Senso di vuoto, crollo
Per natura sono una persona forte, una "combattente" della vita, munita di una robusta "armatura" mentale, se così possiamo dire. Ultimamente, però, vuoi per vicissitudini ambientali, vuoi per quelle di tipo umano, qualcosa in me si è spezzato, e quest'armatura si è incrinata pian piano. Sembra che ogni ferita sopita, ogni dispiacere del passato, sia ricomparso dal nulla sommandosi a quelli già presenti. Così, certe volte, arriva la tristezza, un senso di vuoto dentro, mi viene da piangere all'improvviso pensando alla mia situazione, soprattutto al fatto che non posso cambiare le cose, non posso vivere interamente la mia vita in sintonia con me stessa, perchè questo ambiente non aiuta, e la gente con cui mi relaziono ancora meno. Non posso rivelare a nessuno quello che provo. Le sofferenze del passato riaffiorano insieme a quelle presenti, e mi soffocano.
La soluzione pratica che adotto è spesso l'alcool, con le conseguenze che potete facilmente immaginare, poichè quel dolore interiore sparisce solo apparentemente e ricompare di nuovo dopo un pò. Ho i miei passatempi tramite i quali cerco di riempire come meglio posso questo stato di malessere, in alcune giornate sembra di stare meglio, in altre devo chiudermi in una stanza per piangere di nascosto, sento quel vuoto che mi divora, bruciante. Come mai ho avuto questo crollo? Perchè si sono sommate così tante cose insieme? Perchè quella difesa che avevo non funziona più? Forse un evento recente è stata la classica "goccia che ha fatto traboccare il vaso"?
Vorrei riuscire a smorzare questo dolore distaccandomene. Non lo voglio riconoscere come mio, non mi appartiene.Come si può "scollegare" la mente dal dolore, che va e viene? Mi dareste un consiglio? Avrei bisogno di "anestetizzarmi" a vita da questo male. Grazie.
La soluzione pratica che adotto è spesso l'alcool, con le conseguenze che potete facilmente immaginare, poichè quel dolore interiore sparisce solo apparentemente e ricompare di nuovo dopo un pò. Ho i miei passatempi tramite i quali cerco di riempire come meglio posso questo stato di malessere, in alcune giornate sembra di stare meglio, in altre devo chiudermi in una stanza per piangere di nascosto, sento quel vuoto che mi divora, bruciante. Come mai ho avuto questo crollo? Perchè si sono sommate così tante cose insieme? Perchè quella difesa che avevo non funziona più? Forse un evento recente è stata la classica "goccia che ha fatto traboccare il vaso"?
Vorrei riuscire a smorzare questo dolore distaccandomene. Non lo voglio riconoscere come mio, non mi appartiene.Come si può "scollegare" la mente dal dolore, che va e viene? Mi dareste un consiglio? Avrei bisogno di "anestetizzarmi" a vita da questo male. Grazie.
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Gentile Utente,
mi pare che Lei stia ponendo le domande sbagliate... la priorità non è comprendere come mai ha avuto il crollo ora e perchè prima tutto sembrava funzionare. La cosa più importante è modificare le Sue strategie di gestione del dolore e della sofferenza, comprendendo che cosa La fa stare male.
Lei dice "Non posso rivelare a nessuno quello che provo.", se parte da questo presupposto la vita non può che essere pesante.
Ha già fatto bene a parlarne qui, ma direi che una aiuto specifico di persona da parte di uno psicologo è quanto mai opportuno.
Cordiali saluti,
mi pare che Lei stia ponendo le domande sbagliate... la priorità non è comprendere come mai ha avuto il crollo ora e perchè prima tutto sembrava funzionare. La cosa più importante è modificare le Sue strategie di gestione del dolore e della sofferenza, comprendendo che cosa La fa stare male.
Lei dice "Non posso rivelare a nessuno quello che provo.", se parte da questo presupposto la vita non può che essere pesante.
Ha già fatto bene a parlarne qui, ma direi che una aiuto specifico di persona da parte di uno psicologo è quanto mai opportuno.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.5k visite dal 13/10/2014.
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