un relativismo dilagante,si può risolvere?
Salve a tutti.sono in terapia da quasi un anno(niente farmaci)la mia terapista ha dovuto lasciare momentaneamente il suo lavoro per motivi personali e riprenderemo ora nel corso di ottobre e appena lo faremo ovviamente farò questa domanda a lei.
Devo ammettere che sono molto giù di morale e particolarmente pessimista riguardo all'idea di poter stare meglio prima o poi..la mia mente lavora troppo,penso troppo,analizzo sempre tutto,non mi godo il presente,,provo uno strano senso di inquietudine a volte e questo mi porta anche ansia.giorni fa,per caso,mentre preparavo un esame universitario ho trovato il nome del fenomeno che secondo me causa parte del mio pensare troppo.Si tratta del fenomeno della dissonanza cognitiva.Ora sicuramente non ci sarà bisogno che mi metta a spiegare a voi a voi di cosa si tratta,fatto sta che questa continua e totale ricerca di una "coerenza" di una linea unica e coerente da seguire,di un sistema di strategie e di valori che non siano in contraddizione l'uno con l'altro mi fotte il cervello!
tutto questo è unito ad un fortissimo RELATIVISMO che mi sta stroncando!metto in discussione tutto,tutto mi sembra opinabile e attaccabile,persino quello che mi dice la mia terapista,non perché non la stimi(ANZI) ma perché mi sembra davvero inevitabile il relativismo.non sono sicuro di niente!non credo in niente.
sono arrivato al punto di pensare che ogni volta che una persona è convinta di qualsiasi cosa si tratta per forza di una persona superficiale,perché se veramente vai a fondo ed approfondisci un qualsiasi argomento ti rendi conto che la realtà è relativa!nessuna cosa è giusta o sbagliata!ma può essere entrambe a seconda dei punti di vista.questa prospettiva mi taglia le gambe perché qualsiasi cosa faccio non mi sembra quella giusta,non credo in ciò che faccio,qualsiasi cosa faccia.
Ad esempio..in dei momenti penso che quando mi relaziono con le ragazze che mi piacciono dovrei essere più distaccato perché a volte faccio troppo lo zerbino,poi però penso che dovrei invece comportarmi come mi pare senza farmi troppe domande sul come passerò..poi però penso che il non farmi domande e comportarmi come viene alla prova dei mi fa comportare come uno zerbino e allora mi dico "ma sei veramente te stesso quando fai lo zerbino?" quindi riprovo a fare il distaccato e però a quel punto mi dico "sentiresti meno ansia se ti comportassi come ti viene senza controllarti". poi però ancora mi rendo che quando non mi controllo ho atteggiamenti che elemosinano l'approvazione altrui e mi fanno essere appiccicoso e zerbino.e poi il non controllarsi non mi torna anche perché esclude la possibilità del "miglioramento" e si basa tutto sul "prenditi per come sei e non cercare di cambiarti"..non mi piace.Però non mi piace neanche il suo contrario come vi dicevo primo.il risultato è che in TUTTO ciò che faccio non ho convinzione perché non mi sembra la cosa giusta,sono insicuro.questo vale per tutto!.
grazie a tutti
Devo ammettere che sono molto giù di morale e particolarmente pessimista riguardo all'idea di poter stare meglio prima o poi..la mia mente lavora troppo,penso troppo,analizzo sempre tutto,non mi godo il presente,,provo uno strano senso di inquietudine a volte e questo mi porta anche ansia.giorni fa,per caso,mentre preparavo un esame universitario ho trovato il nome del fenomeno che secondo me causa parte del mio pensare troppo.Si tratta del fenomeno della dissonanza cognitiva.Ora sicuramente non ci sarà bisogno che mi metta a spiegare a voi a voi di cosa si tratta,fatto sta che questa continua e totale ricerca di una "coerenza" di una linea unica e coerente da seguire,di un sistema di strategie e di valori che non siano in contraddizione l'uno con l'altro mi fotte il cervello!
tutto questo è unito ad un fortissimo RELATIVISMO che mi sta stroncando!metto in discussione tutto,tutto mi sembra opinabile e attaccabile,persino quello che mi dice la mia terapista,non perché non la stimi(ANZI) ma perché mi sembra davvero inevitabile il relativismo.non sono sicuro di niente!non credo in niente.
sono arrivato al punto di pensare che ogni volta che una persona è convinta di qualsiasi cosa si tratta per forza di una persona superficiale,perché se veramente vai a fondo ed approfondisci un qualsiasi argomento ti rendi conto che la realtà è relativa!nessuna cosa è giusta o sbagliata!ma può essere entrambe a seconda dei punti di vista.questa prospettiva mi taglia le gambe perché qualsiasi cosa faccio non mi sembra quella giusta,non credo in ciò che faccio,qualsiasi cosa faccia.
Ad esempio..in dei momenti penso che quando mi relaziono con le ragazze che mi piacciono dovrei essere più distaccato perché a volte faccio troppo lo zerbino,poi però penso che dovrei invece comportarmi come mi pare senza farmi troppe domande sul come passerò..poi però penso che il non farmi domande e comportarmi come viene alla prova dei mi fa comportare come uno zerbino e allora mi dico "ma sei veramente te stesso quando fai lo zerbino?" quindi riprovo a fare il distaccato e però a quel punto mi dico "sentiresti meno ansia se ti comportassi come ti viene senza controllarti". poi però ancora mi rendo che quando non mi controllo ho atteggiamenti che elemosinano l'approvazione altrui e mi fanno essere appiccicoso e zerbino.e poi il non controllarsi non mi torna anche perché esclude la possibilità del "miglioramento" e si basa tutto sul "prenditi per come sei e non cercare di cambiarti"..non mi piace.Però non mi piace neanche il suo contrario come vi dicevo primo.il risultato è che in TUTTO ciò che faccio non ho convinzione perché non mi sembra la cosa giusta,sono insicuro.questo vale per tutto!.
grazie a tutti
[#2]
Utente
la mia terapista è di indirizzo psicoanalitico e stiamo parlando molto poco dei "sintomi" nel senso di tutti quei pensieri che esponevo prima.cioè io li espongo ma poi lei mi ricorda è giusto concentrarsi sul cosa genera questi pensieri e sul perché io abbia bisogno di farmi tutte queste domande..e parliamo della famiglia.
