Complesso di edipo e omosessualità
Gentili dottori,
sono un ragazzo di 21 anni. Fin dalla pubertà ho avuto pulsioni omosessuali e poche eterosessuali; queste ultime, tuttavia, si sono progressivamente affievolite e ho capito che in parte erano autoconvinzioni derivanti dalla difficoltà di accettazione come omosessuale. Le mie esperienze etero non sono state convincenti e da 15 anni le ho sempre rifiutate. Da un anno penso di desiderare veramente solo ragazzi ma, ora che avrei la possibilità di conoscere gay e costruire una mia identità, riemerge un forte conflitto interiore che mi crea ansia e mi porta a procrastinare il momento in cui iniziare a vivere una mia affettività sincera. Tra le varie ipotesi che ho ventilato c’è quella che io non abbia superato il complesso di Edipo, che, ho letto, è stato in passato collegato con l’omosessualità. Effettivamente ho avuto una madre abbastanza protettiva, è capitato che andassi nel “lettone” fino a 12 anni quando mio padre era assente, apprezzo molto fare delle passeggiate solo con lei e provo spesso una tenerezza fisica (desiderio di accarezzarla). Infine ancora oggi non riesco a spiegarmi perché fin da bambino (dai cinque anni), io abbia provato uno strano desiderio di tornare neonato e un sentimento di particolare tenerezza verso la mia immagine di bebè, vista attraverso racconti o fotografie. Concludo infine dicendo che i miei genitori non sanno nulla della mia situazione e non credo la accetterebbero facilmente, avendo una mentalità tradizionale meridionale, un po’ chiusa.
sono un ragazzo di 21 anni. Fin dalla pubertà ho avuto pulsioni omosessuali e poche eterosessuali; queste ultime, tuttavia, si sono progressivamente affievolite e ho capito che in parte erano autoconvinzioni derivanti dalla difficoltà di accettazione come omosessuale. Le mie esperienze etero non sono state convincenti e da 15 anni le ho sempre rifiutate. Da un anno penso di desiderare veramente solo ragazzi ma, ora che avrei la possibilità di conoscere gay e costruire una mia identità, riemerge un forte conflitto interiore che mi crea ansia e mi porta a procrastinare il momento in cui iniziare a vivere una mia affettività sincera. Tra le varie ipotesi che ho ventilato c’è quella che io non abbia superato il complesso di Edipo, che, ho letto, è stato in passato collegato con l’omosessualità. Effettivamente ho avuto una madre abbastanza protettiva, è capitato che andassi nel “lettone” fino a 12 anni quando mio padre era assente, apprezzo molto fare delle passeggiate solo con lei e provo spesso una tenerezza fisica (desiderio di accarezzarla). Infine ancora oggi non riesco a spiegarmi perché fin da bambino (dai cinque anni), io abbia provato uno strano desiderio di tornare neonato e un sentimento di particolare tenerezza verso la mia immagine di bebè, vista attraverso racconti o fotografie. Concludo infine dicendo che i miei genitori non sanno nulla della mia situazione e non credo la accetterebbero facilmente, avendo una mentalità tradizionale meridionale, un po’ chiusa.
[#1]
Gentile Utente,
L'orientamento sessuale e sopratutto la sua accettazione passa da svariate fasi complesse e spesso faticose.
Complesso di Edipo a parte, non investigabile online, credo che l'aspetto centrale sia la sua difficoltà ed il suo procrastinare nel tempo la sua vita affettiva, redazionale e sessuale.
Ha pensato di rivolgersi ad un nostro collega per un supporto psicologico ?
L'orientamento sessuale e sopratutto la sua accettazione passa da svariate fasi complesse e spesso faticose.
Complesso di Edipo a parte, non investigabile online, credo che l'aspetto centrale sia la sua difficoltà ed il suo procrastinare nel tempo la sua vita affettiva, redazionale e sessuale.
Ha pensato di rivolgersi ad un nostro collega per un supporto psicologico ?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile Utente,
come le ha detto la d.ssa Randone non è possibile investigare online su questioni molto delicate come quelle che ci sta sottoponendo.
Vorrei però commentare una cosa fra quelle che ci sta dicendo:
"è capitato che andassi nel “lettone” fino a 12 anni quando mio padre era assente, apprezzo molto fare delle passeggiate solo con lei e provo spesso una tenerezza fisica (desiderio di accarezzarla). Infine ancora oggi non riesco a spiegarmi perché fin da bambino (dai cinque anni), io abbia provato uno strano desiderio di tornare neonato".
Non è da escludere che lei sia così legato alla mamma da non consentirsi di provare desiderio per altre donne o da non consentirsi di iniziare una vita sessualmente attiva con partner del suo stesso sesso, che da un anno le sembra la attraggano, ma solo su un piano ideale:
"ora che avrei la possibilità di conoscere gay e costruire una mia identità, riemerge un forte conflitto interiore che mi crea ansia e mi porta a procrastinare il momento in cui iniziare a vivere una mia affettività sincera".
E' come se lei fosse rimasto psicologicamente bambino, in linea con il desiderio di regredire alla primissima infanzia, e che per questo non se la senta di essere sessualmente attivo (al di là di quale sarà il suo orientamento sessuale definitivo).
Le consiglio sentitamente di approfondire la questione con l'aiuto di uno psicologo specializzato in psicoterapia psicoanalitica perché penso che ne avrà un significativo beneficio sul piano della costruzione di quella identità adulta e sessuata che sembra non avere ancora del tutto raggiunto.
