Idiozia adolescenziale o demenza globale?
Buongiorno, sono il padre esasperato di una figlia tredicenne. Ma non scrivo solo in quanto padre, scrivo anche poiche' sono stupefatto delle dinamiche comuni di una societa' da post fall-out mentale.
Partiamo da mia figlia (non sa che dolore mi provochi ammettere queste cose). Posso constatare tutti i giorni che e' completamente idiota e le spiego perche': nonostante vada bene a scuola non capisce niente della cultura basilare (non sa fare nemmeno le addizioni, non sa parlare ne' scrivere in italiano corretto, scrive e parla appunto in stile sms con degli strafalcioni devastanti, non capisce una fava e niente le frega di quello che avviene nel mondo, al massimo crede alle idiozie dei gossip dell'informazione buonista, e questo solo per enunciare alcune delle sue lacune); non e' in grado di fare un ragionamento, un pensiero, anche solo una considerazione che abbia una logica; non ha mai letto un libro, le uniche cose che legga sono Cioe' e Topgirl su internet (tra l'altro ho dato un'occhiata e mi sono depresso senza speranza di recupero: pare che gli unici argomenti siano le boyband, l'attore mezzasega di turno, i vestiti e gli accessori trendy, i trucchi per copiare nei compiti in classe, i trucchi e basta...insomma tutto votato all'apparenza. Queste ragazze si giudicano a vicenda, a volte pure in modo violento, solo ed esclusivamente considerando il loro aspetto fisico e la loro immagine alla moda); non ha mai avuto alcun tipo di problema e non e' impegnata a fare niente di serio, per cui non ha rispetto per il lavoro e l'umilta', e' infatti presuntuosa e strafottente con tutti, maleducata e compresissima delle sue bellezze e dei suo gadjets (che non so nemmeno dove trovi, perche' io non glieli compro)...insomma, non sa tutto lei anche se in realta' non sa proprio un accidenti di niente del mondo, le manca totalmente una prospettiva realistica che ho tentato di fornirle in tutti i modi; e' fissata con i Tokyo Hotel, e gia' questo basterebbe (le lascio immaginare cosa voglia dire questo per me, io che ai miei tempi avrei nuclearizzato le fan dei Duran Duran...ho cercato di spiegarle cosa sia l'arte, quella vera, e la differenza tra moda/apparenza/industria musicale e sublime dello spirito umano); in sostanza pensa quello che la tv, le coetanee lobotomizzate e la disinformazione le dicono di pensare: piacere ai ragazzi trendy ed essere accettata dal circo da manicomio che e' il suo ambiente sociale sono le uniche cose che le interessano. Va da se' che mi odia, e in controbattuta io non la reggo piu'
Ora, quello che vedo capitare in casa mia e' quello che avviene in tutte le famiglie, con la differenza che i genitori dele altre ragazze non si inquietano per niente, anzi, incoraggiano e vanno fieri di questa lobotomizzazione generale; non solo: sono pure convinti che i loro figlia siano meglio di quelli degli altri, quando in realta' sono tutti uguali.
Ho descritto il mondo dell'adolescente medio, ma mi chiedo come sara' quando saranno adulti, e tristemente la risposta e': anche gli adulti si comportano allo stesso modo, solo con bisogni indotti diversi. Sostanzialmente sono rimasti tutti degli adolescenti viziati, strafottenti e ignoranti.
Cito testuali parole di un mio amico: "...perche' la disinformazione globale sa che pompando invidia nella testa della gente ne aumentano esponenzialmente il fattore consumistico. E questo genera ulteriore voglia di copiare le stars, i vips e quant'altro. Lo stronzo ultima ruota del carro sociale non e' un ribelle che lotta contro il sistema, E' il sistema. Il sistema non sono i politici e le stars e i vips. Sono gli stronzi che li oliano."
In questa ottica realistica e apocalittica...lei cosa ne pensa? Cosa dovremmo fare noi ultimi disillusi, quantomeno con i nostri figli, quando la televisione ci ha sostituiti nel ruolo di genitori?
