Paura di uscire
Salve. Vi scrivo per conoscere un Vs parere in merito ad una fase delicata che sto vivendo. In seguito ad un avvenimento di qualche mese fa dove, per strada ho avuta una sensazione di malessere: gambe pesanti, capogiri, battito accellerato, mi trovo a fare i conti con la paura che questo stato si ripresenti. Col tempo ho iniziato ad uscire sempre meno se non in compagnia. Ho sempre la paura di sentirmi male e quando sono esco da sola cerco di ridurre al minimo il tempo fuori casa. Il mio lavoro mi porta spesso ad essere a contatto con la gente, ma in questo contesto riesco a gestire il piu'' delle volte l''ansia. Diversamente quando mi trovo in una situazione di relax dove anche fare una passemeggiata risulta difficile. Dopo poco tempo non riesco piu a stare per strada e devo tornare a casa. Inotre vivo in una citta'' nuova ( sono sposata da poco) e reduce da un trasloco in un quartiere diverso. Ho poche amicizie e, anche se il mio carattere socievole, soffro la distanza dalla mia famiglia ed amici. Muovermi con i mezzi pubblici e viaggiare mi mette agitazione diversamente da prima dove la mia indipendenza non mi creava limiti.
Questo stato mi fa pensare e mi fa star male perche'' mi sento totalmente diversa da quella che ero prima, anche fare shopping o andare dal parrucchiere costituiscono un problema.
Alcuni giorni mi faccio forza e mi dico di poter superare da sola questo torpore altri momenti mi scoraggio e vedo tutto nero. Mio marito mi e'' molto vicino, proprio lui mi ha creato una nuova possibilita'' lavorativa ( dopo che sono stata ferma un lungo periodo) pensando che potesse sbloccarmi. Fuori dal lavoro invece la situazione nn e'' mutata. Non riesco asmd uscire ed a rilassarmi. Come posso scacciare questi pensieri negati e tornare cosi alla quotidianita''? Ho 30 e dovrei " mangiare" il mondo invece mi soffermo a guardarlo da un balcone. Grazie in anticipo e mi scuso per essermi dilungata.
Questo stato mi fa pensare e mi fa star male perche'' mi sento totalmente diversa da quella che ero prima, anche fare shopping o andare dal parrucchiere costituiscono un problema.
Alcuni giorni mi faccio forza e mi dico di poter superare da sola questo torpore altri momenti mi scoraggio e vedo tutto nero. Mio marito mi e'' molto vicino, proprio lui mi ha creato una nuova possibilita'' lavorativa ( dopo che sono stata ferma un lungo periodo) pensando che potesse sbloccarmi. Fuori dal lavoro invece la situazione nn e'' mutata. Non riesco asmd uscire ed a rilassarmi. Come posso scacciare questi pensieri negati e tornare cosi alla quotidianita''? Ho 30 e dovrei " mangiare" il mondo invece mi soffermo a guardarlo da un balcone. Grazie in anticipo e mi scuso per essermi dilungata.
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gentile ragazza sembra essere entrata nella classica trappola dell'ansia anticipatoria. la paura che possa ripresentarsi quel malessere le crea una condizione grazie alla quale il malessere sopraggiunge davvero.
Ora per uscirne è necessario un intervento psicoterapico (meglio se di stampo comportamentale cognitivo o strategico)
saluti
Ora per uscirne è necessario un intervento psicoterapico (meglio se di stampo comportamentale cognitivo o strategico)
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Utente
Grazie mille dottore per la sua celere risposta. Questa situazione cosi' lonatana dalla mia quotidinita' precedente mi crea disagio. Vorrei capire il motivo di queste paure e da cosa ne derivano. Alcuni giorni sento di riuscire a fare di tutto e cerco di essere positiva, altri invece mi sento apatica.
[#3]
Gentile ragazza,
i suoi disturbi sono cominciati dopo il trasferimento ed il matrimonio?
Come ha osservato il collega, lei adesso è entrata in un circolo vizioso.
Si è spaventata per i sintomi che ha vissuto per la strada, probabilmente quando sta per strada comincia a pensare che possano tornare, e per difesa si chiude in casa.
Attualmente sta agendo con un meccanismo di evitamento dell'ansia che però, non farà altro, a lungo termine che chiuderla più nel suo guscio.
