Ipocondria, terrore tumore
Buonasera.
Vado dritto al punto: pur essendo normalmente una persona non ansiosa, da un periodo che si attesta più o meno sui 6-8 mesi ho una tendenza crescente ad allarmarmi molto per i segnali che il mio corpo mi manda, tutto ciò unitamente alla (brutta) abitudine di controllare tali sintomi su internet.
Tempo fa ho accusato delle fitte al torace-spalla sinistra-braccio sinistro e qualche notte dopo ho avuto un attacco d'ansia con forti palpitazioni che mi ha indotto a chiamare il pronto soccorso, al quale non mi hanno riscontrato nessun problema cardiaco.
Pochi mesi dopo, in seguito a un piccolissimo taglio fattomi con un coltello sporco di terriccio, pur se disinfettato e pur avendo effettuato regolari vaccinazioni antitetaniche, finché non mi sono accertato di essere in regola con i richiami ho vissuto in uno stato di tensione.
Sempre nello stesso periodo un banale orzaiolo mi ha fatto pensare di avere una qualche strana forma di tumore.
E proprio sul tumore mi sono fissato ultimamente: da alcuni mesi soffro di un lieve disturbo ancora non ben identificato al fianco sinistro, unitamente alle solite fitte toraciche sopra citate, che ha resistito ad un paio di settimane di farmaci prescritti dal medico.
Negli ultimi giorni ho iniziato a vivere un inferno in terra. Ho la testa bombardata dal pensiero di avere un tumore allo stomaco o al pancreas (in particolare ho il terrore di quest'ultimo), di essermeli procurati con alcuni periodi di alimentazione sregolata o comunque di averli favoriti, e questo mi tiene in uno stato quasi costante di ansia, che si calma solo quando si calmano i sintomi del suddetto disturbo. Per tagliare la testa al toro ho prenotato una visita specialistica in un vicino centro di prevenzione tumori che sarà fatta questo venerdì mattina; ma l'ansia mi sta facendo vivere davvero malissimo. Più di ogni cosa mi sento tremendamente in colpa con me stesso per essermi alimentato in maniera sregolata per circa 5 mesi a inizio di quest'anno, e per non essere andato prima a farmi controllare.
Chiaramente in tutto questo sento i sintomi acuirsi proprio nei momenti in cui avverto maggiore ansia, e quasi scomparire nel momento in cui, magari parlandone con qualcuno, mi tranquillizzo. Ma ho sempre il dubbio che siano i sintomi a condizionare l'ansia e non il contrario.
Ho già deciso di rivolgermi a qualcuno per parlare di questo problema, ma come capirete sento fortemente il bisogno di essere rassicurato... sto passando delle giornate davvero terribili.
Grazie della professionalità e disponibilità e scusate il disturbo.
Vado dritto al punto: pur essendo normalmente una persona non ansiosa, da un periodo che si attesta più o meno sui 6-8 mesi ho una tendenza crescente ad allarmarmi molto per i segnali che il mio corpo mi manda, tutto ciò unitamente alla (brutta) abitudine di controllare tali sintomi su internet.
Tempo fa ho accusato delle fitte al torace-spalla sinistra-braccio sinistro e qualche notte dopo ho avuto un attacco d'ansia con forti palpitazioni che mi ha indotto a chiamare il pronto soccorso, al quale non mi hanno riscontrato nessun problema cardiaco.
Pochi mesi dopo, in seguito a un piccolissimo taglio fattomi con un coltello sporco di terriccio, pur se disinfettato e pur avendo effettuato regolari vaccinazioni antitetaniche, finché non mi sono accertato di essere in regola con i richiami ho vissuto in uno stato di tensione.
Sempre nello stesso periodo un banale orzaiolo mi ha fatto pensare di avere una qualche strana forma di tumore.
E proprio sul tumore mi sono fissato ultimamente: da alcuni mesi soffro di un lieve disturbo ancora non ben identificato al fianco sinistro, unitamente alle solite fitte toraciche sopra citate, che ha resistito ad un paio di settimane di farmaci prescritti dal medico.