La informo(cosa di cui in terapia parliamo sempre)che io sono praticamente repellente ai membri della mia famiglia.quando sono con loro vorrei sempre essere altrove,non posso farci niente è una reazione involontaria.Loro mi urtano..soprattutto mia madre,poi mio padre e un po' di meno mio fratello.
li percepisco come invadenti e di fatto lo sono.per loro la vita del figlio è una comproprietà fra lui e i genitori.si decide tutto insieme e se non lo accetti si litiga..e io ci litigo spessissimo e arriviamo ad urlarci contro le peggiori cose del mondo!in realtà lo fa mia madre..io no..lei invece esce subito dall'argomento della discussione e inizia ad offenderti su cose che non c'entrano niente e che non la riguardano come ad esempio la tua vita sentimentale.poi il giorno dopo le passa e pretenderebbe che tu ti relazionassi a lei senza astio ed in maniera normale perché a lei è passata e ora "ha voglia di parlare un po'" .
io non ci sto' e prima di avere un bel rapporto con lei preferirei morire.non voglio concederle niente di me,prova già di suo a controllare la mia vita ogni giorno da 25 anni..
ad ogni modo la mia terapista mi ha detto che il problema è li..nel fatto che io da 13 anni vivo da estranio in casa mia,senza avere il minimo rapporto con nessuno dei miei e questo mi da una enorme insicurezza e un bisogno matto di ricevere amore quando sono fuori casa(leggi zerbino). il punto però è che quando io vedo mia madre più volentieri che comportarmi con lei da "figliolo modello" mi butteri dal terrazzo! ogni volta che lei prova ad accarezzarmi(rarissimo) provo una sensazione orribile,la più brutta che conosca...mi sa che sono fregato.
con gli altri parenti invece,cioè nonni e zii ho un bellissimo rapporto.
La informo(cosa di cui in terapia parliamo sempre)che io sono praticamente repellente ai membri della mia famiglia.quando sono con loro vorrei sempre essere altrove,non posso farci niente è una reazione involontaria.Loro mi urtano..soprattutto mia madre,poi mio padre e un po' di meno mio fratello.
li percepisco come invadenti e di fatto lo sono.per loro la vita del figlio è una comproprietà fra lui e i genitori.si decide tutto insieme e se non lo accetti si litiga..e io ci litigo spessissimo e arriviamo ad urlarci contro le peggiori cose del mondo!in realtà lo fa mia madre..io no..lei invece esce subito dall'argomento della discussione e inizia ad offenderti su cose che non c'entrano niente e che non la riguardano come ad esempio la tua vita sentimentale.poi il giorno dopo le passa e pretenderebbe che tu ti relazionassi a lei senza astio ed in maniera normale perché a lei è passata e ora "ha voglia di parlare un po'" .
io non ci sto' e prima di avere un bel rapporto con lei preferirei morire.non voglio concederle niente di me,prova già di suo a controllare la mia vita ogni giorno da 25 anni..
ad ogni modo la mia terapista mi ha detto che il problema è li..nel fatto che io da 13 anni vivo da estranio in casa mia,senza avere il minimo rapporto con nessuno dei miei e questo mi da una enorme insicurezza e un bisogno matto di ricevere amore quando sono fuori casa(leggi zerbino). il punto però è che quando io vedo mia madre più volentieri che comportarmi con lei da "figliolo modello" mi butteri dal terrazzo! ogni volta che lei prova ad accarezzarmi(rarissimo) provo una sensazione orribile,la più brutta che conosca...mi sa che sono fregato.
con gli altri parenti invece,cioè nonni e zii ho un bellissimo rapporto.
[#3]
Mi pare che nella sua terapia vi sia una forte tendenza all'intellettualizzazione dei problemi e alla ricerca di significato.
Attività in cui lei dice di essere fin troppo aggrovigliato.
E' possibile che i suoi siano sintomi ansiosi (o depressivi, visto che lei stesso riferisce un vero e proprio umore flesso).
In tal caso, il problema si sposterebbe dal piano del "contenuto" dei suoi pensieri (relazioni e tematiche esistenziali) a quello della loro "forma" (dubbi, ossessioni).
Valuterei quindi la possibilità di effettuare una visita psichiatrica per valutare la presenza di sintomi ansiosi o depressivi.
Attività in cui lei dice di essere fin troppo aggrovigliato.
E' possibile che i suoi siano sintomi ansiosi (o depressivi, visto che lei stesso riferisce un vero e proprio umore flesso).
In tal caso, il problema si sposterebbe dal piano del "contenuto" dei suoi pensieri (relazioni e tematiche esistenziali) a quello della loro "forma" (dubbi, ossessioni).
Valuterei quindi la possibilità di effettuare una visita psichiatrica per valutare la presenza di sintomi ansiosi o depressivi.