Partiamo da mia figlia (non sa che dolore mi provochi ammettere queste cose). Posso constatare tutti i giorni che e' completamente idiota e le spiego perche': nonostante vada bene a scuola non capisce niente della cultura basilare (non sa fare nemmeno le addizioni, non sa parlare ne' scrivere in italiano corretto, scrive e parla appunto in stile sms con degli strafalcioni devastanti, non capisce una fava e niente le frega di quello che avviene nel mondo, al massimo crede alle idiozie dei gossip dell'informazione buonista, e questo solo per enunciare alcune delle sue lacune); non e' in grado di fare un ragionamento, un pensiero, anche solo una considerazione che abbia una logica; non ha mai letto un libro, le uniche cose che legga sono Cioe' e Topgirl su internet (tra l'altro ho dato un'occhiata e mi sono depresso senza speranza di recupero: pare che gli unici argomenti siano le boyband, l'attore mezzasega di turno, i vestiti e gli accessori trendy, i trucchi per copiare nei compiti in classe, i trucchi e basta...insomma tutto votato all'apparenza. Queste ragazze si giudicano a vicenda, a volte pure in modo violento, solo ed esclusivamente considerando il loro aspetto fisico e la loro immagine alla moda); non ha mai avuto alcun tipo di problema e non e' impegnata a fare niente di serio, per cui non ha rispetto per il lavoro e l'umilta', e' infatti presuntuosa e strafottente con tutti, maleducata e compresissima delle sue bellezze e dei suo gadjets (che non so nemmeno dove trovi, perche' io non glieli compro)...insomma, non sa tutto lei anche se in realta' non sa proprio un accidenti di niente del mondo, le manca totalmente una prospettiva realistica che ho tentato di fornirle in tutti i modi; e' fissata con i Tokyo Hotel, e gia' questo basterebbe (le lascio immaginare cosa voglia dire questo per me, io che ai miei tempi avrei nuclearizzato le fan dei Duran Duran...ho cercato di spiegarle cosa sia l'arte, quella vera, e la differenza tra moda/apparenza/industria musicale e sublime dello spirito umano); in sostanza pensa quello che la tv, le coetanee lobotomizzate e la disinformazione le dicono di pensare: piacere ai ragazzi trendy ed essere accettata dal circo da manicomio che e' il suo ambiente sociale sono le uniche cose che le interessano. Va da se' che mi odia, e in controbattuta io non la reggo piu'
Ora, quello che vedo capitare in casa mia e' quello che avviene in tutte le famiglie, con la differenza che i genitori dele altre ragazze non si inquietano per niente, anzi, incoraggiano e vanno fieri di questa lobotomizzazione generale; non solo: sono pure convinti che i loro figlia siano meglio di quelli degli altri, quando in realta' sono tutti uguali.
Ho descritto il mondo dell'adolescente medio, ma mi chiedo come sara' quando saranno adulti, e tristemente la risposta e': anche gli adulti si comportano allo stesso modo, solo con bisogni indotti diversi. Sostanzialmente sono rimasti tutti degli adolescenti viziati, strafottenti e ignoranti.
Cito testuali parole di un mio amico: "...perche' la disinformazione globale sa che pompando invidia nella testa della gente ne aumentano esponenzialmente il fattore consumistico. E questo genera ulteriore voglia di copiare le stars, i vips e quant'altro. Lo stronzo ultima ruota del carro sociale non e' un ribelle che lotta contro il sistema, E' il sistema. Il sistema non sono i politici e le stars e i vips. Sono gli stronzi che li oliano."
In questa ottica realistica e apocalittica...lei cosa ne pensa? Cosa dovremmo fare noi ultimi disillusi, quantomeno con i nostri figli, quando la televisione ci ha sostituiti nel ruolo di genitori?
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Gent.le signore, avverto fra le sue righe un profondo malcontento, senso critico e disapprovazione nei confronti di sua figlia e della società in genere.
Non entrando in merito ad argomentazioni troppo generali, vorrei soffermarmi sul rapporto fra lei e sua figlia. Credo che sia molto triste che lei affermi "Va da se' che mi odia, e in controbattuta io non la reggo piu'", perchè rappresenta la sconfitta di un raporto fondamentale: quello fra padre e figlia. La sua disapprovazione è sicuramente chiara a sua figlia e ciò non potrà che comportare un ulteriore allontanamento ed opposizione (ricordiamoci che l'adolescenza è contrapposizione alle figure genitoriali e agli adulti in genere, per definizione). Il muro contro muro non serve, ma andrà a peggiorare sempre di più le cose.
Comprendo la sua frustrazione, ma nel rapporto con i ragazzi va posto in primo piano il dialogo e tanta tanta pazienza. Sforzarsi per capire cosa piace a sua figlia, cosa ci trova nei Tokyo Hotel, come si sente e proporre alternative piuttosto che criticare le sue. In altre parole avvicinarsi al mondo di sua figlia e non ghettizzarlo come terrreno per idioti può essere un primo passo.Se sua figlia avverte che non ha a che fare con un "nemico" che pensa di lei che sia un'idiota, forse potrà avere qualche possibilità per essere lei il genitore e non la televisione. Tra l'altro lei non cita il ruolo della madre che è altrettanto importante in tutto questo contesto.