Negli ultimi giorni ho iniziato a vivere un inferno in terra. Ho la testa bombardata dal pensiero di avere un tumore allo stomaco o al pancreas (in particolare ho il terrore di quest'ultimo), di essermeli procurati con alcuni periodi di alimentazione sregolata o comunque di averli favoriti, e questo mi tiene in uno stato quasi costante di ansia, che si calma solo quando si calmano i sintomi del suddetto disturbo. Per tagliare la testa al toro ho prenotato una visita specialistica in un vicino centro di prevenzione tumori che sarà fatta questo venerdì mattina; ma l'ansia mi sta facendo vivere davvero malissimo. Più di ogni cosa mi sento tremendamente in colpa con me stesso per essermi alimentato in maniera sregolata per circa 5 mesi a inizio di quest'anno, e per non essere andato prima a farmi controllare.
Chiaramente in tutto questo sento i sintomi acuirsi proprio nei momenti in cui avverto maggiore ansia, e quasi scomparire nel momento in cui, magari parlandone con qualcuno, mi tranquillizzo. Ma ho sempre il dubbio che siano i sintomi a condizionare l'ansia e non il contrario.
Ho già deciso di rivolgermi a qualcuno per parlare di questo problema, ma come capirete sento fortemente il bisogno di essere rassicurato... sto passando delle giornate davvero terribili.
Grazie della professionalità e disponibilità e scusate il disturbo.
[#1]
Caro Utente,
lei ci riferisce che i suoi pensieri si sono concentrati sul suo corpo e sul timore di essere malato da circa 6-8 mesi: in quel periodo è cambiato qualcosa nella sua vita e/o è accaduto qualcosa di importante?
Quando uno stato d'ansia acuta come il suo insorge all'improvviso è sempre importante verificare se non vi siano cause nella vita del paziente che questi non ha collegato all'ansia, ma che possono averla comunque provocata.
Ha fatto in ogni caso bene a prenotare un controllo medico perchè è sempre importante verificare che non sia presente davvero qualche disturbo o patologia organica, ma allo stesso tempo (e augurandole ovviamente che non emerga nulla) sarà meglio che si attivi il prima possibile per prendere appuntamento con uno psicologo.
Quanto descrive:
"sento i sintomi acuirsi proprio nei momenti in cui avverto maggiore ansia, e quasi scomparire nel momento in cui, magari parlandone con qualcuno, mi tranquillizzo"
è piuttosto tipico nei casi di ipocondria, assieme alla tendenza a sviluppare sintomi multiformi e vaghi, che interessano diversi distretti corporei.
Può leggere questi articoli sull'argomento:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1219-sono-ipocondriaco-o-i-medici-non-capiscono-il-mio-problema.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
lei ci riferisce che i suoi pensieri si sono concentrati sul suo corpo e sul timore di essere malato da circa 6-8 mesi: in quel periodo è cambiato qualcosa nella sua vita e/o è accaduto qualcosa di importante?
Quando uno stato d'ansia acuta come il suo insorge all'improvviso è sempre importante verificare se non vi siano cause nella vita del paziente che questi non ha collegato all'ansia, ma che possono averla comunque provocata.
Ha fatto in ogni caso bene a prenotare un controllo medico perchè è sempre importante verificare che non sia presente davvero qualche disturbo o patologia organica, ma allo stesso tempo (e augurandole ovviamente che non emerga nulla) sarà meglio che si attivi il prima possibile per prendere appuntamento con uno psicologo.
Quanto descrive:
"sento i sintomi acuirsi proprio nei momenti in cui avverto maggiore ansia, e quasi scomparire nel momento in cui, magari parlandone con qualcuno, mi tranquillizzo"
è piuttosto tipico nei casi di ipocondria, assieme alla tendenza a sviluppare sintomi multiformi e vaghi, che interessano diversi distretti corporei.
Può leggere questi articoli sull'argomento:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1219-sono-ipocondriaco-o-i-medici-non-capiscono-il-mio-problema.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Nel periodo specifico no, a parte appunto questo regime di ritmi alimentari particolari che ho tenuto per vari mesi.
In effetti da un anno ci sono stati grossi cambiamenti nella mia vita, per fortuna non dovuti a lutti o cose del genere, ma è una cosa a cui avevo già pensato anche se immerso in congetture ben più cupe.
Lo stato di ansia acuta si è presentato nel momento in cui, terminato il periodo di assunzione di farmaci prescritto dal medico, non ho notato sensibili miglioramenti, iniziando subito a pensare al peggio.
Avendo tuttavia avuto diversi stress proprio durante l'assunzione dei farmaci, ho anche pensato che questa potesse essere la causa del loro non ottimo funzionamento, ma le altre possibilità mi spaventano al punto di ossessionarmi.