Dr. Francesco Pietrini - medico psichiatra
[#4]
Utente
la ringrazio per la risposta dottor pietrini.Il fatto è che prima di vedere la mia attuale terapista ne avevo già vista un'altra e tutte e due mi hanno detto che secondo loro il mio non è il cui caso in cui c'è bisogno di terapia farmacologica o di psichiatra.
La tendenza all'intellettualizzazione e l'iper-analizzare e cercare di spiegare tutto c'è!
e mi fa stare male,ma lei non pensa che questa situazione possa essere risolta con la psico-analisi?cioè lei pensa che per me l'unica soluzione potrebbe essere la terapia farmacologica?
grazie per l'attenzione.
La tendenza all'intellettualizzazione e l'iper-analizzare e cercare di spiegare tutto c'è!
e mi fa stare male,ma lei non pensa che questa situazione possa essere risolta con la psico-analisi?cioè lei pensa che per me l'unica soluzione potrebbe essere la terapia farmacologica?
grazie per l'attenzione.
[#5]
Non è possibile, né corretto pronunciarsi sulla sua situazione in assenza di una visita specialistica e dalle poche righe di una consulenza online. Mi limito ad osservare che le sue problematiche potrebbero beneficiare di un approccio diverso e quindi che una valutazione psichiatrica potrebbe essere utile.
[#6]
>>> secondo me causa parte del mio pensare troppo.Si tratta del fenomeno della dissonanza cognitiva
>>>
Pensare troppo non è dissonanza cognitiva, semmai è ossessività e tendenza all'ipercontrollo.
>>> La tendenza all'intellettualizzazione e l'iper-analizzare e cercare di spiegare tutto c'è!
>>>
In presenza di ossessività più o meno marcata, un rischio potenziale delle forme di terapia che intellettualizzano e portano il paziente a riflettere, è proprio quello di aumentarla.
Da un punto di vista psicoterapeutico le forme di terapia generalmente più adatte all'ossessività patologica e all'ipercontrollo sono quelle dove si pensa di meno e si agisce di più, come ad esempio la comportamentale o la strategica, dove, oltre alle interpretazioni, si ricevono indicazioni pratiche su cosa fare o non fare per gestire ansia e rimuginazioni.
>>>
Pensare troppo non è dissonanza cognitiva, semmai è ossessività e tendenza all'ipercontrollo.
>>> La tendenza all'intellettualizzazione e l'iper-analizzare e cercare di spiegare tutto c'è!
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In presenza di ossessività più o meno marcata, un rischio potenziale delle forme di terapia che intellettualizzano e portano il paziente a riflettere, è proprio quello di aumentarla.
Da un punto di vista psicoterapeutico le forme di terapia generalmente più adatte all'ossessività patologica e all'ipercontrollo sono quelle dove si pensa di meno e si agisce di più, come ad esempio la comportamentale o la strategica, dove, oltre alle interpretazioni, si ricevono indicazioni pratiche su cosa fare o non fare per gestire ansia e rimuginazioni.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#7]
Utente
per il dottor Sontonocito,innanzi tutto grazie per la risposta.il dubbio che lei mi espone lo avevo avevo avuto anche io,nel senso che anche io mi era reso conto di uscire dalle sedute più incasinato di quando c'entravo domandandomi fra le varie cose "ma forse io dovrei pensare di meno,non di più", però mi sono sempre detto "boh,lei saprà quel che fa e per quel poco che so' io le terapie di questo indirizzo non danno i loro frutti nel breve periodo".insomma credevo(e forse credo) che fosse troppo presto per iniziare a stare meglio.
Per quanto riguarda il ricevere indicazioni specifiche per gestire meglio ansia e pensiero ossessivo e rimuginante nel momento in cui si presentano, purtroppo da quel che ho visto credo che un "colpo" del genere non sia proprio nelle corde della mia terapista..lei è una psico-analista e nello specifico una volta mi ha detto che il suo indirizzo è "sistemico-relazionale"se non ricordo male.Il suo strumento si vede proprio che è parlare della famiglia..io non so..di certo so di non essere in grado di giudicare il lavoro di una professionista,so' solo che a pelle mi piace.
So anche che,per il momento,sto male..però anche ad interrompere la terapia mi verrebbe da pensare "e se quella fosse stata la strada giusta?"
grazie.
Per quanto riguarda il ricevere indicazioni specifiche per gestire meglio ansia e pensiero ossessivo e rimuginante nel momento in cui si presentano, purtroppo da quel che ho visto credo che un "colpo" del genere non sia proprio nelle corde della mia terapista..lei è una psico-analista e nello specifico una volta mi ha detto che il suo indirizzo è "sistemico-relazionale"se non ricordo male.Il suo strumento si vede proprio che è parlare della famiglia..io non so..di certo so di non essere in grado di giudicare il lavoro di una professionista,so' solo che a pelle mi piace.
So anche che,per il momento,sto male..però anche ad interrompere la terapia mi verrebbe da pensare "e se quella fosse stata la strada giusta?"
grazie.
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>>> lei è una psico-analista e nello specifico una volta mi ha detto che il suo indirizzo è "sistemico-relazionale" se non ricordo male.Il suo strumento si vede proprio che è parlare della famiglia..io non so..di certo so di non essere in grado di giudicare il lavoro di una professionista,so' solo che a pelle mi piace.
>>>
L'indirizzo sistemico-relazionale è diverso da quello psicoanalitico, ma è vero che i terapeuti di questo orientamento usano molto parlare della famiglia. Solo che, da un punto di vista strategico, scoprire le cause remote di un problema psicologico spesso non serve per risolverlo. Serve sapere come funziona, per poi iniziare a comportarsi in modo diverso, pragmaticamente, per cambiare il modo di sentire le situazioni che una volta erano problematiche.