Si armi di pazienza, capisco non sia facile, ma con gli adolescenti è l'unica via percorribile.
Un saluto
Non entrando in merito ad argomentazioni troppo generali, vorrei soffermarmi sul rapporto fra lei e sua figlia. Credo che sia molto triste che lei affermi "Va da se' che mi odia, e in controbattuta io non la reggo piu'", perchè rappresenta la sconfitta di un raporto fondamentale: quello fra padre e figlia. La sua disapprovazione è sicuramente chiara a sua figlia e ciò non potrà che comportare un ulteriore allontanamento ed opposizione (ricordiamoci che l'adolescenza è contrapposizione alle figure genitoriali e agli adulti in genere, per definizione). Il muro contro muro non serve, ma andrà a peggiorare sempre di più le cose.
Comprendo la sua frustrazione, ma nel rapporto con i ragazzi va posto in primo piano il dialogo e tanta tanta pazienza. Sforzarsi per capire cosa piace a sua figlia, cosa ci trova nei Tokyo Hotel, come si sente e proporre alternative piuttosto che criticare le sue. In altre parole avvicinarsi al mondo di sua figlia e non ghettizzarlo come terrreno per idioti può essere un primo passo.Se sua figlia avverte che non ha a che fare con un "nemico" che pensa di lei che sia un'idiota, forse potrà avere qualche possibilità per essere lei il genitore e non la televisione. Tra l'altro lei non cita il ruolo della madre che è altrettanto importante in tutto questo contesto.
Si armi di pazienza, capisco non sia facile, ma con gli adolescenti è l'unica via percorribile.
Un saluto
Dr.ssa Lara Catanese
Psicologa-Psicoterapeuta
https://www.centro-io.it/ https://www.loanopsicologia.it/
[#2]
Ex utente
Gentile psicologa,
la ringrazio per la sua cortese risposta.
Cerco di risponderle punto per punto: la contrapposizione tra noi due e' ovvia e scontata (a parte che quando ero adolescente io non mi contrapponevo ai miei genitori per partito preso, ma per giuste motivazioni o rivendicazioni), ma con questo non si creda che io non abbia cercato il dialogo. E' proprio questo il baratro che mi sprofonda: sapere che non esistono motivazioni plausibili. Ad esempio, quando le ho chiesto di spiegarmi questa passione per i Tokyo Hotel, sa cosa mi ha risposto? "Li adoro perche' li adorano tutte. Perche' sono famosi. Perche' vanno di moda." E quando le ho chiesto cosa ci trovasse nella loro "musica"? Non ha saputo rispondere. Non sapeva nemmeno di cosa stessi parlando. E questo e' solo un esempio. In realta' e' tutto cosi': un vuoto interiore e culturale senza confini. Nessuna idea, nessun ragionamento, nessun gusto o preferenza, nessuna sensazione, nessuna presa di posizione, nessun dialogo. Solo moda, aspetto fisico e giornaletti per pubescenti loro pari.
Per quanto mi sforzi non riesco a far buon viso a cattivo gioco.
Mi duole dover aggiungere che la madre e' scomparsa 8 anni fa per un glioblastoma.
Io posso anche avere pazienza, ma la cosa e' grave, gravissima...e globale. Secondo me siamo tutti sull'orlo di un baratro. Il baratro dell'omologazione verso la demenza, l'apatia e la passivita'. Mia figlia e' solo una delle innumerevoli pedine del sistema.
la ringrazio per la sua cortese risposta.
Cerco di risponderle punto per punto: la contrapposizione tra noi due e' ovvia e scontata (a parte che quando ero adolescente io non mi contrapponevo ai miei genitori per partito preso, ma per giuste motivazioni o rivendicazioni), ma con questo non si creda che io non abbia cercato il dialogo. E' proprio questo il baratro che mi sprofonda: sapere che non esistono motivazioni plausibili. Ad esempio, quando le ho chiesto di spiegarmi questa passione per i Tokyo Hotel, sa cosa mi ha risposto? "Li adoro perche' li adorano tutte. Perche' sono famosi. Perche' vanno di moda." E quando le ho chiesto cosa ci trovasse nella loro "musica"? Non ha saputo rispondere. Non sapeva nemmeno di cosa stessi parlando. E questo e' solo un esempio. In realta' e' tutto cosi': un vuoto interiore e culturale senza confini. Nessuna idea, nessun ragionamento, nessun gusto o preferenza, nessuna sensazione, nessuna presa di posizione, nessun dialogo. Solo moda, aspetto fisico e giornaletti per pubescenti loro pari.