In effetti da un anno ci sono stati grossi cambiamenti nella mia vita, per fortuna non dovuti a lutti o cose del genere, ma è una cosa a cui avevo già pensato anche se immerso in congetture ben più cupe.
Lo stato di ansia acuta si è presentato nel momento in cui, terminato il periodo di assunzione di farmaci prescritto dal medico, non ho notato sensibili miglioramenti, iniziando subito a pensare al peggio.
Avendo tuttavia avuto diversi stress proprio durante l'assunzione dei farmaci, ho anche pensato che questa potesse essere la causa del loro non ottimo funzionamento, ma le altre possibilità mi spaventano al punto di ossessionarmi.
[#4]
Utente
Anadir 20mg. (Omeprazolo) da assumere una volta al giorno, la mattina prima di colazione e Riopan (Magaldrato) da utilizzare indipendentemente dall'altro come calmante temporaneo dei sintomi.
Il secondo non ha avuto effetto per la prima settimana mentre ha un po' funzionato a partire dalla seconda. A dire il vero durante la seconda settimana dei miglioramenti li avevo notati, ma poi negli ultimi giorni si sono ripresentati i sintomi - proprio in concomitanza di alcuni giorni piuttosto stressanti.
Il secondo non ha avuto effetto per la prima settimana mentre ha un po' funzionato a partire dalla seconda. A dire il vero durante la seconda settimana dei miglioramenti li avevo notati, ma poi negli ultimi giorni si sono ripresentati i sintomi - proprio in concomitanza di alcuni giorni piuttosto stressanti.
[#5]
Si tratta di gastroprotettori, quindi di farmaci che danno sollievo in caso di iperacidità, ma mi sembra di capire che il suo problema non sia questo, dal momento che lamenta un "lieve disturbo ancora non ben identificato al fianco sinistro, unitamente alle solite fitte toraciche".
Non le ha prescritto nulla per l'ansia?
Come mai per qualche mese ha mangiato in maniera sregolata?
Non le ha prescritto nulla per l'ansia?
Come mai per qualche mese ha mangiato in maniera sregolata?
[#6]
Utente
Il medico di base mi ha prescritto questi farmaci nell'ottica di un lieve reflusso.
Per l'ansia no, dal momento che questa si è affacciata solo negli ultimi giorni: ho riflettuto solo ultimamente sul fatto di essermi, già in precedenza, molto allarmato per problemi di banale entità.
Riguardo ai ritmi alimentari: a inizio di quest'anno, avendo come detto avuto dei notevoli cambiamenti nella vita quotidiana (con anche un notevole aumento delle responsabilità a mio carico e "cose da fare"), per comodità e anche convinto da libri informativi e racconti ricevuti di prima mano da persone che conosco, ho iniziato a seguire una dieta di intermittent fasting, che consisteva nell'alimentarsi in maniera molto leggera durante l'arco della giornata (mangiando prevalentemente frutta e verdura in quantità modeste) per poi consumare un unico pasto, molto abbondante e ricco (comunque preparato in maniera sana) a cena.
La cosa non mi ha causato, nel breve termine almeno, problemi di alcun tipo; ho iniziato ad accusare le prime fitte toraciche dopo circa 3 mesi di quest'alimentazione, interrompendola poi due mesi dopo.
Sostanzialmente mi sento, come già detto, enormemente in colpa per non essermi consultato con un medico prima di intraprenderla e in generale per averla seguita, anche se non avendo le competenze necessarie non posso giudicare se sia stata la causa dei sintomi e\o perché.
Per l'ansia no, dal momento che questa si è affacciata solo negli ultimi giorni: ho riflettuto solo ultimamente sul fatto di essermi, già in precedenza, molto allarmato per problemi di banale entità.
Riguardo ai ritmi alimentari: a inizio di quest'anno, avendo come detto avuto dei notevoli cambiamenti nella vita quotidiana (con anche un notevole aumento delle responsabilità a mio carico e "cose da fare"), per comodità e anche convinto da libri informativi e racconti ricevuti di prima mano da persone che conosco, ho iniziato a seguire una dieta di intermittent fasting, che consisteva nell'alimentarsi in maniera molto leggera durante l'arco della giornata (mangiando prevalentemente frutta e verdura in quantità modeste) per poi consumare un unico pasto, molto abbondante e ricco (comunque preparato in maniera sana) a cena.
