Ossessione per un avvenimento passato della mia partner

Salve a tutti,
ho 27 anni e da circa 7 mesi mi frequento con una ragazza di 25, con la quale tutto, tranne ciò che sto per spiegare, va a gonfie vele.

Una certa situazione, non di rilievo in questo contesto, l'ha portata a raccontarmi di una sua storia passata, che non riesco a mandar giù.

Prima che ci conoscessimo, dopo aver conosciuto un ragazzo che l'attraeva molto, una sera si è ubriacata pesantemente con lui e sono finiti a letto. Lei dice che sarebbero finiti a letto comunque, ma che l'ubriacatura serviva solo a conferirle maggiore spigliatezza e minor imbarazzo.
Fatto sta che, da ubriaca, si è fatta convincere a fare sesso non protetto.
Durante il rapporto, riprendendosi via via dalla sbronza, si è resa conto della situazione ed ha voluto fermarsi. Il ragazzo è stato molto insistente nel voler continuare, ma lei non ha più voluto far nulla.
Proprio per questa sua insistenza, ha deciso di non vederlo più.

Ora, la cosa che non riesco a mandar giù, e che mi fa star male, è che lei abbia voluto far sesso con un tipo, pur sapendo, su sua stessa ammissione, che a lui non gliene sarebbe fregato nulla di lei. E che l'abbia fatto in quelle condizioni pietose.
Nella mia mente, pensare alla mia ragazza così come la conosco ora, e pensare ad una scena in cui si ubriaca per andare più agevolmente a letto con uno che vuole solo usarla, ed essere consapevole e consenziente riguardo a tutto ciò, mi crea non poco disagio, e non riesco ad accettare la cosa.

Dopo il primo shock, in cui le avevo confessato il mio disorientamento, ho smesso di parlarne con lei, e fingo che tutto vada bene, per non appesantire la situazione.

Ma non è così: soprattutto quando sono solo continuo a immaginarmela ubriaca, in condizioni che generalmente mi provocano disgusto quando le vedo su altre ragazze, con un tipo che la usa per il proprio piacere.

Capisco che probabilmente questa faccenda si sta trasformando in una vera e propria ossessione, e vorrei un consiglio su come affrontarla al meglio.

Grazie mille anticipatamente.
Cordiali saluti.
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Dr. Andrea Epifani Psicoterapeuta, Psicologo 123 2
Gentile Utente,
probabilmente questa cosa che la sua ragazza le ha raccontato cozza con l'immagine che si è fatto di lei. Nelle fasi iniziali delle relazioni sentimentali è normale idealizzare il partner. Col tempo quest'immagine idealizzata dovrebbe lasciare il posto all'immagine più realistica del partner. Diciamo che nel suo caso sembra che questo passaggio sia risultato piuttosto brusco. Fingere che tutto vada bene forse non è la soluzione. Provi a parlarne con la sua ragazza, senza giudicarla ma semplicemente raccontandole l'effetto che su di lei ha fatto questa cosa. Non dimentichi, però, che si è sempre in due. Se da una parte la sua ragazza in passato ha avuto questa esperienza, dall'altra è a LEI che non va giù, non è un fatto oggettivo. Confrontarsi risolverebbe la soluzione.

Cordialmente,

Dr. Andrea Epifani - Bologna
http://BolognaPsicologo.net

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
>soprattutto quando sono solo continuo a immaginarmela ubriaca, in condizioni che generalmente mi provocano disgusto si sta trasformando in una vera e propria ossessione>

Gentile Utente,
sta facendo di un fatto che appartiene al passato e che dovrebbe essere lasciato là dov'è qualcosa di rilevante che incide sul suo benessere e su quello del rapporto.

Da quanto ci dice sembrerebbe che il rischio sia quello dell'impiantarsi di una problematica ossessiva.

Si ritiene una persona ansiosa?
Prima come stava?



Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile utente tale ossessione, perchè di quella si tratta, può, nel suo caso, assumere forma nel momento in cui viene smentita una aspettava verso qualcosa, o meglio una "pretesa" che certe cose non dovrebbero accadere. Ma il contrasto tra ciò che si vuole e la vita reale fa sentire i suoi effetti nelle reazioni emotive che si hanno. e lei ora si congela su un evento lontano nel tempo accaduto in un contesto e una dimensione particolare non più esistente.
se da tale pretesa non riesce ad uscire con le sue forze sarebbe bene parlarne con un terapeuta .
nel frattempo legga questo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/40-quando-le-nostre-convinzioni-ci-fanno-ammalare.html
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente,quello che è accaduto allora, appartiene al passato , un passato a cui questa ragazza ha girato le spalle, non deve pensarci, quella ragazza non era lei , questa giovane donna di oggi che lei ama e idealizza. Concordo coi Colleghi che le hanno consigliato di parlarne con un terapeuta, intanto faccia uno sforzo e smetta di pensare, rimuginare, tormentarsi, pensi che lei è quello vincente, quello che questa ragazza ama.. e vuole..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
Anzitutto grazie a tutti per l'attenzione concessami.

