Ansia e ancora ansia...davanti ad un master
Buonasera a tutti.
Mi ritrovo a scrivere qui forse più per per sfogarmi che per altro. Dopo la laurea ad aprile ho inanellato una serie di scelte scriteriate che mi hanno portato a rifiutare uno stage (che reputavo poco interessante), a farmi lasciare dalla morosa (che sosteneva di aver visto cambiati i sentimenti nei miei confronti) e a (questa volta non c'entro nulla ma mi pesa comunque) non trovare uno straccio di lavoro.
Ad inizio settembre ho affrontato una prova di ammissione ad un Master e sono stato ammesso...si tratta di un master che mi interessa ma che forse ho accettato perché le alternative erano nulle (se non stare a casa a piangermi addosso). Oggi primo giorno di lezione...ho alternato momenti di pace interiore (pochi) ad altri di agitazione con un pensiero fisso: "ma servirà a qualcosa? Ma se mi bocciano?". Ho una paura insensata di non passare nessun esame (ok è un master ma ci sono comunque gli esami) e di buttare via altro tempo dopo sei anni spesi a giurisprudenza. Non riesco più a gioire per nulla: aspetto i momenti più felici (per fare un esempio a caso il fine settimana quando vedo gli amici) ma quando li sto vivendo non mi sento per nulla a mio agio. Rimugino e ripenso al passato con una paura assurda condita da grande pessimismo per il futuro.
La mia domanda è più complessa di quanto possa sembrare: c'è una via di uscita da questo circolo vizioso? Io - ora come ora - non la vedo affatto.
Mi ritrovo a scrivere qui forse più per per sfogarmi che per altro. Dopo la laurea ad aprile ho inanellato una serie di scelte scriteriate che mi hanno portato a rifiutare uno stage (che reputavo poco interessante), a farmi lasciare dalla morosa (che sosteneva di aver visto cambiati i sentimenti nei miei confronti) e a (questa volta non c'entro nulla ma mi pesa comunque) non trovare uno straccio di lavoro.
Ad inizio settembre ho affrontato una prova di ammissione ad un Master e sono stato ammesso...si tratta di un master che mi interessa ma che forse ho accettato perché le alternative erano nulle (se non stare a casa a piangermi addosso). Oggi primo giorno di lezione...ho alternato momenti di pace interiore (pochi) ad altri di agitazione con un pensiero fisso: "ma servirà a qualcosa? Ma se mi bocciano?". Ho una paura insensata di non passare nessun esame (ok è un master ma ci sono comunque gli esami) e di buttare via altro tempo dopo sei anni spesi a giurisprudenza. Non riesco più a gioire per nulla: aspetto i momenti più felici (per fare un esempio a caso il fine settimana quando vedo gli amici) ma quando li sto vivendo non mi sento per nulla a mio agio. Rimugino e ripenso al passato con una paura assurda condita da grande pessimismo per il futuro.
La mia domanda è più complessa di quanto possa sembrare: c'è una via di uscita da questo circolo vizioso? Io - ora come ora - non la vedo affatto.
[#1]
Gentile Utente,
se Lei soffre a causa di un disturbo d'ansia, la via d'uscita c'è.
Ma è chiaro che deve in prima battuta rivolgersi ad uno psicologo per una valutazione accurata.
Mi pare anche che il cambiamento dalla Sua condizione di studente (che offre comunque delle garanzie e meno ansie...) a quella da lavoratore e comunque adulto abbia fatto in modo che alcuni equilibri venissero meno.
Il mio consiglio è quello di affrontare il problema nella sua complessità e non frazionandolo.
Cordiali saluti,
se Lei soffre a causa di un disturbo d'ansia, la via d'uscita c'è.
Ma è chiaro che deve in prima battuta rivolgersi ad uno psicologo per una valutazione accurata.
Mi pare anche che il cambiamento dalla Sua condizione di studente (che offre comunque delle garanzie e meno ansie...) a quella da lavoratore e comunque adulto abbia fatto in modo che alcuni equilibri venissero meno.
Il mio consiglio è quello di affrontare il problema nella sua complessità e non frazionandolo.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
La ringrazio per la cortese quanto celere risposta.
Certo il passaggio alla vita adulta mi ha messo al muro ma da sempre ho molto timore dinanzi al nuovo e al cambiamento. Una volta che sono partito però è difficile fermarmi.
Per quanto concerne la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo devo purtroppo scontrarmi con la refrattarietà della mia famiglia che non vede di buon occhio la psicologia.
Certo il passaggio alla vita adulta mi ha messo al muro ma da sempre ho molto timore dinanzi al nuovo e al cambiamento. Una volta che sono partito però è difficile fermarmi.
Per quanto concerne la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo devo purtroppo scontrarmi con la refrattarietà della mia famiglia che non vede di buon occhio la psicologia.
[#3]
Lei è una persona maggiorenne e pu rivolgersi in qualunque ospedale o al consultorio per avere l'aiuto di cui ha bisogno. Che cosa c'entra la Sua famiglia in tutto ciò?
Avere timori davanti al cambiamento da una parte è sensato perchè aiuta a valutare più accuratamente la situazione, ma dall'altra tradisce un po' d'ansia... dov'è l'entusiasmo? Dove la curiosità? l'eccitazione?
Avere timori davanti al cambiamento da una parte è sensato perchè aiuta a valutare più accuratamente la situazione, ma dall'altra tradisce un po' d'ansia... dov'è l'entusiasmo? Dove la curiosità? l'eccitazione?
[#4]
Utente
L'entusiasmo l'ho avuto fino all'altro ieri: ero contento di abbandonare la routine fatta di PC e uscite a vuoto in cerca di stacco dall'ansia e dall'apatia. Ora mi ritrovo triste, spento e senza il minimo entusiasmo. La voglia di fare non so dove sia finita: ho già l'ansia perché stanotte (come ieri notte del resto) chissà se dormirò.
Comunque sono sì maggiorenne ma non ho reddito...e se devo aspettare le risposte della sanità pubblica faccio in tempo a guarire da solo.
Comunque sono sì maggiorenne ma non ho reddito...e se devo aspettare le risposte della sanità pubblica faccio in tempo a guarire da solo.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3k visite dal 29/09/2014.
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Approfondimento su Ansia
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