La cosa non mi ha causato, nel breve termine almeno, problemi di alcun tipo; ho iniziato ad accusare le prime fitte toraciche dopo circa 3 mesi di quest'alimentazione, interrompendola poi due mesi dopo.
Sostanzialmente mi sento, come già detto, enormemente in colpa per non essermi consultato con un medico prima di intraprenderla e in generale per averla seguita, anche se non avendo le competenze necessarie non posso giudicare se sia stata la causa dei sintomi e\o perché.
[#7]
Non è semplice stabilire se i suoi sintomi derivino dall'ansia o se l'ansia sia sopraggiunta in seguito allo sviluppo del malessere fisico causato ipoteticamente dalla dieta, ma gli accertamenti che sta eseguendo serviranno a fare un po' di chiarezza.
Dal momento che non è la prima volta che esperisce ansia acuta o che prova angoscia per la sua salute, immaginando scenari catastrofici, le consiglio di parlarne con uno psicologo della sua zona, come stava già pensando di fare, per analizzare la situazione e determinare se possa esserle utile un intervento terapeutico.
Dal momento che non è la prima volta che esperisce ansia acuta o che prova angoscia per la sua salute, immaginando scenari catastrofici, le consiglio di parlarne con uno psicologo della sua zona, come stava già pensando di fare, per analizzare la situazione e determinare se possa esserle utile un intervento terapeutico.
[#8]
Utente
Innanzitutto la ringrazio molto per l'interessamento e la possibilità di dialogo che mi sta dando. Nelle ultime ore mi sono un po' tranquillizzato essendo riuscito a mettere le mani sui dati statistici precisi relativi all'insorgenza di tumori e alla sopravvivenza nella mia fascia d'età. Ho potuto razionalizzare la faccenda convincendomi più pienamente del rischio rasente allo 0 che si tratti di un problema di questo tipo.
Ciò non toglie che, non volendo per nessuna ragione al mondo stare... detto francamente da cani, come sono stato negli ultimi giorni, consulterò sicuramente uno psicologo.
Grazie ancora della disponibilità e professionalità.
Ciò non toglie che, non volendo per nessuna ragione al mondo stare... detto francamente da cani, come sono stato negli ultimi giorni, consulterò sicuramente uno psicologo.
Grazie ancora della disponibilità e professionalità.
[#9]
Il suo problema di salute sembra essere di natura ansiosa, e alcuni dei suoi sintomi fanno pensare a problematiche di natura fobica e ossessiva.
L'ipocondria è una conseguenza comune di disturbi d'ansia quali il disturbo ossessivo-compulsivo o il disturbo di panico.
Le consiglio una visita specialistica psichiatrica, per inquadrare la sua situazione contemporaneamente sia dal punto di vista medico che psicopatologico.
L'ipocondria è una conseguenza comune di disturbi d'ansia quali il disturbo ossessivo-compulsivo o il disturbo di panico.
Le consiglio una visita specialistica psichiatrica, per inquadrare la sua situazione contemporaneamente sia dal punto di vista medico che psicopatologico.
Dr. Francesco Pietrini - medico psichiatra
[#10]
E' importante che si sia tranquillizzato, ma, come comprenderà, l'angoscia che porta a sviluppare e alimenta le preoccupazioni ipocondriache non può essere tenuta a bada con il solo ragionamento e quindi farà bene a sentire uno psicologo psicoterapeuta.
Mi aggiorni quando vuole, le faccio tanti auguri
Mi aggiorni quando vuole, le faccio tanti auguri
[#11]
Utente
Buongiorno. Sono passati molti mesi ma il problema non si può purtroppo considerare risolto, e vi chiederei, se possibile, un consiglio a riguardo.
Innanzitutto un aggiornamento: da ottobre 2014 di cose ne sono successe di tutti i generi.
Circa un mese dopo l'ultima risposta a questo consulto mio padre è venuto a mancare, a causa delle conseguenze di un grave linfoma che ebbe vent'anni fa.
Al momento del consulto non versava in stato di perfetta salute ma nulla lasciava pensare che le cose sarebbero andate così, e così all'improvviso.
La mia situazione familiare ne è stata ovviamente sconvolta, con momenti anche terribili, ma anche con una ripresa della normalità e del buonumore.
