Studio molto ma non ricordo altrettanto

Come da titolo, mi trovo nella classica situazione dello studente universitario che non riesce a ricordare bene ciò che studia. Fin da piccolo mi sono abituato a studiare molte ore al giorno (sacrificando spesso, ma non sempre, amici e hobby): mi siedo in camera, in silenzio, leggo, sottolineo o ricopio gli appunti in bella... poi ripeto moltissime volte ad alta voce (anche 15-20 volte in un giorno), ma mi sono reso conto che in questo modo ricordo molto bene ciò che ho studiato il primo giorno, massimo i primi due... poi svanisce tutto. A volte addirittura ripeto bene il paragrafo e la sera magari quando ci ripenso ho un vuoto totale in testa! E mi sembra di studiare passivamente, di ripetere solo senza fare attenzione veramente al testo. Questo mi rattrista molto perché mi impegno tantissimo -anche troppo a detta di quelli che mi circondano. Ho iniziato da una settimana il primo anno universitario -e le cose che sto facendo mi piacciono, ho preso ingegneria apposta perché non c'è solo teoria, ma conta molto anche l'aspetto pratico- però non voglio ridurmi tra 3 mesi, sotto esame, ad angosciami perché so già che se continuo così non ricorderò granché. Mia madre dice che sono io che mi fisso sul fatto che devo straripetere tutto, però ho provato a ripetere giusto 3-4 volte e il risultato è stato che il giorno dopo ricordavo solo l'1% del testo. Sto cercando di cambiare metodo di studio, adesso sto provando a capire veramente ciò che leggo, a rimanere concentrato facendo pause più frequenti per ricaricare il cervello... e sto notando dei lievi miglioramenti, ma ancora non ci siamo. Qualche consiglio? Avevo pensato di iniziare a rileggere ciò che studio il pomeriggio sia prima di andare a letto sia appena sveglio la mattina seguente, magari per far rimanere nel cervello fresche le notizie. E poi mi sto sforzando a fare una cosa che prima mi sognavo: associare ad ogni paragrafo un'immagine simbolica che riassuma un po' il succo dello stesso. Spero di uscire da questa situazione...
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
L'apprendimento passa dalla serenità psico/fisica e dal metodo di studio, quest'ultimo è soggettivo ed ognuno di noi dovrebbe trovare il proprio
Chi ama leggere a voce alta, chi ripetere, chi sottolineare, fare schemi, mappe concettuali è così via..,

Fino ad adesso come ha studiato?
Con che metodo?
Sta attraversando un periodo di difficoltà?
Stress?
Disagio emozionale, relazionale?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazzo,

Lei dice che da sempre ha incontrato difficoltà nello studio perchè era costretto a studiare parecchie ore. Non è mai stato sottoposto ad una valutrazione cognitiva per accertare che non vi fossero difficoltà nell'apprendimento?

Di solito i disturbi specifici dell'apprendimento vengono confusi con la poca voglia di fare o con la pigrizia, mentre il bambino e il ragazzo che stanno incontrando tali difficoltà ce la mettono tutta ma con moltissima fatica e risultati inferiori.

Purtroppo talvolta il disturbo non viene disgnosticato per tempo, nè viete diagnosticato e quindi il ragazzo si compensa...

Il mio suggerimento è di sentire uno psicologo che possa somministrarLe specificamente questi test per una valutazione accurata sulle difficoltà di apprendimento, se ancora non l'ha fatto.

In seconda battuta, è vero che l'ansia ostacola alcuni processi cognitivi e che l'ossessività potrebbe costringerLa a copiare e copiare gli appunti, a ripetere ossessivamente con il dubbio di non aver immagazzinato l'informazione e quindi il meccanismo riparte.
Tenga presente che più avanti in questo meccanismo, più diminuisce la salienza del ricordo e quindi alimenta il dubbio...

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Grazie per i consulti, rispondo con ordine...
Fino a poco tempo fa (precisamente fino a luglio, quando ho fatto gli esami di stato) ho studiato in questo modo: leggevo il paragrafo, sottolineavo le cose più importanti e ripetevo il tutto 10 volte. Finiti tutti i paragrafi, controllavo gli appunti sul quaderno per vedere se c'era qualcosa in più, che nel caso evidenziavo e ripetevo 10 volte. Da quando ho iniziato l'università, appunto una decina di giorni, ho provato a cambiare: adesso parto dagli appunti, li leggo tutti, li divido in paragrafi cui do un titolo e cerco di individuare sul libro le pagine che trattano lo stesso argomento. Poi ricopio gli appunti in bella, usando colori diversi (rosso per titoli e teoremi, blu per le spiegazioni e nero per gli esempi), aggiungendo ciò che in più trovo sul libro o comunque prendo da altre fonti -tipo Internet. Finito di ricopiare ripeto ogni paragrafo 4-5 volte cercando di esporlo in modo semplice e chiaro (mentre prima usavo ripetere spesso intere espressioni del libro, vincolandomi ad esso), cercando di associare un'immagine mentale al testo studiato. Devo dire che con questo metodo mi sembra di andare un po' meglio (finora ricordo le 9 pagine di appunti di chimica abbastanza bene, per esempio...). Per quanto riguarda lo stress posso solo dire che mi sono trasferito a 1000km da casa mia, e siccome sono sempre stato molto legato ai miei genitori la cosa non mi è stata particolarmente gradita... probabilmente ho accumulato stress per questo motivo.