Trovarsi bene con il proprio terapeuta è certamente un punto a favore, ma dovrebbe valutare bene se non stia per caso facendo confusione e scambiando il benessere dato dalla relazione terapeutica con il beneficio di liberarsi dal suo problema. A volte succede anche questo, purtroppo.
>>> So anche che,per il momento,sto male..però anche ad interrompere la terapia mi verrebbe da pensare "e se quella fosse stata la strada giusta?"
>>>
Questa sembra più una tipica domanda di chi soffre di ossessioni (dubbio) e la risposta non potrà purtroppo saperla prima di aver provato, eventualmente, altre strade.
Valuti bene pro e contro della sua terapia attuale, condividendo con la stessa terapeuta i suoi dubbi, poi tragga le conclusioni del caso.
Problemi come il suo si possono risolvere con la sola psicoterapia, se del tipo appropriato.
>>>
L'indirizzo sistemico-relazionale è diverso da quello psicoanalitico, ma è vero che i terapeuti di questo orientamento usano molto parlare della famiglia. Solo che, da un punto di vista strategico, scoprire le cause remote di un problema psicologico spesso non serve per risolverlo. Serve sapere come funziona, per poi iniziare a comportarsi in modo diverso, pragmaticamente, per cambiare il modo di sentire le situazioni che una volta erano problematiche.
Trovarsi bene con il proprio terapeuta è certamente un punto a favore, ma dovrebbe valutare bene se non stia per caso facendo confusione e scambiando il benessere dato dalla relazione terapeutica con il beneficio di liberarsi dal suo problema. A volte succede anche questo, purtroppo.
>>> So anche che,per il momento,sto male..però anche ad interrompere la terapia mi verrebbe da pensare "e se quella fosse stata la strada giusta?"
>>>
Questa sembra più una tipica domanda di chi soffre di ossessioni (dubbio) e la risposta non potrà purtroppo saperla prima di aver provato, eventualmente, altre strade.
Valuti bene pro e contro della sua terapia attuale, condividendo con la stessa terapeuta i suoi dubbi, poi tragga le conclusioni del caso.
Problemi come il suo si possono risolvere con la sola psicoterapia, se del tipo appropriato.
[#10]
Utente
per il dottor Pietrini,la ringrazio per la risposta ma sinceramente non credo che mi affiderò a terapie farmacologiche prima di aver provato ad andare fino in fondo con la terapia che sto seguendo o con altri tipi di psicoterapia(magari cognitivo-comportamentale).
la ringrazio comunque per il tempo che ha speso a leggere le mie paranoie;)
Per il dottor santonocito,credo proprio che lei abbia ragione e che una psicoterapia giusta e fatta bene sia per me fondamentale.Domani mattina rivedrò la mia terapista,con la quale avevamo interrotto da un paio di mesi,e le esporrò tutti i miei dubbi.Non so' lei cosa mi risponderà ma eventualmente prenderò seriamente in considerazione l'idea di iniziare una terapia diversa,magari di tipo cognitivo-comportamentale.Un'ultima domanda; ma,indipendentemente dal mio caso,non è possibile che una terapia inizi a dare i suoi frutti dopo del tempo e quindi che sia normale che il paziente non inizi da subito a sentirsi meglio?
grazie.
la ringrazio comunque per il tempo che ha speso a leggere le mie paranoie;)
Per il dottor santonocito,credo proprio che lei abbia ragione e che una psicoterapia giusta e fatta bene sia per me fondamentale.Domani mattina rivedrò la mia terapista,con la quale avevamo interrotto da un paio di mesi,e le esporrò tutti i miei dubbi.Non so' lei cosa mi risponderà ma eventualmente prenderò seriamente in considerazione l'idea di iniziare una terapia diversa,magari di tipo cognitivo-comportamentale.Un'ultima domanda; ma,indipendentemente dal mio caso,non è possibile che una terapia inizi a dare i suoi frutti dopo del tempo e quindi che sia normale che il paziente non inizi da subito a sentirsi meglio?
grazie.
[#11]
Certo, è possibile, ma di solito questo succede per disturbi di tipo diverso.
Per le patologie ansiose, se la terapia è di tipo attivo e prescrittivo, e se il paziente esegue alla lettera le istruzioni ricevute dal terapeuta, molte volte il problema si può sbloccare nel giro di poche sedute.
Per le patologie ansiose, se la terapia è di tipo attivo e prescrittivo, e se il paziente esegue alla lettera le istruzioni ricevute dal terapeuta, molte volte il problema si può sbloccare nel giro di poche sedute.
[#12]
Utente
ok..guardi dottore,il motivo per cui sono diffidente verso la terapia cognitivo comportamentale è questo articolo che ho trovato in internet un po' di tempo fa,le allego il link:
www.spiweb.it/index.php?...terapia-cognitivo-comportamentale
nel caso in cui non dovesse riuscire ad aprirlo le consiglio di scrivere su google "è vero che la terapia cognitivo comportamentale è sempre la scelta migliore per la depressione?" e sarà il primo articolo che apparirà
se si volesse prendere la briga di leggerlo e commentarlo insieme lo apprezzeri molto,mi aiuterebbe magari a sedare certi dubbi riguardo a questo metodo.In ogni caso grazie comunque per il tempo dedicatomi fino ad adesso.
cordiali saluti.
www.spiweb.it/index.php?...terapia-cognitivo-comportamentale
nel caso in cui non dovesse riuscire ad aprirlo le consiglio di scrivere su google "è vero che la terapia cognitivo comportamentale è sempre la scelta migliore per la depressione?" e sarà il primo articolo che apparirà
se si volesse prendere la briga di leggerlo e commentarlo insieme lo apprezzeri molto,mi aiuterebbe magari a sedare certi dubbi riguardo a questo metodo.In ogni caso grazie comunque per il tempo dedicatomi fino ad adesso.
cordiali saluti.
