Apatia 12 anni
Buongiorno cari Medici,
a mia figlia di 12 anni, che sta affrontando un momento difficile.
Da qualche mese è cambiata, parlo a lungo con lei di questo, e mi fa piacere il fatto che comunque, sia lei a parlarmi spesso del suo umore che lei stessa dice di detestare. Ha sempre subito il confronto con la sorella maggiore, che è a suo parere più brava, più bella, più ambita etc etc., da una parte ha ragione nel senso che inevitabilmente la sorella l’ha sempre prevaricata con il suo carattere esuberante, positivo, solare, perché è così, nonostante mio marito ed io si cerchi di tenerla a freno anzi la invitiamo spesso a contenersi, anche se non trovo giusto snaturarla.
Ad ogni modo il problema attuale è il seguente:
Dall’inizio della scuola, la figlia di 12 anni, è più apatica del solito, nel senso che caratterialmente è così ma le cose sono peggiorate, è e si sente apatica, negativa, diversa dagli altri, prova vergogna nelle situazioni sociali, si sente in colpa per non aver raggiunto gli obiettivi prefissi, non prova stima di sé, ecc.
Mi ha anche detto di non avere e di non sentirsi una propria personalità, che copia sua sorella che non ha mai idee ed iniziative. Molto spesso si sente inadeguata, nel relazionarsi con gli altri, ha sempre paura di dire qualcosa di ridicolo, e non esprime il suo parere per paura di risultare superficiale, e peggio a volte non sa proprio cosa dire.
Non ha più voglia di studiare non trova stimolo nello studio, oltretutto fatica, ed anche le attività extra-scolastiche, a parte il corso di teatro che fa ormai da otto anni, le abbandona una ad una, perché… si la divertono, ma non troppo. Da tre anni studia pianoforte, ed è inserita nel progetto di studio scolastico organizzato dalla scuola, che richiede impegno assoluto, dovrebbe partecipare ad un concorso importante sul quale il professore conta molto, e lei teme che rifiutando l’adesione, possa deludere noi genitori e professori. E se non fosse che sarebbe una sconfitta anche personale, oltre che gravante appunto sulla scuola e sul gruppo, rinuncerebbe.
Ora deve decidere sul da farsi e non sa come fare per paura ancora una volta, di non prendere la decisione giusta.
Detto questo, la capisco perfettamente e comprendo anche la normalità di certi stati d’animo a questa età, ma non vorrei nemmeno che crescesse con il sistema, “gettare la spugna quando la strada si fa dura”. Niente è facile, niente è gratuito, per suonare bene, per ballare bene, per ottenere risultati bisogna faticare e lavorare sodo. Ma il suo concetto di vita, al momento, è “non ho voglia perché devo farlo!”
Vorrei aiutarla a trovare un po’ di gioia, a renderla rilassata e “prenderla facile”, e farle capire che le certe cose vanno fatte comunque sia, anche quando ci si sente pigri e demotivati. E lei è pigra. Fuggire alla fatica non è la strada giusta, ma nemmeno, la scelta di continuare musica, per non deludere gli altri. non voglio scegliere per lei, non voglio condizionarla. Grazie di cuore.
a mia figlia di 12 anni, che sta affrontando un momento difficile.
Da qualche mese è cambiata, parlo a lungo con lei di questo, e mi fa piacere il fatto che comunque, sia lei a parlarmi spesso del suo umore che lei stessa dice di detestare. Ha sempre subito il confronto con la sorella maggiore, che è a suo parere più brava, più bella, più ambita etc etc., da una parte ha ragione nel senso che inevitabilmente la sorella l’ha sempre prevaricata con il suo carattere esuberante, positivo, solare, perché è così, nonostante mio marito ed io si cerchi di tenerla a freno anzi la invitiamo spesso a contenersi, anche se non trovo giusto snaturarla.
Ad ogni modo il problema attuale è il seguente:
Dall’inizio della scuola, la figlia di 12 anni, è più apatica del solito, nel senso che caratterialmente è così ma le cose sono peggiorate, è e si sente apatica, negativa, diversa dagli altri, prova vergogna nelle situazioni sociali, si sente in colpa per non aver raggiunto gli obiettivi prefissi, non prova stima di sé, ecc.
