare altre attività, tipo sport, corsi cose scelte da me che nell'infanzia o nell'adolescenza non ho avuto modo di fare) deve essere in equilibrio che mi faccia stare bene...ma non riesco a trovarlo per ora, in ambito lavorativo. ho paura di sbagliare, di non essere all'altezza, di non riuscire a socializzare con i colleghi(ed è un pò l'idea con cui sono cresciuta del mondo del lavoro: il più forte vince, il capo ti tratterà male,i colleghi sono delle serpi e se sbagli non hai molte possibilità di rimediare).
ogni giorno mi sveglio con una nuova idea, ma ormai evito di parlarne con le persone(a parte in terapia)perché poi non vengono messe in pratica.sono sempre idee fatte per impressionare gli altri, che sperano di farmi salire in alto.
francamente non saprei cosa mettere in evidenza, sennò l'avrei già scritto sul cv...
ogni giorno mi sveglio con una nuova idea, ma ormai evito di parlarne con le persone(a parte in terapia)perché poi non vengono messe in pratica.sono sempre idee fatte per impressionare gli altri, che sperano di farmi salire in alto.
francamente non saprei cosa mettere in evidenza, sennò l'avrei già scritto sul cv...
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<una pressione e un'aspettativa che mi ha portato a dare sempre il massimo ma ad un certo punto son crollata...ogni giorno mi sveglio con una nuova idea...sono sempre idee fatte per impressionare gli altri, >
Come lei stessa dice, ancora non riesce a liberarsi dal peso delle aspettative altrui (fatte anche sue), dal confermare di essere "brava", di "salire in alto" velocemente e bene, di recuperare il tempo perduto. Le difficoltà che incontra non farebbero altro che confermarle i vissuti di fragilità e impotenza con le conseguenze descritte.
E' opportuno che continui a lavorare su questi aspetti in terapia e su quanto il suo terapeuta ritenga opportuno .
Poi a mio parere sarebbe importante definire gli obiettivi da raggiungere che devono essere realistici, specifici, concreti, definiti nel tempo, raggiungibili- passo dopo passo, pena annaspare nella confusione e in tentativi a rischio di scarsa concretizzazione.
Cari auguri
Come lei stessa dice, ancora non riesce a liberarsi dal peso delle aspettative altrui (fatte anche sue), dal confermare di essere "brava", di "salire in alto" velocemente e bene, di recuperare il tempo perduto. Le difficoltà che incontra non farebbero altro che confermarle i vissuti di fragilità e impotenza con le conseguenze descritte.
E' opportuno che continui a lavorare su questi aspetti in terapia e su quanto il suo terapeuta ritenga opportuno .
Poi a mio parere sarebbe importante definire gli obiettivi da raggiungere che devono essere realistici, specifici, concreti, definiti nel tempo, raggiungibili- passo dopo passo, pena annaspare nella confusione e in tentativi a rischio di scarsa concretizzazione.
Cari auguri
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Ex utente
"Poi a mio parere sarebbe importante definire gli obiettivi da raggiungere che devono essere realistici, specifici, concreti, definiti nel tempo, raggiungibili- passo dopo passo, pena annaspare nella confusione e in tentativi a rischio di scarsa concretizzazione."
più volte ho chiesto quali fossero gli obiettivi e dei traguardi concreti, ma purtroppo la terapeuta su questo non mi ha mai voluto aiutare o comunque si è limitata a dirmi che bisogna prima agire sulle emozioni.
più volte ho chiesto quali fossero gli obiettivi e dei traguardi concreti, ma purtroppo la terapeuta su questo non mi ha mai voluto aiutare o comunque si è limitata a dirmi che bisogna prima agire sulle emozioni.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 1.9k visite dal 16/10/2014.
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