La mia ipocondria è ritornata alla carica e sempre nel novembre 2014 ho deciso di rivolgermi al consultorio giovani della mia zona (rientrando, tra l'altro, solo per poco nella fascia d'età che può far uso del servizio). Ho iniziato una serie di consulti psicologici che mi hanno sicuramente aiutato ma che, purtroppo, evidentemente non sono stati sufficienti o comunque devono aver "lasciato indietro" qualcosa.
Durante questo periodo ho avuto vari momenti di ansia molto forte, alternati a momenti in cui mi dicevo che "non è niente, stai tranquillo"...
Ho avuto inizialmente ancora paura del cancro allo stomaco, il quale mi era diventato un'idea così presente e nefasta che alla fine, dopo anche analisi del sangue ed un'ecografia ad un linfonodo leggermente gonfio in zona sovraclaverare sinistra (e qui avrei da dirne un paio alla sorte: ma proprio lì mi si doveva confiare il nodo per una banale infiammazione?!), ho prenotato una gastroscopia e fine.
...E con i risultati (perfettamente normali) di questa "ci ho campato" per alcuni mesi in tranquillità.
Tuttavia ho continuato ad accusare le fitte toraciche ed addominali, ed ho iniziato ad avere feci molli ogni giorno; dopo aver provato, sotto consiglio del medico curante, alcuni farmaci siamo arrivati al Diosmectal che ha in effetti calmato molto la problematica. E anche con questo sistema ci sono andato avanti qualche settimana, essendomi tolto la paura, sorta nel frattempo, di avere un cancro al colon.
Poi avendo visto delle macchie rosse andando al bagno ho avuto anche bisogno di una ricerca di sangue occulto, che il medico mi ha prescritto da farsi in 3 campioni, tutti e 3 risultati negativi.
Nel frattempo, neanche il dolore alla spalla sinistra si era attenuato più di tanto ed avendo trovato, palpandomi, una pallina ossea sull'estremità esterna della clavicola, ovviamente si è affacciata la paura del tumore alle ossa, poi scacciata tramite risonanza magnetica.
Ci tengo a specificare che, anche se rileggendomi sembra che fossi ogni giorno dal medico, in realtà fra un periodo di ansia e l'altro passavano diverse settimane o mesi di tranquillità.
I consulti psicologici hanno evidenziato una possibile correlazione fra un senso di colpa irrisolto e gli episodi ipocondriaci, considerando che il "leitmotiv" di questi ultimi è sempre stata, in effetti, la paura di essermi provocato il tutto da solo, a causa di questa o quella cosa fatta in passato.
Ad un certo punto, in un momento di tranquillità, abbiamo concordato con la psicologa un'interruzione nella regolarità dei consulti, con eventuali nuovi appuntamenti solo in caso di necessità (cosa che ho intenzione di fare).
Ma andiamo a oggi: se c'è un "sintomo" che in effetti non ho mai smesso di accusare in tutto questo tempo, in un momento o nell'altro, sono le fitte alla schiena.
Non sono mai state fino ad ora il motivo di maggior preoccupazione, ma il caso volle che in questi giorni, leggendo per caso la recente notizia delle ricerche riguardo ad un test delle urine per la diagnosi precoce del tumore al pancreas, sia prepotentemente tornata la paura di quest'ultimo.
Neanche le statistiche sono valse a tranquillizzarmi visto che nella mia fascia d'età alcuni casi ci sono stati, pure in Italia. Pochissimi, meno di 5 nell'arco di molti anni, ma ci sono stati. E questo basta.
Ora, scusandomi per l'abbondante introduzione, arrivo alla domanda che vorrei porre.
Considerando che in tutto questo periodo i consulti hanno sì aiutato, ma sono arrivato ad essere veramente tranquillo dopo, e solo dopo, aver effettuato degli esami medici che escludessero la patologia temuta (per fortuna non ho timore dell'errore medico)... cosa potrei fare?
Parlare, evidentemente, non mi basta.
Pensavo di essermi tranquillizzato abbastanza a suon di esami ma evidentemente mi sbagliavo.
Vorrei sapere quindi cosa posso fare per risolvere alla radice questo problema.
Grazie mille della disponibilità e scusate per la lunghezza del messaggio.
Innanzitutto un aggiornamento: da ottobre 2014 di cose ne sono successe di tutti i generi.
Circa un mese dopo l'ultima risposta a questo consulto mio padre è venuto a mancare, a causa delle conseguenze di un grave linfoma che ebbe vent'anni fa.