Mi ha anche detto di non avere e di non sentirsi una propria personalità, che copia sua sorella che non ha mai idee ed iniziative. Molto spesso si sente inadeguata, nel relazionarsi con gli altri, ha sempre paura di dire qualcosa di ridicolo, e non esprime il suo parere per paura di risultare superficiale, e peggio a volte non sa proprio cosa dire.
Non ha più voglia di studiare non trova stimolo nello studio, oltretutto fatica, ed anche le attività extra-scolastiche, a parte il corso di teatro che fa ormai da otto anni, le abbandona una ad una, perché… si la divertono, ma non troppo. Da tre anni studia pianoforte, ed è inserita nel progetto di studio scolastico organizzato dalla scuola, che richiede impegno assoluto, dovrebbe partecipare ad un concorso importante sul quale il professore conta molto, e lei teme che rifiutando l’adesione, possa deludere noi genitori e professori. E se non fosse che sarebbe una sconfitta anche personale, oltre che gravante appunto sulla scuola e sul gruppo, rinuncerebbe.
Ora deve decidere sul da farsi e non sa come fare per paura ancora una volta, di non prendere la decisione giusta.
Detto questo, la capisco perfettamente e comprendo anche la normalità di certi stati d’animo a questa età, ma non vorrei nemmeno che crescesse con il sistema, “gettare la spugna quando la strada si fa dura”. Niente è facile, niente è gratuito, per suonare bene, per ballare bene, per ottenere risultati bisogna faticare e lavorare sodo. Ma il suo concetto di vita, al momento, è “non ho voglia perché devo farlo!”
Vorrei aiutarla a trovare un po’ di gioia, a renderla rilassata e “prenderla facile”, e farle capire che le certe cose vanno fatte comunque sia, anche quando ci si sente pigri e demotivati. E lei è pigra. Fuggire alla fatica non è la strada giusta, ma nemmeno, la scelta di continuare musica, per non deludere gli altri. non voglio scegliere per lei, non voglio condizionarla. Grazie di cuore.
[#1]
Gentile Signora,
Ogni ragazzina ha le proprie tappe di crescita, umori e malumori, il confronto con i fratelli dovrebbe essere abolito e bandito.
Dovrà trovare da sola la strada verso se stessa, verso quello che desidera fare, ascoltarsi, scrutarmi e gestire anche la noia e la fatica di crescere
Se con lei ha un buon rapporto, empatico e di fiducia, è utile mantenere sempre un dialogo aperto e non inquisitorio..altrimenti anche altre figure vicarianti, come una zia, la nonna ...potrebbero aiutarla nel fare ordine dentro di se
Le allego delle letture che potrebbero aiutarla a riflettere
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2019-calo-del-desiderio-sessuale-e-nascita-del-primo-figlio.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3364-donne-mamme-acrobate.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4262-mamme-o-carriera-o-mamme-in-carriera.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/444-essere-madri-stili-e-copioni-di-maternita.html-
Ogni ragazzina ha le proprie tappe di crescita, umori e malumori, il confronto con i fratelli dovrebbe essere abolito e bandito.
Dovrà trovare da sola la strada verso se stessa, verso quello che desidera fare, ascoltarsi, scrutarmi e gestire anche la noia e la fatica di crescere
Se con lei ha un buon rapporto, empatico e di fiducia, è utile mantenere sempre un dialogo aperto e non inquisitorio..altrimenti anche altre figure vicarianti, come una zia, la nonna ...potrebbero aiutarla nel fare ordine dentro di se
Le allego delle letture che potrebbero aiutarla a riflettere
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2019-calo-del-desiderio-sessuale-e-nascita-del-primo-figlio.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3364-donne-mamme-acrobate.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4262-mamme-o-carriera-o-mamme-in-carriera.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/444-essere-madri-stili-e-copioni-di-maternita.html-
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile Signora,
sua figlia sta entrando nell'adolescenza e quindi in una fase in cui molte cose sono messe in discussione perché fanno parte dell'identità infantile, per arrivare negli anni a costruire una propria identità adulta.