[#13]
Credo che sarebbe meglio che le rispondesse un collega specializzato in terapia cognitivo-comportamentale, la mia specializzazione è in terapia breve strategica, piuttosto diversa seppur con qualche punto in comune.
Lascerò pertanto spazio ad altre risposte e le suggerisco invece io un paio di link:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Lascerò pertanto spazio ad altre risposte e le suggerisco invece io un paio di link:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
[#14]
Utente
la ringrazio veramente molto per l'articolo postato,adesso so che la terapia che sto seguendo dovrebbe essere una terapia relativamente breve..credevo il contrario.
comunque in quell'articolo non veniva riportata una ricerca che faceva emergere che la terapia psico-analitica è nettamente più efficace dispetto alla cognitivo-comportamentale che(in quei campioni di persona) dopo tre anni dalla fine della terapia faceva tornare le persone da punto e a capo.volevo sapere se come tipo di ricerca può essere attendibile.
cordiali saluti.
comunque in quell'articolo non veniva riportata una ricerca che faceva emergere che la terapia psico-analitica è nettamente più efficace dispetto alla cognitivo-comportamentale che(in quei campioni di persona) dopo tre anni dalla fine della terapia faceva tornare le persone da punto e a capo.volevo sapere se come tipo di ricerca può essere attendibile.
cordiali saluti.
[#15]
Utente
Salve dottori,vi scrivo per aggiornarvi circa la mia situazione.Dal momento che i miei disturbi(nonostante la mia attuale terapia sistemico-relazionale) non diminuivano ho fatto oggi un colloquio con una psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.Il Colloquio mi ha un po' stupito.Infatti questa dottoressa(molto rinomata nella mia zona) mi ha detto di essersi accorta di alcuni limiti del suo indirizzo soprattutto per quanto riguarda il voler affrontare con procedure standardizzate e tecniche da manuale problemi che in realtà richiederebbero un maggiore approfondimento.Mi ha detto di essersi molto aperta ed aggiornata nel corso dei suoi anni di lavoro e mi ha anche detto di non ritenere affatto inutile il lavoro sul passato e sugli eventuali traumi.Ha invece,nel corso degli anni,abbandonato alcune pratiche come L'abc(o come si scrive) ed altre tecniche che si è accorta avere un effetto limitato,se non di sollievo nell'immediato.
In particolare mi ha parlato dell'EMDR che si è scoperto(a suo dire)avere risultati fantastici.la domanda è; vi sembra normale tutto questo per una psicologa cognitivo-comportamentale?
In particolare mi ha parlato dell'EMDR che si è scoperto(a suo dire)avere risultati fantastici.la domanda è; vi sembra normale tutto questo per una psicologa cognitivo-comportamentale?
[#16]
Sembrerebbe normale per una cognitivista convertita all'EMDR ;)
Non esistono terapie miracolose, solo terapie più o meno adatte e terapeuti più o meno capaci.
L'EMDR può dare buoni risultati, ma se lei soffre d'ansia e ossessività una terapia comportamentale sarebbe a mio parere più raccomandabile.
Non esistono terapie miracolose, solo terapie più o meno adatte e terapeuti più o meno capaci.
L'EMDR può dare buoni risultati, ma se lei soffre d'ansia e ossessività una terapia comportamentale sarebbe a mio parere più raccomandabile.
[#17]
Utente
Salve dottori,da quando ho deciso di cambiare indirizzo per spostarmi ad uno psicologo cognitivo comportamentale ho parlato con due specialisti,uno è quello di cui vi ho scritto sopra e l'altro è il motivo per cui vi scrivo adesso.
Ho scritto a questo ultimo specialista per sapere come vedeva disturbi ossessivi come il mio e come vedeva l'utilizzare in passato in terapia e se non fosse invece meglio nel mio caso usare una terapia più attiva,prescrittiva e meno riflessiva ed intellettualizzante(che è quello che penso io ed è il motivo per cui voglio cambiare tipo di terapia)
Vi allego la sua risposta e vorrei il sincero parere da parte dei cognitivisti di questa piattaforma(ma non solo) riguardo al fatto che quella che mi viene proposta sia DAVVERO una terapia cognitivo-comportamentale e non sia invece(come nell'altro caso di cui ho scritto sopra)qualcosa di diverso.Ecco la mail
"La terapia cognitivo comportamentale nasce negli anni 60 con protocolli specifici per depressione e disturbi d'ansia adattati ad ogni tipo di paziente indipendentemente dalla propria storia di vita. Con il passare degli anni e delle ricerche hanno assunto importanza anche altri aspetti come la storia di vita, il tipo di legame d'attaccamento alle figure di riferimento, i modelli operativi con cui la persona si approccia al mondo e alle relazioni: tutti questi concorrono alla concettualizzazione del problema. A partire da ciò il trattamento oggi cerca di adattare i protocolli alla singola persona. Anche per i cognitivisti e' importante il passato ma viene utilizzato in maniera diversa. Come avrà avuto modo di scoprire navigando sulla rete il "mondo" delle psicoterapie e' ricco di molteplici approcci, alcuni confermati da studi d'efficacia, ma di fondamentale importanza e' che quella persona senta che quel tratt amento gli appartenga, gli sia cucito indosso come un vestito. Rispetto all'ansia, problema da lei riferito, la componente cognitiva che la costituisce e' il rimuginio, quel continuo ripensare al problema senza essere in grado di pianificare una strategia per arginarlo. Rifletta se è simile al suo filosofeggiare."
