Tabagismo
Buongiorno,
scrivo per una questione che per me sta divetando molto importante, più passa il tempo.
Ho 29 anni e da circa un anno frequento un ragazzo con il quale mi scontro sempre sulle stesse questioni: la fortissima dipendenza da nicotina e la vita sregolata. Fino a poco tempo fa addirittura si svegliava nel cuore della notte per fumare e la prima cosa che fa la mattina appena sveglio e accendersi una sigaretta. E’ un ragazzo intelligente, realizzato sul lavoro..ma ha un serio problema di dipendenze, molto alcol, cannabis, ma soprattutto un mare di sigarette. Tra l’altro ha già una certa età, 33 anni, e io gliel’ho già fatto presente molte, credo troppe volte. Io devo dire che faccio fatica a sopportare tutte queste sregolatezze, in particolare patisco molto l’atteggiamento “complusivo” del dover fumare facendo qualsiasi cosa, arrivando giornalmente da circa 15 anni a una quarantina di sigarette. Non so bene come gestire questa situazione, mi spaventa legarmi ad una persona con un problema del genere, io stessa fumo, ma al momento circa un paio di sigarette al giorno; ma non capisco come a lui possa andar bene distruggersi così. Io smetterei subito qualsiasi cattiva abitudine, o per lo meno la circoscriverei molto per costruire in futuro una vita serena e felice con qualcuno. Ma com’è possibile che lui non riesca a cambiare di una virgola tutte queste cattive abitudini? Io le patisco, le vedo come un nervosismo di fondo e come una costante mancanza di calma e tranquillità, come la necessità di riempire sempre qualsiasi momento vuoto con qualcosa. Ho già visto che arrabbiarsi non porta da nessuna parte, da parte mia non riesco a lasciarlo perché non so, forse sono innamorata o comunque gli voglio bene..però vorrei solo trovare un modo per non soffrire per queste cose o per comunque non viverle con ansia continua, come invece mi sta capitando da circa una anno.
Spero che qualcuno riesca a darmi un consiglio.
Grazie
scrivo per una questione che per me sta divetando molto importante, più passa il tempo.
Ho 29 anni e da circa un anno frequento un ragazzo con il quale mi scontro sempre sulle stesse questioni: la fortissima dipendenza da nicotina e la vita sregolata. Fino a poco tempo fa addirittura si svegliava nel cuore della notte per fumare e la prima cosa che fa la mattina appena sveglio e accendersi una sigaretta. E’ un ragazzo intelligente, realizzato sul lavoro..ma ha un serio problema di dipendenze, molto alcol, cannabis, ma soprattutto un mare di sigarette. Tra l’altro ha già una certa età, 33 anni, e io gliel’ho già fatto presente molte, credo troppe volte. Io devo dire che faccio fatica a sopportare tutte queste sregolatezze, in particolare patisco molto l’atteggiamento “complusivo” del dover fumare facendo qualsiasi cosa, arrivando giornalmente da circa 15 anni a una quarantina di sigarette. Non so bene come gestire questa situazione, mi spaventa legarmi ad una persona con un problema del genere, io stessa fumo, ma al momento circa un paio di sigarette al giorno; ma non capisco come a lui possa andar bene distruggersi così. Io smetterei subito qualsiasi cattiva abitudine, o per lo meno la circoscriverei molto per costruire in futuro una vita serena e felice con qualcuno. Ma com’è possibile che lui non riesca a cambiare di una virgola tutte queste cattive abitudini? Io le patisco, le vedo come un nervosismo di fondo e come una costante mancanza di calma e tranquillità, come la necessità di riempire sempre qualsiasi momento vuoto con qualcosa. Ho già visto che arrabbiarsi non porta da nessuna parte, da parte mia non riesco a lasciarlo perché non so, forse sono innamorata o comunque gli voglio bene..però vorrei solo trovare un modo per non soffrire per queste cose o per comunque non viverle con ansia continua, come invece mi sta capitando da circa una anno.
Spero che qualcuno riesca a darmi un consiglio.
Grazie
[#1]
Gentile utente,
come tutte le dipendenze, non è facile "liberarsene".
Lei gli ha parlato? gli ha fatto capire che altrimenti il Vostro rapporto è a rischio? Lui ha provato ad iniziare a "scalare" alcol, cannabis, sigarette?
Solamente se la persona è convinta di farlo, può intraprendere un percorso che in parecchie sedi l'azienda sanitaria gestisce.
E' passato un anno ormai, prima o poi giungerà il momento di decidere cosa fare di questa relazione.
Saluti cordiali.
come tutte le dipendenze, non è facile "liberarsene".
Lei gli ha parlato? gli ha fatto capire che altrimenti il Vostro rapporto è a rischio? Lui ha provato ad iniziare a "scalare" alcol, cannabis, sigarette?
Solamente se la persona è convinta di farlo, può intraprendere un percorso che in parecchie sedi l'azienda sanitaria gestisce.
E' passato un anno ormai, prima o poi giungerà il momento di decidere cosa fare di questa relazione.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
"Ma com’è possibile che lui non riesca a cambiare di una virgola tutte queste cattive abitudini? "
E' possibilissimo, invece! ^___^
Da una parte, come Lei stessa asserisce nel Suo post, si tratta di un'abitudine e non è per niente facile modificare una (cattiva) abitudine, quindi non penserei neppure ad una compulsione o ad una dipendenza (se non in parte, a motivo della nicotina). Il Suo fidanzato ha attivato ormai degli automatismi e quindi ci sono attività cui segue un gesto automatico come accendere la sigaretta senza neppure rifletterci tanto su.
Inoltre, quali buone ragioni avrebbe adesso il Suo fidanzato (dal suo, cioè del Suo fidanzato, punto di vista) per smettere di fumare? Probabilmente nessuna!