Gli stati d'animo negativi sono sicuramente frequenti e legati al disagio per un periodo dominato dall'incertezza e dall'instabilità, ricco di cambiamenti e di interrogativi su di sé e sugli altri, e la presenza di modelli positivi considerati irraggiungibili a volte può generare conseguenze indesiderate, come lo stato d'animo che sta provando la sua figlia più piccola:
"è e si sente apatica, negativa, diversa dagli altri, prova vergogna nelle situazioni sociali, si sente in colpa per non aver raggiunto gli obiettivi prefissi, non prova stima di sé, ecc."
a causa dell'irraggiungibilità (da lei così percepita) della sorella maggiore.
In parte questi sono sentimenti che si ritrovano frequentemente nei ragazzi di quell'età, ma in parte mi sembrano determinati dal confronto con l'altra figlia:
"Mi ha anche detto di non avere e di non sentirsi una propria personalità, che copia sua sorella che non ha mai idee ed iniziative. Molto spesso si sente inadeguata, nel relazionarsi con gli altri, ha sempre paura di dire qualcosa di ridicolo, e non esprime il suo parere per paura di risultare superficiale, e peggio a volte non sa proprio cosa dire".
Sua figlia si sente priva di una sua personalità, ma è normale che a 12 anni molti aspetti siano tutt'altro che già definiti: se però si confronta con una ragazza più grande di lei, che ha già affrontato e magari risolto alcuni problemi tipici dell'adolescenza, si sentirà inevitabilmente inadeguata: deve ancora crescere e definirsi psicologicamente, perciò almeno in parte il suo disagio è da considerarsi fisiologico, ma è importante farle presente che non può paragonarsi a chi è più grande e quindi più avanti di lei nel cammino della crescita.
Per quanto riguarda nello specifico la sua domanda sulle attività extra-scolastiche e su quale atteggiamento tenere, deve sapere che il cambiamento che investe i ragazzi di quest'età li porta non di rado a disinteressarsi a hobby e impegni che prima stimolavano invece in loro interesse e curiosità:
"le attività extra-scolastiche, a parte il corso di teatro che fa ormai da otto anni, le abbandona una ad una, perché… si la divertono, ma non troppo".
Quando ha iniziato a suonare il piano, ma anche a studiare teatro, era ancora una bambina, mentre adesso è una ragazzina e non è detto che quello che la divertiva da bambina la debba divertire anche ora.
Molti genitori sono dispiaciuti per situazioni come quella che descrive lei, ma è inevitabile che fra i 12 e i 14 anni la maggior parte delle attività effettuate in precedenza siano abbandonate dai ragazzi.
E' importante che lei si ponga l'obiettivo di non influenzarla, ma in quest'ottica deve tenere conto del fatto che non è detto che il desiderio di mollare certe attività dipenda dalla pigrizia e dall'apatia, ma è probabile che sua figlia stia cambiando gusti e interessi e che quindi il punto può non essere insegnarle a prendere le cose più alla leggera e senza farne un dramma, ma accettare che potrebbe anche voler lasciare ogni singola attività senza che questo abbia significati preoccupanti o la renda diversa dagli altri.
In ogni caso le suggerisco di far parlare sua figlia con uno psicologo per capire se il suo stato è fisiologico o se bisogna preoccuparsi perché qualcosa non va, perché la depressione esiste anche a quell'età ed è bene sincerarsi del fatto che la ragazza sia "semplicemente" in crisi e che non stia sviluppando un disturbo psicologico.
Un caro saluto,
sua figlia sta entrando nell'adolescenza e quindi in una fase in cui molte cose sono messe in discussione perché fanno parte dell'identità infantile, per arrivare negli anni a costruire una propria identità adulta.
Gli stati d'animo negativi sono sicuramente frequenti e legati al disagio per un periodo dominato dall'incertezza e dall'instabilità, ricco di cambiamenti e di interrogativi su di sé e sugli altri, e la presenza di modelli positivi considerati irraggiungibili a volte può generare conseguenze indesiderate, come lo stato d'animo che sta provando la sua figlia più piccola:
"è e si sente apatica, negativa, diversa dagli altri, prova vergogna nelle situazioni sociali, si sente in colpa per non aver raggiunto gli obiettivi prefissi, non prova stima di sé, ecc."
a causa dell'irraggiungibilità (da lei così percepita) della sorella maggiore.