Grazie.Distinti saluti.
Ho scritto a questo ultimo specialista per sapere come vedeva disturbi ossessivi come il mio e come vedeva l'utilizzare in passato in terapia e se non fosse invece meglio nel mio caso usare una terapia più attiva,prescrittiva e meno riflessiva ed intellettualizzante(che è quello che penso io ed è il motivo per cui voglio cambiare tipo di terapia)
Vi allego la sua risposta e vorrei il sincero parere da parte dei cognitivisti di questa piattaforma(ma non solo) riguardo al fatto che quella che mi viene proposta sia DAVVERO una terapia cognitivo-comportamentale e non sia invece(come nell'altro caso di cui ho scritto sopra)qualcosa di diverso.Ecco la mail
"La terapia cognitivo comportamentale nasce negli anni 60 con protocolli specifici per depressione e disturbi d'ansia adattati ad ogni tipo di paziente indipendentemente dalla propria storia di vita. Con il passare degli anni e delle ricerche hanno assunto importanza anche altri aspetti come la storia di vita, il tipo di legame d'attaccamento alle figure di riferimento, i modelli operativi con cui la persona si approccia al mondo e alle relazioni: tutti questi concorrono alla concettualizzazione del problema. A partire da ciò il trattamento oggi cerca di adattare i protocolli alla singola persona. Anche per i cognitivisti e' importante il passato ma viene utilizzato in maniera diversa. Come avrà avuto modo di scoprire navigando sulla rete il "mondo" delle psicoterapie e' ricco di molteplici approcci, alcuni confermati da studi d'efficacia, ma di fondamentale importanza e' che quella persona senta che quel tratt amento gli appartenga, gli sia cucito indosso come un vestito. Rispetto all'ansia, problema da lei riferito, la componente cognitiva che la costituisce e' il rimuginio, quel continuo ripensare al problema senza essere in grado di pianificare una strategia per arginarlo. Rifletta se è simile al suo filosofeggiare."
Grazie.Distinti saluti.
[#19]
Gentile Utente,
come è possibile rispondere ad una domanda come la Sua?
Spero capisca che è impossibile pronunciarsi su un pezzo di mail che ci riporta, scrivendo cose sensate.
Invece la Sua ricerca su internet, le Sue domande, mi fanno pensare che tutto ciò probabilmente fa parte del Suo problema d'ansia. Ho rivisto lo storico dei Suoi consulti e ha posto tutti i quesiti in Psicologia, ad eccezione di uno che comunque riguarda sempre una problematica psicologica: che cosa Le fa pensare tutto ciò?
La continua ricerca di risposte e l'idea di non riuscire a convivere con ciò che Lei definisce "relativismo dilagante" non fa altro che alimentare il problema d'ansia.
Ciò che può fare è scegliere lo specialista psicoterapeuta e fissare con lui obiettivi terapeutici sensati e percorribili e lavorare in una psicoterapia per raggiungerli, risolvendo il Suo problema. Spaccarsi la testa sul dubbio di non essere curato bene non è d'aiuto, perchè Lei potrà sapere se la terapia sta funzionando se comincia ad ottenere risultati.
Ma se da subito non ci sono risultati apprezzabili nella risoluzione del problema ansioso, allora vuol dire che quella terapia non fa proprio per Lei. Di solito entro poche settimane può già vedere i risultati, se parliamo di un disturbo d'ansia.
Cordiali saluti,
come è possibile rispondere ad una domanda come la Sua?
Spero capisca che è impossibile pronunciarsi su un pezzo di mail che ci riporta, scrivendo cose sensate.
Invece la Sua ricerca su internet, le Sue domande, mi fanno pensare che tutto ciò probabilmente fa parte del Suo problema d'ansia. Ho rivisto lo storico dei Suoi consulti e ha posto tutti i quesiti in Psicologia, ad eccezione di uno che comunque riguarda sempre una problematica psicologica: che cosa Le fa pensare tutto ciò?
La continua ricerca di risposte e l'idea di non riuscire a convivere con ciò che Lei definisce "relativismo dilagante" non fa altro che alimentare il problema d'ansia.
Ciò che può fare è scegliere lo specialista psicoterapeuta e fissare con lui obiettivi terapeutici sensati e percorribili e lavorare in una psicoterapia per raggiungerli, risolvendo il Suo problema. Spaccarsi la testa sul dubbio di non essere curato bene non è d'aiuto, perchè Lei potrà sapere se la terapia sta funzionando se comincia ad ottenere risultati.
Ma se da subito non ci sono risultati apprezzabili nella risoluzione del problema ansioso, allora vuol dire che quella terapia non fa proprio per Lei. Di solito entro poche settimane può già vedere i risultati, se parliamo di un disturbo d'ansia.