Per quanto riguarda i disturbi dell'apprendimento, non sono mai stato sottoposto a questo tipo di visite... ma non credo di soffrirne (conosco un ragazzo dislessico e so delle sue difficoltà nello studio, ma non credo rispecchino le mie... io riesco a capire ciò che leggo ma poi, forse ossessionato dall'idea di ripetere, lo dimentico). Come dice Lei l'ansia è per me un nemico davvero tosto, sono spesso ansioso perché ho paura di fallire in ciò che faccio -visto anche l'impegno massimo che ci metto: per esempio ricordo che quando andai a fare il test di ingresso ero molto nervoso, e nonostante l'abbia passato ci furono alcune cose che lì per lì non ricordavo pur avendole ripetute parecchio a casa nei giorni precedenti...
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Dr.ssa Stella Di Giorgio Psicologo 34 2
Gentile ragazzo, sembra che il suo metodo di studio tenda ad essere "meccanico", basato sullo sforzo di memorizzazione, attraverso la ripetizione. Questo tipo di metodo, molto diffuso alle scuole superiori, può essere efficace per un carico di studio limitato o per apprendimenti a breve termine, in cui l'esame è su pochi argomenti ed è a pochi giorni di distanza dallo studio a casa. Però diventa pesante e inefficace all'università, vista la quantità di argomenti, la complessità e il tempo in cui gli argomenti devono essere "conservati" in memoria, cioè ben oltre il singolo esame.

Il metodo di studio meccanico-mnemonico è passivo, monotono e rigido, a lungo andare logora l'attenzione e la motivazione, quindi accresce l'ansia. Per tenere alta l'attenzione, è opportuno introdurre variazioni nel metodo, ad esempio, non compiendo sempre le stesse operazioni (sempre lo schema, sempre il riassunto, sempre un'altra cosa) perchè ripetendo sempre la stessa azione, il sistema cognitivo si satura e a un certo punto si rifiuta di farla, anche se era efficace. Quindi è opportuno abbinare più operazioni entro la stessa sessione di studio, anche per calibrare l'attenzione, che fluttua. Quindi all'inizio, quando è maggiore, è opportuno sfruttarla per fare alcune operazioni alla fine, in cui è minore, se ne fanno altre...meglio quindi non fare la stessa operazione dall'inizio alla fine della sessione di studio.

Inoltre, può essere opportuno spostare l'attenzione dallo sforzo di memorizzazione a quelo di comprensione, cosa che stai già facendo, poiché la memorizzazione non scaturisce necessariamente dalla ripetizione, ma è una conseguenza dell'elaborazione attiva del materiale, cioè di una comprensione profonda non tanto dei contenuti, che sono statici, quanto dei processi, che sono gli elementi dinamici. La ripetizione porta a una memorizzazione debole e breve, perché non è basata sulla elaborazione attiva del materiale.

Per spostarsi dai contenuti ai processi, da un'assimilazione passiva a una elaborazione attiva, può essere utile capire il prima e il dopo di un argomento, quando e a cosa serve, quando e dove si applica, quale problema risolve o provoca, perché succede una cosa piuttosto che un'altra, cioè evitare di memorizzare il contenuto "così com'è", preoccupandosi di saperlo ripetere bene, ma più che altro di saperlo "ricostruire" fase per fase, contestualizzare, applicare, ecc (più di tanto non si può generalizzare, perchè ogni singolo argomento può essere elaborato in vari e specifici modi). Il senso è introdurre elementi di criticità e flessibiltà nel metodo.

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Utente
Utente
Penso di aver capito, proverò a variare il mio metodo di studio (che comunque continuerà a basarsi sul ricopiare gli appunti, perché così facendo ordino le informazioni e già qualcosa la imparo) non fossilizzandomi sulla solita ripetizione ma provando ad inserire ogni tanto anche schemi, parole chiave o a dire la lezione nel modo più semplice e banale -ma efficace- possibile. Grazie per il consulto, spero che questi miei sforzi portino a qualche buon risultato.