In parte questi sono sentimenti che si ritrovano frequentemente nei ragazzi di quell'età, ma in parte mi sembrano determinati dal confronto con l'altra figlia:
"Mi ha anche detto di non avere e di non sentirsi una propria personalità, che copia sua sorella che non ha mai idee ed iniziative. Molto spesso si sente inadeguata, nel relazionarsi con gli altri, ha sempre paura di dire qualcosa di ridicolo, e non esprime il suo parere per paura di risultare superficiale, e peggio a volte non sa proprio cosa dire".
Sua figlia si sente priva di una sua personalità, ma è normale che a 12 anni molti aspetti siano tutt'altro che già definiti: se però si confronta con una ragazza più grande di lei, che ha già affrontato e magari risolto alcuni problemi tipici dell'adolescenza, si sentirà inevitabilmente inadeguata: deve ancora crescere e definirsi psicologicamente, perciò almeno in parte il suo disagio è da considerarsi fisiologico, ma è importante farle presente che non può paragonarsi a chi è più grande e quindi più avanti di lei nel cammino della crescita.
Per quanto riguarda nello specifico la sua domanda sulle attività extra-scolastiche e su quale atteggiamento tenere, deve sapere che il cambiamento che investe i ragazzi di quest'età li porta non di rado a disinteressarsi a hobby e impegni che prima stimolavano invece in loro interesse e curiosità:
"le attività extra-scolastiche, a parte il corso di teatro che fa ormai da otto anni, le abbandona una ad una, perché… si la divertono, ma non troppo".
Quando ha iniziato a suonare il piano, ma anche a studiare teatro, era ancora una bambina, mentre adesso è una ragazzina e non è detto che quello che la divertiva da bambina la debba divertire anche ora.
Molti genitori sono dispiaciuti per situazioni come quella che descrive lei, ma è inevitabile che fra i 12 e i 14 anni la maggior parte delle attività effettuate in precedenza siano abbandonate dai ragazzi.
E' importante che lei si ponga l'obiettivo di non influenzarla, ma in quest'ottica deve tenere conto del fatto che non è detto che il desiderio di mollare certe attività dipenda dalla pigrizia e dall'apatia, ma è probabile che sua figlia stia cambiando gusti e interessi e che quindi il punto può non essere insegnarle a prendere le cose più alla leggera e senza farne un dramma, ma accettare che potrebbe anche voler lasciare ogni singola attività senza che questo abbia significati preoccupanti o la renda diversa dagli altri.
In ogni caso le suggerisco di far parlare sua figlia con uno psicologo per capire se il suo stato è fisiologico o se bisogna preoccuparsi perché qualcosa non va, perché la depressione esiste anche a quell'età ed è bene sincerarsi del fatto che la ragazza sia "semplicemente" in crisi e che non stia sviluppando un disturbo psicologico.
Un caro saluto,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Alle riflessioni della Collega,
la invito a leggere questa lettura che analizza la difficile fase dell'adolescenza
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/4978-adolescenti-istruzioni-per-l-uso-in-commercio-una-app-anti-ansia.html
la invito a leggere questa lettura che analizza la difficile fase dell'adolescenza
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/4978-adolescenti-istruzioni-per-l-uso-in-commercio-una-app-anti-ansia.html
[#4]
Ex utente
Intanto ancora una volta, ringrazio entrambe per le vostre risposte
veloci e pertinenti.
Leggerò senz'altro i link che mi proponete.
Accolgo con condivisione i vostri suggerimenti. Come ho precedentemente
spiegato, empaticamente sostengo il cammino e lo stato d'animo attuale di
mia figlia e mai dico mai, confronto l'una con l'altra, sotto forma di esempio ed
obiettivo. Riferendomi al fatto del possibile abbandono delle attività, che peraltro
accetterei serenamente e senza obiezioni, mi spiacerebbe vederla crescere senza determinazione e stimoli a porsi dei traguardi, che ora sembrano a lei appunto irraggiungibili. Ma se ho capito bene allora, è corretta la mia posizione di non interferenza con le sue scelte. Se però, dovesse e sottolineo se, dirmi una frase del tipo "Non so cosa scegliere e non so cosa fare" come mi dovrei porre? E qui mi collego alla mia precedente riflessione sul coraggio di andare avanti con determinazione.
E l'ultima domanda: come posso proporgli un dialogo con uno psicologo? Le ho proposto qualche giorno fa, di considerare anche un aiuto esterno, da persone preparate che possono ascoltarla e sostenerla, qualora ne sentisse l'esigenza. Su questo però, mi ha risposto con un no deciso, aggiungendo "Mamma mi basti tu" ma anche qui, non so definire se è vergogna, paura o cos'altro. Quindi come posso fare?