per il Dr. Epifani:
So che la realtà dei fatti è spesso meno "perfetta" delle idealizzazioni, ma mi risulta difficile comprendere fino a che punto poter spingere la mia "moralità", se così vogliamo chiamarla. Per fare un esempio molto esagerato, cambiando contesto, immaginiamo che la mia ragazza mi dica di essere stata un'omicida. Una tale rivelazione non solo cozzerebbe con l'immagine che ho di lei, ma provocherebbe anche un sicuro allontanamento, dovuto al fatto che mai vorrei al mio fianco un assassino. La situazione in questione è chiaramente molto più mite, ma è come se non riuscissi a capire se l'accaduto possa essere accettato o meno, secondo le mie aspettative sulla mia compagna. Generalmente non sono un tipo bacchettone e tendo a giudicare, nella sua accezione più critica e negativa, il meno possibile, ma in questo caso devo dire che sto scoprendo di essere meno "libero" del previsto.
Mi sono probabilmente spiegato male: ho già parlato alla mia ragazza delle mie turbe, pochi giorni dopo il suo racconto, ma siccome non voglio appesantire troppo il rapporto, cerco di non parlargliene più quando mi riviene in mente.
Lei è stata comunque molto comprensiva, spiegandomi che anche lei si pente di ciò che ha fatto e che capisce che la cosa, fino a un certo punto, possa infastidirmi. Credo sia la stessa ragione per la quale non ha mai voluto saper nulla del mio passato,

Per la Dr.ssa Rinella:
sì: ho sofferto di disturbi ossessivi e problematiche nella gestione dell'ansia, in passato, anni fa. La differenza è che in quel caso i miei "pensieri" erano completamente immotivati e irrazionali. Mi risultava pertanto semplice distinguerli e, sebbene fosse difficile cacciarli, ero sicuro che si trattasse di pensieri d'origine patologica. In questo caso, al contrario, i pensieri hanno a che vedere con una situazione di vita reale; comprendo che l'approccio sia nuovamente di natura ossessiva, ma ho paura che ignorarli in questo caso possa banalizzare un problema che, invece potrebbe essere "reale". Ovvero, vorrei poter pensare alla questione in modo più "sano", ma sospetto possa esserci "del vero" alla base dei pensieri stessi, e non vorrei prendere l'abitudine di sottovalutare le mie reazioni in ogni circostanza, qualora provocassero pensieri di tipo ossessivo. È la maniera di pensare che vorrei cambiare, ma non necessariamente il contenuto dei pensieri.

Per il Dr. De Vincentiis:
ho letto con molto interesse l'articolo. Quello che mi chiedo, ma credo sia una domanda aperta, o comunque la cui risposta dipende dal singolo individuo è: "abolendo le credenze nei miti, stiamo di fatto ammettendo che non esiste una moralità?".

Voglio dire: la società ci impone degli schemi di pensiero fin dalla nascita, e tali schemi, va da sé, sono spesso repressivi e contro la stessa natura umana. Ma rifiutando "la struttura" che tali schemi, credenze, miti, forniscono, non si rischia di permettere veramente qualsiasi cosa? Questa storia dell'etica/moralità mi sta molto a cuore, ma probabilmente non è questa la sede giusta per discuterne.

Grazie ancora per l'aiuto.
Cordiali saluti.
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Utente
Utente
Per la Dr.ssa Muscarà Fregonese:
chiedo scusa ma non avevo letto il suo commento. Credo comunque di aver già risposto nel testo sopra.
Grazie.
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Dr. Andrea Epifani Psicoterapeuta, Psicologo 123 2
<<Questa storia dell'etica/moralità mi sta molto a cuore>>

A tutti noi sta a cuore l'etica. Il punto è che, a quanto pare, in lei questa cosa è talmente forte (e rigida) da riuscire a catalogare qualcosa (persona, atteggiamento etc.) in giusto o sbagliato. Il rigore morale molto forte è una delle caratteristiche delle personalità afferenti allo spettro ossessivo. Forse se si concedesse un minimo di flessibilità vivrebbe questa situazione in maniera diversa. Ma lei probabilmente considera in questo caso la flessibilità come una mancanza di morale.

Mi riferivo proprio a questo quando le suggerivo di tenere in considerazione il fatto che non è assolutamente oggettivo che la sua ragazza abbia commesso un atto indegno o immorale. Questa è una sua visione, ma esistono anche le sfumature. Cosa ne pensa?