Per quanto mi sforzi non riesco a far buon viso a cattivo gioco.
Mi duole dover aggiungere che la madre e' scomparsa 8 anni fa per un glioblastoma.
Io posso anche avere pazienza, ma la cosa e' grave, gravissima...e globale. Secondo me siamo tutti sull'orlo di un baratro. Il baratro dell'omologazione verso la demenza, l'apatia e la passivita'. Mia figlia e' solo una delle innumerevoli pedine del sistema.
[#3]
Gentile utente
Leggendo le sue righe lei appare come una persona dotata di forte senso critico. Essere dotati di senso critico è un'arma a doppio taglio: si riescono a vedere le storture e le incongruenze di ciò che ci circonda, cosa che chi non ne è dotato non riesce ovviamente a fare. Ma, d'altra parte, non si può fare a meno di provare disagio e anche rabbia proprio per questo, perché gli altri non le vedono. È come avere una chiave che ci permette di decifrare quello che succede. E dato che ogni essere umano presume che anche gli altri vedano il mondo come lui, questo ci disturba.
George Bernard Show diceva che la forza dell'acuta osservazione viene spesso chiamata cinismo da coloro che non la hanno. Non so se sua figlia pensa di lei che sia un cinico insensibile ma, se fosse così, non ci sarebbe da meravigliarsene.
Una persona a me molto cara sostiene che purtroppo la nostra è una società appiattita sull'imbecillità. Forse è un'affermazione troppo forte, forse non tiene conto che non tutti hanno le stesse capacità di dare senso alle cose. E forse perché non hanno neanche voglia di stare a sentire quelli che dovrebbero averla, questa capacità.
Ad ogni modo sarebbe opportuno che lei tenesse sempre presenti e distinti i tre problemi che emergono dal suo racconto. Ma se mi sbaglio, mi corregga.
Primo, la difficoltà di comunicazione che c'è fra lei e sua figlia.
Secondo, l'astio reciproco che c'è fra voi.
Terzo, la scomparsa prematura della madre di sua figlia - se non ho capito male.
Sarebbe azzardato e inappropriato tentare qui di definire rapporti causali e cercare di stabilire quale dei tre potrebbe eventualmente aver istigato o aumentato gli altri, ma intanto sarebbe un buon passo imparare a distinguere più chiaramente ciò che la sta facendo soffrire. A questo scopo potrebbe servirle qualche seduta di consulenza specialistica, dove potrebbe anche apprendere semplici strategie per avere a che fare con sua figlia.
È certamente probabile che anche lei - sua figlia - stia tentando come può di far fronte ai suoi problemi. E quando si è ancora poco equipaggiati in tal senso, si possono adottare soluzioni subottimali, come si direbbe in altri ambienti. Sua figlia è adolescente e sta quindi attraversando un periodo che può essere turbolento. Se a ciò si aggiunge che non ha più una madre, e che inoltre le manca quell'esperienza di vita che le dovrebbe permettere di discernere il valore delle cose, beh, lascio a lei trarre le conclusioni.
Avere dei figli adolescenti non è facile per nessuno. Non è facile mantenersi su un equilibrio che eviti che il ragazzo scivoli su chine dubbie e pericolose da una parte, e che dall'altra non gli tolga la voglia e il diritto di fare i suoi necessari e sacrosanti errori. Perché si impara solo dagli errori, non dalle cose che già facciamo bene.
Anche mio figlio è adolescente, ha 14 anni e se ne sta per ore a chattare con gli amici su MSN. Ma finché so che compagnie frequenta, finché fa il suo dovere a scuola e finché vedo che resta un ragazzo equilibrato e sereno, pazienza se ogni tanto fa cose o parla di cose che mi farebbero venir voglia di mettermi le mani nei capelli. Avrà tempo per capirlo, più tardi. E quindi evito il più possibile di stargli addosso, se non per le cose veramente importanti, e su quelle NON transigo.
E ora, se me lo permette vorrei darle un suggerimento che vale tutta questa lunga risposta, sia che lei vorrà o meno decidere di avvalersi di un aiuto specialistico.
L'età dell'adolescenza, agli occhi di un adulto, è spesso incomprensibile perché ognuno di noi si scorda gli occhi con cui vedeva il mondo quando l'adolescente era lui. Ma la bella notizia è che, trascorsa l'adolescenza, i ragazzi cambiano e sono spesso molto più ben disposti nei confronti dei loro genitori. Ma questo può avvenire SOLO a condizione che si sia stati in grado di concedere loro il giusto spazio mentre sono in questa fase. Quindi dovrebbe considerare l'adolescenza come una specie d'investimento, sul futuro rapporto che potrà esserci - o non esserci - un domani, fra voi due.