Ci sono altre questioni... per dissonanza cognitiva, il Suo fidanzato -esattamente come tutti noi- è bravissimo a "raccontarsela" su: fumano anche i medici, conosco persone che campano 100 anni pur avendo sempre fumato, ecc...
E' probabile che il fumo sia un problema per Lei che ci scrive ma non per il Suo fidanzato. Ma non penserei affatto che chi fuma debba riempire vuoti di alcun tipo. Spesso è un'abitudine.
Ci sono training cognitivo-comportamentali specifici per smettere di fumare ai quali il fumatore può non accedere con la giusta motivazione e può non considerare un problema il fumo.
In quei casi si lavora con lo psicologo proprio su questi aspetti (motivazione) in prima battuta, per poi arrivare a considerare altri aspetti (variabili cognitive).
Ha ragione nel dire che arrabbiarsi non serve, così come non serve esercitare il terrorismo psicologico (cosa che fanno in tanti) mostrando gli effetti nocivi del fumo sulla salute. Anche l'OMS investe parecchi soldi in campagne di prevenzione (es immagini sui pacchetti di sigarette, oppure slogan quali "Il fumo uccide", ecc...), ma per le ragioni che ho spiegato sopra non funzionano.
Invece è fondamentale portare il fumatore a ragionare su tali aspetti e rinforzare e premiare i suoi successi verso la disassuefazione.
Cordiali saluti,
E' possibilissimo, invece! ^___^
Da una parte, come Lei stessa asserisce nel Suo post, si tratta di un'abitudine e non è per niente facile modificare una (cattiva) abitudine, quindi non penserei neppure ad una compulsione o ad una dipendenza (se non in parte, a motivo della nicotina). Il Suo fidanzato ha attivato ormai degli automatismi e quindi ci sono attività cui segue un gesto automatico come accendere la sigaretta senza neppure rifletterci tanto su.
Inoltre, quali buone ragioni avrebbe adesso il Suo fidanzato (dal suo, cioè del Suo fidanzato, punto di vista) per smettere di fumare? Probabilmente nessuna!
Ci sono altre questioni... per dissonanza cognitiva, il Suo fidanzato -esattamente come tutti noi- è bravissimo a "raccontarsela" su: fumano anche i medici, conosco persone che campano 100 anni pur avendo sempre fumato, ecc...
E' probabile che il fumo sia un problema per Lei che ci scrive ma non per il Suo fidanzato. Ma non penserei affatto che chi fuma debba riempire vuoti di alcun tipo. Spesso è un'abitudine.
Ci sono training cognitivo-comportamentali specifici per smettere di fumare ai quali il fumatore può non accedere con la giusta motivazione e può non considerare un problema il fumo.
In quei casi si lavora con lo psicologo proprio su questi aspetti (motivazione) in prima battuta, per poi arrivare a considerare altri aspetti (variabili cognitive).
Ha ragione nel dire che arrabbiarsi non serve, così come non serve esercitare il terrorismo psicologico (cosa che fanno in tanti) mostrando gli effetti nocivi del fumo sulla salute. Anche l'OMS investe parecchi soldi in campagne di prevenzione (es immagini sui pacchetti di sigarette, oppure slogan quali "Il fumo uccide", ecc...), ma per le ragioni che ho spiegato sopra non funzionano.
Invece è fondamentale portare il fumatore a ragionare su tali aspetti e rinforzare e premiare i suoi successi verso la disassuefazione.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
Ok, molto interessante la questione della motivazione.
Io, onestamente, non chiederei a nessuno di smettere di fumare, tanto meno per qualcun'altro. Quello che più mi spaventa è pensare di costruire quacosa con una persona che, dal mio punto di vista, non sa gestire le dipendenze. Personalemte, non demonizzo il fumo, in nessun modo e neanche gli altri vizi. Diciamo che è l'accanimento che mi "spaventa" e, purtroppo, mi sono accorta di patirlo.
Diciamo che stare accanto a una persona giovane che, nonostante conosca gli aspetti medici della questione, porta già con sè alcuni effetti collaterali del fumo, tosse cronica e denti macchiati..onestamente non mi fa sentire tranquilla.
Probabilmente è un problema più mio che suo, mi sicuramente è un problema e fonte di disagio per me e di riflesso per la relazione.
Ringrazio per l'interessamento
Io, onestamente, non chiederei a nessuno di smettere di fumare, tanto meno per qualcun'altro. Quello che più mi spaventa è pensare di costruire quacosa con una persona che, dal mio punto di vista, non sa gestire le dipendenze. Personalemte, non demonizzo il fumo, in nessun modo e neanche gli altri vizi. Diciamo che è l'accanimento che mi "spaventa" e, purtroppo, mi sono accorta di patirlo.
Diciamo che stare accanto a una persona giovane che, nonostante conosca gli aspetti medici della questione, porta già con sè alcuni effetti collaterali del fumo, tosse cronica e denti macchiati..onestamente non mi fa sentire tranquilla.
Probabilmente è un problema più mio che suo, mi sicuramente è un problema e fonte di disagio per me e di riflesso per la relazione.
Ringrazio per l'interessamento
[#5]
Utente
be diciamo che non me la sento di fare una scala dei mali minori o peggiori..
sto solo cercando di trovare un modo per approcciare a questa situazione, senza diventare costrittiva nè obbligante, ma trovando un modo per non accumulare troppo fastidio da questi atteggiamenti che io percepisco come malsani dell'altra persona
sto solo cercando di trovare un modo per approcciare a questa situazione, senza diventare costrittiva nè obbligante, ma trovando un modo per non accumulare troppo fastidio da questi atteggiamenti che io percepisco come malsani dell'altra persona
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.8k visite dal 29/09/2014.
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