Nell'attesa Vi ringrazio ancora molto.
veloci e pertinenti.
Leggerò senz'altro i link che mi proponete.
Accolgo con condivisione i vostri suggerimenti. Come ho precedentemente
spiegato, empaticamente sostengo il cammino e lo stato d'animo attuale di
mia figlia e mai dico mai, confronto l'una con l'altra, sotto forma di esempio ed
obiettivo. Riferendomi al fatto del possibile abbandono delle attività, che peraltro
accetterei serenamente e senza obiezioni, mi spiacerebbe vederla crescere senza determinazione e stimoli a porsi dei traguardi, che ora sembrano a lei appunto irraggiungibili. Ma se ho capito bene allora, è corretta la mia posizione di non interferenza con le sue scelte. Se però, dovesse e sottolineo se, dirmi una frase del tipo "Non so cosa scegliere e non so cosa fare" come mi dovrei porre? E qui mi collego alla mia precedente riflessione sul coraggio di andare avanti con determinazione.
E l'ultima domanda: come posso proporgli un dialogo con uno psicologo? Le ho proposto qualche giorno fa, di considerare anche un aiuto esterno, da persone preparate che possono ascoltarla e sostenerla, qualora ne sentisse l'esigenza. Su questo però, mi ha risposto con un no deciso, aggiungendo "Mamma mi basti tu" ma anche qui, non so definire se è vergogna, paura o cos'altro. Quindi come posso fare?
Nell'attesa Vi ringrazio ancora molto.
[#5]
Anche se Lei non fa confronti, come è gusto che sia, è normale che la ragazza ne faccia e che senta la sorella più grande - che vede in maniera positiva - un modello da eguagliare che però in questo momento appare irraggiungibile perché prevalgono la disistima di sé e la confusione.
Quanti anni ha la figlia maggiore?
Le due ragazze hanno anche altri fratelli o sorelle?
Per quanto riguarda la proposta di parlare con uno psicologo che sua figlia per ora non ha accettato solo lei potrà dirle se prova vergogna, paura o altro: sono emozioni comprensibili e potrebbe anche provarle tutte contemporaneamente.
Se la ragazza "si sente apatica, negativa, diversa dagli altri, prova vergogna nelle situazioni sociali, si sente in colpa per non aver raggiunto gli obiettivi prefissi, non prova stima di sé" penso che non sarà difficile farle capire che ha bisogno di un aiuto e che non c'è nulla di male nell'accettarlo.
Quanti anni ha la figlia maggiore?
Le due ragazze hanno anche altri fratelli o sorelle?
Per quanto riguarda la proposta di parlare con uno psicologo che sua figlia per ora non ha accettato solo lei potrà dirle se prova vergogna, paura o altro: sono emozioni comprensibili e potrebbe anche provarle tutte contemporaneamente.
Se la ragazza "si sente apatica, negativa, diversa dagli altri, prova vergogna nelle situazioni sociali, si sente in colpa per non aver raggiunto gli obiettivi prefissi, non prova stima di sé" penso che non sarà difficile farle capire che ha bisogno di un aiuto e che non c'è nulla di male nell'accettarlo.
[#6]
Ex utente
La figlia maggiore ha 18 mesi in più. Ma credo si confronti a lei per una questione caratteriale e/o predisposizione, attitudini e competenze diverse, ma questo non fa di certo lei, un genio ed esempio di perfezione, anzi ....avrò sicuramente bisogno di una "prestazione speciale" anche per lei.
Si lei dice di sentirsi così praticamente da due, tre mesi. Quello che noto io però, osservandola da lontano però, è anche una bambina sorridente e felice. Per capirci, è preda di sbalzi di umore e quando ciò accade, è proprio nero nero.
Seguirò il suo consiglio Dr.ssa e...... grazie.
Si lei dice di sentirsi così praticamente da due, tre mesi. Quello che noto io però, osservandola da lontano però, è anche una bambina sorridente e felice. Per capirci, è preda di sbalzi di umore e quando ciò accade, è proprio nero nero.
Seguirò il suo consiglio Dr.ssa e...... grazie.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 6.5k visite dal 14/10/2014.
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