Cordiali saluti
Leggendo le sue righe lei appare come una persona dotata di forte senso critico. Essere dotati di senso critico è un'arma a doppio taglio: si riescono a vedere le storture e le incongruenze di ciò che ci circonda, cosa che chi non ne è dotato non riesce ovviamente a fare. Ma, d'altra parte, non si può fare a meno di provare disagio e anche rabbia proprio per questo, perché gli altri non le vedono. È come avere una chiave che ci permette di decifrare quello che succede. E dato che ogni essere umano presume che anche gli altri vedano il mondo come lui, questo ci disturba.
George Bernard Show diceva che la forza dell'acuta osservazione viene spesso chiamata cinismo da coloro che non la hanno. Non so se sua figlia pensa di lei che sia un cinico insensibile ma, se fosse così, non ci sarebbe da meravigliarsene.
Una persona a me molto cara sostiene che purtroppo la nostra è una società appiattita sull'imbecillità. Forse è un'affermazione troppo forte, forse non tiene conto che non tutti hanno le stesse capacità di dare senso alle cose. E forse perché non hanno neanche voglia di stare a sentire quelli che dovrebbero averla, questa capacità.
Ad ogni modo sarebbe opportuno che lei tenesse sempre presenti e distinti i tre problemi che emergono dal suo racconto. Ma se mi sbaglio, mi corregga.
Primo, la difficoltà di comunicazione che c'è fra lei e sua figlia.
Secondo, l'astio reciproco che c'è fra voi.
Terzo, la scomparsa prematura della madre di sua figlia - se non ho capito male.
Sarebbe azzardato e inappropriato tentare qui di definire rapporti causali e cercare di stabilire quale dei tre potrebbe eventualmente aver istigato o aumentato gli altri, ma intanto sarebbe un buon passo imparare a distinguere più chiaramente ciò che la sta facendo soffrire. A questo scopo potrebbe servirle qualche seduta di consulenza specialistica, dove potrebbe anche apprendere semplici strategie per avere a che fare con sua figlia.
È certamente probabile che anche lei - sua figlia - stia tentando come può di far fronte ai suoi problemi. E quando si è ancora poco equipaggiati in tal senso, si possono adottare soluzioni subottimali, come si direbbe in altri ambienti. Sua figlia è adolescente e sta quindi attraversando un periodo che può essere turbolento. Se a ciò si aggiunge che non ha più una madre, e che inoltre le manca quell'esperienza di vita che le dovrebbe permettere di discernere il valore delle cose, beh, lascio a lei trarre le conclusioni.
Avere dei figli adolescenti non è facile per nessuno. Non è facile mantenersi su un equilibrio che eviti che il ragazzo scivoli su chine dubbie e pericolose da una parte, e che dall'altra non gli tolga la voglia e il diritto di fare i suoi necessari e sacrosanti errori. Perché si impara solo dagli errori, non dalle cose che già facciamo bene.
Anche mio figlio è adolescente, ha 14 anni e se ne sta per ore a chattare con gli amici su MSN. Ma finché so che compagnie frequenta, finché fa il suo dovere a scuola e finché vedo che resta un ragazzo equilibrato e sereno, pazienza se ogni tanto fa cose o parla di cose che mi farebbero venir voglia di mettermi le mani nei capelli. Avrà tempo per capirlo, più tardi. E quindi evito il più possibile di stargli addosso, se non per le cose veramente importanti, e su quelle NON transigo.
E ora, se me lo permette vorrei darle un suggerimento che vale tutta questa lunga risposta, sia che lei vorrà o meno decidere di avvalersi di un aiuto specialistico.
L'età dell'adolescenza, agli occhi di un adulto, è spesso incomprensibile perché ognuno di noi si scorda gli occhi con cui vedeva il mondo quando l'adolescente era lui. Ma la bella notizia è che, trascorsa l'adolescenza, i ragazzi cambiano e sono spesso molto più ben disposti nei confronti dei loro genitori. Ma questo può avvenire SOLO a condizione che si sia stati in grado di concedere loro il giusto spazio mentre sono in questa fase. Quindi dovrebbe considerare l'adolescenza come una specie d'investimento, sul futuro rapporto che potrà esserci - o non esserci - un domani, fra voi due.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 7.1k visite dal 15/08/2008.
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