Cordiali saluti,
[#20]
Utente
Dottoressa Pileci grazie per la risposta.Io mi rendo che tutte le cose che scrive sono vere e mi rendo conto che se non soffrissi così tanto d'ansia non sarei qui a farvi mille domande.Il punto è che mi sono accorto che il tipo di terapia che sto facendo non mi porta ad avere dei risultati perché è vero che per un tipo di disturbo come il mio(ansioso-ossessivo) probabilmente sarebbe più indicata una specialista come lei che una che mi parla di cose 10,15 anni fa e sempre in virtù del rapporto con i miei genitori.Volevo dunque passare alla terapia cognitivo-comportamentale perché mi sembra più idonea al mio caso,il problema è che nella mia zona ci sono solo due dottoresse di questo indirizzo,tutte e due utilizzano l'EMR e tutte e due dicono che di essersi spostate dall'impostazione più classica della TCC perché si sono rese
conto che il passato è importante.So che questa piattaforma non mi può curare però pensavo che potesse aiutarmi a capire meglio quale terapia sarebbe più indicata per me.Anche lei dottoressa in un articolo ha scritto che,purtroppo,ci sono psicologi che dicono di utilizzare laTCC ma che poi purtroppo non lo fanno,vorrei evitare di stare altri anni nell'ansia in cui mi trovo adesso,vorrei scegliere lo specialista giusto.Con la mia psicologa di adesso parliamo sempre del passato e dei miei e l'idea di cambiare per continuare a parlare del passato e dei miei genitori non mi sembra sensata anche perché con lei sul piano relazionale mi trovo veramente molto bene.
Insomma una di queste due dottoresse della mia zona,che utilizzano la TCC,ad una mia domanda "ma lei da' i compiti a casa?" ha risposto "a volte si"..ma come a volte?non dovrebbe essere una prerogativa di questa psico-terapia?
Apprezzo comunque la vostra disponibilità e vi ringrazio,se mai ne leverò le gambe vi farò sapere.cordiali saluti.
conto che il passato è importante.So che questa piattaforma non mi può curare però pensavo che potesse aiutarmi a capire meglio quale terapia sarebbe più indicata per me.Anche lei dottoressa in un articolo ha scritto che,purtroppo,ci sono psicologi che dicono di utilizzare laTCC ma che poi purtroppo non lo fanno,vorrei evitare di stare altri anni nell'ansia in cui mi trovo adesso,vorrei scegliere lo specialista giusto.Con la mia psicologa di adesso parliamo sempre del passato e dei miei e l'idea di cambiare per continuare a parlare del passato e dei miei genitori non mi sembra sensata anche perché con lei sul piano relazionale mi trovo veramente molto bene.
Insomma una di queste due dottoresse della mia zona,che utilizzano la TCC,ad una mia domanda "ma lei da' i compiti a casa?" ha risposto "a volte si"..ma come a volte?non dovrebbe essere una prerogativa di questa psico-terapia?
Apprezzo comunque la vostra disponibilità e vi ringrazio,se mai ne leverò le gambe vi farò sapere.cordiali saluti.
[#21]
Caro utente,
io sono della sua zona e mi risulta che nella nostra zona vi sia una grossa offerta di psicoterapeuti cognitivo-comportamentali.
Qualora così non fosse e lei non trovasse la figura che cerca, o anche in associazione al suo attuale/futuro percorso di psicoterapia, le consiglio di prendere in considerazione l'opzione di una visita psichiatrica per valutare un eventuale approccio farmacologico al suo disturbo.
io sono della sua zona e mi risulta che nella nostra zona vi sia una grossa offerta di psicoterapeuti cognitivo-comportamentali.
Qualora così non fosse e lei non trovasse la figura che cerca, o anche in associazione al suo attuale/futuro percorso di psicoterapia, le consiglio di prendere in considerazione l'opzione di una visita psichiatrica per valutare un eventuale approccio farmacologico al suo disturbo.
[#22]
Gentile Utente,
dia un'occhiata qui:
http://www.sitcc.it/elenco-soci/?reg=toscana&iniz=&spec=
Questo sito è "certificato" nel senso che vi può accedere solo chi ha frequentato una scuola di tipo cognitivo-comportamentale o cognitiva, quindi non dovrebbe incontrare problemi.
Per quanto riguarda il resto della Sua richiesta, magari Lei in qualche modo ha imparato da qualcuno o in qualche circostanza nella Sua vita determinate modalità e determinate soluzioni al problema che non sono vincenti, ma che semmai peggiorano la situazione, quindi è questa dinamica che bisogna spezzare, proprio per favorire l'apprendimento di modalità comportamentali, relazionali e gestione del sintomo più efficaci. In un certo senso arriva il momento in cui in terapia si è parlato fin troppo del problema, quindi è giusto iniziare a FARE qualcosa di pratico per spezzare quel circolo vizioso.
Anche io credo che il problema non sia nella relazione con i genitori, anche perchè poi la persona fa un sacco di altre esperienze e si ampliano i gradi di libertà, mescolandosi con gli altri, sin dalla scuola materna.
Per quanto riguarda l'assegnazione dei compiti da eseguire tra una seduta e l'altra, dipende dagli obiettivi terapeutici e dalla metodologia che si sceglie per raggiungerli, ma anche dal bisogno del pz.
Cordiali saluti,
dia un'occhiata qui:
http://www.sitcc.it/elenco-soci/?reg=toscana&iniz=&spec=
Questo sito è "certificato" nel senso che vi può accedere solo chi ha frequentato una scuola di tipo cognitivo-comportamentale o cognitiva, quindi non dovrebbe incontrare problemi.
Per quanto riguarda il resto della Sua richiesta, magari Lei in qualche modo ha imparato da qualcuno o in qualche circostanza nella Sua vita determinate modalità e determinate soluzioni al problema che non sono vincenti, ma che semmai peggiorano la situazione, quindi è questa dinamica che bisogna spezzare, proprio per favorire l'apprendimento di modalità comportamentali, relazionali e gestione del sintomo più efficaci. In un certo senso arriva il momento in cui in terapia si è parlato fin troppo del problema, quindi è giusto iniziare a FARE qualcosa di pratico per spezzare quel circolo vizioso.
Anche io credo che il problema non sia nella relazione con i genitori, anche perchè poi la persona fa un sacco di altre esperienze e si ampliano i gradi di libertà, mescolandosi con gli altri, sin dalla scuola materna.