La invito a leggere i principali meccanismi di mantenimento del disturbo d'ansia secondo l'ottica cognitivista.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4973-i-fattori-di-mantenimento-dell-ansia.html
Fa benissimo quindi ad andare al lavoro proprio perchè in tal modo si mette alla prova e ha la possibilità di disconfermare i pensieri catastrofici che le vengono in mente quando percepisce l'ansia.
Dopo aver vissuto una situazione di panico si vive una specie di spartiacque. C'è un prima ed un dopo. Non si riesce ad essere come si era prima l'attacco, e si crede che non si riuscirà più a tornare ad essere le persone di una volta.
Se lei lavorerà con uno psicoterapeuta riuscirà a superare questo stato, ma non lasci passare molto tempo, perchè i meccanismi di evitamento che sta applicando potrebbero generalizzare la sua ansia anche a situazioni che ora lei riesce a gestire.
Ci aggiorni,
i suoi disturbi sono cominciati dopo il trasferimento ed il matrimonio?
Come ha osservato il collega, lei adesso è entrata in un circolo vizioso.
Si è spaventata per i sintomi che ha vissuto per la strada, probabilmente quando sta per strada comincia a pensare che possano tornare, e per difesa si chiude in casa.
Attualmente sta agendo con un meccanismo di evitamento dell'ansia che però, non farà altro, a lungo termine che chiuderla più nel suo guscio.
La invito a leggere i principali meccanismi di mantenimento del disturbo d'ansia secondo l'ottica cognitivista.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4973-i-fattori-di-mantenimento-dell-ansia.html
Fa benissimo quindi ad andare al lavoro proprio perchè in tal modo si mette alla prova e ha la possibilità di disconfermare i pensieri catastrofici che le vengono in mente quando percepisce l'ansia.
Dopo aver vissuto una situazione di panico si vive una specie di spartiacque. C'è un prima ed un dopo. Non si riesce ad essere come si era prima l'attacco, e si crede che non si riuscirà più a tornare ad essere le persone di una volta.
Se lei lavorerà con uno psicoterapeuta riuscirà a superare questo stato, ma non lasci passare molto tempo, perchè i meccanismi di evitamento che sta applicando potrebbero generalizzare la sua ansia anche a situazioni che ora lei riesce a gestire.
Ci aggiorni,
Dr. Massimiliano Iacucci - Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
https://www.ordinepsicologilazio.it/albo/massimilianoiacucci/
[#4]
Utente
Grazie mille per la risposta dottor Iacucci, l' ansia e' iniziata da quell' episodio di malessere. Mio marito mi sprona molto con delicatezza e dolcezza, mi ascolta quando ho voglia di sfogarmi manifestando la voglia di uscire da questo circolo vizioso. Anche uscire in sua compagnia non riesco a rilassarmi e comunque quando usciamo non riesco ad allontanarmi troppo da casa. Quest'ansia sorge solo quando sono a piedi, quando entro in qualche negozio non riesco a stare a lungo, avverto capogiri e palpitazioni, in auto invece non sorge alcun sintomo. Alcuni giorni mi sento fiduciosa e mi dico che il giorno dopo usciro', faro' shopping.... poi all'atto pratico mi blocco. Vorrei risolvere ed affrontare queste paure ma sento di non sapere come fare, non so se riesco a spiegare bene la sensazione che provo. Mi sembrano montagne insormontabili e so anche che non posso pretendere di cambiare tutto da un momento all' altro ma a piccoli passi.
[#5]
Si, si è espressa molto bene.
Fa bene a fare delle prove ad uscire anche se accompagnata. In un disturbo di panico di solito si sceglie una persona per iniziare a fare delle esplorazioni, ma anche questo alla lunga potrebbe generare una dipendenza da tale persona e farla stare male in sua assenza.
Lei adesso non può sapere come fare per uscire da questo stato, per questo le raccomando di rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
L'approccio cognitivo comportamentali è quello raccomandato dalle linee guida di Nizza per il trattamento dei disturbi d'ansia.
Cordiali saluti,
Fa bene a fare delle prove ad uscire anche se accompagnata. In un disturbo di panico di solito si sceglie una persona per iniziare a fare delle esplorazioni, ma anche questo alla lunga potrebbe generare una dipendenza da tale persona e farla stare male in sua assenza.
Lei adesso non può sapere come fare per uscire da questo stato, per questo le raccomando di rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
L'approccio cognitivo comportamentali è quello raccomandato dalle linee guida di Nizza per il trattamento dei disturbi d'ansia.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.9k visite dal 06/10/2014.
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