Ansia (agorafobia/emetofobia)

Salve, sono circa 5 anni che soffro di attacchi di ansia dovuti alla paura di stare male in pubblico. Ci tengo a precisare che lo "stare male" è riferito a qualsiasi forma (mal di stomaco, mal di testa) ma in particolare la mia paura riguarda la paura di vomitare o dover correre in bagno. A differenza del passato, evito situazioni in cui debba mangiare in mezzo alla gente o insieme ad amici. Nella tranquillità di casa mia invece questo problema non si pone. La mia preoccupazione è che con il passare degli anni questo problema non fa che peggiorare, infatti spesso faccio fatica a prendere un mezzo di trasporto per spostarmi (ad esempio per andare all'università) e mi capita anche di non riuscire a bere qualcosa alla sera con i miei amici. Preciso che in ogni situazione in cui mi trovo penso sempre a una soluzione per poterne uscire se per caso dovessi sentirmi male e ciò non mi fa godere a pieno di tutti i momenti belli. All'esterno della mia famiglia l'unica con cui mi trovo bene senza avere problemi è la mia ragazza.
In questi circa 5 anni ho fatto una vacanza solo con amici per circa due settimane in cui il tutto è andato a meraviglia, nessuna preoccupazione o ansia, nonostante mangiassi e vivessi a contatto con amici e persone estranee 24 ore su 24.
Mi rendo conto che l'unica via di uscita è affrontare il problema, ma le volte in cui ci ho provato, le cose sono sempre andate come temevo, cioè stando male.
Ho letto qualche consulto di testimonianze simile alla mia ed è stato risposto che è consigliato non affrontare queste situazioni senza copertura farmacologica. Quindi assumere questi farmaci e solo dopo affrontare queste situazioni e affiancare al tutto una terapia di tipo cognitivo-comportamentale. Vorrei avere una vostra opinione e nel caso sapere chi può prescrivere questo tipo di farmaci.
Specifico che ho fatto alcune visite tra cui il mio medico di base che mi ha diagnosticato uno stato d'ansia dopo che gli ho descritto che spesso in quelle situazioni ho salivazione eccessiva, formicolii e fascicolazioni. Visite che ho effettuato in seguito da neurologo e gastroenterologo hanno escluso qualsiasi patologia.
Grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Un percprso diagnostico e terapeutico non puó basarsi su quello che ha letto online.

Tra l'altro ogni storia di vita è unica e non omologabile alle altre

La farmaco terapia andrebbe affiancata alla terapia psicologica, ma non obbligatoriamente di tipo cognitivo comportamentale, ogni orientamento è valido., se ben fatto.

Si rivolga presso una struttura pubblica, troverà psichiatra e psicologo, per diagnosi ed eventuale terapia combinata

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr. Andrea Epifani Psicoterapeuta, Psicologo 123 2
Gentile Utente,
per il suo problema la psicoterapia cognitivo-comportamentale è il trattamento psicologico di prima scelta. Sarà eventualmente il collega a valutare la necessità di un supporto farmacologico. È vero, gli studi scientifici indicano spesso che l'associazione di psicoterapia cognitivo-comportamentale e psicofarmaci rende il trattamento più efficace. Ad ogni modo, come le dicevo, sarà il collega a valutare il suo caso.

Il consiglio che le do, quindi, è di contattare un terapeuta cognitivo-comportamentale della sua zona. Sul web non dovrebbe avere difficoltà a trovare psicoterapeuti che pratichino questo approccio. Dopodiché, l'eventuale terapia farmacologica dovrebbe prescriverla uno psichiatra, ma di questo può parlarne direttamente con il collega che contatterà. In alternativa può effettuare il percorso contrario, cioè prima contattare uno psichiatra e poi uno psicoterapeuta, a lei la scelta. Tenga presente che i farmaci sono utili per placare la sintomatologia ansiosa nell'immediato ma hanno scarsa efficacia nel lungo termine. Lei ha bisogno di riconoscere e gestire questi suoi stati ansiosi, e questo può farlo soltanto una psicoterapia ben fatta.

Le lascio una lettura che potrebbe risultarle utile:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/700-emetofobia-la-paura-del-vomito.html

Cordialmente,

Dr. Andrea Epifani - Bologna
http://BolognaPsicologo.net

[#3]
Utente
Utente
Grazie Dr.essa Randone, ovviamente so dell'errore di molti nelle autodiagnosi online; il mio era solo una richiesta per sapere se il mio approccio finora (ovvero senza nessun tipo di supporto) avesse in quache modo peggiorato la situazione.

Grazie per le delucidazioni Dr. Epifani.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Mi rendo conto che l'unica via di uscita è affrontare il problema, ma le volte in cui ci ho provato, le cose sono sempre andate come temevo, cioè stando male"

Gentile Utente,

ha perfettamente ragione nel dire che l'unica soluzione è affrontare il problema, anche perchè da un punto di vista del modello della psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale l'evitamento non fa altro che rafforzare tutti i timori che già ha.

E' vero dunque che se evita pranzi con gli amici sta meglio, ma solo sul breve periodo. Poi il problema peggiora.

Allora anche io Le suggerisco, come già Lei penso voglia fare, di contattare uno psicologo psicoterapeuta con specifica formazione in psicoterapia attiva e focalizzata come ad es. la cognitivo-comportamentale proprio perchè Lei sta soffrendo da anni di un disturbo che è risolvibile proprio spezzando questi automatismi (es evitare sistematicamente), attraverso le prescrizioni che un terapeuta che lavora con quel metodo potrà fornirLe.

Infine le psicoterapie non sono tutte uguali, perchè bisogna tenere conto dell'efficacia di una psicoterapia, ma anche della sua efficienza e una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale è decisamente più efficiente di altre.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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