Per quanto riguarda l'assegnazione dei compiti da eseguire tra una seduta e l'altra, dipende dagli obiettivi terapeutici e dalla metodologia che si sceglie per raggiungerli, ma anche dal bisogno del pz.
Cordiali saluti,
[#24]
Utente
Salve Dottori!circa un mese fa ho scoperto che nella mia città c'è un centro affiliato della scuola di terapia breve di Arezzo ed oggi ho avuto la mia seconda seduta con questa allieva di Giorgio Nardone!sono molto contento di aver trovato questa terapeuta e per il momento ho avuto delle sensazioni molto positive.Ho fatto solo due sedute e non mi aspetto certo di risolvere tutto in due sedute ma per ora sono semplicemente molto ottimista e fiducioso verso questo metodo e questa dottoressa.Ho avuto i primi compiti da fare a casa e i primi due colloqui mi sono già tornati utili per inquadrare e vivere il problema in maniera diversa.Vi farò sapere prossimamente se l'esito sarà positivo ma per adesso sono semplicemente felice perché mi sento molto ottimista.Saluti;)
[#25]
Utente
Salve a tutti cari dottori!questa volta non vi scrivo per un consulto ma semplicemente per portarvi delle ottime notizie!.Come potrete leggere dai miei consulti,la mia situazione non era affatto rosea tanto che io stesso(anche alla luce del fatto che qualcuno mi aveva più volte consigliato che lo specialista adatto a me non era lo psicoterapeuta ma lo psichiatra!)non ero molto fiducioso sulla possibilità di riuscire a stare meglio.Avevo avuto esperienze in psicoterapia psico-analitica e sistemico-relazionale ma la mia ansia,i miei dubbi,le mie insicurezze e la mia ossessività peggioravano.
Ero molto abbattuto e preoccupato.Poi ho scoperto che nella mia città(abito in Toscana)c'era un centro affiliato della scuola di Arezzo di Giorgio Nardone con alla guida una sua bravissima allieva.Decisi di provare anche se devo ammettere che all'inizio non ero affatto fiducioso.Non tanto per lei ma per me!mi sembrava impossibile riuscire a cambiare le derive ossessive del mio cervello,come se un certo modo di pensare e un certo modo di vivere il rapporto con i miei pensieri fosse ormai immutabile.
Eppure devo dirvi la verità,non so come sia successo(in realtà so di saperlo ma non credo che abbia troppa importanza star qui a ragionarci su),ma fra le terza e la quarta seduta(avvenuta ieri l'altro)sono rinato!Non riesco ad esprimervi quanto stia bene adesso e quanto veda tutto in maniera più rosea!.La mia terapista è stata veramente bravissima(anche se non ho ancora capito fino in fondo come abbia fatto) e non potrò mai ringraziarmi abbastanza per essere entrato in quello studio.
Mi ha detto che il più è fatto,ora mi ha dato un nuovo esercizio da fare per la prossima volta per aggiustare alcuni dettagli,poi un po' di consolidamento e a posto!anche se mi ha detto che già ora vede che sto veramente molto meglio,e la cosa bella è che lo sapevo benissimo già prima che me lo dicesse lei.
Anche se la terapia era incentrata sul pensare di meno più che sul pensare di più,mi accorgo di aver capito ora delle cose evidenti che mi sfuggivano da anni!mi sento pronto per ripartire con la mia vita da dove l'avevo lasciata.
Grazie a voi per l'attenzione e un ringraziamento particolare a dottor Santonocito che mi ha fatto interessare a questo particolare indirizzo terapeutico che,ad essere sincero,nel mio caso,ha fatto veramente miracoli!.
ciao a tutti
Ero molto abbattuto e preoccupato.Poi ho scoperto che nella mia città(abito in Toscana)c'era un centro affiliato della scuola di Arezzo di Giorgio Nardone con alla guida una sua bravissima allieva.Decisi di provare anche se devo ammettere che all'inizio non ero affatto fiducioso.Non tanto per lei ma per me!mi sembrava impossibile riuscire a cambiare le derive ossessive del mio cervello,come se un certo modo di pensare e un certo modo di vivere il rapporto con i miei pensieri fosse ormai immutabile.
Eppure devo dirvi la verità,non so come sia successo(in realtà so di saperlo ma non credo che abbia troppa importanza star qui a ragionarci su),ma fra le terza e la quarta seduta(avvenuta ieri l'altro)sono rinato!Non riesco ad esprimervi quanto stia bene adesso e quanto veda tutto in maniera più rosea!.La mia terapista è stata veramente bravissima(anche se non ho ancora capito fino in fondo come abbia fatto) e non potrò mai ringraziarmi abbastanza per essere entrato in quello studio.
Mi ha detto che il più è fatto,ora mi ha dato un nuovo esercizio da fare per la prossima volta per aggiustare alcuni dettagli,poi un po' di consolidamento e a posto!anche se mi ha detto che già ora vede che sto veramente molto meglio,e la cosa bella è che lo sapevo benissimo già prima che me lo dicesse lei.
Anche se la terapia era incentrata sul pensare di meno più che sul pensare di più,mi accorgo di aver capito ora delle cose evidenti che mi sfuggivano da anni!mi sento pronto per ripartire con la mia vita da dove l'avevo lasciata.
Grazie a voi per l'attenzione e un ringraziamento particolare a dottor Santonocito che mi ha fatto interessare a questo particolare indirizzo terapeutico che,ad essere sincero,nel mio caso,ha fatto veramente miracoli!.
ciao a tutti
Questo consulto ha ricevuto 27 risposte e 3.3k visite dal 29/09/2014.
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