Al momento del consulto non versava in stato di perfetta salute ma nulla lasciava pensare che le cose sarebbero andate così, e così all'improvviso.
La mia situazione familiare ne è stata ovviamente sconvolta, con momenti anche terribili, ma anche con una ripresa della normalità e del buonumore.
La mia ipocondria è ritornata alla carica e sempre nel novembre 2014 ho deciso di rivolgermi al consultorio giovani della mia zona (rientrando, tra l'altro, solo per poco nella fascia d'età che può far uso del servizio). Ho iniziato una serie di consulti psicologici che mi hanno sicuramente aiutato ma che, purtroppo, evidentemente non sono stati sufficienti o comunque devono aver "lasciato indietro" qualcosa.
Durante questo periodo ho avuto vari momenti di ansia molto forte, alternati a momenti in cui mi dicevo che "non è niente, stai tranquillo"...
Ho avuto inizialmente ancora paura del cancro allo stomaco, il quale mi era diventato un'idea così presente e nefasta che alla fine, dopo anche analisi del sangue ed un'ecografia ad un linfonodo leggermente gonfio in zona sovraclaverare sinistra (e qui avrei da dirne un paio alla sorte: ma proprio lì mi si doveva confiare il nodo per una banale infiammazione?!), ho prenotato una gastroscopia e fine.
...E con i risultati (perfettamente normali) di questa "ci ho campato" per alcuni mesi in tranquillità.
Tuttavia ho continuato ad accusare le fitte toraciche ed addominali, ed ho iniziato ad avere feci molli ogni giorno; dopo aver provato, sotto consiglio del medico curante, alcuni farmaci siamo arrivati al Diosmectal che ha in effetti calmato molto la problematica. E anche con questo sistema ci sono andato avanti qualche settimana, essendomi tolto la paura, sorta nel frattempo, di avere un cancro al colon.
Poi avendo visto delle macchie rosse andando al bagno ho avuto anche bisogno di una ricerca di sangue occulto, che il medico mi ha prescritto da farsi in 3 campioni, tutti e 3 risultati negativi.
Nel frattempo, neanche il dolore alla spalla sinistra si era attenuato più di tanto ed avendo trovato, palpandomi, una pallina ossea sull'estremità esterna della clavicola, ovviamente si è affacciata la paura del tumore alle ossa, poi scacciata tramite risonanza magnetica.
Ci tengo a specificare che, anche se rileggendomi sembra che fossi ogni giorno dal medico, in realtà fra un periodo di ansia e l'altro passavano diverse settimane o mesi di tranquillità.
I consulti psicologici hanno evidenziato una possibile correlazione fra un senso di colpa irrisolto e gli episodi ipocondriaci, considerando che il "leitmotiv" di questi ultimi è sempre stata, in effetti, la paura di essermi provocato il tutto da solo, a causa di questa o quella cosa fatta in passato.
Ad un certo punto, in un momento di tranquillità, abbiamo concordato con la psicologa un'interruzione nella regolarità dei consulti, con eventuali nuovi appuntamenti solo in caso di necessità (cosa che ho intenzione di fare).
Ma andiamo a oggi: se c'è un "sintomo" che in effetti non ho mai smesso di accusare in tutto questo tempo, in un momento o nell'altro, sono le fitte alla schiena.
Non sono mai state fino ad ora il motivo di maggior preoccupazione, ma il caso volle che in questi giorni, leggendo per caso la recente notizia delle ricerche riguardo ad un test delle urine per la diagnosi precoce del tumore al pancreas, sia prepotentemente tornata la paura di quest'ultimo.
Neanche le statistiche sono valse a tranquillizzarmi visto che nella mia fascia d'età alcuni casi ci sono stati, pure in Italia. Pochissimi, meno di 5 nell'arco di molti anni, ma ci sono stati. E questo basta.
Ora, scusandomi per l'abbondante introduzione, arrivo alla domanda che vorrei porre.
Considerando che in tutto questo periodo i consulti hanno sì aiutato, ma sono arrivato ad essere veramente tranquillo dopo, e solo dopo, aver effettuato degli esami medici che escludessero la patologia temuta (per fortuna non ho timore dell'errore medico)... cosa potrei fare?
Parlare, evidentemente, non mi basta.
Pensavo di essermi tranquillizzato abbastanza a suon di esami ma evidentemente mi sbagliavo.
Vorrei sapere quindi cosa posso fare per risolvere alla radice questo problema.