Un caro saluto,
come le ha detto la d.ssa Randone non è possibile investigare online su questioni molto delicate come quelle che ci sta sottoponendo.
Vorrei però commentare una cosa fra quelle che ci sta dicendo:
"è capitato che andassi nel “lettone” fino a 12 anni quando mio padre era assente, apprezzo molto fare delle passeggiate solo con lei e provo spesso una tenerezza fisica (desiderio di accarezzarla). Infine ancora oggi non riesco a spiegarmi perché fin da bambino (dai cinque anni), io abbia provato uno strano desiderio di tornare neonato".
Non è da escludere che lei sia così legato alla mamma da non consentirsi di provare desiderio per altre donne o da non consentirsi di iniziare una vita sessualmente attiva con partner del suo stesso sesso, che da un anno le sembra la attraggano, ma solo su un piano ideale:
"ora che avrei la possibilità di conoscere gay e costruire una mia identità, riemerge un forte conflitto interiore che mi crea ansia e mi porta a procrastinare il momento in cui iniziare a vivere una mia affettività sincera".
E' come se lei fosse rimasto psicologicamente bambino, in linea con il desiderio di regredire alla primissima infanzia, e che per questo non se la senta di essere sessualmente attivo (al di là di quale sarà il suo orientamento sessuale definitivo).
Le consiglio sentitamente di approfondire la questione con l'aiuto di uno psicologo specializzato in psicoterapia psicoanalitica perché penso che ne avrà un significativo beneficio sul piano della costruzione di quella identità adulta e sessuata che sembra non avere ancora del tutto raggiunto.
Un caro saluto,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Ex utente
Gentilissime dottoresse, vi ringrazio per le risposte.
Effettivamente ho già sentito il parere di uno psicologo nei mesi scorsi. A suo avviso, tuttavia, non emergerebbe niente di particolare nei trascorsi della mia infanzia e adolescenza. Mi ha invece consigliato di sperimentare un'affettività omosessuale se è quella cui mi sento indirizzato maggiormente da anni. Ciò che non mi fa identificare con gli altri ragazzi gay che ho conosciuto è legato invece al fatto che essi ne erano ben consci fin dall'infanzia e dalla prima pubertà. Io, d'altra parte, pur provando attrazione fisica sincera solo per ragazzi, pensavo inizialmente di realizzarmi con una donna. Solo in seguito ho iniziato a vedermi con a fianco un uomo nella vita, riconosciuto che con le donne manca la componente fisica. Ora che si tratterebbe di concretizzare qualcosa, mi vengono però ancora mille paranoie: mi viene da pensare che con un po' di forza di volontà e più autostima io possa provare attrazione fisica per le ragazze (ma ho già provato ovviamente fallendo). Rimane questo tentativo di indagare un attaccamento troppo forte alla mia infanzia.
Effettivamente ho già sentito il parere di uno psicologo nei mesi scorsi. A suo avviso, tuttavia, non emergerebbe niente di particolare nei trascorsi della mia infanzia e adolescenza. Mi ha invece consigliato di sperimentare un'affettività omosessuale se è quella cui mi sento indirizzato maggiormente da anni. Ciò che non mi fa identificare con gli altri ragazzi gay che ho conosciuto è legato invece al fatto che essi ne erano ben consci fin dall'infanzia e dalla prima pubertà. Io, d'altra parte, pur provando attrazione fisica sincera solo per ragazzi, pensavo inizialmente di realizzarmi con una donna. Solo in seguito ho iniziato a vedermi con a fianco un uomo nella vita, riconosciuto che con le donne manca la componente fisica. Ora che si tratterebbe di concretizzare qualcosa, mi vengono però ancora mille paranoie: mi viene da pensare che con un po' di forza di volontà e più autostima io possa provare attrazione fisica per le ragazze (ma ho già provato ovviamente fallendo). Rimane questo tentativo di indagare un attaccamento troppo forte alla mia infanzia.
[#4]
Sa dirci di quale orientamento è lo psicologo che ha sentito?
Penso che per un caso come il suo sia indicato - come le dicevo - un approccio psicodinamico/psicoanalitico, che va oltre la presenza di sintomi da trattare e approfondisce aspetti che altri approcci non considerano rilevanti perché non patologici.
Penso che per un caso come il suo sia indicato - come le dicevo - un approccio psicodinamico/psicoanalitico, che va oltre la presenza di sintomi da trattare e approfondisce aspetti che altri approcci non considerano rilevanti perché non patologici.
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Ex utente
Purtroppo no, ho svolto solo pochi incontri presso uno psicologo consigliatomi da un'amica. Non avendo detto nulla ai miei genitori ed essendo ancora studente non avevo molto da spendere. Che lei sappia è possibile anche avere informazioni sugli approcci degli psicologi delle strutture pubbliche? In caso contrario ho deciso di spiegare la situazione ai miei genitori, del resto la situazione non migliora da sola.
[#6]
Non le so rispondere, ma può provare a chiedere sia questo, sia che tipo di percorso le possono offrire (psicoterapia o sostegno psicologico?) e di che durata (esiste un numero massimo di sedute?).
Ai suoi genitori può eventualmente parlare di generico disagio nei rapporti con gli altri, se non le va di raccontare nei dettagli quello che prova.
Ai suoi genitori può eventualmente parlare di generico disagio nei rapporti con gli altri, se non le va di raccontare nei dettagli quello che prova.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 21.7k visite dal 09/10/2014.
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