Grazie mille della disponibilità e scusate per la lunghezza del messaggio.
[#12]
Gentile Utente
Qual è la diagnosi posta?
Se si tratta di un disturbo d ansia come si stava ipotizzando qui, concordo con lei che parlare non sia sufficiente e neppure necessario. Nei disturbi d ' ansia l ' aspetto più importante è imparare a gestire le crisi d ansia e quindi sapere cosa è come fare.
Nel suo caso è fondamentale imparare a riconoscere gli stati emotivi, a collegarli all attivazione simpatica e a modulari.
Di solito per ansia e ossessioni sono particolarmente indicate le psicoterapie attive e focalizzate come ad esempio la cognitivo-comportamentale.
Se anche lei riuscisse a capire tutto delle cause del malessere ciò non sarebbe sufficiente per stare bene. È prioritario capire come fare.
Cordiali saluti
Qual è la diagnosi posta?
Se si tratta di un disturbo d ansia come si stava ipotizzando qui, concordo con lei che parlare non sia sufficiente e neppure necessario. Nei disturbi d ' ansia l ' aspetto più importante è imparare a gestire le crisi d ansia e quindi sapere cosa è come fare.
Nel suo caso è fondamentale imparare a riconoscere gli stati emotivi, a collegarli all attivazione simpatica e a modulari.
Di solito per ansia e ossessioni sono particolarmente indicate le psicoterapie attive e focalizzate come ad esempio la cognitivo-comportamentale.
Se anche lei riuscisse a capire tutto delle cause del malessere ciò non sarebbe sufficiente per stare bene. È prioritario capire come fare.
Cordiali saluti
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#13]
Caro Utente,
mi spiace molto per la sua perdita e comprendo come possa aver sconvolto gli equilibri familiari e peggiorato il suo stato psicologico.
Ha fatto bene a rivolgersi al consultorio e ne ha tratto infatti giovamento, ma in base a quanto riferisce è ipotizzabile che il percorso effettuato non sia stato sufficiente a consentirle di risolvere stabilmente i suoi problemi di ansia e ipocondria.
La presa di coscienza del meccanismo che si trova alla base dei suoi sintomi è infatti molto importante, ma di per sè non sufficiente a risolvere il problema e rappresenta solo il primo step del percorso di cambiamento.
Lei ha questo dubbio:
"Parlare, evidentemente, non mi basta.",
ma il punto non è tanto che lo strumento utilizzato sia la parola, quanto che può non aver effettuato un percorso sufficientemente prolungato e/o strutturato per affrontare adeguatamente la situazione.
Le suggerisco di rivolgersi nuovamente alla psicologa dalla quale è stato seguito per fare il punto della situazione e chiedere se il lavoro svolto assieme ha avuto le caratteristiche di una psicoterapia o piuttosto di una consulenza o sostegno psicologico, perchè in tal caso si può pensare che le sia necessario un lavoro più approfondito - o comunque la ripresa del percorso interrotto, se era già di stampo psicoterapeutico.
Un caro saluto,
mi spiace molto per la sua perdita e comprendo come possa aver sconvolto gli equilibri familiari e peggiorato il suo stato psicologico.
Ha fatto bene a rivolgersi al consultorio e ne ha tratto infatti giovamento, ma in base a quanto riferisce è ipotizzabile che il percorso effettuato non sia stato sufficiente a consentirle di risolvere stabilmente i suoi problemi di ansia e ipocondria.
La presa di coscienza del meccanismo che si trova alla base dei suoi sintomi è infatti molto importante, ma di per sè non sufficiente a risolvere il problema e rappresenta solo il primo step del percorso di cambiamento.
Lei ha questo dubbio:
"Parlare, evidentemente, non mi basta.",
ma il punto non è tanto che lo strumento utilizzato sia la parola, quanto che può non aver effettuato un percorso sufficientemente prolungato e/o strutturato per affrontare adeguatamente la situazione.
Le suggerisco di rivolgersi nuovamente alla psicologa dalla quale è stato seguito per fare il punto della situazione e chiedere se il lavoro svolto assieme ha avuto le caratteristiche di una psicoterapia o piuttosto di una consulenza o sostegno psicologico, perchè in tal caso si può pensare che le sia necessario un lavoro più approfondito - o comunque la ripresa del percorso interrotto, se era già di stampo psicoterapeutico.
Un caro saluto,
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 70.8k visite dal 07/10/2014.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.